Ici sul fotovoltaico: la circolare dello scandalo!

Thursday, 12 March 2009
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impianto-fotovoltaico

da ecoblog.it

Ecco trovato il trucco: l’ICI sui pannelli solari. Insomma se un coro di proteste ha fatto decadere l’annullamento delle detrazioni del 55% riservate anche al fotovoltaico, ecco che il Governo ha trovato il sistema per rifarsi.

L’imposta comunale sugli immobili che, stando ad una Circolare dell’Agenzia del Territorio emanata lo scorso novembre, dovrebbe essere applicata ai pannelli solari e la circolare “dello scandalo” ha naturalmente inaugurato un contenzioso tra Assosolare (l’associazioane di categoria dei produttori del settore) e l’Agenzia stessa.

Il danno economico, sottolinea Assosolare è ingente: per un impianto da 8 megawatt si andrebbero a spendere 140 milioni all’anno, troncando le gambe al mercato del solare termico. Ig giro d’affari del fotovoltaico infatti avrebbe totalizzato entrate per 800 milioni di euro nel solo 2008, con una crescita del 500% sull’anno precedente.

Ragioni di natura tecnica, sostiene inoltre l’Associazione, escludono come già reso l’applicazione dell’ICI ai pannelli fotovoltaici. I parchi solari non costituirebbero infatti, come invece sottolineato dalla Circolare, opifici in senso tecnico (categoria catastale D1), in assenza di una connessione strutturale tra i pannelli e il terreno. Il che dovrebbe avere un effetto di riduzione sostanziale della base imponibile ICI. Un altro argomento oggetto di discussione riguarda la natura pubblica delle finalità del fotovoltaico, sancita per legge dal decreto legislativo n. 387/2003, unitamente alla peculiarità strutturale dei parchi (che insistono su terreni che mantengono la propria destinazione ed uso “agricolo”).

ne parlano anche soldiblog.itquinews.itpadovanews.it

Perché Tosi è più in televisione di Alba Parietti

Thursday, 12 March 2009
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tosi1

da “La posta della Olga” su L’Arena.it

“Se Tosi è più in televisione di Alba Parietti” scrive la Olga “ci sarà un motivo. Il mio Gino crede di conoscerlo. Dice che Tosi ha capito che un sindaco per andare in televisione deve fare prima le cose che interessano alla televisione e poi quelle che interessano alla città. E così Tosi el fa, e l’è ànca brào, l’è un animale da tolc sciò e quando lo vedo me ingrasso perché non guarda in faccia nessuno e appena apre bocca el méte nel saco tuti. Ai parolai, quei che zùgando con le parole credono di infenociàrlo, lui risponde con rosari di numeri, perché sa che non c’è niente di più concreto, preciso ed essenziale dei numeri, mentre le parole, per liberarle da tutti i sottintesi e soprintesi, bisognerebbe metterle sulla gradèla come se fa con le brasòle parché le mòla el grasso”.

“Idelmo, la talpa del baretto in municipio, dice che Tosi si allena con le baléte della tombola, ne cava una, per esempio il 29, moltiplica il numero per mille, duemila, centomila, a seconda di come gli gira, e poi va in televisione a comunicare il numero degli immigrati che delinquono, numero che nessuno, né Santoro né Travaglio né altri, può contestare perché nessuno ha a casa il sacchetto della tombola, ma solo quello delle parole. Il nostro sindaco è un uomo di spettacolo come bisogna essere oggi per avere successo. La Beresina dice che se migliora il sorriso può fare i film come Bred Pit e molàr la politica”.

“Ieri Raidue, in collegamento con la Bra, l’ha intervistato come capitano di una squadra amatoriale de balon che guida la classifica del campionato grazie alla bravura dei pié di due veronesi mori, Ogbomo e Osezue, e di tre veronesi brasiliani, i fratelli Motta. Non so quale posto in classifica occupi l’altra squadra di Tosi, quella del Comune, ma, come dice il mio Gino, tanto per cominciare i pié di Ogbomo e di Osezue al posto della testa di qualche assessore sarebbero un bell’acquisto. Ieri in Bra c’erano anche la Ada e la Virna, le tardone pon pon del baretto ma non sono state inquadrate e questo non è un bel segnale di democrazia. C’era anche il ragionier Dolimàn col progetto del suo piano alternativo, tipo Canale di Panama, al traforo delle Toresèle ed è anche montato su una caréga che si era portato drìo per mostrarlo, ma è stata inquadrata solo la caréga. Fuori onda si sono sentiti tanti “Che ta cunà” e anche qualche siràca perché il baretto non riesce mai ad andare in televisione come Tosi, anche se nel sacchetto della tombola del ragionier Dolimàn ci sono più baléte di quante ce ne siano in quello del sindaco che, per esempio, non ha i numeri con la virgola e le radici quadrate”.

Proibire l'Auditel

Thursday, 12 March 2009
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di Filippo Facci per ilgionale.it

Medici senza frontiere ha presentato un rapporto sulla presenza di certe notizie sui nostri media. Un mese di colera nello Zimbabwe, con la fuga di centinaia di migliaia di persone sottoposte a ogni violenza, ha meritato 12 citazioni nei telegiornali Rai e Mediaset, mentre l’estate di Briatore ne ha ottenute 33: poi ci sono le altre stagioni. Un anno di guerra e siccità in Etiopia ha meritato 6 citazioni, Carla Bruni ne ha ottenute 208. Eccetera.

Si potrebbe obiettare che lo sport e le previsioni del tempo hanno ancora più citazioni, ma sarebbe poco serio. Il problema non solo esiste, ma è il più importante che ormai riguardi l’informazione: i nostri telegiornali, che dovrebbero attenersi a fatti di pubblico interesse, stanno lasciando che a stabilire i confini di questo interesse sia solo il pubblico. I notiziari in senso stretto cedono perciò il passo a infotainment, entertainment e tell-stories, sicché al netto delle idiozie gossipare e degli omicidi seriali (un omicidio in teoria dovrebbe valere l’altro) a giustificare una notizia è sempre più la presenza di un’immagine, di un video, di un particolare che suggestioni anziché informare. Mi chiedo se non sarebbe un bene vietare per legge, durante i telegiornali tra loro in concorrenza, le rilevazioni degli ascolti: dagli spot immediatamente precedenti ai successivi, così da non rilevare neanche il «traino» che un tg possa rivelarsi. È un’ottima idea. Non si farà mai.

GENCHI: "MACCHE' MILIONI DI UTENZE TRACCIATE, ERANO 700″

Thursday, 12 March 2009
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Piccola rassegna stampa di Dean Keaton

Asdrubale ha indubbiamente doti di preveggenza.

Ecco Genchi sui Ros (e non solo):

GENCHI: “MACCHE’ MILIONI DI UTENZE TRACCIATE, ERANO 700″
“Ma quali milioni di utenze tracciate, erano poco piu’ di settecento e riconducibili a poche decine di persone”. Lo afferma Gioacchino Genchi, consulente dell’ex pm Luigi De Magistris nell’inchiesta Why not, in un’intervista sul settimanale ‘Left’, in edicola domani. Genchi si difende dalle accuse lanciate da Rutelli dicendo: “mai fatta un’intercettazione in vita mia. Anzi no, una l’ho fatta, quando mi sono ritrovato ad ascoltare per errore una conversazione fra mia moglie e sua madre”. Sul perche’ oggi il Ros – con cui collabora e ha collaborato da anni – indaga su di lui, aggiunge: “si sono voluti pulire i coltelli perche’ e’ dal 1989 che mi imbatto in porcherie fatte dal Ros. Mi hanno voluto colpire per quello che rappresento e ho rappresentato, e per il ruolo che ho avuto all’interno della polizia di stato. Tutti i soggetti a cui sono stati trovati paramenti massonici – continua Genchi – sono stati sempre prosciolti. De Magistris, e nel mio piccolo forse anche io, ha avuto il primato di individuare delle logge, delle consorterie massoniche che poi possono chiamarsi Compagnia delle opere o Opus dei”. L’ex consulente conclude l’intervista parlando degli effetti della sua partecipazione alla trasmissione televisiva Matrix: “sara’ un caso – dice – ma dopo la mia partecipazione a Matrix, Mentana e’ stato costretto a dimettersi e nella prima puntata dello stesso programma con un nuovo conduttore a essere intervistato per primo e’ stato proprio Mori”.
http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/GENCHI-quotMACCHE-MILIONI-DI-UTENZE-TRACCIATE-ERANO-700quot/news-dettaglio/3593880

Saluti

“COMITATO AZIONISTI ITALIANI ”

Thursday, 12 March 2009
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soldi

Cari amici,
Vi invio il comunicato ufficiale con la nomina a rappresentante del comitato.
Chi volesse dare una mano, può chiedere per tempo alla propria banca il biglietto per l’ammissone alle assemblee e partecipare di persona (sarebbe bello fare un gruppetto attivo!) oppure dare la delega a me o ad altri.
Chi non fosse azionista di Unicredit, potrebbe comprare 1.000 azioni e dare una mano (e magari, a questi prezzi, guadagnare!).
Ditemi qualcosa velocemente, i tempi non sono lunghi!

Gianluigi De Marchi

Il tracollo dei mercati finanziari mondiali ha un unico responsabile: il sistema bancario.
Le banche americane hanno avviato un processo perverso che si è diffuso in tutto il mondo e purtroppo anche la nostre banche, nonostante le tante assicurazioni date nei mesi scorsi dagli amministratori delegati di banche come Unicredit, Intesa San Paolo, Banco Popolare Italiano, Monte Paschi, non sono indenni, perché hanno investito cifre ingenti in titoli “tossici” e hanno effettuato operazioni ad alto rischio a danno degli azionisti e dei clienti.

A.R.T. Associazione Risparmiatori Tangobond, che da anni tutela in maniera indipendente i risparmiatori italiani, ha colto la gravità della situazione ed ha organizzato, all’interno della propria struttura, un comitato che ha l’obbiettivo di portare i piccoli azionisti alle assemblee dei grandi istituti quotati in borsa, per far sentire la propria voce, invocare provvedimenti concreti, allontanare dai posti di comando coloro che hanno tradito la fiducia dei risparmiatori.

Le adesioni si raccolgono presso la sede torinese di A.R.T. (C.so Re Umberto 88, tel. 011/5681299) o via mail (tangobond@tangobond.it).

Il Dott. Gianluigi DeMarchi, responsabile del “Comitato Azionisti Italiani”, è a disposizione presso la sede di A.R.T. ogni giovedì pomeriggio previo appuntamento.

Aderite a questa nuova iniziativa di A.R.T. per dare un futuro ai Vostri soldi!

CULTURA, CRISI DELLA DEMOCRAZIA E RESPONSABILITA’ DELLE CLASSI DIRIGENTI.

Thursday, 12 March 2009
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caligiuri

Dibattito a Soveria Mannelli sull’ultimo libro di Mario Caligiuri “La formazione delle élite”, edito da Rubbettino.

RENDE (12.3.2009) – “La formazione delle élite. Una pedagogia per la democrazia”. E’ l’ultimo libro di Mario Caligiuri, professore all’Università della Calabria ed a “La Sapienza” di Roma. Il testo viene presentato a cura della casa editrice Rubbettino e dell’Associazione “Fiore di Lino” a Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, il prossimo sabato 14 marzo alle ore 18 presso Villa Pellico. Ad introdurre la manifestazione sarà il sindaco di Soveria Mannelli Leonardo Sirianni, mentre i lavori verranno condotti da Pasqualino Pandullo, redattore della sede Rai della Calabria. Dopo la relazione dell’editore Florindo Rubbettino, presidente dei giovani imprenditori della Calabria, concluderà l’autore. Dopo la presentazione all’Università “La Sapienza” di Roma dello scorso febbraio, alla presenza dei professori Angelo Maria Petroni e Mario Morcellini, si prevedono nelle prossime settimane altre presentazioni del testo del docente calabrese in tutta Italia. “Il libro di Mario Caligiuri – ha dichiarato il politologo Giorgio Galli – affronta le difficoltà della democrazia rappresentativa con una tale ampiezza di fonti che ci conduce fino alla vigilia della crisi attuale, quasi ad anticiparne gli sviluppi futuri”.

Cosenza, 16 feb. – (Adnkronos) – ”Occorre ripartire dalle e’lite per migliorare le prestazioni della democrazia”. E’ questo il concetto attorno al quale ruota il nuovo libro di Mario Caligiuri, ”La formazione delle e’lite. Un pedagogia per la democrazia”, edito da Rubbettino. Caligiuri e’ professore di Pedagogia della comunicazione all’Universita’ della Calabria e di Comunicazione pubblica alla Facolta’ di Scienze della Comunicazione dell’Universita’ ”La Sapienza” di Roma. E proprio a Roma presso ”La Sapienza” che mercoledi’ 18 febbraio 2009 alle ore 19.30 al Centro Congressi della Facolta’ di Scienze della Comunicazione situato in via Salaria 113, Caligiuri presentera’ il suo lavoro, nell’ambito della iniziativa ”Martedi’ d’autore. Opinione pubblica e democrazia a confronto”, promossa dalla Facolta’ di Scienze della comunicazione, presieduta da Mario Morcellini.

Il libro di Caligiuri verra’ presentato dal professore dell’universita’ di Bologna Angelo Maria Petroni, consigliere di amministrazione della Rai e gia’ Direttore della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. L’incontro sara’ coordinato da Michele Prospero, docente di Scienza politica della Facolta’ di Scienze della Comunicazione della Sapienza Universita’ di Roma.

Nella quarta di copertina del libro si legge che ”la crisi della democrazia rappresenta uno dei nodi cruciali del nostro tempo. Polemizzando con chi ritiene possibile un rinnovamento che parta dal basso, l’autore Mario Caligiuri propone una riflessione pedagogica, ipotizzando un modello sociale ricostruito a partire dalla formazione delle e’lite. Ispirandosi all’analisi gramsciana, ipotizza inoltre la nascita di un inedito blocco sociale, composto da giovani laureati e dai piccoli e medi imprenditori: le uniche due categorie che potrebbero trasformare la societa’ italiana in un mondo della globalizzazione dove tutto e’ possibile”.

Il libro si può acquistare anche via Internet su www.deastore.com

Un brutto risveglio

Wednesday, 11 March 2009
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risveglio2

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Se per un qualsiasi motivo avessi passato gli ultimi due anni in stato di incoscienza ed oggi mi fossi risvegliato improvvisamente, la certezza del ritrovato stato di veglia verrebbe messo a dura prova da quanto si presenterebbe ai miei occhi. Prevarrebbe il dubbio di vivere in un brutto sogno, mi sembrerebbe un mondo piuttosto strano.

Scorrendo le notizie di un quotidiano qualsiasi ci troverei una proposta di aumentare la cubatura degli immobili semplicemente presentando una perizia giurata, niente più permessi da chiedere in Comune: concessioni edilizie, piani regolatori, norme paesaggistiche addio. E fin qui, da bravo italiano che pensa solo ai fatti propri, quasi quasi mi piacerebbe anche l’idea. Poi nel dormiveglia forse riuscirei a realizzare che chiunque potrebbe attuare il far west edilizio, compreso magari il mio vicino, che ne approfitterebbe per costruire un paio di vani in più, coprendo quel poco di paesaggio che intravedo ora dalla mia finestra. Come se il disagio non fosse già sufficiente, la nuova parete verrebbe dipinta di un colore orribile e vivace, tanto per non passare inosservata e gradevole. Sarebbe tutto un proliferare di nuovi piani rialzati su tutti gli edifici, bozzi orrendi che rigonfiano le facciate dei palazzi. Bubbone selvaggio la dovrebbero chiamare questa norma innovativa.

Sui quotidiani troverei anche l’ultima novità in fatto di rappresentanza parlamentare, quella di far votare non tutti i deputati e senatori, secondo la loro coscienza o il loro pensiero, ma un solo rappresentante per ogni gruppo. Una bella novità, certamente rivoluzionaria. Chissà se avrà largo seguito anche nelle altre grandi democrazie del mondo occidentale. Già con la attuale legge gli elettori sono chiamati ad esprimere il consenso solo a liste preconfezionate, niente più preferenze per i candidati ritenuti migliori.  A completamento del disatro, un altro passo a favore dello strapotere dei partiti e dei loro vertici (o proprietari). “One man, one vote” passa direttamente nel dimenticatoio, a tutti i livelli. Il televoto nei reality show diverrà la massima espressione di democrazia, chi volete eliminare fra i nominati?

Leggo un flash: una proposta di legge per liberalizzare ulteriormente la caccia, libero accesso alle doppiette a partire dai 16 anni in su. Estensione del periodo della stagione venatoria, niente più regole o aree protette: si spara a tutto ciò che si muove, e se sta fermo peggio per lui: bersaglio più facile. Per chi abita in campagna, obbligatorio dotarsi di bandiera bianca regolamentare per uscire di casa senza essere impallinato. Gli animali da cortile dovranno essere protetti da appositi bunker, facile ipotizzare una strage di gatti fatti passare per lepri non autoctone. Le mogli dei cacciatori già al lavoro per preparare scorte di pappardelle.

Parimenti brillante anche la trovata del leader dell’opposizione: facciamo pagare più tasse a chi guadagna di più, quei 150-200 mila che di tasse già ne pagano parecchie. Eh si, perché ad essere così benestanti sono solo coloro che dichiarano i loro redditi e ci pagano sopra il 42%. Nessuno sembra rammentarsi l’esistenza di un grande mondo sommerso, di personaggi che dichiarano anche meno di 7.000 Euro l’anno però vanno a svernare ai Caraibi, passando per il doveroso soggiorno invernale a Cortina, in albergo di lusso ovviamente. Troppo faticoso andarli a stanare, continuiamo ad accanirci contro chi non si nasconde. E dietro a questa geniale e demagogica trovata comincia ad andare anche qualche voce della maggioranza, stupefacente.

Con tutti questi casìni che ci sono in giro, ci dovrà pur essere qualcuno che si oppone davvero, continuiamo a sfogliare i giornali per trovare un minimo di conforto. Ecco qua: un ex magistrato divenuto politico, un comico ed uno scrittore.

Allora siamo messi proprio male, meglio tornare a dormire. Può darsi che la prossima volta che mi risveglierò non sarò l’unico a farlo.

Cassazione: i siti di discussione online non sono assimilabili agli organi di stampa

Wednesday, 11 March 2009
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giudici

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Sulla materia della pubblicazione di contenuti attraverso la rete Internet interviene la Corte di Cassazione, con una sentenza che sta facendo molto discutere e che sicuramente costituirà un precedente giuridico importante.

Come evidenziato da Repubblica.it, la suprema Corte ha respinto un ricorso presentato dalla Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori) contro il sequestro di alcuni messaggi pubblicati sul suo forum. I contenuti sequestrati risalivano al 2006 ed erano messaggi contro i preti pedofili, argomento “caldo” all’epoca ed ampiamente presente sui media. Questo ha indotto una ‘associazione religiosa a presentare denuncia all’autorità giudiziaria, contestando la violazione all’articolo 403 del codice penale (offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone).

A forza di ricorsi e pronunciamenti della magistratura, è stato prima sequestrato tutto il forum e dopo circa un anno ripristinato parzialmente, oscurando i soli commenti oggetto della denuncia. Dopo un lasso di tempo tutto sommato ragionevole il ricorso è arrivato ai giudici della Corte di Cassazione, che si è pronunciata a favore del sequestro dei commenti contestati.

Ma il contenuto molto interessante della sentenza riguarda le motivazioni del provvedimento: la Suprema Corte (terza sezione penale, sentenza 10535) ha dichiarato che i forum “sono una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole e agli obblighi cui è soggetta la stampa (come indicare un direttore responsabile per registrare la testata) o può giovarsi delle guarentigie in tema di sequestro che la Costituzione riserva solo alla stampa“.

Ed inoltre: “I messaggi lasciati su un forum di discussione che a seconda dei casi può essere aperto a tutti indistintamente sono equiparabili ai messaggi che possono essere lasciati in una bacheca e non entrano nel concetto di stampa, sia pure in senso ampio” continua la Corte, come riporta Il Giornale.

Da un lato si stabilisce quindi che la responsabilità di quanto pubblicato nelle discussioni online aperte a tutti è dell’autore del commento, mentre il gestore del sito è esentato dagli obblighi previsti dalla legge sulla stampa. Con due conseguenze fondamentali: la prima riguarda la possibile limitazione della libertà di espressione, questo precedente guridico potrebbe indurre sequestri ed oscuramenti “facili” di siti in presenza di querele di parte. Secondo la Suprema Corte, il giudizio espresso riguarda “‘newsletter, blog, forum, newsgroup, mailing list, chat, messaggi istantanei”. L’altro aspetto è invece la netta dichiarazione di non assimilabilità agli organi di stampa delle aree di discussione online, quindi niente direttore responsabile, registrazione presso il Tribunale della testata, ecc.

Chi gestisce un forum o un blog è bene che tenga presente il rischio di vedersi sequestrato comunque il sito, o parte di esso, qualora i commenti possano essere giudicati offensivi. Per quanto mi riguarda, continuerò ad applicare i principi enunciati nella apposita pagina (Disclaimer & Privacy)

Fosse arrivata prima una sentenza del genere, Carlo Ruta forse non avrebbe subito una condanna penale e la chiusura del suo sito www.accadeinsicilia.net. Il blogger siciliano è stato infatti condannato poiché il blog che gestiva è stato ritenuto assimilabile ad un organo di stampa e quindi soggetto agli obblighi di legge previsti per i giornali (estratto dalle motivazioni della sentenza: “Dalla documentazione in atti emerge inequivocabilmente che l’imputato ha pubblicato sul sito internet denominato www.accadeinsicilia.net, un giornale che rientra nel paradigma del prodotto editoriale descritto dall’art. 1, comma 3, L. n. 62/2001”). Segnalo tre articoli dal nostro archivio: 1 (la notizia)2 (il testo della sentenza)3 (analisi della vicenda).

Lo scorso anno, fra gli altri, è stato chiuso dall’autorità giudiziaria anche un altro blog, quello di Antonino Monteleone (www.antoninomonteleone.it). La notizia fu riportata da quotidiani calabri (La Riviera, CalabriaOra, Il Quotidiano della Calabria) ed anche in rete, seppure con minore rilievo.

In definitiva, una sentenza molto importante della quale dovrà tenere conto la giurisprudenza attuale e quella in procinto di divenire.  Mi riferisco anche al disegno di legge attualmente in elaborazione da parte dell’On. Roberto Cassinelli del quale ci eravamo occupati. Il DDL è attualmente in commissione cultura della Camera, il testo è consultabile a questo link.

Suggerimenti di approfondimento in rete:

– http://punto-informatico.it/2571865/PI/Commenti/si-al-sequestro-forum-non-sono-stampa.aspx

– http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=9615&numero=999

– http://www.studiocataldi.it/news_adn_asp/news_adn_36564.asp

De Magistris: siamo in piena P2

Tuesday, 10 March 2009
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Luigi De Magistris intervistato da Klaus Davi per Klauscondicio dichiara che «per il 60% – 70% il piano di Rinascita democratica è stato già applicato, anzi lo stanno migliorando nella loro ottica, lo stanno rendendo contemporaneo».

Il programma di Licio Gelli: la storia che insegnano loro

Tuesday, 10 March 2009
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licio_gelli_sui_quotidiani

Antonella Beccaria ha pubblicato un libro dal titolo “Il programma di Licio Gelli: una profezia avverata?” – Disponibile sul suo sito antonella.beccaria.org un post del quale riporto la prefazione e la copia elettronica della pubblicazione, con prefazione di Oscar Marchisio. Segnalo anche l’intervista all’autrice dal sito www.polisblog.it (sf)

Dopo la pubblicazione della prefazione di Oscar Marchisio al libro Il programma di Licio Gelli – Una profezia avverata (da oggi in download la versione elettronica del volume), di qui alle prossime settimane verranno pubblicati i capitoli di questo breve libro sul mondo a cavallo tra il prima e il dopo P2.Questo libro è stato concepito in tempi non sospetti: era nell’estate 2008, si tentava di rompere l’afa estiva con una cedrata e si parlava a tono sostenuto per superare il frastuono dei martelli pneumatici che bucavano l’asfalto e realizzavano i grandi progetti della viabilità cittadina. Oscar Marchisio, l’editore, lo dice e lo ripete che la loggia massonica Propaganda 2 un segno l’ha lasciato. Ed entrambi conveniamo che sarebbe interessante andare a rileggere alcuni fatti degli ultimi trent’anni per capire se effettivamente il piano di rinascita democratica, quello sequestrato a Maria Grazia Gelli nel luglio del 1982, qua e là si sia avverato, malgrado la fine dell’esperienza gelliana. Ma che sarebbe deleterio trasformare Licio Gelli nel Nostradamus dei tempi nostri. La mia insegnante di filosofia delle scuole superiori, a proposito del celebre indovino del XVI secolo, era perentoria: chi formula profezie distribuendole nei secoli a venire è un baciato dalla dea dei numeri e dalla statistica. Dunque, distribuendo le proprie previsioni su un arco di tempo molto vasto, c’è caso che prima o poi qualcosa si avveri. Così come, se si fanno vaticini su un range molto ampio di argomenti, si finirà per trovare qualche coincidenza curiosa.

Ecco, Licio Gelli, al contrario di Nostradamus, non ha scorrazzato nel futuro per centinaia di anni, ma ha esteso i punti del suo piano (ma anche del suo schema r, dove “r” stava per risanamento) su molti fronti: il bipolarismo partitico, il controllo del mezzi di informazione, la riforma della giustizia, la ristrutturazione degli organi politico-amministrativi, il predominio del governo sul parlamento. Tutti argomenti che, vai a ben vedere, non risulteranno nuovi a un lettore neanche troppo assiduo dei giornali perché in questi anni se n’è tornato a parlare spesso.

E ultimamente se n’è tornato a parlare più spesso. Si diceva all’inizio che l’idea di scrivere queste pagine è precedente alla baraonda dell’autunno 2008. Quando il lavoro di documentazione era già a uno stadio avanzato ed era partita la fase della scrittura, ecco che erompe prima sul web e poi sulla stampa cartacea e televisiva una notizia: il ritorno al piccolo schermo di Licio Gelli. Pistoiese, classe 1919, un passato da militante nella guerra di Spagna del 1936 e nella Repubblica sociale italiana post armistizio del 1943, divenne collaborazionista degli occupanti nazisti, doppiogiochista sul fronte della resistenza partigiana e poi sostanzialmente sfuggì alle proprie responsabilità per il suo ruolo ambivalente negli anni di guerra.

La successione a Berlusconi ed il nuovo PdL secondo Filippo Facci. Da Omnibus, in onda su La7 il 6 marzo 2009

Tuesday, 10 March 2009
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Cassazione: Paolo Liguori condannato per diffamazione a mezzo stampa

Monday, 9 March 2009
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paolo-liguori

(Paolo Liguori è attualmente direttore della testata TgCom, gruppo Mediaset)

Roma, 6 mar. (Adnkronos) – Per commentare l’arresto di Marcello Dell’Utri, Paolo Liguori paragono’ l’operato dei giudici torinesi a quello delle milizie serbe nei confronti della popolazione bosniaca. Ecco perche’ la Cassazione ha condannato il giornalista, in solido con le Reti Televisive Italiane, a risarcire con 25 mila euro ciascuno i tre giudici diffamati a mezzo stampa, e cioe’ il gip di Torino Piera Caprioglio e i sostituti procuratori presso la Procura torinese, Cristina Bianconi e Luigi Marini.

I fatti analizzati dalla Terza sezione civile risalgono al maggio 1995 quando, Paolo Liguori, nell’ambito del programma ‘Studio Aperto’, commentando l’avvenuto arresto di Dell’Utri, all’epoca presidente di Publitalia, paragonava l’operato dei giudici a quello dei militari serbi dicendo, tra le altre cose, che “anche in Italia ci sono magistrati serbi un po’ ovunque”. Da qui la condanna a risarcire i giudici per i danni da diffamazione a mezzo stampa, confermata sia dal Tribunale (luglio 2000) che dalla Corte d’appello di Roma, nel maggio 2003.

Inutile il ricorso di Liguori e della R.T.I. in Cassazione, anche sulla base del fatto che non erano stati fatti i nomi delle toghe. Piazza Cavour, respingendo i ricorsi, ha evidenziato che “le espressioni” pronunciate dal giornalista “con il raffronto operato alle violenze efferate consumate in Bosnia, erano certamente offensive dell’onore e della reputazione dei tre magistrati interessati, la cui identificabilita’ travalicava i limiti della ristretta cerchia giudiziaria in conseguenza delle diffuse notizie di stampa sulla vicenda”.

(fonte: iltempo.ilsole24ore.com)

Giornali, è arrivato il grande crack

Monday, 9 March 2009
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crisi

EDITORIA Crolla la pubblicità. Stipendi tagliati, pronte le richieste di stato di crisi. Allarme Inpgi

di Bruno Perini da www.ilmanifesto.it

Rizzoli-Corriere, Sole, Espresso-Repubblica, Stampa: non si salva nessuno

Nessuno vuole fare il primo passo verso la dichiarazione dello stato di crisi. E tanto meno c’è chi ha voglia di diffondere le orrende cifre cifre di vendita e di fatturato pubblicitario. Ma la crisi che incombe sui grandi gruppi editoriali italiani è ormai uno spettro che si aggira per i consigli d’amministrazione di Rcs e Sole 24 ore, Mondadori e gruppo Espresso, Stampa e Giornale, Libero e gruppo Riffeser, Messaggero e gruppo Mediaset. È come una bomba a orologeria che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Nessuno ne è esente, nessuno può gioire dei guai del concorrente. Ci sono pesi diversi ma la miccia ormai è accesa e a quanto sembra la deflagrazione non toccherà, come sta avvenendo in queste ore con l’Unità, soltanto i medi e piccoli giornali di sinistra ma tutta la grande stampa.

Il male oscuro riguarda soprattutto la pubblicità ma ad incidere sulla crisi c’è il prima fila Internet, ormai concorrente della carta stampata, e poi il crollo del marketing che si reggeva sui prodotti collaterali come libri, cd, dvd e altro. Le imprese italiane o rinunciano a spendere quattrini in pubblicità o quando va bene decidono mese per mese se acquistare spazi pubblicitari, non consentendo così ai gruppi editoriali di programmare costi e investimenti e di fare budget di medio periodo. D’altronde basta guardare le cifre diffuse ieri da Prima online, il sito internet del mensile Prima Comunicazione, per capire in quale guaio si trovino i giornali. Sono cifre impressionanti che parlano da sole.

Nel mese di gennaio 2009 c’è stata una pesante flessione del fatturato pubblicitario sulla stampa che ha registrato rispetto allo stesso mese del 2008 una discesa del 25%. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio stampa Fcp-Federazione concessionarie di pubblicità sull’andamento del mercato pubblicitario di quotidiani e periodici a gennaio scorso. I quotidiani in generale hanno registrato una diminuzione di fatturato del -25% ed una diminuzione degli spazi del -15%. I quotidiani a pagamento hanno registrato un andamento uguale a quello dei quotidiani in generale mentre i quotidiani Free Press hanno segnato andamenti in calo a fatturato (-28%) e a spazio (-18%). I periodici in generale hanno registrato un fatturato in diminuzione rispetto allo stesso mese del 2008 del 26% ed un calo degli spazi (-19%). I settimanali hanno ottenuto delle variazioni negative sia a fatturato (-32%) sia a spazio (-22 %). Per i mensili si registra una diminuzione di fatturato del 22% e un calo degli spazi del 17%. Le «altre periodicità» hanno riportato una flessione sia del fatturato (-13%) che dello spazio (- 15%). Il guaio è che secondo gli esperti, come per la crisi economica e finanziaria che sta devastando il pianeta, siamo soltanto all’inizio. Con queste cifre lo stato di crisi è lo sbocco naturale ma questo è soltanto il quadro aggregato. Se dai dati aggregati si passa ai singoli gruppi il crollo è ancora più pesante. Non ci sono ancora dati ufficiali ma i rumors parlano di crolli di fatturato pubblicitario per Rcs e Mondadori che si aggirano sul 60%. Un po’ meno peggio per il gruppo Espresso che avrebbe lasciato sul campo il 35%. Un po’ meglio per il gruppo Il Sole 24 ore che gode dell’alto numero di abbonati e che comunque registrerebbe un calo del fatturato complessivo superiore al 20%. Ci sono anche alcune eccezioni: l’agenzia Radiocor, controllata dal Sole 24 ore, ha registrato ad esempio un aumento dei ricavi superiore al 20% ma per il resto la situazione è davvero drammatica.

Nessuno vuole esporsi senza che lo facciano anche gli altri. In via Solferino, ad esempio, si attendono da un momento all’altro dichiarazioni in merito alla crisi del gruppo Rcs Mediagroup ma per evidenti ragioni di carattere concorrenziale e d’immagine, Rcs, come d’altronde il gruppo Mondadori, non vuole dichiarare lo stato di crisi in solitudine. Con il risultato assai insidioso che se la crisi venisse dichiarata da tutti i gruppi contemporaneamente l’istituto previdenziale dei giornalisti, Inpgi, rischierebbe il collasso. Malgrado la cautela i segni della crisi sono evidenti: i collaboratori si sono visti decurtare i compensi del 25% al Sole 24 ore mentre al gruppo Espresso è già cominciata la trattativa ad personam per le dimissioni incentivate. Una procedura sotterranea che si è messa in moto in tutti i gruppi editoriali e che nelle prossime settimane farà emergere una crisi conclamata dagli esiti del tutto incerti.

Cultur@ Mons. Fisichella cavalca l'Onda (Anomala) e approda a Padova

Saturday, 7 March 2009
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fisichella

di Nicoletta Salata per www.dituttounblog

Padova, 6 marzo, metà pomeriggio. Il centro storico della città viene transennato e un gran  numero di agenti in tenuta antisommossa circonda e protegge la zona. In un’aula del Bo, l’antica sede universitaria, Monsignor Rino Fisichella, Presidente della Pontificia Accademia Pro Vita, sta per tenere la sua lectio magistralis sul tema del Convegno “Etica nella medicina dei trapianti e delle cellule staminali“.

Promossa dalla Fondazione Marina Mannaia che da anni si occupa dei pazienti in attesa di trapianto di fegato, l’iniziativa ha suscitato non poco clamore. Contestato dai no global, dal movimento studentesco Onda (o Onda Anomala) e anche da alcuni docenti universitari di sinistra, alcuni dei quali avevano inviato nei giorni precedenti una lettera aperta a tutti i quotidiani locali esprimendo la loro perplessità sul metodo e sull’opportunità con cui era stato promosso l’incontro, il convegno è stato tra l’altro trasferito in extremis per ragioni di sicurezza dal Liviano al Bo. Il sociologo Stefano Allievi, il filosofo Umberto Curi e il giurista Paolo Zatti avevano infatti espresso il loro disappunto sulla mancanza di contraddittorio, definendo “politica” l’iniziativa che cade a poche settimane dalle elezioni universitarie. Martedì e mercoledì della prossima settimana infatti si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dei rappresentanti degli studenti all’interno degli Organi collegiali di ateneo. “L’università-scrivevano i tre docenti-è un luogo in cui si approfondisce, si discute e dove non si sfugge al confronto, ma lo si ricerca programmaticamente”.

Alla lettera rispondevano il rettore Vincenzo Milanesi, “non è nei poteri del rettorato impegnarsi direttamente nella predisposizione di incontri in cui vengono presentate posizioni alternative ad altre espresse in convegni autonomamente organizzati da docenti dell’Ateneo”, e il preside della facoltà di medicina Giorgio Palù, nonché alcuni docenti tra cui Lorenzo Fellin che in una sua lettera a Il Gazzettino scrive tra l’altro: “Come ci ricorda Ferdinando Camon la vera democrazia (e aggiungerei anche la vera sapienza) sta nella capacità di ascolto dell’altro, nel far seguire a un convegno cattolico un”convegno laico nel comune intento di accrescere il sapere, di mettere a nudo la complessità del problema, di costringere a un supplemento di riflessione, di ricercare senza sosta i germi del vero che cela ogni pensiero”.

Alla presenza di varie personalità tra cui il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, il presidente della regione Veneto Giancarlo Galan il quale ha dichiarato che “è esagerato trovare Padova blindata il che dimostra l’imbarbarimento della città e della società in cui viviamo”   e il sindaco di Padova Flavio Zanonato, Monsignor Fisichella ha pronunciato così il suo discorso.

All’inizio della lectio egli ha espresso anche il suo dispiacere per il disagio arrecato alla città. “Mi sono chiesto se fosse giusto creare una situazione di conflitto, ma non essere presente sarebbe stato peggio. Mi domando come si fa a giudicare il contenuto di un intervento prima che questo sia stato fatto. Le critiche sono legittime, ma dopo aver ascoltato. Non è detto che un sacerdote non possa pensare laicamente. Io nell’università ci abito, e anche se porto il colletto uso la ragione”.

“Si dovrà guardare con occhio vigile a come il pensiero si porrà nel prossimo futuro nei confronti della sofferenza e della morte. Per paradossale che possa sembrare se la tecnica assume il predominio, allora si allontana anche ogni domanda sul limite, illudendo di una eternità che non può essere data”.

“Su alcune questioni vitali tacere sarebbe ipocrita e questo non ci appartiene. Molte cose si possono rimproverare agli uomini di Chiesa in diversi momenti della sua storia bimillenaria , ma su questi temi la nostra posizione permane da sempre cristallina, immutata e per questo credibile. Noi tutti siamo responsabili per la vita”.

Video amatoriale che riprende il gruppo degli studenti contestatori, peraltro in numero piuttosto esiguo. La città era comunque asserragliata e i cittadini che transitavano nella zona pedonale sono stati costretti a numerose deviazioni in presenza di transenne e sbarramenti. Noiose misure preventive forse eccessive per l’assenza di scontri, ma necessarie nell’ipotesi del loro verificarsi.

Insomma a Padova dopo la Ronda, anche l’Onda sembra essersi placata.

Berlusconi batte la crisi alla grande, ecco la vera ragione dell'ottimismo (il suo)

Saturday, 7 March 2009
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berlusconi-smile

PRIMO PIANO
Di Franco Bechis – da www.italiaoggi.it

Ha appena intascato 159 milioni di euro, il 50% più del 2008

Silvio Berlusconi si è messo in tasca all’inizio di quest’anno un assegno da 159 milioni, 335 mila, 953 euro e 92 centesimi. Una maxi-somma rara anche per gli imprenditori. Ma soprattutto superiore di oltre la metà ai 102 milioni che il presidente del Consiglio e indirettamente principale azionista del gruppo Fininvest-Mediaset si era messo in tasca solo un anno fa. Si tratta dei dividendi che gli hanno erogato le quattro società direttamente controllate, le holding prima, seconda, terza e ottava che controllano la maggioranza del capitale del gruppo Fininvest.

Berlusconi è fra i pochi, pochissimi imprenditori italiani a essere diventato più ricco proprio nell’anno orribile della crisi finanziaria internazionale…(…) Comprensibile quindi l’ottimismo del premier italiano che più volte ha tentato nei mesi scorsi di spegnere gli allarmi di centri studi nazionali e internazionali sulla crisi e la caduta di consumi e prodotto interno lordo. Lui non ha certo problemi psicologici, e avere oltre 50 milioni di euro in più in tasca rispetto all’anno precedente non dovrebbe provocare particolare caduta dei consumi personali e lasciare abbastanza risorse anche per affrontare le difficoltà del 2009 che si farano sentire perfino sui bilanci delle sue aziende. In tasca quella maxi disponibilità aggiuntiva è per altro dovuta in gran parte alle richieste del premier- azionista. I bilanci delle aziende di famiglia sono riusciti a brillare nel 2008 a differenza di quelli di molte altre aziende, i dividendi sono stati distribuiti quindi con maggiore generosità del passato, ma i bilanci in sè non hanno ottenuto un risultato così clamoroso.

Il guadagno effettivo fra 2008 e 2007 delle quattro holding che appartengono a Berlusconi è stato di poco superiore a 13 milioni di euro, che è pur sempre un ottimo risultato. Ma l’anno precedente l’allora candidato premier aveva chiesto a tre delle sue società la distribuzione di tutti i dividendi, e a una di queste, la holding prima, di accantonare a riserva straordinaria (e cioè di lasciare in pancia alla società per eventuali acquisizioni future o sottoscrizioni di aumenti di capitale delle controllate) l’intero dividendo, pari a 43 milioni e 258 mila euro. Quest’anno invece Berlusconi ha pensato evidentemente di avere maggiori necessità finanziarie personali e chiesto al consiglio di amministrazione della holding prima di versargli l’intero dividendo del nuovo esercizio, pari a 48 milioni e 100 mila euro. Il contrario di quel che han deciso i figli Marina e Piersilvio, che hanno lasciato nelle casse delle società i 38,8 milioni guadagnati…