Testimonianze dal terremoto

Tuesday, 28 April 2009
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Dal blog sfollato d’Abuzzo: miskappa.blogspot.com – nell’altro blog linkato (terremoto09.wordpress.com) altre testimonianze, con l’incredibile falsa notizia di una nuova previsione di Giuliani. Questa volta la querela la sporgerà lui. (sf)

Monique e Marco sono venuti a trovarci. Grazie a loro e all’acquisto di una nuova chiavetta la mia connessione internet sarà più agevole. Son venuti per aiutare. Ma si sa che, se non si passa attraverso i canali ufficiali, la Protezione Civile blinda campi, paesi e città. Mio marito ed io li abbiamo accompagnati in un giro ricognitivo. Loro ci han dato la forza di vedere ancora altra disperazione. E di sopportare meglio la nostra. Lavoreranno nei campi autogestiti e in quelli dove operano i volontari. Hanno preso alcune foto, anche del nostro accampamento. Potete vederle qui http://terremoto09.wordpress.com/

Button fa il tris in Bahrein. E la Ferrari arranca

Tuesday, 28 April 2009
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brawn-barhein

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Pioggia, vento o sole la musica non cambia: a farla da padrone nel mondiale F1 sono le idee innovative ed i piloti con i nervi saldi. E pensare che alla vigilia della prima gara nessuno avrebbe mai scommesso un penny su Button, figuriamoci su Barrichello dato per prossimo al ritiro. Tanto per smentire i molti esperti, il primo vince tre gare su quattro ed il pensionando Rubinho lo segue al secondo posto nella classifica piloti.

Merito della tecnica e dell’aerodinamica certamente, seppure con il determinante contributo di piloti vecchiotti per la categoria ma con i nervi saldi.

Che dire poi di Sebastian Vettel, giovanissimo vincitore del precedente GP della Cina sotto un diluvio incredibile? Dal primo all’ultimo giro davanti a tutti, seguito dal validissimo compagno di squadra Webber, come i veri grandi del volante. Merito anche di una vettura valida, con soluzioni tecniche non all’avanguardia come la sospensione posteriore. Ma soprattutto equilibrata mell’insieme. Doppietta storica per la red Bull a Shanghai, ed al terzo e quarto posto gli ormai soliti Button e Barrichello.

Sembra quasi non farci caso nessuno alle vere novità del circus, tutti impegnati a prevedere quando le grandi torneranno ad esserlo. Per gli italiani, ferraristi inside, ovviamente la voglia è di veder tornare le rosse davanti a tutti. Momentaneamente il bottino è indecoroso: solo un sesto posto in quattro gare, una scuderia tanto titolata di peggio non poteva fare. Errori dei piloti, stategie suicide nelle prove ed in gara, motori che si spengono improvvisamente, tutto il peggio che si possa immaginare.

Certo arriveranno tempi migliori, la piccola Brawn GP non ha il potenziale economico della scuderia di Maranello, così come la Red Bull. Tutti dicono che non ce la faranno a reggere, forse in futuro dovranno accontentarsi di ben figurare, i primissimi posti se li potranno scordare per fare largo ai top team.

Io però non ci scommetterei, le modifiche al regolamento di questa stagione hanno introdotto molte variabili. C’è chi le sa interpretare e chi no. Per il momento il cavallino sembra azzoppato, seppure con tanta voglia di tornare in alto. La concorrenza è però spietata, ricca di iniziative che i “grandi” stanno inseguendo, copiando, lavorando giorno e notte per presentarsi in gran spolvero al prossimo appuntamento.

Occhio alla Spagna, gli esperti giurano che il 10 maggio comincerà la vera stagione di Formula 1. Staremo a vedere.

Clamoroso: YouTube censura un video nel quale una donna racconta di essere scampata al terremoto grazie a Giuliani!

Thursday, 23 April 2009
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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Incredibile! YouTube, la più grande e frequentata community video del Web censura un video auto prodotto, quindi senza alcuna violazione del diritto d’autore. “Broadcast yourselfun accidente!

Il contenuto incriminato è una video intervista ad una donna, Stefania Pace, che ha seguito il consiglio di Giampaolo Giuliani di trascorrere la notte fra il 5 ed il 6 aprile fuori casa, salvandosi così dal terremoto.

La donna ha raccontato anche di come un operatore della Protezione Civile di Paganica abbia invitato i cittadini preoccupati dalla prima scossa delle ore 23 a rientrare nelle proprie abitazioni in quanto non c’era nulla da temere! L’intervistata non aveva una pistola puntata alla tempia che la costringesse a raccontare menzogne, c’è da domandarsi allora qual’è la “violazione delle norme della community” che giustificano la censura.

Ci racconta tutti i particolari cose l’autore del filmato, Claudio Messora, dal suo blog www.byoblu.com che nel frattempo ha inserito il video su altri siti. Chissà che non lo cancellino di nuovo anche altrove!

Su Gioacchino Giampaolo Giuliani leggi anche, in questo blog, questi articoli: Giampaolo Giuliani denunciato per procurato allarmeIl cacciatore di terremoti (Giuliani intervistato da Messora) –  Polemiche sulla previsione dei terremoti

Rifiuti in Campania: il cosiddetto termovalorizzatore di Acerra per il momento non ha risolto alcun problema

Thursday, 23 April 2009
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acerra-inaugurazione

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Annunci trionfalistici, proclami, talk show e chi più ne ha più ne metta. Questo tipo di iniziative da sole non hanno mai cambiato la realtà delle cose, in particolare se vengono utilizzate per trasmettere sensazioni rassicuranti mentre in realtà rimane ancora molto da fare. Ne sa qualcosa un certo George W. Bush: ricordate quando dal ponte di una portaerei, in tuta da pilota, dichiarò che la missione in Iraq era conclusa? L’aspetto bizzarro di queste clamorose smentite nei fatti è che all’estero certe immagini e figure barbine rimangono indelebili nella memoria collettiva. Negli altri paesi, appunto.

Torniamo a fatti a noi più vicini: il 26 marzo scorso l’inaugurazione in pompa magna del termovalorizzatore di Acerra, con il commissario straordinario tuttologo Bertolaso che porge al premier il pulsante per accendere il gigantesco fagocitatore di rifiuti, a tutti gli effetti un inceneritore comunque lo si voglia chiamare. In quella occasione le iperboli si sono sprecate, fra tutte ha prevalso: “Ora lo stato c’è”. Temo però che non tutti i cittadini campani si siano avveduti di particolar cambiamenti nella loro quotidianità, a quanto leggo in rete.

Non sono mancate le lodi ai costruttori della struttura, gli immancabili della Impregilo: «Sono eroi questi uomini, qualcuno ha cercato di ostacolarli ma hanno tenuto duro».  Gli stessi eroici condannati in primo grado a Firenze per smaltimento illegale di rifiuti. Attualmente alcuni manager sono indagati dalla magistratura di Napoli per truffa ai danni dello Stato, nell’inchiesta che vede coinvolti politici campani tra i quali spicca il nome di Bassolino. Anzi che ancora non si parla ossessivamente di accanimento giudiziario verso gli “eroi” della Impregilo e società controllate. Qualora ciò dovesse accadere, potrebbe comunque esserci una soluzione a portata di mano con un “lodo”, non si sa mai.

Nel filo di perle che da tempo ci regala il nostro premier, sull’argomento Acerra ne vorrei evidenziare due bellissime, ultimamente superate solo dalle battute sui terremotati-campeggiatori. La prima non so se partorita prima o dopo la cena all’Hotel Vesuvio con brindisi finale, Berlusconi ha dichiarato che l’inceneritore «inquina come tre auto di media cilindrata». Sarà forse stato frainteso, tanto l’affermazione è risultata leggermente ardita e ben al di sopra delle righe. Tanto da far approfondire l’argomento ad un funzionario della Asl di Napoli che ha voluto studiare i dati reali, non le dichiarazioni trionfali, scoprendo che forse Berlusconi intendeva 116 mila, non solo tre. Dato riferito alla produzione di Co2, ma solo (si fa per dire) come 27.000 auto messe insieme per quanto riguarda le polveri.

La seconda ed ultima perla, per questo articolo almeno, l’ha partorita con la premessa che il termovalorizzatore “è un dono di Dio“. Se così fosse l’Arcivescovo di Acerra sarebbe certamente accorso alla cerimonia inaugurale, anziché disertarla come ha fatto. Non appagato, nella stessa nota di agenzia dichiara che la gigantesca struttura “funziona benissimo“. E se lo dice lui, che è una delle più alte autorità dello stato, perché non credergli? Peccato che, secondo il filmato che segue, da fonti governative è emerso che l’impianto diverrà operativo solo in autunno.

Il silenzio che è calato su tutta la vicenda rifiuti in Campania fa riflettere, ancora una volta, sullo stato dell’informazione nel nostro paese. Ogni giorno di più, purtroppo, per attingere ad un panorama più variegato e completo di informazione è necessario rivolgersi a fonti alternative: blog, piccole testate giornalistiche, social network e siti di informazione online in generale. Non mi sembra la direzione giusta.

Quel 22 aprile di cento anni fa / 2 – Anche il grande Indro ha commesso un errore

Wednesday, 22 April 2009
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montanelli_indro

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Un altra grande persona veniva alla luce il 22 aprile del 1909: a Fucecchio nasceva un secolo fa il compianto ed indimenticabile Indro Montanelli, che ci ha purtroppo lasciato da ormai quasi otto anni. La sua vita ha una sola similitudine con quella della Montalcini: è stata lunga.

Volontario nella guerra d’Africa, alla quale partecipò con slancio giovanile. Poi inviato per “Il Messaggero” dal fronte della guerra civile spagnola, dal quale tornò manifestando i primi dissidi verso il fascismo. Iniziò nel 1938 a scrivere per il “Corriere della Sera” quale corrispondente da vari paesi europei.

Durante il conflitto mondiale divenne inviato di gerra da diversi fronti, scrivendo pezzi di rara bellezza, in particolare se rapportati a quanto pubblicava il resto della stampa. Alcuni suoi scritti dell’epoca li trovo ancora oggi davvero interessanti da leggere: aveva il dono della lucidità nel saper cogliere e descrivere mirabilmente aspetti sconosciuti al resto dei corrispondenti. A poco più di trent’anni era già un grande giornalista, non nei riconoscimenti bensì nei contenuti. Dopo l’8 settembre venne a contatto con ambienti partigiani, fino al carcere ed alla condanna a morte da parte dei nazisti. Riuscì a fuggire e riparò all’estero, riprendendo il suo lavoro al Corriere alla fine della guerra.

Per ragioni anagrafiche, i miei primi ricordi del vecchio Indro risalgono a quando fondò “Il Giornale Nuovo” nel 1974. Allora non avevo l’età per capire bene come stessero le cose: lo vedevo come un forte conservatore, nemico dei grandi cambiamenti che stavano avvenendo. Rimasi sorpreso e dispiaciuto dopo l’attentato che subì ad opera delle Brigate Rosse che lo “gambizzarono”, come si diceva allora. Mi domandai perché mai andassero a colpire proprio lui, certamente schierato su posizioni completamente opposte ma con il coraggio di mostrare la propria faccia e di manifestare apertamente ed onestamente il proprio pensiero.

Con lo scorrere degli anni imparai ad apprezzarlo molto anche come giornalista, oltre che come uomo. Mi domandavo dove trovasse la passione, il vigore, la fermezza con la quale scriveva senza fare sconti per nessuno. Ho ammirato la sua scelta di lasciare il quotidiano del quale è stato il fondatore, nel momento in cui la sua libertà di scrivere a tutto campo iniziò ad essere limitata dal nuovo editore, Silvio Berlusconi, che stava entrando in politica.

La sua redazione solo in parte lo aveva seguito alla nuova testata da lui fondata, “La Voce”, con costanti problemi finanziari. Alla fine quella della nuova testata fu una breve fiamma di luce nel mondo del giornalismo italiano. “La Voce” chiuse i battenti ma Montanelli non lasciava la professione, seppure in età molto avanzata. Continuò a scrivere con la solita grinta e lucidità come editorialista del Corriere, fino alla fine.

Insieme ad Enzo Biagi ed a pochi altri, Indro Montanelli ha segnato il giornalismo italiano in maniera indelebile e con la massima dignità possibile. In tanti oggi si richiamano al suo stile, ai suoi insegnamenti. Moltissimi solo per darsi un tono.

Nel ricordarlo e nel rendergli onore, dal mio modestissimo osservatorio vorrei sollevargli solo una piccola critica: nel filmato che segue, intervistato da Enzo Biagi, esprime molti concetti in seguito mai smentiti dai fatti. Tranne che per un particolare, nell’affermare “per guarire da Berlusconi ci vuole una bella iniezione di Berlusconi“, intendendo che gli italiani devono sviluppare gli anticorpi ad una sorta di virus, ha sbagliato.

Per me non si tratta di una infezione, quasi di un’influenza curabile con un vaccino. Berlusconi è una sorta di droga per gli italiani, ormai vittime di dipendenza dallo stupefacente politico. O politico stupefacente, fate voi.

Quel 22 aprile di cento anni fa / 1

Wednesday, 22 April 2009
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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

22 Aprile del 1909, a Torino nasceva Rita Levi Montalcini. Oggi festeggia i sui belissimi 100 anni. Un secolo tracciando nuove frontiere nella scienza, vincitrice di un premio Nobel ed ancora oggi esempio di lucidissima mente, per niente influenzata dall’invecchiare del corpo. I migliori e più sinceri auguri a questa splendida donna, alla quale ognuno di noi deve il massimo del rispetto.

Di Pietro e le sue pale

Wednesday, 22 April 2009
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Filippo Facci scrive per ilgiornale.it di oggi questo articolo, e lo pubblica anche su Facebook ringraziando Giulio Pelucchetti. Lo ammetto, non so chi sia questo Giulio. So però che un articolo piuttosto simile è stato pubblicato due giorni fa sul blog di repubblica.it con la stessa citazione all’articolo di Gramellini sulla Stampa. E visto che sembra un opera scritta a molte mani, mi ci sono buttato anch’io aggiungendo una nota dopo la frase del giornalista citato, buona lettura. (sf)

(Un grazie a Giulio Peluchetti)

L’uomo più ipocrita della Terra ha disseminato le strade di manifesti pieni di pale: c’è il suo faccione che dice «Per un’Europa delle energie rinnovabili» e poi un’immagine con delle pale eoliche che troneggiano su uno sfondo di centrali nucleari sporche e cattive.

Trattandosi di elezioni europee, significa che Di Pietro vorrebbe che le pale fossero sparpagliate in tutto il Continente fuorché a casa sua: non c’è altra spiegazione, visto che da ministro delle Infrastrutture ebbe a bloccare il più grande progetto italiano di centrali a vento offshore (162 megawatt) solo perché doveva sorgere sulla costa di Termoli, ben visibile dalle colline della sua Montenero di Bisaccia.

Non solo.
Domanda: a margine di quale summit prese la decisione? Con quale competenza si confrontò ufficialmente al Dicastero, prima di decidere? Risposta: con un modesto consigliere provinciale del Molise, attualmente inquisito: suo figlio Cristiano.

Ma raccontiamola da capo.

Nel marzo 2007 sembrava quasi che l’Unione europea stesse rifacendo la rivoluzione industriale: approvò un piano energetico che pareva una svolta storica e che introduceva quote vincolanti per la produzione di fonti energetiche rinnovabili (eccole) le quali parevano fatte apposta per un progetto studiato dalla Effeventi, una società milanese che aveva presentato un progetto che oltretutto era finanziabile con capitale privato: 54 pale, alte tra i 60 e gli 80 metri, da far sorgere in pieno Adriatico a circa tre chilometri dalla costa tra Vasto e Termoli. Una centrale che, sfruttando i venti marini, avrebbe potuto produrre corrente per i consumi di almeno 120mila famiglie. Il tempo di realizzazione sarebbe stato anche breve, un anno e mezzo, e l’idea insomma entusiasmò prevedibilmente anche le associazioni ambientaliste: sia Legambiente che Greenpeace plaudirono all’iniziativa anche perché le pale, secondo il progetto e secondo una simulazione presentata alla stampa, sarebbero state così lontane dalla costa (5 miglia) da essere appena percettibili a occhio nudo.

La commissione per la valutazione d’impatto ambientale (Via) non fece problemi, ma poi cominciarono le varie lagnanze: degli operatori turistici, dei sindaci soprattutto di Vasto e Montenero di Bisaccia, della Provincia orchestrata dal giovane ma già spregiudicato Cristiano Di Pietro, nondimeno del presidente della Regione Michele Iorio (Forza Italia) che di tale malcontento non poté che prenderne atto. Anche la Regione, morale, si oppose.

E Di Pietro? Che disse il garante morale dell’arretrato Molise? Il pallino, da ministro delle Infrastrutture, era praticamente in mano sua. E si oppose pure lui. Lo ribadì, sempre nel marzo 2007, a Luca Sancillo, comandante della Capitaneria di Porto di Termoli: «Questa vicenda ci segnala l’urgenza di definire a livello governativo un piano nazionale per l’energia eolica», disse alla fine dell’incontro in perfetto stile democristiano. Poi passò al dipietrese: «Si tratta di un progetto nato più nel sottoscala che nelle sedi opportune, e mi appare mosso più da interessi speculativi che industriali».
Insomma, non fece niente.

A influenzare la sua decisione anche un ridicolo summit familista che Massimo Gramellini, sulla Stampa, fotografò così: «Il ministro Antonio Di Pietro ha ricevuto la visita del consigliere provinciale di Campobasso, Cristiano Di Pietro, per discutere la richiesta di una ditta privata che vorrebbe insediare un impianto di energia eolica in Molise. Al termine del summit il consigliere Cristiano, figlio di Antonio, ha manifestato pubblicamente la sua soddisfazione per aver chiesto e ottenuto un incontro con il ministro Antonio, papà di Cristiano. E poi dicono che nelle famiglie italiane non c’è dialogo» [la frase in grassetto è stata utilizzata (o ripresa) anche da Marco Travaglio nel corso di una puntata di Annozero – guarda il filmato in questo articolo del blog – non so chi sia l’autore originale ma qualcuno di sicuro ha copiato – N.d.R.] .

Le associazioni ambientaliste protestarono: «Bloccare il progetto è un’assurdità», disse Legambiente, «anche perché l’esperienza straniera ci dice che le cose stanno in maniera esattamente opposta: quello molisano finirebbe per essere un ulteriore richiamo turistico». Ma le sorprese non erano finite.
Edoardo Zanchini di Legambiente, nel novembre scorso, rivelò un particolare che cambiava le carte in tavola: la Regione, nei Comuni di Montenero di Bisaccia, Guglionesi e Petacciato, aveva dato il via a un nuovo e misterioso progetto di impianto eolico da svilupparsi «in un’area sottoposta allo stesso vincolo paesaggistico dell’impianto bocciato a mare», disse Zanchini. Possibile? Sì. Il progetto esiste: 12 pale per un’altezza di 80 metri ed una potenza generata di 36 megawatt. A proporlo sarebbe la K.R.Energy, ex Kaitech. La Regione avrebbe dato il suo beneplacito, ma la situazione a questo punto si è fatta confusa: «Non è possibile usare due pesi e due misure, o i pali eolici non devono stare né in mare né sulla costa, oppure ci devono stare» ha dichiarato anche la Confcommercio molisana. Dalla Regione, e soprattutto dalla Ceppaloni di Antonio Di Pietro, Montenero di Bisaccia, per ora nessuna protesta. Cristiano Di Pietro non dice una parola. Suo padre è occupato con le pale europee.

AAA cercasi opposizione disperatamente

Tuesday, 21 April 2009
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fotofacci

di Filippo Facci per ilgiornale.it

La sinistra è veramente nei guai.

Lo è perché questo Paese è di destra: moderata e post-democristiana, ma destra; poco liberale e pochissimo libertaria, ma destra.

Negli ultimi tre lustri tutto era sembrato possibile: ma adesso che questo Paese si è infine identificato in Silvio Berlusconi, superando resistenze e dubbi anche comprensibili, fargli cambiare idea sarà difficilissimo. Anche perché questo Paese, di converso, non è di sinistra: e la sinistra italiana, di fronte a questo, resta divisa tra chi pensa che la sinistra debba perciò cambiare il Paese e chi pensa invece che il Paese, per com’è, debba cambiare la sinistra: rendendola più simile e consonante a ciò che gli italiani semplicemente sono.

Beninteso, sarebbe anche normale una sinistra che fosse divisa tra una parte più realista e governativa e una parte più utopica e di opposizione: il problema è che a spaccarla, a cannibalizzare ogni riflessione ed evoluzione di sinistra, c’è un partito di destra: l’Italia dei Valori, la peggiore destra possibile. A dilaniare la sinistra c’è un omone che non pensa che a sinistra ci sia troppo antiberlusconismo, ma che non ce ne sia abbastanza.

Francesco Piccolo, su l’Unità di ieri, ha scritto: «Quindici anni di berlusconismo hanno prodotto un pensiero pericoloso e piatto… ognuno di noi ha imparato a solidarizzare con un sacco di persone che non gli piacciono».

L’hanno imparato anche a destra, ma almeno sono al governo.

Rifiuti in Campania: denuncia alla Corte dei Conti – Che fine hanno fatto i milioni di euro spesi per la raccolta differenziata e le isole ecologiche?

Tuesday, 21 April 2009
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da www.ilnolano.it – (Questo articolo si sarebbe anche potuto titolare «’a munnezza è oro» – sf)

ACERRA – Anche il Comitato donne del 29 agosto ha firmato l’esposto-denuncia (un documento di 8 pagine) alla Procura generale della Corte dei Conti della Regione che reclama chiarimenti e verifiche sulla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania.

Molti gli interrogativi posti dal Coordinamento Regionale Rifiuti nell’atto, sottoscritto da tutti i comitati. Alla Corte si chiede accertare le modalità di utilizzo delle risorse economiche per la gestione ed il superamento dell’emergenza rifiuti; lo stato di realizzazione degli impianti di compostaggio e delle isole ecologiche e la loro effettiva funzionalità; la congruità degli investimenti effettuati e di quelli programmati in relazione alla quantità di rifiuti prodotti nella Regione Campania, anche con riferimento ai livelli di raccolta differenziata stabiliti dalla normativa europea e nazionale; il danno ambientale prodottosi sul territorio regionale e le responsabilità dei soggetti coinvolti nei confronti dell’erario.

Sul banco degli imputati il piano regionale per la realizzazione di un ciclo integrato dei rifiuti varato nel 1997, per la cui realizzazione la Regione ha finanziato 170 milioni di euro (POR Campania 2000-2006, Asse 1 ??” Misura 1.7) e che prevedeva interventi in vari settori: dalla raccolta allo stoccaggio, dal riciclo allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Tra questi la realizzazione di impianti di compostaggio di qualità per il trattamento dell’organico. Tuttavia, attualmente nessun impianto è in funzione e per di più, nel corso degli anni, i comuni sono stati costretti a sostenere costi aggiuntivi per il trasporto in impianti di compostaggio fuori regione.

Stesso discorso per le isole ecologiche: 13.433.246,00 di euro per la costruzione di 51 isole, a cui la Regione ne ha aggiunti altri 14.959.144,81 (DGRC n.1990 del 23/12/2005). Dai dati del Piano di azione redatto dalla Regione Campania per la programmazione 2007-2013 risultano realizzate, ma nulla viene detto circa la loro effettiva entrata in funzione: solo 25 isole ecologiche, rispetto alle 97 finanziate nell’arco temporale 2000-2006.

Lauti finanziamenti anche per la raccolta differenzia: con la misura 1.7 del POR Campania 2000/06, la Regione ha stanziato 2.500.000,00 euro, a cui ha poi aggiunto altri 10.000.000,00 euro per finanziare i progetti a sostegno dei comuni associati e 5.000.000,00 di euro per la dotazione finanziaria.

Queste sono solo alcune delle cifre riportate nel documento, ma la denuncia è chiara e diretta: che fine hanno fatto tutti questi soldi? La realtà dei fatti dimostra la mancata realizzazione ed entrata in funzione degli impianti di compostaggio e delle isole ecologiche ed gli scarsi risultati realizzati dalla maggioranza dei comuni campani con la raccolta differenziata, producendo costi ulteriori che gravano sui bilanci degli enti locali e delle società partecipate.

I dubbi riguardano anche il costo dei singoli interventi effettuati per la realizzazione degli impianti di raccolta e di smaltimento dei RSU, nonché quello preventivato con la presentazione delle linee programmatiche 2007-2013, che appare nettamente al di sopra del costo medio generalmente praticato per la realizzazione di impianti simili in altre regioni d’Italia. Inoltre, la quantità di impianti finanziati e di apparecchiature acquistate, appaiono sovradimensionate rispetto alle esigenze della Regione Campania.

Esistono tecnologie ed impianti industriali più economici e maggiormente efficienti, già operativi in altre parti d’Italia, che procedendo ad una divisione meccanica e biologica dei rifiuti a valle della raccolta, consente di produrre materie prime (vetro, carta, plastiche, metalli) riducendo a percentuali minime (intorno all’1 % )la quantità di rifiuti residui da inviare in discarica, con minori costi complessivi e minore impatto ambientale (All.8 progetto Vedelago).

Non vi è prova dell’attivazione di procedure finalizzate alla riduzione della produzione di rifiuti, pur essendo tale obiettivo “qualificato” come prioritario in conformità con le direttive comunitarie in materia.

di annalisa aiardo 20/04/2009

L'Italia delle Libertà

Monday, 20 April 2009
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il blog KromeBlog rivela la clonazione di un volantino della Casa delle Libertà da parte dell’Italia dei Valori. Quando si dice la mancanza di creatività (sf)

Ci crederesti se ti dicessero che nel tuo paese l’Italia dei Valori sta distribuendo un volantino scritto dalla Casa delle Libertà?

Impossibile vero? Bene allora continua a leggere.

Quest’anno ci saranno le elezioni comunali e L’Italia dei Valori sembra essere intenzionata presentare una propria lista.

Il sabato mattina è la giornata in cui le forze politiche presenti sul territorio distribuiscono i loro volantini e da un paio di settimane anche l’Italia dei Valori ha approntato il suo gazebo. Come tutti i sabati sono passato da buon cittadino a recuperare tutti questi volantini e, naturalmente li ho anche letti.

Quello dell’Italia dei Valori mi ha colpito.

Il volantino ciclostilato fronte-retro reca sotto la firma “Coordinamento Provinciale Brianza Est Italia dei Valori di Monza e Brianza” una lettera di un cittadino cavenaghese.

Leggendo questa lettera la mia fronte ha cominciato ad aggrottarsi, tutto poteva sembrare fuorché una lettera scritta da un cavenaghese. Non penso infatti che alcun mio concittadino oserebbe definire il nostro paesino di provincia Città di Cavenago e per il resto si tratta di un testo molto vago che potrebbe andare bene per qualunque comune.

Per questo motivo ho aperto Google per vedere se – per caso – la stessa lettera del sedicente cavenaghese fosse stata recapitata anche alle sedi dell’Italia dei Valori di altri paesi della Brianza Est.

Usando un classico trucchetto da blogger trovo in internet un documento con un testo molto simile: il progetto politico di Roberto Cassamagnaghi, candidato sindaco al comune di Bresso nel 2008.

Apro il documento, aspettandomi di trovarci il logo dell’Italia dei Valori e…

Sorpresa!

Ecco in bella vista i simboli di Popolo della Libertà, Lega Nord e UDC!

Comincio a leggere il programma e vedo che la lettera del Cittadino cavenaghese è uguale parola per parola con quella del cittadino bressese.

Ma c’è di più! Anche la risposta dell’Italia dei Valori alla lettera è copiata parola per parola da un paragrafo della proposta firmata da Roberto Cassamagnaghi!

E andando avanti c’è altro: entrambe le pubblicazioni hanno una lista di proposte, in pratica un riassunto per punti del programma elettorale.

Anche la lista delle proposte è stata copiata!

Copiata copiata proprio no, fortunatamente chi ha redatto questo volantino ha avuto il buon gusto di togliere il punto 18 riferito a Parco Nord e Aeroporto!

A questo punto immagino che vorrai confrontare i documenti:

Noti anche tu una certa somiglianza?

Tra la voglia di piangere e ricominciare – Nasce "Sollevati Abruzzo", giornale stampato nei campi degli sfollati

Monday, 20 April 2009
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dal blog di Pietro Orsatti ( www.orsatti.info ) viene segnalata la nascita di una fonte di informazione alternativa

E’ nato dall’iniziativa di Site.it Sollevati Abruzzo, giornale scritto, organizzato e stampato nei campi degli sfollati dell’aquilano. Una voce importante per far capire che, anche sotto le tende, la società civile continua a organizzarsi senza aspettare le indicazioni e il benestare del governo e della Protezone civile. Un ciclostile, molta fantasia e voglia di fare. Basta questo per creare un “presidio” su quello che sta avvenendo in Abruzzo in queste ore, per sorvegliare che non vengano messe in atto “le solite procedure” negli appalti. Un segno di partecipazione e democrazia.

Ho inserito il numero zero in .pdf del nuovo giornale, è scaricabile QUI

Napoli: dalla politica con amore!

Monday, 20 April 2009
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di Mario Caruso per www.napoli.com

Bassolino vuole bene ai napoletani ed è molto preoccupato per il futuro di Napoli, una città che traballa in un confuso contesto sociale, sempre più aspro nel mezzogiorno d’Italia.

E’ una sofferenza atroce quella che prova, in più è sottoposto ad un lavoro straordinario che neanche gli pagano. Mai un attimo di sosta, di distrazione familiare…sempre a pensare al “domani”, in lotta contro “finti oppositori che fanno opposizione dall’interno solo per accrescere il loro peso contrattuale”. Lui la pensa così!…

In proposito cita solo un personaggio (un consigliere che conta poco come tanti altri…) che ha dichiarato “cosucce” ad una tivù di Stato. Una comunicazione fuori i tradizionali binari…morti!

Non ha cullato in questi anni interessi personali o di natura politica e non ha consentito ai fedelissimi di godere di libertà di cassa. Nella “città dei sogni”..i suoi…il governatore della Campania si ritiene fuori da tutto e da tutti, finanche fiero di aver manovrato nuovi schemi di vita che invece avrebbero potuto sollevare Napoli e i napoletani da un profondo pozzo di vergogna.

Napoli-Napoli-Napoli, un “amore” per una città dove non ci è nato, ma che lo ha ospitato con troppa generosità. Ma Napoli non ha mai legato con l’uomo venuto dalle Frattocchie.

Ora però, dopo tutte quelle manovre distruttive che… altri avrebbero compiuto, il governatore è all’opera per ricambiare quel debito di patologico affetto passionale che i napoleani gli attribuirono fin dal suo apparire dalle visceri della Terra.

“Ancora un anno di lavoro, poi si può andare al voto in anticipo sulla scadenza naturale”. E dopo un anno che accade? Bassolino dice: “Non vi preoccupate, verrò in Consiglio dove chiederò una discussione per vedere a che punto siamo, poi prenderò la decisione che riterrò più giusta sempre nell’interesse dei cittadini”.

Ma, questo governatore, non potrebbe farsi un pò i fatti suoi e lasciare liberi i napoletani di decidere sul loro futuro senza turpiloqui…torbidi, ormai notissimi e mai digeriti negli anni?

Napoli è veramente una città scema, abitata da fessi? Non lo è! In questa città c’è ancora un gallo che sogna di cantare sull’immondizia? In un anno può accadere di tutto, ed è facile “costruire” montagne di quel genere…

Il mercato della politica è aperto. Candidati, liste, tesseramenti, inciuci immancabili. Ad un mese dalle elezioni non c’è un programma per costringere i cittadini alle urne. I frati franceschini cercano casa e consensi, il convento è già stato occupato da un leader con baffetti…lotta in famiglia? E’ solo una questione di potere.

Neanche questa volta Bassolino è sul palco, nessuno lo vuole. Non è mancato però alla festa della CGIL a Roma, dove ha trascinato anche il sindaco Iervolino. Ha partecipato anche alla riunione dei governatori organizzata a Bari da Vendola, la sua una presenza di non eccessivo peso… convocato perché “a conoscenza dei fatti”.

Il governatore della Puglia ha giocato un brutto tiro a Bassolino, non solo gli ha tolto il trono di “re del Sud” ma anche il coordinamento della coalizione della riscossa. I due governatori avranno tempi più rapidi a disposizione per prossimi incontri: collegamenti via mare tra Napoli e Bari e una linea ferroviaria ad alta velocità.

Napoli-Bari-Napoli-Bari-Napoli, binari e acqua risolvono i problemi dei baresi e dei napoletani che devono raggiungere i loro posti di lavoro e il rientro. Sabato e domenica lavoratori a casa e affollamento di turisti per Bari e per Napoli. Per poi raggiungere i Paesi del Mediterraneo al Sud e al Nord via Roma-Firenze-Bologna-Milano per capitali europee fino a Capo Nord, oppure Francoforte via cielo per le Americhe.

Tutto “sempre nell’interesse dei cittadini”. Una opportunità strategica per i lavoratori di due Regioni che non hanno un lavoro.

Bassolino, intanto, è impegnato sul fronte della sanità. Avanzo o disavanzo, il governo centrale non ha ancora deciso sul commisariamento. I cambiamenti operati certo non sanano i debiti di decine e decine di milioni di euro accumulati negli anni.

E tutto va sul gruppone delle prossime due-tre generazioni.

Franceschini in gara con Di Pietro: vocazione minoritaria?

Monday, 20 April 2009
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da www.ilvelino.it – Personalmente, nella maggior parte dei casi sono spesso molto lontano dalle posizioni di Capezzone. In quanto riportato pochi minuti fa da “Il Velino” invece trovo spunti condivisibili. (sf)

Roma, 20 apr (Velino) – Quando verrà il momento di raccontare la piccola storia politica di questi mesi, tornerà utile l’edizione del Tg3 di ieri, domenica sera. Nella pagina politica, intervistato con tanto di maglioncino domenicale d’ordinanza, il segretario del Pd Franceschini ha dedicato una buona metà del tempo a sua disposizione non ad avanzare proposte concrete e neppure – per una volta – ad attaccare Berlusconi, ma a prendersela con l'(ex)alleato Di Pietro, colpevole di ingannare i suoi stessi elettori attraverso la propria candidatura di bandiera alle Europee.

Non conta molto il tema dell’attacco, che – a ben vedere – è un’altra prova di debolezza da parte di Franceschini, il quale prima o poi dovrà spiegare perché non ha il coraggio di capeggiare le sue liste, come invece faranno i leader avversari. Conta – però – il fatto che ormai il Pd sembri aver rinunciato alla sfida vera, cioè alla contesa per la guida del Paese, e abbia accettato l’idea che il massimo risultato possibile, ora come ora, sia quello di rosicchiare qualche voto all’Italia dei Valori.

Il Velino lo scrive da tempo: per un verso questa rincorsa a Di Pietro, e per altro verso l’accettazione dell’egemonia politico-organizzativa della Cgil rovesciano il mito veltroniano della “vocazione maggioritaria”, e aprono la fase di una duratura “vocazione minoritaria” del Pd, destinato – magari – a sollevarsi un poco dall’attuale quota del 24-25 per cento, ma comunque autoescluso da una vera competizione per il governo. Chi crede in un sistema bipartitico funzionante non ha motivi per rallegrarsi di questo stato di cose: proprio Berlusconi e il Pdl avrebbero bisogno di una opposizione “challenging”, cioè capace di una sfida politica vera. Ma il Pd appare lontano anni luce da questo traguardo.

(Daniele Capezzone) 20 apr 2009 15:59

Intervista ad un prete sul terremoto in Abruzzo

Monday, 20 April 2009
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terremoto-laquila1

da www.criticamente.it – Don Aldo Antonelli, abruzzese di nascita, è parroco presso la Parrocchia di Santa Croce ad Antrosano piccolo paesino in provincia de L’Aquila. Al telefono ci dice che la sua zona non è stata molto danneggiata. Prete combattivo, “di frontiera”, non si è perso d’animo: assieme ad alcuni amici, vuole realizzare a Fossa, sempre nella provincia aquilana, un gazebo in legno ed acciaio che ospiti gli uffici comunali finché il Comune non sarà reso di nuovo funzionale; dopodiché resterà a disposizione della Pro Loco come luogo di socializzazione e di animazione per la comunità.

di Davide Pelanda

Una sorta di gemellaggio tra la sua parrocchia e il sindaco, una preziosa collaborazione tra mondo laico e religioso. (Per tale progetto si può fare un versamento tramite CCP N. 48208722 intestato a Parrocchia Santa Croce – Antrosano (AQ) Oppure tramite bonifico sul conto postale codice IBAN: IT58 Q076 0103 6000 0004 8208 722).

Ma don Aldo è anche molto arrabbiato con l’attuale Governo, il premier ed i suoi ministri per la strumentalizzazione da “passerella elettorale” populistica che di certo non aiuta chi è rimasto senza casa.

«E’ da fine di novembre 2008 che la città dell’Aquila ha incominciato a tremare. – ci dice al telefono – Per ben oltre quattro mesi, nonostante l’allarme dell’ing. Giuliani che per questo è stato maciullato per una settimana intera, nessuno ha mosso una foglia. Nessuno ha preteso l’evacuazione abusiva e anticipata della città, come si è voluto far intendere dai cantori a pagamento e dagli spin doctors di turno, ma che almeno si fosse allertata la popolazione, si fosse detto cosa fare in caso di improvvisa emergenza, dove radunarsi , ecc…

Se il disastro non si è rivelato più grave di quanto realmente accaduto, lo si deve solo alla capacità intuitiva della gente-fai-da-te che già nella mezzanotte tra la domenica e il lunedì di quel 6 aprile ha lasciato le abitazioni per andare a dormire nelle macchine o per tornare nei paesi di origine. Quattro studenti della mia parrocchia si sono salvati solo perché hanno avuto la prontezza di scappare dall’Aquila dopo la prima scossa delle 23,30. Ciò che fa rabbia è il silenzio delle istituzioni. Il Palazzo della Prefettura viene evacuato intorno alla mezzanotte e ai cittadini non viene detto niente!»

Di recente lei ha scritto una lettera molto dura agli amici arrivata via mail dove, ad un certo punto, diceva riferendosi ai ministri dell’attuale Governo: “Assassini! Mi viene il vomito al solo vederli! Assassini travestiti da crocerossini: mi viene la pelle d’oca al solo sentirli nominare! Vampiri che si auto-riciclano come donatori di sangue! Non trovo parole! …”. L’arrivo di tutta queste persone dell’attuale Governo mi sembra non le abbia fatto una buona impressione… Solo passerella pre-elettorale?

«Dici bene: solo passerella elettorale! In tre giorni abbiamo visto una dozzina di ministri alternarsi sui balconi della sciagura, circondati da tanto di guardia del corpo e da fotografi e da giornalisti e da cortigiani di sorta. “Ministri al lavoro in prima fila. La squadra: Alfano, Zaia, La Russa, Tremonti, Bossi e Calderoli tra la gente per coordinare le operazioni” titolava un giornale! Senza pudore alcuno, si sono tuffati a precipizio, come si tuffano i falchi sulle carogne. Che io sappia, gli unici che sono andati che con molta discrezione e senza rilasciare dichiarazione alcuna, sono stati Franceschini e Di Pietro. Li avete visti voi in televisione?»

Lei ha anche scritto sul sito di Micromega “Peccato che di Santoro ce ne sia solo uno!”

Che ne pensa di Annozero e di come la vostra tragedia è stata spiegata da Michele Santoro e dalla sua redazione, che proprio in questi giorni sta vivendo nuovamente delle pressioni e delle vere e proprie censure? Non ultimo l’ “espulsione” (per usare un termine calcistico) del vignettista Vauro?

«Ho visto la trasmissione Anno Zero e non capisco cosa ci sia stato di “indecente” sì da attirarsi all’unisono l’ira di Silvio Berlusconi e di Gianfranco Fini. Meglio, capisco l’allergia di Sansilvio a tutto ciò che non sia plauso, compiacenza e genuflessione. Pur riconoscendo esplicitamente “lo straordinario impegno dei Vigili del fuoco e della Protezione Civile”, cui Santoro ha dato atto di aver fatto “tutto il possibile e più del possibile” (parole testuali che si possono riascoltare connettendosi ad Internet www.annozero.it), si è voluto puntare l’indice “sulla mancata prevenzione, sia sotto l’aspetto della normativa e dell’edilizia antisismica, sia sotto quello dell’organizzazione dei soccorsi” (Giovanni Valentini su La Repubblica del 15 Aprile). Ma forse non è questo il compito dell’autentica “Informazione”, che in un regime di generale asservimento ai dictat del potere deve diventare anche “Controinformazione”? Ora si pretende che Santoro faccia una trasmissione riparatrice… Io, stessi al suo posto, manderei la replica intera della puntata incriminata! Piuttosto, ho davanti a me, le scene, queste sì indecenti, dello spumante e delle fette di mortadella sbandierate in parlamento “alla faccia di Prodi” di qualche mese fa. Avete sentito i due corifei dire qualcosa?»

Si sono visti anche alti prelati ai funerali di stato delle vittime, non ultimo il presidente CEI monsignor Angelo Bagnasco far visita nelle tendopoli. Li ha sentiti vicini alla popolazione? Ha sentito la fratellanza umana e cristiana in loro?

«Plaudo alla decisione del Papa di rinviare in tempi meno tumultuosi la sua visita; staremo comunque a vedere come si svolgerà…. Mentre mi troverei a disagio nei panni di un Bagnasco che si avvicina e resta lontano: accorcia le distanze mentre le mantiene. Cosa voglio dire? Al suo posto, mi sarei presentato in veste non ufficiale, meno reclamizzata. In fondo la chiesa è quella dei poveri cristi che portano la croce, che offrono aiuto, che accorrono col grembiule: una Chiesa più attenta a lavare i piedi dell’umanità che non preoccupata di curare le vesti che porta addosso. E’ una chiesa che non si vede, ma si sente».

Ora si parla di ricostruzione sia de L’Aquila che nell’Abruzzo. Avete paura dell’arrivo delle speculazioni in odore di mafia?

«Il pericolo di infiltrazioni mafiose c’è ed è reale. E non soltanto perché là dove c’è odor di soldi la mafia immancabilmente alligna, ma anche per una motivazione aggiunta: la politica stessa, dalla “scesa in campo” di Berlusconi e della sua destra, è diventata organica alla mafia. E’ un mondo tutto da scoprire quello dei rapporti tra Berlusconi e la mafia: i segni comunque ci sono: Milano 2, Arcore e lo stalliere Mangano, Dell’Utri e compagnia bella. Con l’O.K. del popolo plaudente, Berlusconi ha riempito il parlamento di figure sospette: “suoi” avvocati, “suoi” ragionieri, “suoi” commercialisti, “sue” veline. Di fronte a questi aggettivi possessivi che accompagnano professionalità varie come non pensare all’altro aggettivo possessivo di “Cosa nostra” che sembra essere diventata “Casa nostra”?»

Si fida dei nostri governanti e dei tempi diciamo così “tecnici” che hanno avanzato, cioè 24 mesi? Oppure rimarrete nelle tendopoli e nei prefabbricati a lungo come per l’Irpinia e i precedenti terremoti?

«Le frasi pronunciate dal premier a L’Aquila hanno qualcosa di déjà vu: “Entro due anni gli abitanti riavranno le case”. Sono le stesse parole che pronunciò a San Giuliano, il paesino del Molise dove il 31 ottobre 2002 il terremoto si era accanito contro la scuola uccidendo 27 bambini e la loro insegnante. Tre giorni dopo la strage, il premier convocò una conferenza stampa: “Mi sono intrattenuto con degli amici architetti per mettere a punto un’ipotesi di progetto per la costruzione di una nuova San Giuliano“. Anche allora il disegno era quello della new town, la città satellite: “Un quartiere pieno di verde con la separazione completa delle automobili dai percorsi per i pedoni e per le biciclette. Un progetto che potrebbe portare in 24 mesi a consegnare agli abitanti di San Giuliano dei nuovi appartamenti funzionali, innovativi, costruiti secondo le nuove tecniche della domotica“.

Sono passati sette anni e a San Giuliano è ancora tutto da finire… Sarebbe interessante andare a farvi una visita. Peccato che molti dimenticano o fanno finta di non ricordare. Tra bugie e gaffes Berlusconi, non so fino quando, continua a tenersi a galla come un pallone gonfiato. Non so se è una scusante o un aggravante, ma ho l’impressione che lui la falsità la tenga nel suo DNA come un elemento portante del suo patrimonio genetico».

OCCHIO ALLA TRUFFA DELLE SUONERIE DEI CELLULARI!

Monday, 20 April 2009
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di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com

Quanti di voi hanno un figlio che ha installato sul suo telefonino una suoneria con la canzone di Vasco Rossi o di Marco Carta per essere “originale”? Molti, moltissimi, perché il bisogno di apparire “originali” è sempre più diffuso (anche se poi alla fine dei conti, quando squilla un telefonino con un ritornello di moda, sono in dieci ad affannarsi a rispondere perché, l’hanno scaricato tutti…).

Quanti di voi sanno che la suoneria divora le ricariche telefoniche, perché non si paga solo per installarla (costo “modesto”, tre euro) ma per utilizzare il servizio, cosicché ogni settimana se ne vanno 10 euro senza saperlo…

Per fortuna le associazioni dei consumatori se ne sono accorte ed hanno fatto denunce all’Antitrust contro i “furbetti della suoneria” (TIM e Vodafone in prima fila). Rapida decisione del Garante, che ha stabilito che si tratta di un comportamento scorretto, un trucco commerciale per intascarsi enormi cifre (circa 300 milioni di euro, mica bruscolini!) che merita una sanzione.

Detto, fatto, le società colpevoli sono state sanzionate già due volte (e si tratta di una cosa inconcepibile, che dimostra il totale sprezzo dei gestori verso le autorità di controllo) con multe di 1,16 milioni (ottobre 2008) e 2,2 milioni (marzo 2009).

Si tratta di soldi restituiti agli utenti? Neanche per sogno, e qui sta l’assurdità delle regole. Se un’autorità sanziona il comportamento illecito di una società, ci si aspetta che questa, per prima cosa, smetta di comportarsi illecitamente e sia tenuta e restituire i soldi indebitamente intascati. Invece no, i ragazzini non otterranno nulla, continueranno ad avere la suoneria illegale attiva (perché è praticamente impossibile disattivare il servizio, altra assurdità di questa telenovela) e le schede continueranno ad essere svuotate settimanalmente.

Consiglio per i lettori: inviate subito una raccomandata di reclamo alla società telefonica ed alla società che fornisce il “servizio”, pretendete il rimborso delle cifre finora addebitatevi e, se non ottenete ragione, cambiate gestore. E ricordatevi di insegnare ai figli che è stupido cercare di essere ”originali” con la suoneria svuotandovi il conto corrente che serve a campare in questi momenti di crisi.