TUTTI I RETROSCENA DEL SEQUESTRO "BUCCANEER".

Sunday, 30 August 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

bucanner

Il marinaio descrive le settimane in cui il cargo è rimasto sequestrato nelle acque del Puntland. «A bordo c’era un pirata somalo laureato a Firenze che conduceva le trattative. Dopo tre mesi giocavamo a carte con i sequestratori. Dall’oblò vedevamo una nave italiana, che non è mai intervenuta». Nuovi scenari nel sequestro del cargo italiano. Parla il nostromo Speziali: «Un agronomo somalo a bordo trattava per il governo italiano»

di Gabriele Mastellarini per Il Manifesto di sabato 29 agosto

Ancora tanti buchi neri nella vicenda del Buccaneer, la nave sequestrata per quattro mesi nel golfo di Aden da un gruppo di 17 pirati somali, «due nella sala macchine, tre in cucina e dodici in cabina e sul ponte». Sono passate appena due settimane dal rilascio dei 16 marittimi (10 italiani) che componevano l’equipaggio e sul caso è già sceso uno strano silenzio. Ad aprire nuovi scenari potrebbero essere le parole del nostromo del Buccaneer, Filippo Speziali, che avvalora la tesi di una trattativa conclusa con successo. Si parla di un riscatto tra i 4 e i 5 milioni di dollari.

Abbiamo ascoltato Speziali in due distinte circostanze a Martinsicuro (Teramo), dove risiede, e a San Benedetto del Tronto, sua città natale. «Sono stato io, dietro ordine del comandante, ad aprire la porta del ponte per far entrare il primo pirata», ricorda il marinaio che conferma la presenza a bordo (anticipata da Massimo A. Alberizzi del Corriere) dell’agronomo somalo Sadiq, personaggio chiave dell’intera vicenda. Sadiq sarebbe stato incaricato dal governo italiano per portare avanti le trattative.

«In mezzo al loro gruppo c’erano delle persone che parlavano correttamente l’inglese – dice Speziali – e c’era un somalo che parlava correntemente l’italiano, perché lui è un perito agrario laureato a Firenze che ha fatto 20 anni in Italia, è stato nella zona di Trento, poi a Firenze e dopo è ritornato giù». Sul pagamento del riscatto, Speziali risponde così: «Non c’è stato detto nulla, ma si può immaginare un qualcosa. C’erano delle trattative somale – continua – con dei personaggi che noi personalmente non abbiamo mai ascoltato perché il somalo (Sadiq, ndr) aveva un satellitare, un cellulare che parlava fuori dal ponte o andava in coperta, per cui le sue conversazioni non le abbiamo mai ascoltate. Parlava in italiano. Penso che parlava anche con i suoi colleghi a terra. In somalo e italiano».

Il nostromo racconta anche un episodio emblematico avvenuto una settimana prima del rilascio. «Il 3 agosto ho parlato con il comandante (Mario Iarlori, un altro abruzzese) perché volevamo attaccare i pirati tra il sabato e la domenica quando loro si ubriacavano, ma il comandante mi ha detto: “Filippo non ti preoccupare che tanto le cose si aggiusteranno”». Passano pochi giorni e l’11 agosto i marinai del rimorchiatore vengono liberati. Ufficialmente «senza nessuna contropartita in denaro» come ha affermato il Ministro degli Esteri, Franco Frattini. Eppure nell’ultimo mese, il clima a bordo del Buccaneer era cambiato radicalmente. «I pirati dopo tre mesi ci hanno dato confidenza, loro avevano raggiunto quello che volevano da tanto tempo. Mi hanno autorizzato a pescare – ricorda Speziali – e con due pirati ci giocavo anche a carte».

Il nostromo conferma la presenza di una nave dell’esercito italiano (si tratta della San Giorgio) a pochissime miglia dal Buccaneer per tutta la durata del sequestro. «Lì vicino c’era una nave militare che noi vedevamo dall’oblò. Era a cinque o sei miglia. A prima vista noi abbiamo creduto che fosse italiana e nel finale si è scoperto che, effettivamente, era italiana. Andava avanti e indietro. Si avvicinava e si allontanava. Ma era sempre lì. Sul radar era puntino fisso». Perché non sono intervenuti prima? «Questo non lo so – risponde – sono cose che io personalmente non mi sono neanche immaginato».

Smentita la tesi del trasporto di rifiuti tossici, inizialmente avanzata dalle autorità somale. «Questa è una voce che può essere stata messa in giro da qualcuno,per depistare le indagini», risponde Speziali. Poi spiega: «Il Buccaneer è costituito da due chiatte che servono semplicemente per fare lavori esclusivamente di carico ma le chiatte erano completamente vuote perché una era nuova, vergine, appena comprata dalla Micoperi (la società armatrice) e l’altra era una chiatta vuota che abbiamo trasportato per conto di un’altra compagnia. I pirati ci hanno fatto aprire tutti i passi d’uomo per verificare se c’erano rifiuti tossici e dopo averli aperti non abbiamo trovato nulla. Entrambe le chiatte erano completamente vuote».

ASCOLTA: UN PASSAGGIO DELL’INTERVISTA RILASCIATA A MARTINSICURO DA FILIPPO SPEZIALI A GABRIELE MASTELLARINI TRASMESSA DAL GR1 DELLA RAI IL 20 AGOSTO
http://www.radio.rai.it/grr/grcontinua.cfm?GR=1&L_DATA=2009-08-20&L_ORA=13:00#

VEDI L’INTERVENTO DI FILIPPO SPEZIALI IN COMUNE A SAN BENDETTO DEL TRONTO http://www.youtube.com/watch?v=oxC1Qg10XFs

LINK ALLE FOTO DI FILIPPO SPEZIALI A SAN BENEDETTO DEL TRONTO
http://multimedia.quotidianonet.ilsole24ore.com/?media=12620&tipo=photo&id=302751&cat_principale_page=1&canale=0&canale_page=1

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  1. dituttounblog.com – Un blog senza padroni » Blog Archive » Buccaneer – Nelle mani dei pirati dice:

    Friday, 11 December 2009 alle 01:26

    […] evidenza dei lati oscuri, è stata ottimamente ricostruita in un articolo di Gabriele Mastellarini pubblicato anche su questo blog a fine agosto […]

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