MAMMA CHE BOTTE! TRAVAGLIO: "FACCI E' UN PREGIUDICATO". LA REPLICA: "TUTTE FALSITA'". POI MARCIA INDIETRO DI MARCO SU FACCI-MANGANO
Wednesday, 22 October 2008Ai sensi della legge sulla stampa, mi felicito per l’intuito di Facci che, mai nominato nel mio articolo, s’è riconosciuto nel “biondo mechato” e nella “Yoko Ono di Craxi”. Si vede che è fisionomista. Purtroppo è altrettanto smemorato sulle sue cause perse e i suoi processi penali.
Finora non ho mai voluto usare, per polemizzare con questo o quel collega (o sedicente tale), i processi per diffamazione. So bene, anche sulla mia pelle, che sono incerti del mestiere poco rilevanti (salvo che riguardino parlamentari: nel qual caso, se le sentenze non sanzionano legittime opinioni, ma falsità conclamate, è giusto che gli elettori sappiano).
Anche perché, per smontare le balle di chi mente sapendo di mentire, non c’è bisogno delle sentenze: basta conoscere i fatti. Come quando Facci venne ad Annozero a sostenere che Mangano non era mai stato condannato per mafia: fui costretto a rammentargli che era stato condannato in due processi istruiti da Falcone e Borsellino a 13 anni di reclusione per associazione a delinquere con la mafia e traffico di droga.
Ma ora, visto che il mèchato naturale ci tiene tanto, mi corre l’obbligo di rinfrescargli la memoria. Il suo casellario giudiziale non riporta “un modesto risarcimento”. Riporta una condanna penale definitiva per il reato di diffamazione per il libro “Di Pietro, biografia non autorizzata” (Mondadori), a 500 mila lire di multa e 10 milioni di provvisionale, più le spese, decisa dalla Cassazione il 20 novembre 2002. Dunque il Facci che l’altro giorno mi dava del “pregiudicato” (falsamente: la mia condanna è solo in primo grado) è, lui sì, un pregiudicato. Quanto al “modesto risarcimento”, Facci non pagò i 25 milioni di provvisionale inflittigli in primo grado, anzi scrisse sul Foglio che li avrebbe spesi “in droga, orge, donne, financo uomini, piuttosto che darli a Lucibello”. Così si vide pignorare pure il Bancomat. E, nella successiva causa civile persa in primo grado, dovette pagare (lui o, più probabilmente la Mondadori, cioè Berlusconi) altri 50 mila euro all’avvocato diffamato, più 10 mila di spese legali e riparazione pecuniaria. Alla faccia del “modesto risarcimento”.
Quando, nel processo penale, il pm gli domandò dove avesse tratto le notizie diffamatorie sul lavoro di Lucibello a Vallo della Lucania, lui tentò di sostenere che il suo era “giornalismo di costume”, “descrizione pittoresca” di “fatti comici”; ma poi, messo alle strette, il presunto comico dovette ammettere: “Non ho svolto un approfondimento particolarmente intenso…mi sono rifatto a un paio di racconti e alla pubblicistica peraltro scarsa… qualcosa ho letto, qualcosa mi è stato detto, dovrei fare una disamina parola per parola…non sono mai andato a Vallo della Lucania”.
Poi concluse che quel “passaggio non lo giudicherei diffamatorio neanche se fosse falso”. Il pm, allibito, domandò: “Ma lei ha fatto verifiche sul passato dell’ avv. Lucibello?”. Risposta: “Non so cosa significhi ‘verifica del passato’…”. Un figurone.
Altri 10 mila euro di danni il nostro ometto ha sborsato (lui o il suo santo protettore) in sede civile a Enzo Biagi, per averlo insultato sul Giornale dopo che era stato cacciato dalla Rai, già molto anziano e malato, chiamandolo “il non-giornalista per tutte le stagioni” e accusandolo di confezionare “insulsi brodini” e “insipide sbobbe” (sentenza del Tribunale di Milano, 12 luglio 2006, non appellata e dunque definitiva).
Poi c’è una sfilza quasi interminabile di processi persi, in sede civile e penale, contro il pool Mani Pulite, che era solito diffamare a maggior gloria della sua carriera nel gruppo Fininvest. Se non sono giunti in Cassazione, e talora nemmeno a sentenza, è per un motivo molto semplice: Facci (anzi, il suo spirito guida) è solito pagare subito il risarcimento dei danni, ottenendo la rimessione delle querele. Lui dice che le transazioni avvengono regolarmente “senza il mio consenso”: segno che qualcuno decide e paga per lui (indovinate un po’ chi), anzi forse lo paga per diffamare. Ma poi, in calce alle lettere con le richieste di transazione ai denuncianti e le promesse di pagare i danni, compare regolarmente la firma autografa di Facci. Che firmi in stato di letargo? Non si tratta, beninteso, di opinioni negative sul Pool, magari orrende, ma legittime. Si tratta di balle a getto continuo, sempre all’insegna del motto professionale: “Verifica? Non so cosa significhi”. Per esempio le cause intentategli dagli ex pm Di Pietro (rimborsato tre volte in via transattiva), Davigo (idem, tre volte), e poi ancora Colombo e Ielo. Per una diffamazione contro Borrelli, Facci fu condannato in primo grado e in appello, poi in Cassazione lo salvò la prescrizione, ma il risarcimento danni fu confermato e pagato.
Facci subì poi due processi, uno penale e uno civile, su denuncia dell’ex gip Andrea Padalino, diffamato a proposito del processo Caneschi. Nel primo, Facci fu condannato a 3 mesi e 30 milioni dal Tribunale di Brescia per un articolo sul Giornale in cui aveva – scrivono i giudici – “dolosamente sottaciuto o colposamente ignorato” fatti decisivi per la ricostruzione del caso e scritto “evidenti elementi di falsità”, anche perché le sue fonti erano “unicamente… la parte in causa: la famiglia Caneschi” e il suo avvocato. Nel processo civile Facci fu condannato definitivamente dalla Cassazione a rifondere 70 milioni di lire di danni per il libro “Presunti colpevoli” (Mondadori): “difetta – scrivono i giudici – sicuramente la verità delle notizie pubblicate”, visto che Facci è autore di “pura invenzione fantastica” e “finge di ignorare” i fatti veri “al fine evidente di seppellire il Padalino sotto un cumulo di ardimentosi equivoci, volti a minarne la credibilità… L’intento dell’Autore… si rivela precisamente quello di delegittimare il singolo magistrato… Il narratore si colloca all’interno dei Palazzi di Giustizia, ma non come un cronista obiettivo, e tanto meno come un ‘comune cittadino’, bensì come un abile sfruttatore di quelle innegabili anomalie del sistema, da cui trarre e alimentare l’onda della sfiducia verso la serietà del singolo operatore della giustizia, attraverso una trama sottile di espressioni calunniose … La diffamazione così perpetrata costituisce reato poiché la coscienza e la volontà del Facci di diffondere quella congerie di notizie inveritiere è fuori discussione”. Un bel ritrattino. Anche i giudici, evidentemente, sono fisionomisti.
Marco Travaglio
Gentile direttore,
ai sensi della legge sulla Stampa sono costretto a importunarla nuovamente per smentire quanto riportato ieri da Marco Travaglio a pagina 29. Nel rispondere a un’altra mia richiesta di rettifica, Egli scrive che «Facci venne ad Annozero a sostenere che Mangano non era mai stato condannato per Mafia». E’ una falsità assoluta, probabilmente Travaglio mi confonde con qualcun altro. Io dissi «Mangano è un mafioso» (lo dissi due volte) e il video è disponibile anche su Youtube. Inoltre: confermo che il mio casellario giudiziale non riporta nessuna (nessuna) condanna penale per querele dei pm di Mani pulite, e infatti tutte le sentenze riportate da Travaglio sono civili o più spesso archiviate, ritirate o prescritte. L’unica condanna penale per diffamazione, per querela dell’avvocato Giuseppe Lucibello, non prevede neppure un giorno di carcere. Confermo infine la mia passata opposizione a qualsivoglia transazione coi querelanti (diversamente da quanto fatto da Travaglio in passato) ma nondimeno la mia impossibilità di decidere le scelte degli studi legali che rappresentano gli editori. Rilevo infine, solo a fini statistici, che nella storia del giornalismo italiano non s’era mai visto che un giornalista riportasse condanne di un altro giornalista neppure presenti sul casellario giudiziale, recuperate recandosi da ogni singolo querelante al fine di pubblicarle.
Cordiali saluti
Filippo Facci
Precisazione:
Nella puntata di Annozero del 19 aprile scorso, Facci non disse che Mangano non era mai stato condannato, anzi lo definì “mafioso”, anche se difese Berlusconi che in quei giorni aveva raccontato la superballa. Poi però dimostrò di sapere ben poco della vicenda del presunto “stalliere”: infatti scrisse sul Giornale che la famosa telefonata Mangano-Dell’Utri, a proposito di un certo “cavallo”, “non vi fu mai”. Invece vi fu eccome: fu intercettata dalla Criminalpol il 14 febbraio 1980 alle ore 15.44. Lo sa bene chi ha seguito il processo Dell’Utri, dove i pm ne fecero ascoltare l’audio e ne depositarono la trascrizione letterale.
Marco Travaglio



Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 17:12
All’avvocato Tomanelli
Gentile avvocato,
grazie del suo intervento e complimenti per il suo sito difesadell’informazione che, in precedenza, avevamo avuto modo di riprendere.
In merito al presunto “plagio” con Facci sarà il collega, se lo vorrà, a rispondere (questo spazio è aperto a tutti, come può vedere), mentre vorrei riflettere un attimo sul suo pezzo.
Consideri che, per ragioni professionali, mi occupo di diritto e di giornalismo quasi tutti i giorni e da un professionista serio qual è lei mi aspettavo una disamina a tutto tondo della condanna Travaglio, mentre ho letto una versione per certi versi “partigiana” volta a svilire l’eventuale dolo del collega torinese.
E questo, se me lo consente, non lo ritengo corretto in un articolo di analisi. Magari lo accetterei dai difensori di Travaglio (arrivati anche ad aggrapparsi al diritto di satira), ma non da un avvocato serio e competente come lei.
Cordialmente
Gabriele Mastellarini
antonello tomanelli dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 17:25
Egregio dott. Mastellarini, risponderò entro oggi alla Sua (non condivisibile ma sincera e garbata) osservazione. La ringrazio e a dopo
Filippo Facci dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 17:31
Egregio avvocato,
lei ha scritto un intervento fondato sui contenuti rilevati del mio articolo ma mi ha citato soltanto per criticare un mio errore. E mi ha linkato per lo stesso motivo. Tutto qui. Il cuore del suo articolo, quello che parla del verbale pubblicato parzialmente, confermo: lo considero interamente basato sul mio articolo, dove io di contro passo solo per sprovveduto
E’ un genere di condotta che detesto e che ben conosco. Ci sono abituato. In genere me ne frego, ma sono capitato sul suo sito per puro caso ed era un giorno festivo. Possiamo discutere della terminologia più appropriata da usarsi, ma la sostanza è che l’ho beccata. La prego di non insistere.
La mail in questione se vuole la pubblichi Lei, perchè io non ce l’ho più.
Candidus dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 17:33
@Mastellarini
Allora, ce la spiega questa voglia di rivalsa nei confronti di Travaglio? Cosa le ha fatto? Lo sgambetto?
D’altronde Lei dovrebbe essere grato a Travaglio per il successo che il suo blog sta ottenendo, no?
Cordiali saluti
Di Travaglio me ne frego. Dico solo – per l’ultima volta – che mesi fa lavoravo per l’espresso. Un sabato è uscito un pezzo di Facci sul Giornale che – molto correttamente – riprendeva un pezzo pubblicato su questo blog. Successivamente un Tizio mi insultò telefonicamente. Poi mi arrivarono degli sms del tipo “Vai a studiare diritto di critica e vergognati per quello che hai scritto…”. Dopo quel sabato la mia collaborazione con l’espresso è stata interrotta e non ne conosco ancora il motivo. Scrissi una lettera aperta a Scalfari e non rispose. Travaglio intervenne su Libero prendendo le distanze da me, quasi fossi un appestato. Chiesi un incontro al direttore dell’espresso e non mi fu accordato…Che altro? E’ reato occuparsi anche di Travaglio?
Auguri
gm
Lorenzo dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 17:52
Caro Tequilero, qualcuno, chiaramente in ottima fede, ha scritto delle imprecisioni. Io le ho corrette. Non ho scritto la mia verità bensì la verità. Quella che il mio incomparabile Maestro chiama i fatti.
Se non hai voglia di ringraziarmi per questo, non sei obbligato a parlarmi comunque. Puoi anche tacere, non mi offendo.
Quanto alla mia opinione su Mangano, sono lusingato della richiesta. Ma io sono intervenuto perché ho letto un’inesattezza. Per rispetto del tenutario del sito e dei lettori di questo, non ritengo sia opportuno parlare di quello che stabilisci tu.
C’è un argomento che di volta in volta il tenutario stabilisce col suo post, ed altri talvolta si affiancano “naturalmente” ad esso per opera dei commenti dei lettori: tuttavia, non mi pare il caso di divagare senza ragione. Restiamo sul punto, insomma.
Candidus dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 18:15
@Mastellarini
Bene, per essere chiari e cristallini, sempre se interpreto correttamente quello che Lei ha appena scritto, Lei ce l’ha con Travaglio perchè
a) è stato insultato da Travaglio telefonicamente e tramite sms per la vicenda dell’articolo di Facci.
b) (implicitamente) reputa Travaglio responsabile del suo allontanamento dall’Espresso.
Grazie per la risposta, però mi suona strana la sua affermazione “Di Travaglio mene frego.” visto che la maggior parte dei post (gli ho dato una spulciata veloce) da Maggio 2008 a Ottobre 2008 riguardano proprio Travaglio.
Comunque la vicenda che La vede contrapposto a Travaglio non la ricordo bene. Mi documenterò.
Sicuramente non è reato occuparsi di Travaglio, ma farlo in modo ossessivo e punitivo solleva molti dubbi sulla sua volontà di riportare i fatti in maniera oggettiva.
Cordiali Saluti
Carlo Gambino dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 18:29
“Carlo Gambino, se a lei non va bene che Vittorio Mangano non è stato condannato per mafia posso comprendere il suo dolore. Ma questi sono i fatti veri.”
Oh, nessun dolore, si figuri. Siamo almeno d’accordo sul fatto che Mangano era un mafioso, oppure ci sono dubbi anche su questo?
aldo dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 20:10
La butta sul personale per far cagnara ma il “metodo Travaglio” è ormai allo sfascio. Facci è un ergastolano in libera uscita ? non cambia nulla, Travaglio è ormai per tutti il “condannato” che fa sermoni in TV
aldo dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 20:18
Un’ultima precisazione. E’ probabile che Travaglio sia incorso nell’errore in buona fede. Nella frettolosa lettura degli atti, gli è sfuggita la seconda parte della dichiarazione, finendo così per collocare Previti non genericamente nello studio di Taormina, come intendeva Riccio, ma in quella losca riunione. A ben vedere, infatti, è difficile pensare che un giornalista come Travaglio, così maniacalmente ancorato alle fonti ufficiali, abbia volutamente omesso quella frase. Ma sicuramente non è questa la conclusione cui è giunto il tribunale di Roma. Per il giudice l’omissione di Travaglio è stata cosciente e volontaria, se nel suo comportamento ha rinvenuto il dolo della diffamazione.
http://www.difesadellinformazione.com/ultime_notizie/93/una-grossa-ingenuita-costa-a-travaglio-una-condanna-per-diffamazione/
PS : ma se gli è sfuggita perchè continua a dire che non capisce per quale motivo l’hanno condannato ? non lo potrebbe dire che gli è sfuggita ?
tequilero dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 20:37
@ Lorenzo?
Per carità mio caro amico dai molti nick.
Parla di quello che ti pare, e se ritieni non rispondere a delle semplici domande che ti ho posto, altrimenti divaghiamo.
La verità è che Mangano era un mafioso spacciatore di droga, poi effettua tutte le correzioni che vuoi.
Con il tuo permesso continuerò a parlare e a rimane sorpreso dalla tua infinita voglia di correggere gli errori del tuo maestro, come della tua incredibile correttezza nel cambiare nick a seconda del post o della persona con cui vuoi discutere.
Ma sto divagando, perdonami.
Un saluto a tutti i tuoi nick.
Fabrizio Spinella dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 21:34
Gli italiani di buona memoria, quando sentono parlare di Mangano, pensano alla mitica Silvana, la moglie di Dino De Laurentis, la protagonista di “Riso Amaro”.
Elevare un omonimo stalliere siciliano di istruzione mafiosa a paradigma della vita di un imprenditore milanese al quale minacciarono di rapire i figli, e ripetere in salsa sempre lo stesso ingrediente, più che scandalizzare, fa sorridere amaramente.
Peraltro, chi ricorda il petroliere Boatti, il quale per stare tranquillo negli anni Settanta assunse come tuttofare un premuroso calabrese poi rivelatosi in sintonia con uomini della ‘ndrangheta, che a Milano facevano la campagna elettorale per il socialista di sinistra ed ex partigiano Aniasi, per ricambiare i “desiderata” di altri socialisti calabresi che nella loro regione avevano il sostegno dell’Organizzazione…
Candidus dice:
Wednesday, 22 October 2008 alle 22:01
@Aldo
E vada che Travaglio si sia dimenticato volutamente o per distrazione di una frase (decideranno i giudici in merito) ed ancora al primo grado di giudizio,ma resta un fatto GROSSO COME UNA CASA che salta fuori da quell’articolo scritto nel 2002:
a) Che la losca riunione è effettivamente avvenuta nello studio di Taormina per fare pressioni sul Col. Riccio affinchè testimoniasse che Dell’Utri non è uomo di mafia e vicino a Cosa Nostra;
b) Comunque si può sempre dire che Previti frequenta studi di avvocati dove avvengono losche riunioni, anche se egli non era presente alla specifica riunione riportata nell’articolo.
Naturalmente non mi sembra che Travaglio abbia subito condanne o querele dagli altri attori (tutti del PDL tranne il Col.) della losca riunione (come la definisce Aldo), per cui badiamo al succo del discorso e non alla mancanza dei “caporali”.
Mio caro Aldo, Vi attacate a così poco.
Gli anglofoni dicono:
you’re beating a dead horse!
Saluti
antonello tomanelli dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 01:20
Egregio dott. Mastellarini,
in un suo intervento odierno, con riferimento al mio articolo sul caso Travaglio, mi attribuisce “una versione per certi versi “partigiana” volta a svilire l’eventuale dolo del collega torinese”. E considera tale mio comportamento “non corretto in un articolo di analisi”.
Prendo atto della sua critica e la rispetto, essendo argomentata, diversamente da quanto fanno alcuni suoi esimi colleghi, ai quali francamente attribuivo una maggiore serietà, dignità professionale, capacità di analisi e di autocontrollo.
Condivido l’aggettivo “partigiana”. Forse perché credo che Travaglio, al di là dei suoi limiti, è uno dei pochi giornalisti che non ha paura di attaccare consolidati poteri (che è cosa ben diversa dall’attaccare personaggi come Sabina Guzzanti o Beppe Grillo). Di qui la lancia spezzata a suo favore alla fine del mio articolo. Anche se, francamente, l’intero pezzo rimarca il grossolano errore in cui è incorso.
Non c’è dubbio che alla fine (ma solo alla fine) del mio articolo ho assunto un atteggiamento “partigiano”, rilevando la possibilità che nell’omissione di Travaglio potesse essere riscontrata una colpa (anche grave), e non il dolo. Ma è un comportamento che posso permettermi in quanto non rientro nella categoria dei magistrati, ai quali da qualche tempo non è nemmeno concessa la libertà di manifestazione del pensiero. Né in quella dei giornalisti, che prima di tutto devono essere obiettivi, essendo l’anello di congiunzione tra il fatto e la collettività. Seguo unicamente la logica giuridica e propongo le argomentazioni, anche partigiane, che la logica giuridica mi consente.
Cordialmente
Gabriele Mastellarini dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 06:38
Gentile avvocato,
la ringrazio per la cortese risposta e per i toni usati, anche se noto dalle sue parole una particolare “adesione” a un certo tipo di stampa e di giornalismo che, francamente, esulano dai canoni classici della professione.
Lei scrive “Travaglio e’ uno dei pochi giornalisti che non ha paura di attaccare consolidati poteri” e poi “Ai magistrati non e’ nemmeno concessa la liberta’ di manifestazione del pensiero”.
Sul primo punto mi permetta di dissentire. Da qualche anno a questa parte il collega Travaglio non riesce piu’ a dare notizie ma ripropone sbobbe rimasticate, spesso attinte da articoli di altri colleghi. Che poi abbia il coraggio di andare ad AnnoZero e ribadire le condanne di Geronzi, beh questa e’ un’altra storia ma non serve un giornalista basterebbe un semplice speaker. Il problema, caro avvocato, e’ alla radice e si chiama editoria impura, quella grossa contraddizione che pone capi d’azienda alla proprieta’ di giornali, tv e radio, con l’eclatante caso di Berlusconi che pero’, come ha detto di recente Concita De Gregorio, l’editore lo sa fare. Anche De Benedetti sa fare l’editore ma sui suoi giornali (e neanche nei pezzi di Travaglio) non ho letto una riga sul recente tentativo di strappare le cliniche Angelini, attraverso l’intervento del Governatore Del Turco. Io ho avuto il coraggio di scriverne qualcosa su Internet, ho sentito un passaggio in merito l’altra sera da Vespa, ma non ho letto nulla a firma Marco Travaglio. Troppo facile mettersi contro certi poteri e dimenticarne altri.
Riguardo ai magistrati, posso dissentire portando dei fatti. Nei giorni scorsi, in occasione del Premio Borsellino, dalle mie parti si sono avvicendati in conferenze magistrati importanti come Forleo, De Magistris, Trifuoggi, Ingroia, etc e nessuno ha negato loro di parlare. Il fatto e’ che certi Pm – e lei lo sa – sono malati di protagonismo e scelgono le luci della ribalta’ anziche’ un sano garantismo, combinando papocchi assurdi che vengono pero’ svelati solo dopo anni di tormenti per i poveri cittadini.
Riguardo al testo del suo intervento lei scrive ancora: “Seguo la logica giuridica e propongo le argomentazioni, anche partigiane, che la logica giuridica mi consente”. Tutto giusto, per carita’. Ma sarebbe logico rimarcare le opinioni personali dalla giurisprudenza, spiegando che “la tesi della svista” (alla quale non crede neanche il travaglista piu’ convinto) era una “sua” tesi. Non facendolo, visto il suo ruolo e la sua professione, rischia di confondere il lettore, come gia’ capitato con alcuni commentatori di questo blog che avevano preso quell’ultima “sua” frase per oro colato mentre era una semplice, rispettabilissima, opinione.
La ringrazio e torni a trovarci
Gabriele Mastellarini
Candidus dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 09:19
@Mastellarini
Lei scrive: “Da qualche anno a questa parte il collega Travaglio non riesce piu’ a dare notizie ma ripropone sbobbe rimasticate, spesso attinte da articoli di altri colleghi.”.
Forse Lei, si sta confondendo con se stesso. Lei si che non riesce a dare una notizia, basta vedere i suoi post, oltre il 50% parlano di Travaglio.
Si faccia un giro su voglioscendere.it e spulci gli articoli di Travaglio invece di copiaincollare da qualche sito ostile solo delle parti per (come ha scritto Lei) “dargli addosso”. E’ questo il suo giornalismo?
Saluti
Gruppo Delfini Curiosi dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 10:30
Il giornalismo si fa con le notizie. E non con i pastoni quotidiani. AVANTI GMAST!
Lorenzo dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 11:05
Perbacco, signor Gambino! D’accordo in che senso? Nel senso che la mia e la sua opinione su Mangano eventualmente convergano, o nel senso che Mangano è stato condannato “per mafia”? Sa, quest’ultima ipotesi è manifestamente smentita da quei fatti che, a suo dire, io avrei inventato, ma che nessuno, tantomeno lei, ha ancora smentito, non essendo possibile farlo.
Candidus dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 11:09
@Gruppo Delfini Curiosi
“Il giornalismo si fa con le notizie. E non con i pastoni quotidiani. AVANTI GMAST!”.
Infatti, Sig. G. Mastellarini pubblichi una notizia invece dell’ennesimo attacco (senza successo) a Travaglio.
Saluti
Gruppo Delfini Curiosi dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 15:11
CANDIDUS, QUALE ATTACCO? CE NE FAI LEGGERE QUALCUNO? TU PER CHI SCRIVI, PER IL NYT?
SEI UN ALTRO GRANDE PROFESSORE DI GIORNALISMO?
Tobby dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 16:02
MASTELLArini…il cognome dice già tutto.
lui almeno un onorabilissimo cognome lo ha, e lei gentile anonimo? comunque la battuta è vecchia, altri l’hanno già fatta
sf
Candidus dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 16:24
@SF
Per ridere un po…
Se c’è un Marco Travagliato potrebbe starci anche un Gabriele Amastellato, o no?
😀
sf
Candidus dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 16:26
@Gruppo Delfini Curiosi
Basta leggere i post in questo blog di questo mese.
Poi l’ha ammesso direttamente G. Mastellarini:
“Credo che dare un po’ addosso a Marco Travaglio in questi mesi sia servito dal farlo scendere un po’ dal pero sul quale era appollaiato. Forse è anche un po’ merito di Filippo Facci e del sottoscritto. Chissà se in futuro il Marcotravagliato business potrà tornare a fare il giornalista “normale” come tutti gli altri. Dopo l’articolo su Vespa, io ci credo e sarei ben lieto di tornare a parlare in termini “positivi” del collega torinese. Credo che Facci la pensi allo stesso modo. (g. mast.)”
Saluti
Gruppo Delfini Curiosi dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 21:40
BRAVO CANDIDUS!
GABRIELE HA OTTENUTO UN IMPORTANTE RISULTATO, E BISOGNA DARGLIRNE ATTO. QUANDO TRAVAGLIO E’ OBIETTIVO, E’ SICURAMENTE UNO DEI MIGLIORI! EVIDENTEMENTE ANCHE LUI LEGGE QUESTO BLOG! L’OBIETTIVITA’ ALLA LUNGA VINCE SEMPRE. QUESTO NON VUOL DIRE NULLA, LO SAPPIAMO,MA CI SEMBRA IMPORTANTE CHE ANCHE TRA I GIORNALISTI CI SIA OBIETTIVITA'( A MENO CHE UNO NON SIA UN SERVO). SEI D’ACCORDO?
Tyler dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 21:54
ao… ma il caps su internet significa strillare, ma che te strilli? XD
😉
Carlo Gambino dice:
Thursday, 23 October 2008 alle 22:27
“D’accordo in che senso? Nel senso che la mia e la sua opinione su Mangano eventualmente convergano, o nel senso che Mangano è stato condannato “per mafia”? ”
Sul fatto che Mangano fosse un mafioso, condannato per reati legati alla sua attività di mafioso: siamo d’accordo su questo o no?
Se lei ritiene che anche Mangano fosse perseguitato dai giudici cattivi comunisti trinariciuti, lo dica subito così mi tolgo il pensiero di dover continuare a discutere con lei.
Lorenzo dice:
Friday, 24 October 2008 alle 10:56
Non ho ancora capito, signor Gambino, se lei continua a ritenere che io abbia inventato i fatti di cui ho scritto o se si è ricreduto in merito a questa pesante accusa.
Credo che prima di procedere oltre sia necessario chiarire questo punto.
Carlo Gambino dice:
Friday, 24 October 2008 alle 20:00
“Non ho ancora capito, signor Gambino, se lei continua a ritenere che io abbia inventato i fatti di cui ho scritto o se si è ricreduto in merito a questa pesante accusa.
Credo che prima di procedere oltre sia necessario chiarire questo punto.”
Io le do atto che affermare “Mangano è stato condannato per mafia” è ERRATO, perché le sentenze di condanna di Mangano sono state per reati aventi un diverso nome.
Nei fatti, però, i reati di cui Mangano fu accusato e condannato erano a tutti gli effetti reati di mafia. Prendiamo i due omicidi per cui fu condannato: Mangano non strangolò e sciolse nell’acido Giovanbattista Romano in un raptus di follia, o – che so – perché lo aveva trovato a letto con sua moglie. Fu un omicidio di mafia.
A questo punto, dare addosso a Travaglio perché ha “semplificato” in maniera grossolana, è poco utile, mi creda.
Mangano era un mafioso, punto. Lei non ha inventato nulla, ma nemmeno io. Semplicemente, stiamo guardando la stessa cosa da due angolazioni differenti.
La vera differenza qual è? Forse è questa: io non smetto mai di dimenticarmi a casa DI CHI viveva, Mangano, nei primi anni ’70. Lei preferisce non pensarci e attaccarsi ad inesattezze e grossolanità che però non intaccano una verità di fondo: Mangano era un mafioso.
Travaglio non ha detto “Mangano è stato condannato per abigeato e porto abusivo di alabarda”. Questa, oltre che una cazzata, sarebbe una falsità totale. Travaglio ha detto “Mangano è stato condannato per mafia”. Tecnicamente non è stato così, ma la frase non è falsa, né quanto a significato letterale (condannato per reati che ha commesso non solo PERCHE’ mafioso, ma anche con STILE mafioso: mai saputo di gente non mafiosa che sciolga la gente nell’acido solforico), né quanto ad implicazioni morali riguardanti un certo ex datore di lavoro del Mangano stesso.
Per me il discorso si chiude qui. Un saluto,
Carlo
Lorenzo dice:
Friday, 24 October 2008 alle 20:44
Quindi non è vero, contrariamente a quanto emergeva leggendo il suo intervento, che mi sono inventato i fatti. Molto bene.
Sempre con riguardo ai fatti veri, quelli per i quali gente precisissima e loro seguaci va matta, ripeto che per l’omicidio in questione Mangano non è stato condannato.
In conclusione, la frase di Travaglio è proprio falsa: perché nei fatti questa famosa condanna “per mafia” non esiste proprio (e già basterebbe questo), mentre nella sostanza essa raggiunge il suo scopo, e cioè quello di oggettivizzare un’opinione. Niente di più scorretto, per uno precisissimo.
Saluti.
Carlo Gambino dice:
Friday, 24 October 2008 alle 20:52
“per l’omicidio in questione Mangano non è stato condannato.”
??? E’ stato condannato eccome.
“nei fatti questa famosa condanna “per mafia” non esiste proprio (e già basterebbe questo), mentre nella sostanza essa raggiunge il suo scopo, e cioè quello di oggettivizzare un’opinione.”
Un’opinione? Quale? Che Mangano fosse un mafioso?
Quella non è un opinione, Lorenzo. Se ne faccia una ragione. E’ una verità. C’è differenza.
Lorenzo dice:
Saturday, 25 October 2008 alle 15:00
Allora è una questione personale tra lei e i fatti reali. Ribadisco che la condanna all’ergastolo per omicidio nei confronti di Mangano, quella di cui parlava tequilero, è stata emessa in primo grado e non è mai passata in giudicato. Quindi Mangano non è stato condannato per quell’omicidio (né per quello per cui, successivamente e sempre in primo grado, Mangano collezionò un’altra pena massima).
Se ne faccia una ragione.
Arrivederci.
tequilero dice:
Saturday, 25 October 2008 alle 16:09
Un bel collezionista sto Mangano, mafioso e spacciatore di droga.
Alcuni si limitano ai fumetti e alle figurine, lui si è divertito a collezionare condanne per omicidio in primo grado.
Poi, tre giorni dopo che la Corte di Assise di Palermo lo aveva ritenuto colpevole di aver strangolato e sciolto nell’acido Giovambattista Romano insieme a Gaspare e Giuseppe Bellino, su ordine di Leoluca Bagarella e Brusca, la morte ha posto fine alla sua raccolta.
Mangano era in detenuto quando è morto perchè, nel tempo libero, si occupava anche di estorsione e traffico di droga.
Davvero un gran bel collezionista questo mafioso.
Carlo Gambino dice:
Saturday, 25 October 2008 alle 19:24
“la condanna all’ergastolo per omicidio nei confronti di Mangano, quella di cui parlava tequilero, è stata emessa in primo grado e non è mai passata in giudicato.”
E quindi come condanna non è mai esistita? Ossia, nessun giudice ha deciso per la colpevolezza di Mangano?
“Quindi Mangano non è stato condannato per quell’omicidio (né per quello per cui, successivamente e sempre in primo grado, Mangano collezionò un’altra pena massima).”
Che mascalzone, quel Mangano. Morire per fare un dispetto a Marco Travaglio e Carlo Gambino!
“Se ne faccia una ragione.”
Vivrò serenamente comunque, caro amico. Le faccio notare che comunque non è riuscito a dimostrarmi che Mangano fosse una brava persona. Cosa che lei, nel suo evidente impeto travaglioclastico, avrà bisogno di argomenti ben più convincenti per fare.
Addio.
Lorenzo dice:
Sunday, 26 October 2008 alle 13:29
Giusto, nessun giudice ha deciso per la colpevolezza di Mangano (relativamente ai due omicidi in questione).
Sbagliato, non ho alcuna intenzione di dimostrare che Mangano fosse una brava persona. Ho solo dimostrato che voi non lo siete, dacché parlate, peraltro saccentemente, di cose (i famosi fatti) che non conoscete. O, eventualità ben peggiore, che, conoscendole, nascondete.
Alla prossima.
tequilero dice:
Sunday, 26 October 2008 alle 15:21
Sicuramente non è una “brava persona” chi utilizza più di un nick all’interno dello stesso blog.
La Corte d’Assise di Palermo ha condannato Magano all’ergastolo per l’omicidio di Romano.
Questo è un fatto.
Magano era un mafioso trafficante di droga, questo un altro fatto.
Alla vostra prossima incarnazione.
Carlo Gambino dice:
Sunday, 26 October 2008 alle 17:48
Bravo Tequilero, ma temo che Lorenzo da quell’orecchio non ci senta proprio più. Probabilmente per lui Mangano non era un assassino né un mafioso, e questo solo perché detto Travaglio ha detto che invece lo era.
Ossia: Travaglio dice “beh” e Lorenzo salta subito su: “Non è vero! Bugiardo! Mentitore! Mendace!”
Speriamo che Travaglio dica un giorno “Berlusconi è un uomo onesto” 🙂