Cronache dal terremoto: sfollati negli alberghi della costiera, quale futuro?

Monday, 18 May 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

Un video-servizio di gabriele Mastellarini andato in onda giovedì scorso per “Buongiorno Regione”, la trasmissione mattutina della TGR

Gli italiani guadagnano poco

Monday, 18 May 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

tasche_vuote

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

I salari italiani agli ultimi posti della classifica nei paesi OCSE, siamo al 23esimo posto su trenta nazioni. Nell’Europa della moneta unica, i dati raccontano che solo i portoghesi stanno peggio di noi.

Le statistiche confermano ciò che stavamo avvertendo da tempo, ovvero che siamo ogni giorno maggiormente in difficoltà a sbarcare il lunario. Se ci aggiungiamo il mostruso calo della produzione industriale nel nostro paese nel primo trimestre 2009, c’è da domandarsi se la crisi economica è solo una questione di pessimismo diffuso dagli organi di stampa e della TV, come dice il premier.

Berlusconi: un premier "in fuga"

Friday, 15 May 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

berlusconi02g

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Per Ezio Mauro non ci sono dubbi: Silvio Berlusconi e’ un ”uomo in fuga”, sulle dieci domande che gli sono state pubblicamente rivolte ieri in un articolo a firma di Giuseppe D’Avanzo il premier è incapace di rispondere. L’argomento su cui verte l’inchiesta del quotidiano romano è arcinota, si tratta del rapporto tra Berlusconi e la giovane Noemi Letizia, con conseguente annuncio di divorzio da parte della moglie Veronica Lario. L’inchiesta pubblicata da Repubblica sta sollevando un fitto dibattito, ovviamente solo in rete. Guai naturalmente a parlarne alla televisione, il pubblico potrebbe restarne troppo turbato.

Il premier non confuta gli argomenti addotti da Repubblica, semplicemente non risponde. Fa invece diffondere uno stizzito comunicato stampa ufficiale da Palazzo Chigi che inizia con questa frase: «Invidia e odio nei confronti di un Presidente del Consiglio che ha raggiunto il massimo storico della fiducia dei cittadini», definendo l’inchiesta «una strategia mediatica diffamatoria» orchestrata in vista delle prossime elezioni europee. Immutabile nei toni e nella strategia, Berlusconi ribadisce il principio molte volte enunciato: chi conquista la fiducia dei cittadini deve ottenere l’immunità alle critiche. Una sorta di aurea mistica di intangibilità lo dovrebbe quindi circondare, oltre a quella già garantita dal “lodo Alfano”.

Giunge oggi, con l’editoriale a firma del direttore Ezio Mauro, la replica del quotidiano. Ricordando che i giornalisti fanno il loro sacrosanto mestiere formulando domande scomode, agiscono da pungolo nei confronti del potere. Le non risposte dell’intangibile Berlusconi equivalgono ad un rifiuto della verità, della trasparenza e del confronto, «il che per un uomo pubblico equivale alla fuga». «La storia che ha fatto il giro del mondo resta tutta da chiarire, perché il Presidente del Consiglio sa solo minacciare, ma non può spiegare. Dunque continueremo a fare domande, come fossimo in un Paese normale», conclude il direttore.

L’inchiesta è corredata da un video molto esplicativo, qualcuno lo ha pubblicato fresco fresco su YouTube e noi lo abbiamo prontamente ripreso. A seguire, l’audio di Ezio Mauro che approfondisce ulteriormente il contenuto del suo editoriale, buona visione.


Prima parte:


Seconda parte:


Ezio Mauro:

La monnezza scomparsa

Thursday, 14 May 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

acerra-inaugurazione

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Come tutti ben sappiamo, da attenti lettori di quotidiani ed assidui telespettatori, la drammatica emergenza rifiuti in Campania è stata brillantemente risolta dal premier Berlusconi appena si è insediato. Da bricconcelli dispettosi, in questo blog ci siamo talvolta occupati di notizie che descrivono una realtà appena diversa, ma giusto solo un poco difforme.

È quanto ha fatto di recente anche il quotidiano “Repubblica”, era ora. Prosegui nella lettura per vedere il video girato a Ferrandelle per Repubblica TV. Leggi il resto –> »

Ricostruzione in Abruzzo: il decreto 39 va cambiato, iniziativa dei comitati aquilani

Thursday, 14 May 2009
Pubblicato nella categoria WEBNEWS

da www.carta.org

La campagna 100 per cento entra nei campi
di Enzo Mangini

E’ partita dalla tendopoli di Piazza d’Armi, all’Aquila, questa mattina la campagna dei comitati aquilani che si oppongono al decreto del governo. In un’ora e mezza sono state raccolte un centinaio di firme. Il governo presenta gli emendamenti

Doveva essere un’invasione, pacifica e simbolica, della tendopoli di Piazza d’Armi, il più famoso tra i 170 campi dove da più di un mese vive metà della la popolazione dell’Aquila. La sorveglianza, però, è strettissima: all’ingresso il personale della Protezione civile ha bloccato la trentina di persone dei vari comitati aquilani che hanno lanciato la campagna. Una prova del fatto che la vita nelle tende è diversa da quella in città anche per gli spazi di agibilità democratica. Piazza d’Armi non è una piazza cittadina, nemmeno per distribuire un volantino. Alla fine della trattativa, in sette sono stati «ammessi» nel campo.

La risposta dei cittadini, però, è stata ottima. In un’ora e mezza, tanto sono rimasti nella tendopoli i sette attivisti, sono state raccolte più di un centinaio di firme in calce al volantino che spiega ai cittadini aquilani i tre «100 per 100» chiesti dai comitati. «100 per 100 ricostruzione: Perché siano garantiti i contributi a fondo perduto necessari a riparare in tempi certi e rapidi il 100 per cento dei danni – si legge nel volantino – 100 per 100 trasparenza: perché tutte le spese, i finanziamenti, gli appalti, gli atti e i procedimenti vengano pubblicati, aggiornati e resi immediatamente accessibili tramite i siti internet degli enti responsabili. 100 per 100 partecipazione: perché tutte le scelte durante l’emergenza e la ricostruzione siano tempestivamente comunicate e discusse con le comunità dei cittadini prima che vengano assunte, evitando la politica del fatto compiuto».

Il volantino, maturato nelle assemblee delle scorse settimane presso il tendone-piazza del Comitato 3e32 a via Strinella, porta le firme dello stesso 3e32, del Collettivo 99, del Comitato 6,3 Mw, dell’Associazione per la ricostruzione dell’Aquila, del Colta, di Epicentro solidale, delle Brigate di solidarietà attiva, della Onlus L’Aquila che vola e della Rete Aq, ma si stanno aggiungendo alla campagna i comitati che stanno nascendo dovunque nelle zone colpite dal terremoto del 6 aprile scorso.

Nel campo di Piazza d’Armi i volantini, con i moduli per la raccolta firme, sono stati lasciati nel grande tendone mensa che nella tendopoli funziona anche da centro di aggregazione. Lì si svolgerà stasera a partire dalle 19 un’assemblea interna degli sfollati che cercheranno di eleggere due rappresentanti del campo.

Il governo inizia a fiutare l’aria. Così, contrariamente a quanto annunciato ieri dal sottosegretario all’ambiante Menia, il governo ha reso noto il testo degli emendamenti di modifica al decreto 39. Si tratta di nove emendamenti in tutto, tra essi c’è quello che prevede che lo stato coprirà il 100 per cento delle spese di ricostruzione o riparazione delle case danneggiate, anche se rimane in piedi il meccanismo del credito d’imposta tra quelli di finanziamento. Inoltre, i comuni avranno tre anni di tempo dall’entrata in vigore della legge per ricomprare da Fintecna «i diritti di proprieta’ delle aree oggetto della cessione stessa non ancora edificate».

Lo stato, dice un altro emendamento, potrà subentrare nei mutui e nella proprietà degli immobili di quei cittadini che ne faranno richiesta, ma per un importo non superiore a 150 mila euro. Infine, «i moduli abitativi destinati a una durevole utilizzazione potranno essere consegnati solo alle persone fisiche ivi residenti o stabilmente dimorati in abitazioni che sono state distrutte o dichiarate inagibili dai competenti organi tecnici pubblici in attesa della ricostruzione o riparazione degli stessi». I moduli, quindi, rimangono sul territorio. Oltre agli emendamenti del governo, ci sono altre sei proposte di modifica del decreto, avanzate dal senatore Antonio D’Ali [Pdl].

Se il primo «100 per 100» potrebbe dunque già essere stato conquistato – ma bisogna sembre verificare i modi di erogazione dei fondi – gli altri due, trasparenza e partecipazione, rimangono ancora da raggiungere.

da questo blog leggi anche “Il decreto Abruzzo in parole povere”

Impar condicio: Beatrice Borromeo e Vauro censurati da Rai 2

Wednesday, 13 May 2009
Pubblicato nella categoria WEBNEWS

era-della-censura

Beatrice Borromeo e Vauro sono stati intervistati da Daria Bignardi per “L’era glaciale”, evidentemente però le loro risposte non sono risultate particolarmente gradite al direttore di Rai 2 Antonio Marano, che ha disposto di non mandare in onda il loro intervento. Fin qui nulla di nuovo all’orizzonte, ne ha dato notizia il Corriere sabato scorso, adducendo le ragioni di Marano: secondo lui «gli ospiti hanno affrontato questioni politiche in un peri­odo di par condicio in assen­za di contraddittorio». L’intervento della Borromeo e di Vauro è stato di conseguenza tagliato, censurato. Marano avrebbe anche pesantemente insultato la Borromeo alla fine della registrazione, ne parla sempre il Corriere, vuoto assoluto invece da repubblica.it. Accade anche questo nella TV pubblica, si spazzano via le interviste quando le risposte degli interlocutori non piacciono, soprattutto durante la stagione delle nomine in Rai.

Dal blog di Daniele Martinelli arrivano ora due video interviste ai censurati, sentiamo la loro versione dell’accaduto, buona visione. (sf) Leggi il resto –> »

Giorgiana Masi: quando è stata uccisa aveva quasi 19 anni

Tuesday, 12 May 2009
Pubblicato nella categoria EDITORIALI

giorgiana-masi

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Nel 1977 a Roma si respirava un’aria pesante, le manifestazioni in piazza venivano regolarmente proibite dal Ministero dell’Interno, titolare del dicastero era Francesco Cossiga, che allora si scriveva con la K. Mi ricordo bene quell’anno tumultuoso, i giovani scendevano lo stesso in piazza a manifestare, si iniziava srotolando gli striscioni e si finiva tra il fumo dei lacrimogeni. Avevo vent’anni e non posso dimenticare quell’atmosfera allucinante.

Ancora ricordo la mia incredulità quando arrivò la notizia che a Ponte Garibaldi, durante una delle tante manifestazioni non autorizzate, una ragazza che avrebbe compiuto 19 anni ad agosto era rimasta uccisa. Durante una manifestazione promossa dai radicali, per ricordare la vittoria di tre anni prima nel referendum sul divorzio, il 12 maggio del 1977 quell’angolo di Roma ha vissuto momenti di caos e follia. Giorgiana Masi era là, all’inizio non fu chiaro se fosse tra i manifestati o passava per caso, ma cosa importa il perché fosse in quel luogo. Di sicuro fu raggiunta alla schiena da un proiettile calibro 22 long rifle, tipologia all’epoca autorizzata anche per la caccia. Quelle piccole bastarde di pallottole andavano bene per sparare alle lepri ed ai fagiani, si potevano usare a distanza notevole utilizzando una carabina col cannocchiale. A Giorgiana spararono da lontano, forse dal ponte come riferirono alcuni testimoni. Probabilmente non si rese nemmeno conto di quanto le stava accadendo, le mancarono le forze e venne trascinata al riparo da una amica, che si accorse solo dopo del sangue. Una vittima innocente, coinvolta in un piano molto più grande di lei.

Quella morte inutile e crudele ha fatto discutere fino ai nostri giorni delle sue possibili cause, ma non abbastanza. La manifestazione dei radicali fu infiltrata da elementi dell’autonomia, contro di loro si schierarono reparti di polizia in assetto di guerra. Non vi fu parsimonia di manganellate e lacrimogeni, e qualcuno usò anche le pistole. La storia di quella folle giornata con le foto dell’epoca la potete trovare a questo indirizzo ed in molti altri siti.

Negli anni successivi l’inchiesta sull’omicidio di Giorgiana Masi venne archiviata, non vennero mai individuati i responsabili. Questi potevano essere tra la polizia, ci sono foto che mostrano persone in borghese accanto agli agenti: chi armato di pistola chi di armi improprie. Potevano essere tra i manifestanti, infiltrati da provocatori e violenti provenienti da chissà quale parte. In seguito venne rinvenuta una pistola calibro 22 in un covo delle BR, non vi fu mai però la certezza di poterla abbinare a questo episodio. Personalmente sono sempre stato convinto che sia stata utilizzata una carabina, il piccolo proiettile attraversò il corpo di Giorgiana arrivando forse a ferire una ragazza vicina a lei, secondo la cersione ufficiale . Anche per un non esperto di balistica risulta difficile credere che un colpo esploso da oltre 30 metri di distanza, da una semiautomatica cal. 22 ed abbia prodotto tutti questi danni. Anni dopo Angelo Izzo, uno dei massacratori del Circeo, accusò in una “rivelazione” il suo compagno di nefandezze Andrea Ghira: fu dimostrato che quest’ultimo non c’entrava nulla, era lontanissimo in quel momento.

Insomma anche su questa triste storia hanno speculato in tanti, dopo 32 anni rimane solo il ricordo di quella bella ragazza innocente, il suo viso nella foto della carta d’identità mostra l’espressione un po’ triste ed imbronciata, lo sguardo che sembra vagare lontano.

L’allora ministro Cossiga è stato sempre al centro di questa storia, prima per il ruolo istituzional ed in seguito con le sue esternazioni. Invito a leggere questa trascrizione dell’intervista andata in onda il 27 aprile del 2003 in una puntata di Report, oltre al testo dell’intervista pubblicata sul Quotidiano Nazionale il 23 ottobre 2008. Quest’ultima in particolare mette i brividi a chi ha vissuto quell’epoca, ed ancora a distanza di tanti anni vede scene di infiltrati nelle manifestazioni.

Per fortuna lo scorso anno in Piazza Navona sono volate solo sedie e tavolini. I suggerimenti di Cossiga vanno però in un’altra direzione, ecco il suo amarcord:

“Maroni […] dovrebbe ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. […] Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri […] nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano […], soprattutto i docenti […] non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. […] Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!”

PREVISIONI ELETTORALI: BURSON MARSTELLER STIMA CLAMOROSAMENTE IL PD AL 30% ED IL PDL AL 32

Monday, 11 May 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Clandestinoweb.it segnala una previsione di voto condotta da un istituto inglese di statistica e ricerche di mercato che ha del clamoroso: solo due punti separerebbero attualmente il PD dal PdL.

Dato da prendere ovviamente con molte cautele: secondo tutti i sondaggisti nostrani il PdL è ben più di cinque punti sopra la loro previsione, mentre il PD almeno tre punti sotto, per un differenziale di oltre il 10%, come minimo. Basta consultare il sito istituzionale www.sondaggipoliticoelettorali.it per avere un ventaglio di dati aggiornati. Anche se basterebbero le sensazioni, ben diverse dalle previsioni di Burson Marsteller.

Prendiamola come una curiosità, ecco la tabella completa per il nostro paese (click sull’immagine per ingrandirla):

burson-forecast-italy

Vittorio Sgarbi: Berlusconi è un santo della televisione – Paolo Guzzanti: tu menti istintivamente. Poi tutta una serie di insulti reciproci, rissa in TV a Tetris

Monday, 11 May 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

E'SPORT – La Brawn vola, la Ferrari arranca

Monday, 11 May 2009
Pubblicato nella categoria E'SPORT!

ferrari-noncorrere

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Gran Premio di Formula 1 piuttosto noioso quello di ieri a Barcelona. Spettacolo praticamente nullo, le strategie ed i pit stop sono stati gli unici fattori determinanti. Smentite tutte le previsioni degli “esperti”, che pronosticavano un grande ritorno della Ferrari dal Gran Premio di Spagna. Niente sorpassi, niente duelli in pista, solo le Brawn GP che tanto per cambiare hanno lasciato tutti alle loro spalle.

Incredibili i risultati di questo piccolo team, ad inizio stagione non aveva neppure uno sponsor: la Virgin è arrivata a qualche giorno dalla prima gara, facendo un ottimo affare in termini di immagine. Delle cinque competizioni sin qui disputate, quattro le ha vinte Jenson Button con la sua rivoluzionaria Brawn GP, conquistando saldamente il primato nella classifica piloti. In quella costruttori, la Brawn ha 68 punti, quasi il doppio della Red Bull che segue a 38,5. La McLaren ne ha 13 mentre la Ferrari ha raggranellato solo 6 punticini striminziti.

Per la scuderia del cavallino rampante la stagione è stata finora disastrosa: strategie folli e rotture meccaniche, sommate a prestazioni ben lontane da quelle della concorrenza. Per problemi tecnici, ieri ennesimo stop per Raikkonen. Paradossale invece il sesto posto di Felipe Massa, che bene o male era riuscito a farsi largo fino alla quarta posizione. Dopo l’ultimo pit stop, il team via radio lo avvisava di andare piano, e non era uno scherzo! Strabiliante e decisamente originale questo suggerimento a chi sta guidando un’auto da corsa. Il team si era accorto di aver rifornito il buon Felipe con il quantitativo di benzina adatto più ad una Punto che stava partendo per la gita fuori porta della domenica. Per un banale inconveniente, il carburante era insufficiente a completare la gara quindi o tirava su il piede o rimaneva per strada. Alla fine ha dovuto girare quasi 10 secondi più lento degli inseguitori, lasciandosi sfilare ed arrivanto solo sesto.

Altro particolare degno di nota, l’incidente accaduto al primo giro. Nonostante i ripetuti replay da vari punti di vista, i telecronisti Gianfranco Mazzoni ed Ivan Capelli non si sono avveduti che la Toyota di Trulli era stata toccata dalla BMW di Heidfield, che lo ha sbilanciato facendolo uscire di pista. A sentire la loro telecronaca il contatto non c’è stato. A sentire Stella Bruno invece viene da domandarsi se dopo tanti anni di frequentazione delle pit lane imparerà prima o poi a pronunciare la lingua inglese in maniera decente.

Agrigento e la Sicilia immondezaio d'Europa

Friday, 8 May 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

spazzatura-agrigento

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Non esiste solo per la Campania il problema dei rifiuti, fatto già a conoscenza delle persone di buon senso. La grande stampa invece fa finta di non vedere. Cumuli di rifiuti nella Valle dei Templi, in un articolo di agrigentoweb.it si parla di immagini che hanno fatto il giro del mondo. Che fossimo diventati improvvisamente extraterrestri? Ne ha parlato forse la tv? Ed i quotidiani nazionali?

Ad Agrigento sono due mesi che non viene pagato lo stipendio agli addetti della raccolta rifiuti, e questi sono i risultati. Per la campagna elettorale, domani nella città siciliana sono attesi vari pezzi da novanta della politica: Angelino Alfano, Gianfranco Miccichè, Marcello Dell’Utri, Andrea Ronchi, Pippo Scalia ed altri ancora. Di sicuro nelle loro lussuose auto blu gli impianti di aria condizionata saranno in grado di schermarli dal puzzo delle immondizie, mentre i cumuli nelle strade potranno tornare utili per fare delle promesse, del genere da campagna elettorale insomma.

Purtroppo questo problema non si pone solo per Agrigento, è tutto un fiorire di emergenze per i rifiuti in Sicilia, come riportato da siciliarifiuti.splinder.com. Visto però che se la televisione non ne parla il problema non esiste, siamo spiacenti di dover informare i siciliani che per il momento la situazione se la devono tenere così com’è. Senza contare su una imminente discesa in Sicilia di cavalieri che risolvono il problema.

Almeno fino al momento in cui qualcuno deciderà di lanciare una campagna di stampa preventiva sull’emergenza rifiuti nella vostra bellissima isola, solo allora i tempi saranno maturi per venirla a salvare.

MAFIA: SBLOCCATO PROCESSO APPELLO DELL'UTRI, VERSO REQUISITORIA

Friday, 8 May 2009
Pubblicato nella categoria WEBNEWS

(AGI) – Palermo, 8 mag. – Si sblocca, dopo una lunga impasse, il processo d’appello contro il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, condannato a nove anni in primo grado per concorso in associazione mafiosa. La seconda sezione della Corte d’appello di Palermo, presieduta da Claudio Dall’Acqua, ha rigettato, ritenendola non rilevante, la richiesta di acquisizione di un’intercettazione telefonica del 2003 tra Dell’Utri e Sara Palazzolo, sorella del boss Vito Roberto, residente in Sudafrica (dove e’ libero, sebbene per la giustizia italiana sia latitante) e di recente condannato a nove anni per mafia. Adesso si va verso la discussione finale ed entro l’anno potrebbe arrivare la sentenza.

L’acquisizione della conversazione e’ stata oggetto di un lungo braccio di ferro fra gli avvocati Nino Mormino e Giuseppe Di Peri e il pg Nino Gatto. Nella telefonata intercettata Dell’Utri concordo’ un appuntamento con la Palazzolo, ma non fu mai acquisito il riscontro sul fatto che i due si fossero poi effettivamente incontrati. Nelle successive conversazioni tra la donna e il fratello era emerso che, nell’eventuale incontro con Dell’Utri, Sara Palazzolo avrebbe dovuto parlare all’esponente politico di un ricorso in Cassazione contro un ordine di custodia spiccato nei confronti di Vito Roberto. Quest’ultimo parlava di un possibile “aggiustamento” in proprio favore e diceva di Dell’Utri alla sorella: “Non devi convertirlo, e’ gia’ convertito”, alludendo cosi’ a una presunta mafiosita’ dell’ex manager.

Per potere utilizzare la conversazione del parlamentare imputato, il collegio presieduto da Claudio Dall’Acqua avrebbe avuto bisogno dell’autorizzazione del Senato; autorizzazione richiesta non dai giudici ma dal Gip, cui la giunta per le autorizzazioni dell’assemblea di Palazzo Madama aveva risposto negativamente. Il processo e’ stato cosi’ rinviato al 15 maggio per altre richieste delle parti. Entro l’estate potrebbe essere tenuta la requisitoria del pg Antonino Gatto.

Annozero del 7 maggio: meglio della melatonina e della passiflora messe assieme

Friday, 8 May 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

annozero-santoro

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Sarà un mio problema, ma la puntata di Annozero di ieri è stata tra le più soporifere che possa ricordare. Per me rimane incomprensibile come si possa dedicare una intera trasmissione ad una vicenda da esaurire nell’arco di una mezz’ora, a farla lunga. Con tutti i problemi reali che ci sono in giro, non è stato uno spreco di tempo e di energie? Ma tu guarda: per colpa di Santoro mi trovo ad essere d’accordo, per una volta, con Berlusconi.

Dopo il solito inizio vivace, con il monologo di Travaglio, degne di nota le davvero belle interpretazioni di Monica Guerritore. Da ricordare anche i battibecchi BoninoGhedini, con quest’ultimo da bravo e fido avvocato, soprattutto fido. Ghedini, con il suo tono nasale e le sue labbra dall’andamento incerto, è riuscito a difendere anche le peggiori gaffes del Cavaliere. Va bene che per gli avvocati i loro assistiti sono sempre innocenti, però esiste anche la decenza!

Alexander Stille era meglio non invitavarlo proprio, è stato messo subito all’angolo da Ghedini. Quando ha provato ad introdurre un altro argomento (il caso di Virginia Sanjust) è stato zittito da Santoro. Ma cosa lo avete convocato a fare? Allora lasciatelo in pace a scrivere i suoi libri.

Il sempre ottimo Sandro Ruotolo, in diretta con troupe al seguito, è stato inviato a fare la pubblicità di un ristorante, quello che ha ospitato l’ormai famosa festa di compleanno. A parte la banalità della situazione, è risultata interessante l’inchiesta sul padre di Noemi, Benedetto Letizia detto Elio. Ne parla oggi anche La Stampa, che riassume luci ed ombre di un personaggio teoricamente di basso profilo. Una persona comune, qualche problema con la giustizia nel suo passato ed una grande amicizia: quella con Silvio Berlusconi.

Degli altri ospiti in studio, mi sono accorto che c’era la Palombelli solo alla fine, quando ha riso alla solita vignetta di Vauro su “casa Rutelli”. Mi sono anche domandato come abbia fatto a diventare direttrice di un giornale Candida Morvillo.

Incredibile ma vero, c’è anche qualcuno che è riuscito a definire una “burrasca” la puntata di ieri sera, così l’ha etichettata www.romagnaoggi.it. Ragazzi, la sera andateci piano con il lambrusco e l’albana.

Il decreto "Abruzzo" in parole povere

Thursday, 7 May 2009
Pubblicato nella categoria WEBNEWS

abruzzo-tendopoli-terremoto

da www.avezzanoblog.com

Purtroppo le parole non sono le sole cose “povere” in questo decreto: di seguito l’avvocato Isidoro Malandra fornisce la sua interpretazione, fuori dal “burocratese”, di alcuni punti cruciali del testo.

FUORI DALLE TENDE: QUANDO, DOVE, COME?

Il D.L. 39/09 delega a Bertolaso la progettazione e realizzazione di “moduli abitativi destinati ad una durevole utilizzazione…in attesa della ricostruzione”.
Bertolaso provvede alla localizzazione delle aree “d’intesa” con Chiodi, “sentiti i Sindaci dei Comuni interessati”. Il provvedimento di localizzazione comporta la dichiarazione di pubblica utilità e costituisce decreto di occupazione d’urgenza delle aree individuate. Se derogatorio dei vigenti strumenti urbanistici, costituisce altresì variante degli stessi e preordina all’eventuale espropriazione.
Contro il provvedimento di localizzazione e di immissione in possesso i proprietari possono solo fare ricorso al Tar o al Capo dello Stato e quindi “non sono ammesse le opposizioni amministrative previste dalla normativa vigente”. Sugli appalti decide solo ed esclusivamente Bertolaso. In deroga alle norme vigenti è consentito il subappalto delle lavorazioni della categoria prevalente fino al 50%. Bertolaso è inoltre autorizzato a requisire alloggi non danneggiati e non utilizzati. L’assegnazione degli alloggi spetta ai Sindaci ai quali compete definire le modalità dell’uso provvisorio, anche gratuito.
Spesa prevista: 400 milioni di Euro per il 2009 e 300 milioni per il 2010.

Considerazioni.
Rispetto alla localizzazione e costruzione dei prefabbricati i Sindaci e la Provincia non hanno alcuna voce in capitolo. I cittadini ancor meno. Bertolaso potrebbe decidere per un uso provvisorio delle aree ed in quel caso non è detto chi e con quali soldi dovrà rimuovere i prefabbricati in futuro, ma potrebbe decidere per il loro uso definitivo ed in quel caso scatterebbero le espropriazioni.
Come sta già avvenendo, gli appalti andranno fuori regione, il subappalto generalizzato aumenterà lo sfruttamento dei clandestini, il rischio di incidenti ed i profitti per gli imprenditori privilegiati dal Capo.
Quanti alloggi verranno realizzati e quanti sfollati potranno usufruirne? Nel decreto nulla si dice! In compenso ai fortunati il Comune potrebbe richiedere una somma per il loro “uso provvisorio”. Nel caso il Comune decidesse di assegnarli gratuitamente non si dice chi pagherebbe e con quali soldi.
Sui tempi di realizzazione nulla si dice ma nel decreto legge il finanziamento viene diluito in due anni e quindi si può presumere che una parte consistente dei prefabbricati verrà realizzata nel 2010.

RICOSTRUZIONE: QUANDO, DOVE, COME?

Per la ricostruzione o riparazione di immobili adibiti ad abitazione principale ovvero per l’acquisto di nuove abitazioni sostitutive dell’abitazione principale distrutta, il decreto legge prevede:

1. la concessione di contributi, anche con le modalità del credito d’imposta, e di finanziamenti agevolati garantiti dallo Stato.
Ciò significa che a) non è previsto il risarcimento del 100% dei danni subiti; b) che il contributo parziale, consisterà in larghissima parte non di soldi liquidi ma di credito d’imposta; c) che per la parte non coperta dal contributo i cittadini potranno accedere a finanziamenti agevolati garantiti dallo Stato che spetterà a loro rimborsare.

1. per coloro che hanno da pagare il mutuo sulla casa distrutta, che non siano morosi, è previsto il subentro dello Stato nel debito contratto con le banche ma per un importo non superiore al contributo concesso. In cambio, la proprietà, intera, dell’immobile distrutto passa alla Fintecna spa, società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e Finanze. Il prezzo della cessione a Fintecna spa, non quello di mercato ma quello stabilito dall’Agenzia del Territorio, viene detratto dal debito nel quale lo Stato subentra.
Le conseguenze per chi pagava e deve pagare il mutuo sulla casa andata distrutta, dal quel che si capisce, sono gravissime. Lo Stato subentra per l’importo del contributo dal quale si detrae però il prezzo ricevuto da Fintecna spa. Al proprietario rimarrebbe solo una piccola parte del contributo previsto e un nuovo mutuo da stipulare per la nuova casa. Da sottolineare che Fintecna spa dovrebbe occuparsi poi della valorizzazione e vendita del patrimonio acquisito. Finora di questa attività hanno tratto vantaggio palazzinari e speculatori.

1. Per la ricostruzione di immobili diversi dalla prima abitazione o di uso non abitativo è prevista la “concessione di un contributo, anche con le modalità del credito d’imposta”.
Ciò significa che il contributo, non quantificato, sarà ancora minore rispetto alle prime case e che non è previsto neanche il finanziamento agevolato aggiuntivo né la cessione a Fintecna spa.

1. Indennizzi generici, il cui ammontare non è definito, sono previsti a favore delle attività produttive per la perdita di beni mobili, attrezzature, scorte, ecc.

SPESA PREVISTA

Per i finanziamenti agevolati garantiti dallo Stato il decreto legge consente ai soggetti locali autorizzati all’esercizio del credito di contrarre finanziamenti fino ad un massimo di 2.000 milioni di Euro. Lo Stato non sborsa di fatto la detta cifra ma solo una parte degli interessi e garantisce in caso di inadempimento.
Per i contributi a fondo perduto il Governo stanzia all’incirca due miliardi di Euro spalmati fino al 2032, in gran parte elargiti attraverso il credito d’imposta. Ciò significa che chi vorrà ricostruire dovrà anticipare tutte le somme necessarie, ne recupererà una parte attraverso il credito d’imposta fino al 2032 e l’altra dovrà pagarsela da sé.
La Fintecna spa, che interverrà solo su richiesta ad assistere il cittadino che vorrà attivare il finanziamento agevolato con le banche, riceverà 2 milioni di Euro l’anno fino al 2012.

EDIFICI E SERVIZI PUBBLICI

Con provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si stabilirà, in un futuro prossimo, “le modalità di predisposizione e di attuazione, di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici”, sentiti i Sindaci competenti. La realizzazione degli interventi spetterà a Chiodi in qualità di Commissario Delegato. Con quali e quanti soldi non è dato sapere!

I soldi disponibili presso il Ministero dell’Istruzione per gli arredi scolastici “possono essere destinati alle scuole abruzzesi”. Un semplice, e solo eventuale, spostamento di soldi a detrimento delle altre scuole nazionali.
Per la sollecita ripresa delle attività didattiche è autorizzata la spesa di 19,4 milioni di Euro per il 2009 , 14,3 per il 2010 e 2,3 per il 2011.

AGEVOLAZIONI PER LO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE

Con decreto ministeriale può essere stabilita l’istituzione di una apposita sezione del Fondo di Garanzia destinata alla concessione gratuita di garanzie per le piccole e medie imprese. E ho detto tutto!

RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

La Protezione Civile è autorizzata ad avviare e realizzare “in termini di somma urgenza un piano di verifiche speditive finalizzate alla realizzazione di interventi volti alla riduzione del rischio sismico di immobili, strutture e infrastrutture prioritariamente nelle aree dell’Appennino Centrale contigue a quelle interessate dall’evento sismico”. Si autorizza la spesa di 1,5 milioni di Euro annui a decorrere dal 2009 ma non si dice fino a quando. “Il mancato avvio dei lavori di messa in sicurezza degli immobili pubblici entro sei mesi dagli esiti delle verifiche…determina l’inutilizzabilità degli immobili”. Ma dove prendono le amministrazioni pubbliche interessate i soldi per tali interventi? “..anche attraverso le opportune variazioni di bilancio”. Ai privati viene concesso invece un credito d’imposta fino a 48.000 Euro.

Isidoro Malandra, avvocato (fonte: PrimaDaNoi.it)

Secondo i sindaci del “cratere”, riuntisi nei giorni scorsi proprio per discutere delle modifiche al decreto da richiedere al governo, i principali punti da emendare sono:

  • L’accentramento dei poteri al Governo centrale che opera tramite commissario, “sentiti gli enti locali”. Questa dicitura dovrà trasformarsi -propongono sindaci e Provincia- in “d’ intesa con gli enti locali”. Perché così è stato per Marche, Umbria e Friuli, in cui il territorio ha disegnato il suo destino secondo le competenze di ciascun ente, senza espropri dall’alto che risultano estranei all’anima del luogo e alle sue esigenze. «Facciamo presente», ha spiegato Pezzopane, «che stiamo parlando di 38 comuni di cui uno è capoluogo di regione ed altri 37 sono borghi con una specifica e forte identità. A Nocera Umbra sono state di recente consegnate le ultime abitazioni. Sono trascorsi 12 anni. Questi sono i tempi e non è pensabile che un processo così lungo rimanga fuori dal controllo degli enti locali».
  • Anche sulla ricostruzione delle abitazioni private si cerca la similitudine tra Umbria e Abruzzo. La copertura del 100% dei costi di ricostruzione delle case è un punto imprescindibile e di questi finanziamenti «non c’è traccia nel decreto, mentre si puntano tutte le risorse sulle case di transizione, che pure vanno bene purché non diventino l’unico investimento».
  • Preoccupa inoltre l’opzione di cedere l’immobile alla Fintecna, società che può figliare altri soggetti locali. «Chi non riuscirà a ricostruire con il massimale di 150.000 euro, e questo accadrà in moltissimi casi, potrà cedere l’immobile», ha spiegato la Provincia, «ed il mutuo a questa mega immobiliare che diventerà padrona assoluta del centro storico, con conseguenze speculative immaginabili».

Il Paese dei Papi e delle letteronze, dove il Pil crolla

Thursday, 7 May 2009
Pubblicato nella categoria WEBNEWS

italy-sick

di Eugenio Manca per www.ilsalvagente.it

Come va classificata questa storia delle “veline” in politica, vere o presunte candidate del Pdl alle prossime europee: indecorosa, surreale, fuorviante, ridicola? Come vanno definiti gli assalti all’arma bianca mossi dagli amici del premier ai danni della moglie del premier, la quale aveva osato bollare quelle candidature come “ciarpame senza pudore“?

E come valutare la presa di distanza alquanto disgustata della Fondazione presieduta da Gianfranco Fini che sibila: “Il velinismo rilancia uno stereotipo femminile mortificante”? Noi francamente non sapremmo scegliere l’aggettivo giusto, abituati come siamo a una dimensione per dir così “tradizionale” e perfino austera della politica.

POLEMICA. La parola che ci verrebbe spontanea è “vomitevole”, ma appare poco fine e fors’anche inadeguata, sicché decidano i lettori. Sta di fatto che la polemica divampa furiosa nei cenacoli e nei salotti, i giornali hanno riempito pagine di foto più o meno osé, il gossip ha conquistato scena e retroscena contendendo lo spazio a fatti come il terremoto, la crisi economica, l’infezione suina.

E infatti: il décolleté della signorina Sgarbossa, ex Miss Veneto, ha cercato di nascondere le crepe del Duomo aquilano; l’eleganza dello squadrista in cachemire che dirige “Libero”, mostrando in prima pagina antiche nudità di “Veronica velina ingrata”, ha fatto prevalere il 30 aprile sul Primo Maggio; il gesto di un invasato (che per vendicare la figlia spogliata della candidatura ha tentato di darsi fuoco sotto le finestre di Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi) ha finito per spingere più lontano i dati dell’inflazione crescente, dell’occupazione calante, degli incidenti sul lavoro incollati a quote inaccettabili.

Gran Dio, a quale grado di miseria politica un paese che si reputava maturo e sofisticato è stato ridotto da qualche lustro di etica ed estetica berlusconiana: ci appassionavamo alle intuizioni strategiche di Moro, alle premonizioni di La Malfa, alle spigolosità di Pertini, ai sogni europeisti di Altiero Spinelli, agli azzardi politico-finanziari di Craxi. Siamo giunti a occuparci delle recriminazioni di subrettine,”letteronze”, “meteorine”, vallette assiepate alla corte d’un attempato e facoltoso sciupafemmine soprannominato “Papi”…

DIVORZIO. Che Veronica Lario abbia della politica un’idea più sobria e dignitosa del consorte, è cosa che già si sapeva e più volte in passato si è manifestata. Lei inoltre non gli perdona una condotta privata diremmo “disinvolta”. Faccenda privata fra moglie e marito dove è bene “non mettere il dito”? A occhio parrebbe di no, data la natura della contesa e visto che ci scappa pure un divorzio. Ma questo è un aspetto marginale.

Ciò che invece lascia trasecolati è il clima, il metodo con cui a quelle latitudini politiche (solo a quelle?) si giunge alla scelta e alla designazione dei candidati a cariche pubbliche importanti. Lo hanno spiegato le stesse interessate, quale con dispetto qual altra fra i singhiozzi: una telefonata nella notte, una proposta inattesa e conturbante, un breve corso intensivo di politica a via dell’Umiltà, una puntatina dal notaio per la firma, una pacca forse sulle spalle, ed ecco – complimenti! – è nata una star del Parlamento europeo. Polvere di stelle.

Fino a ieri? Una era valletta televisiva, l’altra aspirante attrice, l’altra concorrente al Grande Fratello, poi un’animatrice di feste nella villa sarda del sultano, una comparsa nelle fiction di Mediaset, qualcuna financo con esperienza di assistente al soglio di qualche senatore azzurro, tutte in attesa di tempi migliori. Si cerca di sbarcare il lunario, si capisce, ciascuno fa ciò che può, e poi dove sta scritto che per fare il deputato o il ministro non bastino i numeri di una starlet?

CAPPIO. Del resto gli esempi di quello che mangiava mortadella in aula alla faccia di Prodi, o di quell’altro che agitava il cappio fra i banchi, o di quell’altro ancora che insolentiva la vegliarda senatrice a vita mentre andava a votare sorretta da una più giovane collega, ebbene quale senso di inadeguatezza potrebbero mai indurre in chi si è esercitato non nella pratica dell’insulto ma forse in quella del sorriso sotto i riflettori?

Questa – si ripete da un quindicennio ormai – è la società dello spettacolo, dove non conta ciò che pensi, ciò che fai, ciò che sei: conta invece l’immagine che sai offrire di te, come appari, come ti vesti, come ti pettini, il profumo che metti. L’abbiamo pure sentito: basta malvestiti e maleodoranti in Parlamento! Ora, se anche la politica non è altro che uno show, ibrida performance che richiede doti mimetiche e interpretative, non difficile e ben pagata, e allora chi meglio di una che abbia già calpestato le tavole del palcoscenico, sappia sorridere accattivante, lanci sguardi concupiscenti, e magari canti, balli, racconti barzellette, insomma una che balzi fuori dal camerino e sappia bucare il video? Ha già funzionato, no? Loro facciano audience che a governare ci pensa “Papi”…

Canzone del danno
e della beffa

(…) Anche altrove, lo so,
si santifica il crimine, anche altrove
si celebrano i riti
del privilegio e dell’impunità
trasformati in dottrina dello stato.
Ma solo a noi, già fradici
di antiche colpe e remissioni,
a noi prima untori e poi vittime
della peste del secolo
è toccata, con il danno, la beffa,
una farsa in aggiunta alla sventura.   Giovanni Raboni, in ULTIMI VERSI,
Garzanti, 2006

(nella foto sotto: Chiara Sgarbossa)

big_sgarbossa8