LETTERA APERTA SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA E DELL'UNIVERSITA'
Monday, 27 October 2008Riceviamo e pubblichiamo dal nostro collaboratore Marco Caruso
L’oggetto della “lettera” è tutto dedicato alla scuola e in particolare all’Università.
Il pensiero m’è nato guardando da vicino e da lontano le proteste di questo mese: lo slogan più ricorrente è senza tema di smentita quello che vorrebbe i ragazzi fortemente intenzionati a “non voler pagare la crisi”; crisi che loro definiscono “vostra” e che suona un po’ come se loro vivessero fuori dal Mondo.
Al di là di questo, mi chiedo e ti chiedo (amplificando l’interrogativo a tutti i lettori del tuo blogiornale) come mai gli stessi che oggi manifestano per non coprire una crisi che non gli appartiene e che addebitano a questo governo, in passato (neanche tanto lontano) non abbiano mai speso una parola nè iscenato una benchè misera protesta sotto gli uffici del rettorato quando le università e i 77 atenei italiani continuavano a sperperare denari pubblici, facendo sprofondare le facoltà negli abissi dei bilanci in rosso. Eppure quella crisi qualcuno l’ha pagata.
Personalmente con 200 euro di retta in più da un anno all’altro. Dimostrazione che le tasse universitarie già oggi possono diventare ostacoli per chi ha voglia di studiare ma non ne ha le facoltà economiche (sebbene anche questo sia vero solo in parte, esistendo i diversi scaglioni e le fasce di reddito cui commisurare le imposte).
Ma non ho visto striscioni, nè sono state occupate aule, nè i professori hanno promosso un fronte comune per abbattere un sistema malato ma che oggi si vuol far passare per sano.
Dall’anno prossimo, ai 77 atenei italiani si chiede di risparmiare (per legge) 63 milioni di euro. Praticamente 800mila euro cadauno. Praticamente niente. Se solo si volesse davvero razionalizzare l’organizzazione universitaria.
Ogni ateneo avrebbe la possibilità di risparmiare senza doverlo necessariamente farlo pagare, come fino a ieri, agli studenti.
Eppure non si sentono dai megafoni in piazza esortazioni al taglio dei corsi inutili nè alla fine delle baronie dei professori.
Ci credo che quelli stanno in piazza coi ragazzi e assieme ai ricercatori: se la “133” taglia il numero dei ricercatori da contrattualizzare vuol dire che ogni professore (barone) avrà meno assistenti da assumere per fare il lavoro che potrebbe benissimo fare da solo.
Quella universitaria, per com’è a tutt’ora, è una macchina infernale.
Ma non si protesta contro di essa. Bensì contro chi vuol mettere solo più ordine.
Si protesta per tagli che sono necessari e, volendo, stimolanti il cambiamento. Mentre non si è mai protestato contro chi ha voluto succhiare quanto più denaro possibile per sprecarlo in clientele, ma addirittura gli si sta fianco a fianco nelle piazze.
Questo è il vero scandalo…
Ciao
Marco Caruso

Tania dice:
Monday, 27 October 2008 alle 19:43
Reouto doveroso rispondere perchè in questa lettere sono concentrate tutte le ipotesi e teorie più assurde che ho sentito e letto su questa protesta di piazza.
Punto primo contesto che non ci siano state manifestazione contro il sistema dei Baroni perchè ricordo gli striscioni molti esplicativi degli studenti di Napoli. Quindi che gli studenti di oggi rifiutino i tagli della riforma Gelmini perchè aizzati dai Baroni mi sembra una scempiaggine.
Secondo nessuno dei manifestanti ha mai affermato che la scuola e l’università vanno bene così. Rifiutano una riforma che riforma non è, rifiutano un progetto che non ha nemmeno la forza di presentarsi come proposta di legge in parlamento ma riesce a manifestarsi soltanto come mero decreto. Questo è il vero scandalo. Se i signori ministri, Gelmini in testa, sono così convinti della bontà delle loro azioni governative non vedo perchè non abbiano la forza istituzionale, forti di una maggioranza innegabile in parlamento, di presentare la riforma al parlamento e di discutere con i loro pari, come meriterebbe un’argomento così delicato.
E poi sfatiamo questo mito che i tagli previsti siano un’invito a risolvere il problema del baronato universitario. Ma siete veramente convinti che i baroni saranno i primi a saltare a causa dei risparmi imposti dall’alto? Salteranno i più giovani, salteranno i ricercatori, salteranno i precari ma loro rimarranno sempre là a parassitare su un sistema malato.
Un’ultima cosa, perchè lo stesso concetto è stato presentato dalla signora Santanchè a Domenica In, un’altra critica che mi fa impazzire è quella che afferma che la protesta è sbagliata perchè vede fianco a fianco studenti,ricercatori e professori.
Se gli studenti sono affiancati dai professori sono plagiati o al servizio dei Baroni.
Come se tutti i professori dell’università siano baroni, come se gli studenti che manifestano siano tutti gli studenti.
Non è più probabile che un dissenso così differenziato che unisce strati di popolazione che dovrebbero essere antitetici sia motivato soltanto dal fatto che qualcosa che non va nel decreto c’è?
O è una domanda troppo ovvia?
Saluti
Marco dice:
Monday, 27 October 2008 alle 20:12
Cara Tania,
per prima cosa credo di doverti correggere: non ho mai detto che oggi i ragazzi siano aizzati dai baroni; piuttosto sarebbe da interrogarsi sul fatto che i ragazzi, pur protestando contro i baroni abbiano accettato in questo caso di far fronte comune, pur sapendo (come mi informi) che è anche e soprattutto colpa di rettori e professori se le condizioni dell’università di oggi sono queste.
Primo punto quindi: non c’è dissociazione, ma anzi coalizzazione con chi ha creato il problema. Il tutto pur di apparire più forti e numerosi, senza però considerare che i motivi del dissenso alla legge 133 (che non è un decreto) dovrebbero essere ben diversi!
In secondo luogo, Tania, il problema esiziale delle proteste di oggi è che non sapete manco di cosa stiamo parlando! Non sapete nemmeno che non è col decreto Gelmini che vengono adottati i tagli e che non è un decreto nemmeno la legge che li dispone, ma una legge, appunto, approvata con la finanziaria già mesi or sono (il che enfatizza il carattere strumentale ed ideologico delle manifestazioni cui stiamo assistendo).
in terzo luogo: sono strasicuro che per i baroni non cambierà niente! Non sarà disposto nessun licenziamento infatti, ma quei tagli impediranno soltanto che i professori (alias i baroni) continuino ad avvalersi di giovani ricercatori precarizzandone migliaia.
I quali ricercatori, comunque, non hanno alcun diritto a diventare professori prima del tempo o in sovrannumero rispetto alle reali esigenze didattiche e finanziarie dell’ateneo.
Infine, cara Tania, sono super mega iper convinto che molti di quelli che protestano siano del tutto all’asciutto della realtà dei fatti.
E a dimostrarlo sei tu in primis che confondi il decreto Gelmini con una legge finanziaria approvata 4 mesi fa…
Senza contare le tante boiate che ho ascoltato presenziando alle varie proteste nella mia facoltà…
Virgus dice:
Monday, 27 October 2008 alle 20:25
No, non è certo una domanda ovvia, e non si esclude che il decreto possa essere migliorabile o modificabile.
Come sarebbe bellissimo un intervento anti-baronato nelle università.
Tuttavia, quali e quante proposte sono fino ad oggi arrivate da chi protesta e manifesta?
Quante cose non vere sono state sbandierate ai quattro venti per fomentare una protesta che sta diventando da ragionevole a grottesca?
Quanti bambini sono stati coinvolti e strumentalizzati in modo indegno?
Il mio parere è che fino a che non si vedono proposte concrete che dicano “la riforma può essere migliore così e colì” l’analisi di Caruso resta quanto mai esatta.
Francesco B dice:
Monday, 27 October 2008 alle 21:12
Dall’articolo mi par di capire che per far fronte alla crisi economica bisogna puntare sulla disincentivazione della ricerca e dello sviluppo e quindi puntare su una decrescita.
Sempre detto che Silvio è comunista
emanuele dice:
Monday, 27 October 2008 alle 21:15
il vero scandalo e’ che Marco Caruso “appioppi” a coloro che protestano la colpa di non aver protestato prima per altri motivi…
della serie, il prossimo passo sara’ dire che la colpa della situazione universitaria e’ degli studenti, perche’ non hanno protestato prima..
..ma per piacere..
Sunny dice:
Monday, 27 October 2008 alle 21:34
Qui si fa confusione, una confusione immensa. Un conto è il decreto Gelmini (che non tocca le università), un conto è la legge 133 (legge non decreto) approvata il 6 agosto scorso.
I tagli alla scuola pubblica sono stati giustificati dalla crisi in atto. E da qui arriva lo slogan.
Quindi lo slogan del non voler pagare la crisi
Per quel che riguarda l’università le contestazioni sono quindi contro la 133.
Della legge 133 il punto critico è l’articolo 16. Articolo che prevede la trasformazione delle università pubbliche in fondazioni private con tutto quello che ne consegue.
Ben intesa una cosa, sono 20 anni che si fanno tagli all’università!
asdrubale dice:
Monday, 27 October 2008 alle 22:28
La scuola così com’è non serve a niente. Chi deve prendere il pezzo di carta lo prende, in qualche modo. Arrivare dopo alle cariche più o meno importanti dipende solo dalle relazioni familiari e personali che si hanno. I concorsi li vince chi deve vincerli, il merito non esiste.
Chi difende questa scuola non sa cosa fa. La massa degli studenti non appartenenti alle classi che detengono il potere protesta contro se stessa.
Sunny dice:
Monday, 27 October 2008 alle 23:05
Ma sì e allora procediamo con i tagli in atto da 20 anni, privatizziamola tutta, rendiamo analfabeti i meno abbienti e saremo tutti più contenti!
Francesco B dice:
Monday, 27 October 2008 alle 23:19
Una sequela di luoghi comuni da panico, la scuola non va e allora si ha il diritto di sfasciarla ancora meglio, ottimo, grande mentalità
Tyler dice:
Tuesday, 28 October 2008 alle 11:16
io spero che non vi aspettiate che le proposte le facciano gli studenti. Il Governo non dà alternative e l’opposizione (silenziosa) idem.
Però vorrei capire perchè si taglia solo sulla scuola.
Ma non era il programma del Governo far sparire le province? Diminuire i parlamentari? ma di questi argomenti quando se ne parla?
Quando le togliamo ste province?
Virgus dice:
Tuesday, 28 October 2008 alle 13:50
@Tyler
assolutamente d’accordo.
Tutti ci aspettiamo che “rassettino” anche quei comparti della spesa pubblica.
Tyler dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 22:54
PAROLE DELL’EC PRESIDENTE DELLA REPUBBBLICA ED EX MINISTRO DELL’INTERNO DEGLI ANNI DI PIOMBO:
“Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito… Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì… questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio”.
e dopo quanti giorni?:
Tyler dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 22:55
ops forse non si vede il video
http://it.youtube.com/watch?v=ZqVr1l9fOdA