Domandare è lecito, sempre e comunque. Anche quando è chiamato a rispondere Di Pietro

Thursday, 7 May 2009
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di Benny Casalanzio da bennycasalanzio.blogspot.com

Premetto di non parteggiare per nessuno. Anzi, riguardo alle parti in causa, stimo qualcosa di diverso in ognuna di loro. Che si chiami Casa della Legalità, che si chiami Elio Veltri o che si chiami Antonio Di Pietro. Detto questo urge vedere questo video. C’è il ragazzo con il cappellino che Di Pietro conosce bene che gli si avvicina e gli fa una domanda. Semplice, educatissimo e senza urlare. Gli chiede perchè l’Italia dei Valori, che in questo momento sta ottenendo la fiducia di tantissima italiani, e alle europee otterrà la mia, ha come dirigente in Liguria un “colluso con la n’drangheta“.

Ora, le risposte sarebbero potute essere tantissime: mi informerò al più presto, non credo sia possibile ma approfondirò, le assicuro che se sarà vero prenderemo provvedimenti. Tutto poteva dire ma non certo “perchè abbiamo deciso così“. Azz… vuol dire che allora lo sai! E che tutto sommato non è grave e che ti sta bene?

Abbondanza gli da un volantino in cui ci sono tutti i dettagli. “Ma dove l’hai visto?” risponde Tonino, col tono di chi dice “impossibile”. “Un rapporto della guardia di finanza” risponde Abbondanza con l’asso nella manica. “Adesso è responsabile dei dipartimenti tematici in Liguria” aggiunge il giovane. Di fronte a questa risposta, cioè di fronte ai fatti, Di Pietro gira i tacchi e va via.

Ora, molti hanno detto che il problema non è nella risposta ma nella domanda, che la Casa della Legalità è prevenuta e che è meglio non averci nulla a che fare. Quello che penso io è che quella domanda poteva farla chiunque, da Berlusconi a Borghezio. E’ la risposta che deve essere degna di chi si propone come “diverso”, e che conquista la fiducia di così tanti italiani. E in questo caso non lo è stata. Dirò di più. Sono le domande dei “nemici” che meritano risposte più precise ed esaurienti.

E se la risposta è cacciare un dirigente che la guardia di finanza accusa di essere colluso con la mafia, e allora sù, caccialo via.

Divorzio multimediale per il Cavaliere del Cialis

Thursday, 7 May 2009
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LE IMMAGINI DI SILVIO BERLUSCONI ALLA FESTA DI NOEMI LETIZIA MAN

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

“È una vicenda personale, privata, che mi addolora e di cui trovo doveroso non parlare”. Domenica scorsa reagiva così Silvio Berlusconi nell’apprendere  che la moglie non lo sopporta più e vuole il divorzio. La vicenda sembrava avviata al basso profilo, almeno nella prima dichiarazione del premier in crisi coniugale. I Tg ed i media italiani, guarda caso, si sono subito allineati ne hanno parlato senza enfasi, frettolosamente, giusto quel tanto che impone il dovere di cronaca. Quasi ignorata dalla TV la frase più pesante di Veronica: «Non posso stare con un uomo che frequenta minorenni». Le testate estere, come è del resto normale aspettarsi in un caso clamoroso di questo genere, hanno dato riservato ampio spazio alla vicenda .

Il premier volava subito ad Arcore per chiarire la situazione con la consorte Miriam Raffaella Bartolini, in arte Veronica Lario.  Dall’incontro non è derivato nessun colpo di scena, nessun ripensamento. Veronica la scontenta ribadiva quanto già dichiarato a mezzo agenzia di stampa: la misura è colma, basta con il galletto arcorese che non c’è mai al diciottesimo compleanno dei propri figli, mentre trova sempre il tempo di frequentare le sue giovani e sexy pupille. Deve essere stato un duro colpo per il Cavaliere, così abituato a risolvere con l’intervento personale qualsiasi contrasto sorto finora con i suoi partner politici. Lo hanno abituato troppo bene o forse li tiene tutti in pugno, chissà. Con la moglie invece niente da fare: proprio chi lo conosce meglio e gli è più vicino volta le spalle all’imperatore.

Il Cavaliere del Cialis, come lo chiama Dagospia, viene subito benevolmente accudito dalle testate più “amiche” che non si fanno scrupoli nel riesumare il passato di Veronica, con ampio corredo di immagini. Tanto per ricordare che allora non c’erano le veline, ma le attricette avvenenti si. Inesorabilmente,  si è scatenata una raffica mediatica contro la moglie del supremo divo. “Libero” aveva iniziato l’offensiva giorni prima dell’annunciato divorzio: pubblicando le foto di lei mezza nuda, subito dopo che la quasi ex first-lady aveva osato definire “ciarpame” alcuni ipotizzati inserimenti di veline nelle liste elettorali. Nella campagna a sostegno del premier trovano ampio spazio le foto di Berlusconi alla festa di compleanno della graziosa 18enne. Hanno un aspetto talmente taroccato da suscitare subito grande ilarità, fioriscono siti web che a loro volta pubblicano le stesse foto ulteriormente manipolate, quella in alto ne è un esempio.

S passa così in un lampo dalla vicenda “privata” alle dichiarazioni deliranti, del tipo che anche questo casino è colpa della politica che ha influenzato la moglie del premier. Una donna cinquantenne e madre di tre figli, che fino al giorno precedente veniva descritta come moglie-modello diventa improvvisamente una sprovveduta, preda delle suggestioni degli oppositori politici. Colui che si dichiarava addolorato e si appellava alla sfera personale inizia a schiumare per l’irritazione, mette in relazione la crisi coniugale con la politica e le prossime elezioni.

La rabbia cresce, tanto da indurlo al supremo gesto, sembra sconsigliato dai suoi più stretti collaboratori: si va a “Porta a porta”, dal fidato Bruno Vespa. Uno che ha sempre pronta una comoda poltrona e conserva dietro le quinte una scrivania di ciliegio per le grandi occasioni. Nella solenne serata se ne va al diavolo la riservatezza auspicata a caldo dallo stesso Berlusconi. Scuro in volto e risentito, fra le tante accuse arriva a dire: Veronica mi deve chiedere scusa in pubblico.

Il paradosso è così completo. Il galletto arcorese che per anni ha scorazzato in lungo ed in largo arriva a pretendere le scuse dalla moglie esasperata. Complimenti per la riservatezza e per la faccia tosta. Quest’ultima non è pensabile che si esaurisca nello studio del Bruno nazionale. È di ieri la notizia della una ennesima gaffe: durante le celebrazioni del 25 aprile in Abruzzo, Berlusconi avrebbe fatto una delle sue solite battutacce a sfondo sessuale,  “posso palpare un po’ la signora?” rivolta verso una amministratrice pubblica. Se continua di questo passo c’è chi sostiene che stabilirà un record.

DELL'UTRI: LA RAI? SPERIAMO DI NON DOVERLA OCCUPARE – I REPUBBLICHINI? ERANO PARTIGIANI DI DESTRA

Monday, 4 May 2009
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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Le video interviste di Klaus Davi non mancano di palesare aspetti altrimenti solo ipotizzabili del pensiero di Marcello Dell’Utri. Sulla prima affermazione riportata nel titolo, fra gli altri commentano a mezzo agenzia Giorgio Merlo, vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai, e Daniele Cerrato, vice segretario Usigrai. Molto particolare, direi inedita, la definizione che i repubblichini erano al 100% partigiani di destra.

Oltre a quelle del titolo, da segnalare altre frasi del tipo: meglio le veline di certe telegiornaliste, Mussolini che dice di avere i suoi più cari amici tra gli ebrei (strano modo il suo modo di coltivare le care amicizie per mezzo delle leggi razziali), che il Duce ha perso la guerra perché era troppo buono. Insomma Mussolini era una brava persona, un buon uomo che usava sollazzarsi e per il quale le donne erano merce del genere usa e getta. Dichiara Dell’Utri: “Negli anni, dal ’35 al ’39 Mussolini non aveva amanti, ma solo fugaci incontri e faceva quello che oggi si riassume in: musica (tromba) e magia (sparisci)”.

Valentino el matador

Monday, 4 May 2009
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valentino-matador

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Nel GP di Spagna della Moto GP uno spietato Valentino Rossi ha messo in riga tutta la concorrenza arrivando trionfalmente alla bandiera a scacchi, prendendosi anche il primo posto nella classifica mondiale. Deluse le aspettative dei tifosi iberici: dei due beniamini locali solo Pedrosa con la Honda ufficiale ha saputo tenere testa al pesarese fino a dieci giri dalla fine, per vedersi poi superato da uno scatenato Rossi. Lorenzo è scivolato miseramente fuori pista mentre stava rimontando Stoner sulla rossa Ducati, che è arrivato poi al terzo posto precedendo De Puniet con la Honda.

Ottima la prova di Melandri, si perde nella notte dei tempi il ricordo di una Kawasaky al quinto posto. “Macho” ha ancora classe da vendere e lo sta dimostrando, la brutta stagione dello scorso anno con la Ducati sembra ormai morta e sepolta. Alle sue spalle il sempre presente Capirossi sulla Suzuky, settimo Edwards con la Yamaha e solo ottavo Andrea Dovizioso: il compagno di squadra di Pedrosa è stato il protagonista di una escursione fuori pista che lo ha relegato alle posizioni di rincalzo. Modesta quindi la sua prestazione, e pensare che ci aveva abituati e ben altre gare nella passata stagione, da vero combattente e con una moto non ufficiale.

Gara divertente e tiratissima, Vale parte ancora una volta bene ma lo stesso fanno gli altri, alla prima curva mantiene il suo quarto posto in griglia di partenza. Comincia la rimonta alla Rossi, davanti ha il suo compagno di squadra che resiste ai primi assaggi. The Doctor non ha tempo da perdere e si sbarazza di Lorenzo in due giri, là davanti Pedrosa e Stoner stanno tentando di prendere il largo. Vale non si lascia certo impressionare e decimo su decimo si avvicina, pulito e velocissimo nella guida. Piomba alle spalle della Ducati di Stoner inesorabilmente, fa il nuovo tempo record e lo passa fin troppo facilmente. L’australiano però non ci sta: spreme tutti i cavalli della sua rossa in rettilineo, tira una staccatona e si riprende la seconda piazza. Per niente impressionato, Rossi lo segue come un ombra, mentre Pedrosa approfitta della bagarre per prendere un piccolo vantaggio sui due. Vale ripassa Stoner, quasi non c’è stata battaglia: sembra che il piccolo australiano non avesse altro da inventarsi per tenere dietro il mastino che lo stava tallonando. Ora è gara a due: Pedrosa là davanti che sta dando il massimo, Rossi che insegue a meno di due secondi e fa il suo ritmo senza una sbavatura.

Questione di pochi giri e Dani è nel mirino del dottore: curva su curva il pilota italiano è sempre più vicino, Pedrosa non molla. Rossi continua a rimontare, ormai lo ha ripreso, basta una curva impostata peggio delle altre ed ecco che Rossi lo supera! Quasi troppo facile, non c’è stata nemmeno lotta, e Valentino se ne va tranquillamente fino al traguardo.

Dietro a Stoner recupera Lorenzo, facendo i suoi giri migliori. La Ducati ed il suo pilota sembrano destinati a soccombere, il distacco diminuisce giro su giro, ma ecco che Lorenzo ne fa una delle sue e scivola fuori pista: gara finita. Brutto epilogo per il beniamino locale, torna ai box con la moto ammaccata ed il motore che borbotta desolato.

Trionfo per Rossi sulla linea di arrivo, dietro a lui il vuoto ed allora vai con l’impennata finale. Grande spettacolo di classe di Valentino, già dal warm up della mattina aveva lanciato chiari segnali di predominio e così è stato anche in gara. Ieri non ha sbagliato nulla, con questo protagonista e con la attuale Yamaha sarà davvero dura contrastarlo nel resto della stagione.

E SE LE BANCHE FOSSERO GESTITE DALLE MAGGIORANZE E NON DALLE MINORANZE?

Monday, 4 May 2009
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di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com

La maggioranza del capitale delle grandi banche quotate in Borsa è nelle mani dei piccoli risparmiatori.
I grandi azionisti (Fondazioni, società finanziarie, banche straniere) raramente posseggono più del 25-30% del capitale ma, grazie al frazionamento dell’azionariato ed alla scarsa partecipazione degli azionisti minori alle assemblee, possono facilmente contare sulla maggioranza assoluta nelle assemblee.

E così può succedere che chi possiede solo il 5% delle azioni occupa le cariche di maggior peso, decide le politiche da seguire, sceglie i dirigenti, decide quanto utile distribuire e così via. E’ sempre stato così nel mondo azionario, ma ora le cose potrebbero cambiare, almeno a giudicare dalle ultime assemblee delle due maggiori banche italiane (Unicredit e Intesa San Paolo).

Un centinaio di piccoli risparmiatori hanno presenziato alle assemblee, una cinquantina di loro hanno fatto sentire la loro voce, hanno espresso il loro dissenso sulle politiche seguite, hanno denunciato i faraonici stipendi degli amministratori e dei dirigenti, hanno chiesto un cambio deciso del comportamento verso clienti ed azionisti. Un numero ben superiore alla media degli ultimi anni, a testimonianza di un malessere che sta crescendo.

Per ora non è successo nulla, i bilanci ed i nuovi piani d’incentivazione sono stati approvati con maggioranze “bulgare” (96,5% in Unicredit, 99% per Intesa San Paolo); però…
Però i presenti alle riunioni si sono conosciuti, hanno scambiato nomi, telefoni, indirizzi, si sono dati appuntamento per il prossimo anno, si sono ripromessi di contattare amici e conoscenti per portarli nelle sale assembleari alle prossime occasioni.

La cosa triste che va sottolineata è che in tutto questo le grandi associazioni che a parole tutelano azionisti e clienti delle banche (Adusbef, Federconsumatori, Aduc, ecc.) brillavano per la loro assenza: come ha detto amaramente un piccolo azionista piemontese, “Quelli lì abbaiano, abbaiano, ma poi quando è il momento di mordere si rannicchiano nella cuccia…”.

Solo una piccola ma combattiva associazione era presente in entrambe le occasioni: si tratta di ART (Associazione Risparmiatori Tangobond) che ha sede a Torino e che ha assicurato che imposterà un’azione capillare per portare la democrazia nelle assemblee.

Chissà che un giorno la maggioranza “vera” (quella dei 335.000 azionisti di Intesa San Paolo) riesca a nominare consiglieri, presidente, amministratore che siano veramente al servizio dei soci e dei clienti? Basta volerlo, come dice il famoso proverbio latino: “Unicuisque faber fortunae suae” (ognuno è artefice del proprio successo!)

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1 maggio 2009 – Festa dei lavoratori

Friday, 1 May 2009
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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Oggi primo maggio si celebra la festa dei lavoratori: buona giornata a tutti, di cuore. Questi tre giorni di week end esteso costituiranno per molti l’occasione di una breve vacanza. Tanti giovani si ritroveranno a Roma per il concerto del primo maggio, altri faranno una scampagnata. Qualcuno andrà al mare, tempo permettendo.

Qualsiasi cosa facciate, non dimenticate: ci sono nostri concittadini meno fortunati, fratelli, amici che stanno passando il loro tempo in una situazione di grande disagio, sotto una tenda. Non abbandoniamoli, non è passato nemmeno un mese dal terremoto e sulle prime pagine dei giornali online sono spariti o si fa fatica a trovarli!

E ricordiamoci anche di tutti quelli che lavoreranno comunque: vigili del fuoco, volontari, protezione civile. Ed anche la stampa, Gmast compreso, oggi sarà sul campo.

Auguri di buona giornata alla grande e dignitosa gente abruzzese, colpita dal terremoto. Ed ai loro angeli custodi.

Nuovi ministri e sottosegretari in arrivo? Avanti c'è posto

Thursday, 30 April 2009
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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Alla fine sembra che venga elevata all’agognato rango di ministro la rossa Michela Vittoria Brambilla (nella foto in alto). Insieme a lei, nella squadra dei maturandi, tre nuovi viceministri attualmente sottosegretari: Paolo Romani (PdL), Roberto Castelli (Lega Nord) e Adolfo Urso (AN). Lo avrebbe deciso oggi Berlusconi durante il Consiglio dei Ministri, quell’incontenibile di La Russa lo ha dichiarato ai giornalisti, seguito a ruota da Calderoli che per non rimanere indietro ha fatto anche i nomi dei prescelti, aggiungendo che i nuovi vice potrebbero essere addirittura quattro. Nella stessa riunione, fissata la data del referendum: il 21 di giugno.

Messe così sembrano cose da nulla, peccato che siano ambedue in palese contrasto con le leggi vigenti. La stampa tradizionale si guarda bene però, in genere, di farlo notare. Quella sul nuovo ministro eccede la quota fissata per legge (varata dal governo Prodi) sul numero globale dei dicasteri, oltre a creare imbarazzo da parte del Presidente Napolitano che, come fissato dalla Costituzione, nomina i ministri su proposta del premier. Mentre la data del referendum va oltre il 15 giugno, data ultima nella quale tenere la consultazione referendaria come prescritto dalla legge del 25 maggio 1970, n. 352. Cosette da nulla, risolvibili con una leggina ad hoc, che volete che sia, o magari un decreto legge già che ci siamo.

Gianni Letta certa di tappare la falla e smentisce tutto, invece l’unico grande quotidiano che si avvede della impossibilità della nomina di un nuovo ministro mi sembra sia La Stampa, che bada bene però a relegare l’osservazione in fondo all’articolo.

Quello che non appare chiaro ai nostri attuali governanti è che il governo di un paese non è un consiglio di amministrazione, altrimenti non si comporterebbero in maniera altrettanto disinvolta. E l’opposizione? Troppo impegnata a non scomparire del tutto.

La nomina di un nuovo ministro era nell’aria già da tempo, ne avevo parlato a gennaio scorso evidenziando come l’ipotesi della nuova investitura non trovava in sintonia i partner politici del Cavaliere, Lega Nord ed AN. Problema risolto: avranno il loro tornaconto con le nomine dei nuovi vice ministri e non se ne parli più.

Starà sicuramente gongolando la rossa Michela, ha dovuto ingoiare il rospo dell’esclusione alla carica di ministro dopo tutto quello che aveva fatto per Lui, con i suoi circoli. Si era vista sorpassata in curva all’ultimo momento dalla bella Mara Carfagna, sulla quale si può leggittimamente supporre che sia stata nominata ministro più per meriti personali che politici, essendo alla sua prima legislatura. (nella prima foto sottostante: Mara Carfagna, attuale ministro per le Pari Opportunità. Nella seconda, un fake dello stesso ministro che gira in rete, prontamente smascherato dagli attenti ed esperti lettori di questo blog)

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LA GRANDE BUFALA DELLA MONNEZZA SPARITA. E L’OPPOSIZIONE DOV’ È?

Thursday, 30 April 2009
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nota di Marisa Clara Celeste Corazzol via Facebook

Da tempo la sinistra denuncia l’uso spregiudicato e padronale dei media da parte del presidente del consiglio Berlusconi. Penso però che l’indecenza sia stata raggiunta con la vicenda dei rifiuti a Napoli e in particolare con la questione dell’inceneritore di Acerra. Per mesi stampa e televisione hanno avallato la tesi che l’arrivo di Berlusconi al governo aveva ripulito Napoli e soprattutto risolto il problema dei rifiuti in Campania.

L’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra chiudeva infatti definitivamente il problema “monnezza” nella disastrata regione del governatore Bassolino. Nessuna inchiesta e verifica è stata fatta per vedere se questo miracolo fosse reale o in realtà, come sta emergendo in questi giorni, falso e frutto solo di una sapiente regia comunicativa del nostro “piccolo Napoleone” oltre che del totale asservimento al “potere” di gran parte delle televisioni e giornali italiani.

Comincia infatti ad emergere che la montagna di rifiuti che ammorbava Napoli è nascosta fra caserme e discariche non regolari riaperte per la bisogna e usando l’esercito e la repressione per far tacere le popolazioni. Nessun smaltimento corretto quindi e quindi nessuna garanzia della salute pubblica. Sono inoltre spariti i soldi promessi alla popolazione per la bonifica del territori che le imprese del Nord da anni avvelenano con i loro rifiuti tossici. Infine il famoso inceneritore di Acerra ha bruciato rifiuti fortunatamente solo per qualche ora: quelle corrispondenti all’inaugurazione dell’impianto fatta da Silvio Berlusconi con tanto di casco in testa.

Se a questa disarmante realtà si aggiunge infine che nulla è cambiato per quanto riguarda le politiche virtuose necessarie e decisive per risolvere veramente il problema dei rifiuti e cioè la riduzione della quantità di “monnezza” che si produce, con particolare riguardo agli imballaggi, la raccolta differenziata e il riciclo, la truffa comunicativa perpetrata in questi mesi a danno del popolo italiano e in particolare di quello campano appare in tutta la sua evidenza.

Ciò che non è comprensibile di tutta questa vicenda è l’estrema timidezza con cui l’opposizione, parlamentare, ma anche quella che non è più in parlamento, ha denunciato la truffa. Non siamo riusciti come sinistra in questi mesi a promuovere nel paese una vera e propria campagna di controinformazione che denunciasse non solo le balle che Berlusconi propinava, ma soprattutto che svelasse il vero fallimento della politica del Governo di destra sui rifiuti e cioè la convinzione che la soluzione del problema dipende solo dalla costruzione di discariche o impianti di incenerimento, che solo in Italia si chiamano termovalorizzatori, perché solo in questo paese il rifiuto è assimilato alle fonti rinnovabili di energia e quindi percepisce gli incentivi del Cip 6.

Anche se tardiva questa campagna è urgente farla sia per ricostruire la verità e quindi svelare le balle che da mesi i ministri e i parlamentari della maggioranza diffondono a reti unificate e soprattutto per rilanciare una vera politica dei rifiuti che punti in via prioritaria a ridurre le quantità che si producono, raccogliendo attraverso il porta a porta in modo differenziato i rifiuti, riciclando tutto ciò che è possibile riciclare e inviando in discarica o all’inceneritore ciò che resta, se resta. E’ in corso ormai la campagna elettorale per il rinnovo del parlamento europeo, Sicuramente Berlusconi chiederà voti dicendo che in pochi messi ha risolto il problema dei rifiuti a Napoli e in Campania.

Ora, bisogna svelare che tutto ciò è falso e soprattutto indicare una corretta soluzione al problema della mondezza.

Cronache dal terremoto – Marco

Thursday, 30 April 2009
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collemento

da terremoto09.wordpress.com – Confesso che leggendo questa bella storia non ho potuto fare a meno di commuovermi, forza gente d’Abruzzo! (sf)

Avevo deciso di non pubblicare storie personali, ma chiunque venisse in questi luoghi si renderebbe conto ben presto che è impossibile raccontare questi giorni, questi paesi, questi monti e questi eventi senza raccontare le tante storie delle persone che in questo duro momento nella vita degli aquilani hanno rappresentato e rappresentano per i loro concittadini una luce e un sostegno. Nel campo di Spogna tutti mi dicono che devo rendere pubblica la storia di Marco.

Marco è un abitante di una frazione di Lucoli, Collemento, un militare di professione. Si trovava in casa sua la notte del terremoto ed è stato fortunato: la sua casa, appena ristrutturata, regge all’impatto del sisma. La paura però è tanta e Marco carica la famiglia in auto per portarla via. Uscito di casa sente le grida di un vicino ed accorre in suo aiuto passando per un vicolo strettissimo dal quale piovono tegole e grondaie. Riesce a portare al sicuro il signor Vincenzo, ma la moglie è ancora in casa, e Marco corre a recuperare la signora terrorizzata ed incapace di uscire attraverso mura pericolanti. Sono salvi, e non sapendo che fare decidono di raggiungere la piazza del Comune. Ma sulla strada altre grida di aiuto.
Il badante del signor Alessandro Properzi, un anziano compaesano invalido, non riesce a portarlo da solo al pianterreno per fuggire dall’abitazione scossa dal terremoto. E Marco torna dentro ancora una volta, si carica Alessandro sulle spalle e riesce a portare in salvo anche lui.

Tutto il paese si raduna nella piccola piazza del Comune e si accampa nelle auto in attesa di notizie. Si capisce subito che il terremoto è stato forte, basta guardarsi in giro.
Gli stati generali del comune selezionano le aree dove attrezzare le tendopoli e si comincia ad organizzare. Marco sale a San Giovanni e lì, dopo 3 giorni, la Protezione civile arriva: scarica un po’ di tende, e poi scompare.

Marco, con l’aiuto di altri compaesani sfollati, legge le istruzioni ed inizia a montare il campo. Gli sfollati di Spogna sono, per la maggior parte, persone anziane, ma tra loro anche diversi bambini, dai 13 anni ai 18 mesi del piccolo Matteo. Tutti conoscono Marco, e fanno da subito riferimento a lui per ogni esigenza. Un po’ alla volta il campo prende forma, ma ci sono solo le tende. Mancano i bagni, le docce, manca la cucina, manca un minimo kit di pronto soccorso: manca tutto.

La Protezione civile a volte passa, tante domande e basta: e quali domande?
Non si chiede se serva qualcosa, si chiedono le autorizzazioni. Non si chiede se serva una cucina, ma si dice che non si può più cucinare su fornelli di fortuna. E questo racconto potrebbe andare avanti per ore, ma non è quello che voglio. Io voglio parlare di Marco.

Marco organizza, soccorre, cucina, raccoglie vestiti e li smista, scende al campo più in basso a rifornirsi di generi alimentari, parla con le persone, le conforta, le aiuta. E Marco è uno sfollato come loro, come gli altri per i quali si sta prodigando. È in congedo volontario, non in servizio. Ma la voce che al campo di San Giovanni c’è l’esercito si sparge e altra gente comincia ad arrivare. Arrivano, cercano l’esercito e l’esercito è lui, Marco.

Sempre disponibile per tutti, nella sua uniforme che per qualche misterioso motivo è sempre pulita ed in ordine, anche se lui non sta fermo un momento.

Catia è sua moglie. Insieme hanno organizzato, da soli, un campo che ora ospita 80 persone nella tendopoli e quasi altrettante che vivono in camper, roulotte e tanti, ancora tanti, nelle automobili.
Ma qui tutti hanno un pasto caldo, il caffè sempre pronto, qualcuno sempre disponibile.
Qui sono arrivati i ragazzi del meetup “Amici di Beppe Grillo” di Napoli, stanno dando una mano, sono in gamba.

Due giorni fa l’arrivo di un piccolo contingente di militari: cinque ragazzi, hanno portato una cucina da campo e si occupano dei pasti per gli sfollati. Finalmente si riesce a mangiare con regolarità. E sono arrivati anche i bagni chimici: dopo 2 settimane dal sisma.

Marco è sempre qui, sempre presente, sempre disponibile. Marco non viene stipendiato per quello che fa. Quando telefona per cercare di risolvere tutti i tanti problemi di un campo in queste condizioni usa il suo cellulare; ha ricevuto una ricarica di 10 euro dalla TIM come tutti gli sfollati. Quando va a fare la spesa per il campo usa la sua macchina e paga la benzina, come quando accompagna un anziano in ospedale, a L’Aquila.

E passano i controlli, anche i NAS, e gli chiedono sempre se è lui il responsabile, ma sempre lui risponde che qui è solo il punto di riferimento dei suoi compaesani, perché un responsabile a San Giovanni non è mai arrivato.

E sinceramente, visto come vengono gestite le cose altrove penso sia meglio così.

Forza Marco, non mollare.

Quattro domande all'On. Di Pietro

Thursday, 30 April 2009
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da generazionev.blogspot.com ripreso da informazionesenzafiltro.blogspot.com – Critiche e ben motivate le domande scomode poste al leader dell’Italia dei Valori, da parte di un blog dove abbondano banner grillini e link al sito di Travaglio, oltre che a quello dello stesso Di Pietro. In vista delle elezioni, europee ed amministrative, non mancano certo gli spunti polemici interni all’opposizione. Sonia Alfano va a Firenze a presentare la propria candidatura alle europee per la IdV e le stessa sera a poca distanza i grillini organizzano un evento. Colpi bassi e polemiche, divisioni atte ad evidenziare chi è il vero oppositore. Tutto per guadagnare voti nella solita lotta fratricida: mi sembra un film già visto. Se continua così, con questi protagonisti, lo vedremo replicato ancora a lungo (sf)

Onorevole, ci rivolgiamo direttamente a lei perché ultimamente alcune scelte sue e dell’Italia dei Valori ci hanno lasciato un po’ perplessi. Premesso che è da tempo che sosteniamo le sue battaglie, basta vedere il sondaggio in merito al voto europeo per capire che i nostri lettori voteranno per lei. Ma noi siamo elettori esigenti. Siamo elettori informati. E sono informati i nostri lettori.

Ciò detto le poniamo queste domande, sperando di poter avere una risposta, che saremmo lieti di pubblicare nel nostro piccolo blog.

1) E’ vero che avete approvato in commissione l’acquisto di 131 caccia nucleari F35 per una spesa di 15 miliardi di euro?
Sono aerei da aggressione, che servono per sbaragliare le difese nemiche. Lei conosce bene quello che dice la nostra Costituzione nei confronti della guerra di aggressione, visto pure che, con il nostro plauso, IdV ha votato contro quella parte del Trattato di Lisbona in cui si legittima la guerra di aggressione (o preventiva, ma è la stessa cosa).

2) Perché si è candidato come capolista alle europee?
Questa mossa sinceramente non trova spiegazioni. Un solo motivo per non farlo? E’ quello che ha fatto Berlusconi. Tra tutte le liste che sono state presentate quella di IdV è di gran lunga la più seria. Consideriamo un onore immenso avere la possibilità di votare una persona della caratura di Luigi De Magistris. Non bastavano questi elementi per avere la certezza di un buon risultato alle urne? Non è un piccolo inganno ai suoi elettori?

3) Perché si è avvalso dell’immunità del Parlamento Europeo?
Lei ci ha dato sempre prova della sua onestà, e capiamo che la denuncia civile a cui deve far fronte è pretestuosa, visto che lei ha già riconosciuto il suo errore, e si vuole come al solito intimidirla. Ma proprio per questo perché avvalersi dell’immunità? Se pure dovesse perdere dovrebbe giusto rinunciare a un po’ di soldi, ma non alla stima di chi la segue.

4) A quando un congresso vero e proprio e la rimozione del suo cognome dal simbolo?
Siamo convinti che per fare il definitivo salto di qualità IdV dovrebbe emanciparsi dal suo nome. Siamo convinti di riflettere l’idea di molti suoi elettori dicendo che vogliamo un’Italia dei Valori CON Di Pietro, non DI Di Pietro.

Un cordiale saluto, lo staff di Generazione V.

SEGNALAZIONI DALLA RETE sull’argomento:.
1] Sull’immunità: LaStampa (leggi), dal Parlamento Europeo (link 1, 2), ilRiformista (leggi), Facci (leggi), DAW (leggi)
2] Sui caccia F35 (link 1, 2)

Cronache dal terremoto – Il campo di Arischia

Wednesday, 29 April 2009
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terremoto_tendopoli

da terremoto09.wordpress.com

Il campo di Arischia è gestito dalla protezione civile del Molise, dai vicini di casa. È gestito in maniera militare. Abbiamo già mostrato foto dei cartellini che ogni abitante deve portare al collo, senza di questi non si entra e non si esce. E ora ci sono le regole. Delle regole ci vogliono: non è certamente semplice far convivere in pace persone che nemmeno si conoscono o, peggio, si conoscono e non si sopportano, in certi casi.

Le regole del campo di Arischia sono assurde, però. Il presupposto di partenza è che nel campo ci sono 450 persone, e si conoscono tutte: un estraneo non passerebbe mai inosservato. L’identificazione tramite numero, e non tramite nome e cognome, ricorda tanto, troppo, altri numeri tatuati sul braccio: al campo ti chiedono solo il numero, per trovarti prima negli elenchi. La gente sente di non avere più un nome, in questa situazione. Senza cartellino non si entra nel campo, nemmeno se al cancello c’è tuo cugino o un tuo amico, che sanno benissimo chi sei. Inoltre la notte, dalle 23 alle 6 del mattino successivo, il campo è chiuso. La Protezione Civile sorveglia il cancello in quell’orario, tenendolo chiuso con tre giri di catena e lucchetto. Catene e lucchetti ad un cancello, ed intorno al campo almeno tre ingressi non sorvegliati ed aperti. Intorno campi e boschetti. Un ottimo sistema di sorveglianza.

Al campo di Arischia chiuso, però, succede che Santino Pesce sia fuori a mezzanotte e la sorella, che è al campo gli telefona: la mamma sta male e forse devono portarla via in ambulanza. Santino va al cancello, ma non lo fanno entrare. Spiega della madre, ma nulla da fare: il campo è chiuso.
Santino circumnaviga il campo ed entra dal retro. Apriti Cielo! La Protezione Civile gli scaglia addosso la Polizia. Viene segnalato (?) e gli dicono che la prossima volta prenderà una denuncia. Ma denuncia per cosa? Per voler soccorrere la madre? E’ assurdo.

Non volevo scrivere delle persone, ma qui le storie sono tante, storie di ordinaria follia. Non si può organizzare militarmente un campo di sfollati. È come se, a casa vostra, vi si impedisse di rientrare dopo le 23. Il campo è la casa degli aquilani ora. La Protezione Civile deve controllare, non giocare al calcio balilla come facevano alcuni dei suoi ieri sera. C’ero anche io, con Santino Pesce, ieri notte. Mentre controllavano lui io sono entrata nel campo, sono rimasta con sua mamma.

Non si può bloccare con tre giri di catena un cancello che è l’unica via agevole: gli altri accessi prevedono di scavalcare un fossato, piccolo, ma troppo grande per un anziano. E se una tenda prendesse fuoco, cosa succederebbe? Dentro ci sono stufe, prese elettriche volanti, non è un’ipotesi così remota. La gente come potrebbe mettersi in salvo, di fronte ad un cancello sbarrato saldamente? Per me questa è follia. Si sta meglio da Marco, a Spogna, e di lui vi parleró presto.

Monique (revisionato da Marta)

L'Aquila – Il dopo terremoto alla Reiss Romoli: cassa integrazione fino al 4 maggio, poi il possibile licenziamento. Come se non bastasse, è stato arrestato l'AD Renzo Bracciali per una storia di truffe

Wednesday, 29 April 2009
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reiss-romoli-aq

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Chi ci segue da tempo conosce già la vicenda della Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli con sede a l’Aquila, polo di eccellenza nella formazione nel campo delle TLC & ICT. Ne abbiamo parlato in vari articoli, nel primo ho riassunto brevemente la storia della scuola ed i contorni della vicenda. In seguito Gabriele Mastellarini ha pubblicato sul settimanale “Il Mondo” un bell’articolo, disponibile anche nel nostro archivio,  centrato in particolare sull’attuale assetto societario che controlla il centro di formazione.

Nell’immediato dopo terremoto, il 7 aprile scorso ai 70 addetti veniva comunicato di essere stati collocati in cassa integrazione, i particolari nel comunicato sindacale pubblicato su reissromolichiude.splinder.com, il blog dei dipendenti della scuola.

Nel pomeriggio di ieri la notizia dell’arresto dell’amministratore delegato Renzo Bracciali e sembra anche del capo del personale. Ne potete leggere i particolari su www.ilcapoluogo.com e su www.casertanews.it.

La vicenda giudiziaria non è collegata con la lotta per la sopravvivenza della scuola, bensì offre lo spunto ai dipendenti di evidenziare come loro abbiano sempre sollevato forti critiche al management della società acquirente.

Ai dipendenti della Reiss Romoli, che fortunatamente sono tutti vivi seppur duramente provati dal terremoto, tutta la mia solidarietà, il mio affetto e riconoscenza per la loro grande professionalità ed umanità.

Nella stessa inchiesta è coinvolto anche l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania Andrea Cozzolino, in corsa per la candidatura alle europee nelle liste del Pd e che ha ricevuto un avviso di garanzia. Come anche Gianfranco Nappi, capo della segreteria politica di Bassolino.

Sulla squallida vicenda della rete di corruzioni e favoritismi fino ad ora se ne era parlato solo in alcuni siti Internet, tanto per sottolineare come l’informazione convenzionale arrivi spesso a fatto compiuto sulle vicende in generale, su quelle sporche in particolare. C’è addirittura un commentatore del blog di Annozero che il 5 giugno scorso pubblica questo commento, rintracciabile come off topic in un post su una vignetta di Vauro.

Il testo del commento:

“La Regione Campania ha finanziato 50 centrali per energia rinnovabile tra cui tre a biomasse di grosse dimensioni del valore di 22 milioni di euro. Una di questa sarà realizzata ad Atena Lucana della Natural Energy srl, un’altra è localizzata a Reino in provincia di Benevento, della Energhetic srl, la terza a Pignataro Maggiore in provincia di Caserta della Biopower srl. Le tre società sono amministrate più o meno dalle stesse persone. La Natural Energy ha sede in Via Boncompagni 93 Roma, nasce il 19 giugno 2006, è partecipata da Energhetic srl e Seq srl. Amministratore delegato è Silvia Fiorani. Tra i consiglieri c’è l’ingegnere Giampiero Tombolillo. Anche la Energhetic srl, quella di Reino, ha sede legale in via Boncompagni 93, Roma, presidente del Cda è Renzo Bracciali, tra i consiglieri Giampiero Tombolillo e Silvia Fiorani. La Biopower srl, quella di Pignataro Maggiore ha sede a Caserta, è partecipata dalla Energhetic srl e dalla Area Sviluppo srl. Presidente del consiglio di amministrazione è l’ingegnere Giampiero Tombolillo. Amministratore delegato è Giovanni Verazzo. Tra i consiglieri, Silvia Fiorani.

A novembre però c’è una novità.
Le quote sociali della Biopower srl di Pignataro vengono rilevate dalla Biopower Italia srl, con sede a Roma. Tra gli scopi della società la gestione di partecipazioni in societa’ o enti. Si tratta in sostanza di una finanziaria. La società è partecipata da Energhetic srl e Area sviluppo srl. Presidente del consiglio di amministrazione è Renzo Bracciali. Tra i consiglieri Giovanni Verazzo e Tommaso Verazzo padre di Giovanni.

La cosa più Importante
Nel maggio 2007 due cronisti del “Giornale di Caserta”, di Pignataro Maggiore, Carlo Pascarella e Davide De Stavola si recano alla villa bunker del boss Raffaele Ligato confiscata dalla magistratura, per fare delle foto. Alla villa vi trovarono il figlio di Raffaele Ligato, Pietro – esponente del clan Lubrano-Ligato -, a colloquio con due persone, una delle quali i cronisti del “Giornale di Caserta” riconoscono nell’imprenditore Tommaso Verazzo, tra gli amministratori della Biopower Italia srl. Questo avvenimento tuttavia ha fatto sì che il sindaco di Piganataro, Magliocca, sospendesse l’iter dell’impianto a biomasse.

Domande e spunti.
In Calabria, è possibile bruciare nelle centrali a biomasse le ecoballe ex Cdr secondo una ordinanza. A eboli ci sarà forse il sito di ecoballe. Se queste centrali vengono gestite da persone sospette c’è il rischio che a bruciare non sarà solo legno?”

Luigi De Magistris, uno dei peggiori magistrati italiani della storia recente

Wednesday, 29 April 2009
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luigi-de-magistris

Ci va giù duro. Subito dopo il proscioglimento di De Magistris, “Il Giornale” di oggi  pubblica, a firma di Filippo Facci,  la prima parte di una lunga inchiesta sul magistrato, attualmente in aspettativa, candidato dall’Italia dei Valori alle prossime elezioni europee. Ne riporto lo stralcio iniziale (sf)

“Luigi De Magistris è candidato alle elezioni europee ma anche alla poltrona di peggior magistrato italiano della storia recente. Sin dal 1996, appena insediato alla Procura di Catanzaro, si occupò di reati contro la pubblica amministrazione e però nessuno dei suoi indagati è stato mai condannato per reati appunto contro la pubblica amministrazione. Neanche uno. Mai.

Luigi De Magistris ha perso tutti i processi da lui istruiti tra i pochissimi che non si sono arenati prima ancora di giungere in dibattimento: cancellati, polverizzati, distrutti da gip, organi del riesame, Corti d’Appello, di Cassazione, Tribunali, chiunque abbia avuto modo di verificare l’incredibile imperizia di questo magistrato che con le sue inchieste totalmente fallimentari, ma ben orchestrate sui giornali prima di scoppiare poi come bolle, ha distrutto vite, persone, famiglie, imprese, posti di lavoro e reputazioni. Il tutto facendo anche spendere milioni di euro per consulenze allucinanti (vedi caso Genchi) e così pure per rifondere tutti gli innocenti ingiustamente incarcerati in anni di disinvoltura scandalosamente impunita, o meglio: premiata, ora, con una candidatura che rappresenta la fuga finale da una corporazione che lo stava progressivamente espellendo. Luigi De Magistris è stato candidato da Antonio Di Pietro nonostante persino Massimo Di Noia, avvocato storico proprio di Di Pietro, come vedremo, ebbe a invocare dei provvedimenti disciplinari contro De Magistris solo due anni fa.

A dimostrare tutto questo non è soltanto l’inchiesta con cui il Giornale ripercorrerà la storia del neo candidato dell’Italia dei Valori: è stata la stessa Magistratura nelle sedi opportune, come si dice. Basti leggere, per esempio, il parere con cui il Consiglio Giudiziario si espresse sulla nomina di De Magistris a magistrato di Corte d’Appello: doveva essere un passaggio scontato, solo un timbro per consacrare una progressione in carriera che i Consigli Giudiziari tendono quasi sempre a rilasciare in positivo: i magistrati giudicati negativamente, di norma, non superano l’uno per mille del totale. Ma nel caso di De Magistris, il 18 giugno 2008, il relatore Bruno Arcuri fece suonare una musica che raramente si era sentita in una sede come quella: «Prendendo possesso del mio ufficio di Procuratore generale, iniziavo la mia esperienza in Calabria con vivo interesse per il dr. De Magistris dopo aver letto di lui sulla stampa e averlo visto in televisione. Fui subito colpito dalle notizie che andavo apprendendo presso i colleghi tutti: i procedimenti da lui istruiti, di grande impatto sociale perché istruiti contro i cosiddetti colletti bianchi, erano quasi tutti abortiti con provvedimenti di archiviazione, con sentenze di non doversi procedere e con sentenze ampiamente assolutorie. Voci che mi stupirono perché in contrasto con la rappresentazione che ne davano i media». Seguiva un’analisi che denotava «una serie numerosissima di insuccessi», la «anomalia dei provvedimenti adottati», «procedimenti infausti», «omessa indicazione dei reati e delle fonti di prova», questo mentre De Magistris, ogni volta, «perseverava nell’adozione di provvedimenti immotivati malgrado i continui insuccessi».”

E adesso censurate anche questo

Tuesday, 28 April 2009
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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Sicuri che siamo in uno stato democratico? Ma proprio proprio?

25 Aprile 2009. Che liberazione!

Tuesday, 28 April 2009
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25042009-silvio

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Finalmente un discorso del premier che mira più ad unire che a dividere, a fare della festa della Liberazione una ricorrenza nella quale tutti si possono riconoscere. Onore al merito, è stata proprio una festa. La vera essenza della liberazione del nostro paese risiede nel contributo che tanti hanno dato, di diversi colori politici ma uniti da un nemico comune: l’occupante nazista. Come a fare da contraltare alla distensione e limpidezza praticata dal presidente del Consiglio, in questa ricorrenza che cade in un momento di così grande difficoltà non sono giunte notizie di eccessi, di bandiere bruciate a margine dei cortei. Viva la festa della democrazia, e che lo sia per tutti. Godiamoci questo momento di unità nazionale allora, ed auguriamoci che sia lungo.

Certo però che non si capisce bene il perché Franceschini, dopo aver invitato Berlusconi a partecipare alla festa, non lo abbia atteso per unirsi alle celebrazioni. Temeva forse di leggittimarlo? Ma a farlo c’è già il consenso che riscuote, cribbio. Certamente non avrebbe offuscato la scena al Silvio neo partigiano con fazzoletto tricolore al collo, partita persa in partenza. Forse però avrebbe potuto dire: eccolo qua, l’ho chiamato e lui è venuto perché sollecitato. Invece niente, scena libera per la primadonna politica indiscussa. Forse meglio non peggiorare la situazione.

E Silvio che non solo vince sulle scene ma rilancia: il DDL sui repubblichini di Salò? Non ne sapevo nulla, va ritirato. Dai Silvio, comincia a fumare la pipa che quasi ci siamo. Talmente bravo ad orchestrare le scene ed ineccepibile nelle parole pronunciate che nessuno, dico nessuno, ha potuto recriminargli in maniera incisiva che dopo ben 15 anni che calca la scena politica questa è solo la prima volta che partecipa alla ricorrenza.

Bel discorso, assolutamente equilibrato e condivisibile. Già dimenticati i La Russa ringhiosi et similia verso i “rossi” partigiani sanguinari. Ha fatto bene il premier a ricordare che siamo qui perché altri, di tutte le componenti, hanno combattuto e sono morti per degli ideali comuni. Niente battute ed esternazioni inopportune a margine, i campeggiatori abruzzesi questa volta sono stati lasciati in pace a soffrire.

Ripeto: bel discorso, complimenti a chi lo ha scritto.

P.S.: lettori del blog, a me veramente cari: scusate la mia incostanza ed intempestività nello scrivere, ma sono da solo a mandare avanti la baracca in questi giorni (a parte il moderatore che non vi ho ancora presentato) quindi non vi aspettate grandi cose, devo pure lavorare per campare. Ed in questo periodo di lavori da portare avanti ne ho parecchi. Scusate il messaggio personale, messo lì tanto per spiegare il perché degli aggionamenti saltuari. Cercasi sempre e comunque collaboratori volenterosi, a cui piace scrivere e disinteressati alla pecunia, grazie.