Caro Silvio ti scrivo…
Thursday, 28 May 2009dal blog di Nicolò Zarotti*
Ti scrivo come tuo elettore. Ebbene sì, io quel 14 aprile di un anno fa ti ho votato. Perchè? Direi che il motivo principale sia il fatto che sono sempre stato e sono tuttora di destra. Era la prima volta che votavo, e dare il mio primo voto a Pier Ferdinando o a Walter lo vedevo in contrasto con i miei stessi ideali.
Ma non mi riconoscevo in te, beninteso. Semplicemente il tuo barcone chiamato PDL aveva risucchiato tutta la destra italiana, fatta eccezione per i simpaticoni padani. E, dal momento che io non nutro grandi idee secessioniste e le cravatte verdi non mi fanno impazzire, ho votato te. Ho votato te, forte anche del pensiero che dopo i due anni di governo Mortadella le cose non potessero andare peggio. Inutile dire che mi sbagliavo.
Ma perchè ti scrivo tutto questo, caro Silvio? Perchè mi sono pentito di averti votato, e anche amaramente.
Da quando sei al governo non hai fatto altro che costruire un regime, mossa dopo mossa, come in una bella partita a scacchi, con più maestria dei grandi dittatori del Novecento. Loro la libertà di parola la negavano apertamente, tu la smantelli coi mezzi mediatici.
All’inizio non me ne rendevo bene conto, sai? Probabilmente ho dovuto aspettare di iniziare a studiare Psicologia all’università, sicuramente mi hanno aiutato Beppe Grillo e Marco Travaglio. Ma alla fine, come è giusto, ho tratto da solo le mie conclusioni. E ho fatto la cosa più pericolosa per un governo come il tuo: ho pensato. Ho pensato quando ormai la maggior parte della gente lascia che sia la televisione a pensare per loro. Io non guardo tanta televisione, preferisco passare ore davanti al computer, e personalmente ne vado fiero. Quella scatola catodica è il più grande strumento di rincoglionimento di massa mai ideato, e guardarla poco aiuta molto. Ho sviluppato gli anticorpi, ormai.
Quando al telegiornale vedo la storia del cucciolo abbandonato di turno e nello stesso giorno trovo su internet il video dell’ennesima figura di merda che ci hai fatto fare in giro per il mondo, ormai non ci faccio neanche più caso, spengo la tv e premo il tasto ”codividi” sotto il video.
Mi sono pentito, caro Silvio, soprattutto perchè da persona liberale di destra, mi sento tradito. Perchè in Italia, al giorno d’oggi, purtroppo, la destra sei tu. Non c’è più neanche Gianfranco, hai risucchiato pure lui. E veder pian piano sparire tutte le libertà individuali per mano di chi si fa ingiustamente baluardo della parte politica a cui ritengo di appartenere mi fa star male. Sto male perchè ho dovuto votare un partito egocentrico mascherato da destra per mancanza di alternative e poi ho scoperto che in realtà ho fatto solo del male al mio paese. E non credere che ora simpatizzi per i tuoi avversari, perchè non è affatto così. Una cosa la ammetto, caro Silvio: non è solo colpa tua. Tu sei stato più furbo e più spudorato degli altri, ma quelli non sono diversi. E’ il sistema ad essere marcio.
E’ per questo che con voi non potremo mai cambiare. Non potremo finchè impedirete alla gente di informarsi e di pensare. Sei mesi fa gli Stati Uniti d’America hanno eletto il primo presidente nero della loro storia. Un presidente di 47 anni. Noi invece abbiamo la stessa classe politica di 20 anni fa. Quella classe politica figlia dei ladri, allattata dal seno della Prima Repubblica. Quella classe che ha raccolto il sistema dei loro genitori e lo ha perfezionato, tanto che se Bettino dovette fuggire una volta, ora fuggono i magistrati. Una classe divenuta casta, che tra le sue fila conta delle vere e proprie mummie. E tu, caro Silvio, avrai presto 73 anni. Potresti essere mio nonno.
So che probabilmente non leggerai questo appello che ti ho scritto, ma poco importa. Questo è una piccola mossa nella scacchiera, come quelle del tuo regime, ma la mia appartiene alla partita della libertà. E non intendo libertà come la intendi tu. Non è la stessa libertà che si trova paradossalmente nel nome del tuo partito. La libertà che intendo io è questa: potermi sentire orgoglioso di dirti queste parole da persona di destra, che si pentita di averti votato, ma che ha mantenuto intatti i propri ideali politici e che non perde la speranza di vedere un giorno una classe politica dignitosa in Italia.
Ricorda, quindi, cario Silvio, e ricordatevelo tutti voi, politici di ogni parte, che il fondo da raggiungere è facile, ma ben altra cosa è raschiarlo.
Tutto ciò che ha un principio ha anche un epilogo. Mani Pulite insegna.
E noi giovani saremo in prima fila quando la fine arriverà.
Un saluto, Nicolò
*Nicolò Zarotti è uno studente triestino di 19 anni
















