BARACK OBAMA NEW US PRESIDENT! Eccovi tutto ciò che avreste voluto sapere…ma sapevate già!
Friday, 7 November 2008di Claudia G. Vismara per Gonosen
Barack Obama ha battuto il repubblicano John McCain in una delle più straordinarie elezioni presidenziali della storia, diventando il primo presidente di colore della storia degli USA. L’affluenza record al voto ha allungato le code ai seggi ed ha reso più lento lo spoglio dei suffragi, ritardando l’annuncio della vittoria del candidato democratico. La certezza, non matematica ma politica, è stata acquisita quando Obama si è aggiudicato l’Ohio, uno Stato chiave, lo Stato che tutti i candidati repubblicani divenuti presidenti hanno vinto. Nel suo discorso di ringraziamento al Grant Park di Chicago dichiara, davanti a oltre 70.000 persone, che «il cambiamento è arrivato – change has come».
E’ circondato dalla sua famiglia e da Joe Biden, neo vicepresidente. «Se c’è qualcuno che ancora dubita che l’America è il luogo in cui ogni cosa è possibile, se c’è ancora qualcuno che si domanda se il sogno dei nostri padri è ancora vivo tuttora; se c’è ancora qualcuno che mette in dubbio il potere della nostra democrazia, questa sera avrà la risposta». Queste le prime parole di Obama che parla di fronte ad una vastissima folla elettrizzata e chiassosa che agita le bandierine americane.
E’ un tripudio di gioia e di colori. «Sta per arrivare un lungo periodo di cambiamenti – prosegue il neo presidente eletto – ma questa sera, il cambiamento è giunto in America». Obama ha poi ringraziato la sua famiglia e sua moglie, Michelle, che ha definito essere la sua migliore amica nonché l’amore della sua vita. Ha parlato alla sua nonna, Madelyn Dunham, morta di cancro la vigilia dell’elezione, dicendo che sapeva che lei lo stava guardando seppur lontana e malata. Ha inoltre mandato un messaggio a coloro che non hanno votato per lui: «A quegli americani per cui devo ancora guadagnarmi stima e supporto, potrei non aver vinto il vostro voto questa sera, ma sento le vostre voci … Sarò lo stesso vostro presidente. La strada davanti a noi – prosegue – è lunga. La salita sarà ripida. Potremo non raggiungere i risultati in un solo anno o in un solo mandato ma non sono mai stato più speranzoso di quanto lo sia questa sera». John McCain si è pubblicamente congratulato per la vittoria ma, con una punta di rammarico, ha aggiunto che bisogna lavorare insieme per cambiare davvero l’America.


Zazo dice:
Friday, 7 November 2008 alle 08:53
Ah, ecco, oltre a Travaglio mancava pure il tiro alla diciannovenne.
Tyler dice:
Friday, 7 November 2008 alle 09:58
il titolo però è diverso http://gonosen.wordpress.com/
DeanKeaton dice:
Friday, 7 November 2008 alle 12:22
E, come disse Parisi commentando l’uforia veltroniana, “L’Abruzzo è difficile da riconquistare, ma l’Ohio è nostro!”.
Saluti
Candidus dice:
Friday, 7 November 2008 alle 12:33
“Se Obama vince Berlusconi dirà: anche io da giovane sono stato negro!”
🙂
Zazo dice:
Friday, 7 November 2008 alle 12:33
LA battuta di Parisi è fantastica, in due secondi ha smontato la ridicola euforia veltroniana. 🙂
asdrubale dice:
Friday, 7 November 2008 alle 15:06
Ammericà, facce Tarzan!!!
Credo che mai come in questo frangente il provincialismo di certa italietta si sia manifestato in maniera così virulenta.
Francesco D. Caridi dice:
Friday, 7 November 2008 alle 17:56
Andiamo cauti con le previsioni di antibellicismo post Bush, perché l’industria militare statunitense ha le sue necessità di business. Già J.K. Galbraith ricordava nel suo libro “La cultura dell’appagamento”: «Il senatore della California Alan Cranston, che fu a lungo il portavoce del dissenso nei confronti del potere militare, ritenne invece necessario fare un’eccezione per i bombardieri B-2, fonte di notevoli guadagni e possibilità occupazionali per il suo Stato. […] Thomas J. Downey, deciso e influente fautore di una politica di controllo degli armamenti a Long Island, nello Stato di New York, si batté per la sopravvivenza della produzione degli aerei militari della Grumman Corporation nel suo distretto congressuale».
Clau89 dice:
Friday, 7 November 2008 alle 18:25
questo post è stato pubblicato la mattina presto e poi, sono semplicemente traduzioni di quanto letto dai giornali esteri.
nè più nè meno.
stardust dice:
Friday, 7 November 2008 alle 18:39
Madonna Clau,sei forte!Se solo non fossi già fidanzato…
Tyler dice:
Friday, 7 November 2008 alle 21:36
io a quest’articolo avrei aggiunto (magari moderatemi voi), che un nero alla Casa Bianca ha un significato particolare. Significa che qualsiasi minoranza può diventare leader. Questo non ritengo sia un’esclusiva dell’America. Ognuno ha la sua storia, da noi si accumulano dolori fino a quando non ti ritrovi al punto di essere così incazzato da infierire su un corpo già morto a PIAZZALE LORETO.
Il Capitalismo di Keynes non era STAMMERDA di oggi. Il capitalismo parte dal RISPARMIO dei lavoratori e non il contrario STRONZI!!!
e poi vabbè, speriamo bene… speriamo che oltre la speranza ci sarà altro 😉