Esordio di Gabriele Mastellarini su Rai Sport
Friday, 6 March 2009Dopo i Tg 1,2 e 3 arriva per GM anche l’esordio nazionale su RaiSport. Intervista al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete. Vai Gmast! (sf)
Dopo i Tg 1,2 e 3 arriva per GM anche l’esordio nazionale su RaiSport. Intervista al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete. Vai Gmast! (sf)
Su Facebook ho fatto richiesta di iscrizione agli amici di Salvatore Borsellino. Il fratello del martire Paolo, con mio grande onore, mi ha accolto tra i suoi numerosi amici con questo messaggio. Lo voglio proporre per riflettere sulle parole di questo indomito combattente, e con l’invito a visitare il sito www.19luglio1992.com, per non dimenticare. (sf)
Caro Sergio, benvenuto tra i miei compagni di lotta per la GIUSTIZIA e per la LIBERTA’ .
Per il 19 luglio di quest’anno, sarà una domenica, come 17 anni fa, sto organizzando qualcosa che impedisca a quegli sciacalli che occupano le nostre Istituzioni e ogni anno arrivano in via D’Amelio a fingere cordoglio ed assicurarsi così che Paolo sia veramente morto, di ripetere i loro riti di morte.
Grideremo loro di andare a mettere le loro corone funebri sulla tomba di Mangano, è quello il “loro” eroe.
Spero che saremo in tanti, e tutti con una agenda rossa in mano per ricordare i misteri che ancora pesano su Via D’Amelio, i processi che vengono bloccati appena arrivano a toccare gli “intoccabili”, i mandanti di quelle stragi.
Da Via D’Amelio, con quell’agenda in mano, andremo al Castello Utveggio, il posto dal quale una mano, che non era la mano di una mafioso ma di chi con la mafia ha stretto un patto scellerato, ha inviato il comando che ha fatto a pezzi Paolo e la sua scorta.
Un giorno della nostra vita per Paolo e i suoi ragazzi che hanno sacrificato la loro vita per noi.
Sarà il giorno di inizio della nostra RESISTENZA,
una RESISTENZA che sarà fatta di azioni e non solo di parole,
una RESISTENZA che ci farà riappropriare del nostro paese e del nostro futuro
A presto
Salvatore
di Filippo Facci (da Facebook)
Solo per dire che Giuseppe Englaro io spero straparli sinché gli pare, perché ne abbiamo tutti un dannato bisogno. Piacerebbe a troppi che non fosse mai esistito, che questo Paese tornasse a quella cappa narcotica che ha sempre circondato le cose che si fanno ma non si dicono: se gli italiani ora hanno consapevolezza di un problema, ditemi, a chi lo dobbiamo? E se la vostra opinione fosse anche diametralmente opposta a quella di Englaro, suvvia, a chi dovete la vostra presa di coscienza? A Englaro o a una classe politica che pochi mesi fa non voleva neppure sentir parlare di una legge?
Sempre avanti, loro: nel Natale 2006 la Commissione affari sociali respinse la proposta d’istituire un’indagine conoscitiva sui decessi preceduti da una decisione medica, ipotesi balenata solo perché intanto c’era stato quell’altro pazzo di un Giorgio Welby: niente, non se ne doveva parlare, si trattava solo di aspettare che morisse. Di pazzi, abbiamo bisogno: di un Pannella per togliere il divorzio e l’aborto dalla clandestinità, di un Tortora per accorgerci che la giustizia fa schifo, di un Berlusconi per portare la tv privata in Italia, di un Craxi per modernizzare il Paese, uno sbirro molisano per fermare un finanziamento illecito che rasentava il racket. Pazzi: per compensare il perenne ritardo della politica nei confronti di quella società che siamo noi.
Guy Fawkes
Inviato il 04/03/2009 alle 13:01:13
Spettabile dottor Fornasini,la ringrazio per l’attenzione che dedica ad una realtà piccola ma agguerrita com’è quella degli utenti del forum di Marco Travaglio,cui sono onorato di far parte da oltre un anno,e che da qualche mese ho il privilegio di moderare.Non intendo entrare nel merito delle insinuazioni presenti sua disquisizione, avendo come può immaginare altro di cui occuparmi,e perchè come diceva qualcuno di più prestigioso di entrambi “Le opinioni sono come le palle:ognuno ha le sue”.
Tengo però a precisare che nella sua ricostruzione dei fatti attribuisce a noi utenti un disorientamento certamente esagerato,tacendo comodamente la pronta capacità di riorganizzazione con la quale si è risposto a questa vicenda certamente complessa.
Una riprova per chi,come Lei sembra far presumere,ritiene che il punto di coesione di una community sia il nome attorno a cui si riuniscono gli utenti,e non gli utenti stessi…tesi che il nucleo storico del forum di MarcoTravaglio.it ha platealmente smentito.Non dubito che nei prossimi giorni leggeremo altre considerazioni affilate sulla vicenda;si ricordi solo di usare un minimo di considerazione in più per chi vittima di questa situazione lo è stato in misura molto più ridotta di quanto creda.Non abbiamo bisogno di santi ed eroi,ma solo di una coscienza libera,di un civile desiderio di confronto e di confrontare le rispettive idee l’uno con l’altro.Lo spazio che ci ospita conta poco.e’ chi vi interagisce a fare la differenza.Contrariamente a quanto lei può supporre.
Cordialmente,
IL SIGNOR FAWKES
Sergio Fornasini
Inviato il 04/03/2009 alle 14:03:50
Gentile signor Fawkes, prima di tutto grazie per il suo commento.
Mi spiace constatare che quanto ho scritto venga erroneamente interpretato quale nota negativa nei confronti della vostra community. Vi siete anzi organizzati in poco tempo una nuova casa, nella quale riprendere le vostre discussioni, ed avete fatto benissimo.
Forse non mi sono espresso bene: quello che voglio sottolineare è come, secondo me, qualcuno non abbia avuto il minimo rispetto per voi moderatori e frequentatori del forum, chiudendolo e riaprendolo a singhiozzo senza un minimo di spiegazione ai numerosi visitatori e commentatori, ed alla fine reindirizzandolo altrove. Dalle insinuazioni cerco abitualmente di tenermi lontano, a maggior ragione nel mio scritto su questo specifico argomento. Le note che ho riportato sono tratte testualmente da quanto ho trovato in rete, ho pubblicato i link seguendo i quali, chi vuole, può visitare ed approfondire la propria conoscenza della vicenda.
Nessuna insinuazione quindi da parte mia, ho solo constatato quanto sta accadendo, con dati e fatti. E poiché sui temi della politica e della società amo la libertà di espressione più di qualsiasi altra cosa, ho utilizzato questo spazio per parlare di una situazione limitante la vostra libertà. Che, lo ribadisco senza insinuazioni, è stata gestita malissimo. Dal punto di vista tecnico e morale, ed i danneggiati siete proprio voi della community. Posso essere un tantino incazzato per la vostra situazione o la ritiene anche questa una insinuazione? Io poi non faccio presumere nulla, sia il vecchio che il nuovo forum contengono nel loro indirizzo il nome di Marco Travaglio. Se non è un punto di coesione, perché non ne avete scelto uno diverso?
Vi faccio addirittura una proposta, anche se non vi conosco personalmente, per dimostrare che non è certo con voi che ho qualcosa da recriminare. Quella proposta che ritengo vi meritavate da parte del signor Ottaviano Bertei, ve la siete conquistata con il vostro impegno. Ed invece ve la faccio io, pubblicamente: ho spazio Web illimitato sull’hosting che sto utilizzando, ve lo offro gratis per ospitarvi in un sottodominio, tipo forum.dituttounblog.com. Con l’impegno da parte mia a cedere solo a voi il dominio dituttounblog.com, qualora decidessi un giorno di sbarazzarmene. Ovviamente al giusto costo di mercato. Avreste il vantaggio di poter eventualmente mettere la pubblicità scelta solo da voi e non dal provider che vi ospita attualmente. Ecco, questa secondo me era la via da seguire. Se la proposta vi interessa parliamone per mettere a punto i dettagli tecnici.
Mi permetta poi di concludere invitandola a non fare supposizioni su cosa io possa supporre, quello che ho da dire lo scrivo senza allusioni e motivandolo con dati oggettivi. Se lei pensa io stia supponendo o facendo insinuazioni sul vostro forum mi spiace: non è un mio problema, riguarda lei, la sua coscienza ed eventualmente la sua coda di paglia, qualora ne fosse dotato.
Saluti
sf
Commento di Gianbi – 05/03/2009 ore 19:17
Gentile sig. Fornasini,
Sono un utente del famigerato forum, che tanto appassiona, ha appassionato ed appassionerà i Vs interventi del blog.
Nel leggere il post, mi è parso di vedere una puntata di voyager, sempre preoccupato di vedere macchinazione e complotti dappertutto.
Non potrebbe essere che – forse – non ci sono macchinazioni, complotti, inganni?
In fin dei conti il forum è attivo, gli utenti ci sono tutti. Dove sta il problema? Dovremmo forse preoccuparci del cambio di indirizzo?
Personalmente ho problemi più importanti a cui pensare. Penso anche Voi. O no?
replica delle ore 20:42
Gentile sig. Gianbi,
ha perfettamente ragione su almeno un punto: abbiamo tutti cose più importanti a cui pensare. (sf)
risposta del 06/03/2009 ore 01:30
Gentile sig. Gianbi,
ora ho qualche minuto per risponderle in maniera più estesa e ne approfitto. Seguendo le discussioni sul vostro nuovo forum mi sono reso conto che quanto accaduto non vi ha disturbato più di tanto. Non ha costituito elemento di particolare preoccupazione il fatto che nessuno, compresi admin e moderatori, fosse a conoscenza di cosa stava bollendo in pentola. Uno dei siti più frequentati, nel suo genere, è scomparso all’improvviso e nessuno dei suoi frequentatori ha manifestato qualcosa che va molto oltre la semplice constatazione della realtà. Anzi, la menzione del nuovo indirizzo su voglioscendere.it vi ha soddisfatto e risarcito ampiamente. Insomma alla fine ho fatto più rumore io sulla vicenda che i diretti interessati. Se a voi sta bene come sono andate le cose, alla fine sono fatti vostri e ne prendo atto.
Parlandone a titolo personale, lo svolgimento degli eventi l’ho interpretato come scarsa considerazione nei confronti di chi ha fatto crescere ed animato il forum. Avete fatto bene ad aprire un nuovo spazio di discussione, però al posto vostro mi sarei incazzato e fatto sentire, non mi sarei fermato davanti al contentino del link che rimanda al nuovo indirizzo. Mancanza di trasparenza e considerazione pari a zero per i sostenitori della vostra iniziativa probabilmente sono elementi di rilievo solo per me e questo blog, scusate il disturbo. Forse per voi, in fondo, conta solo di avere un muro virtuale sul quale aggiungere graffiti, il cui contenuto replica acriticamente le esternazioni di qualcuno che non vi tiene particolarmente in considerazione.
E per me la diatriba può considerarsi chiusa, auguri!
Sergio Fornasini
da statali.blogspot.com
Ore di angoscia all’Unità. L’avventura editoriale di Renato Soru, tanto per fare il paio con quella politica, è arrivata al “capolinea”! E pensare che Silvio l’aveva detto!(*) Non è passato nemmeno un mese dalla “caporetto soru-veltroni” e la stella luccicante di Renato Soru ha preso lentamente a spegnersi nel nulla. Dopo il “fallimento” politico adesso pure quello “imprenditoriale”! L’aspirante Berlusconi della sinistra, il politico-imprenditore-padrone, non ce l’ha fatta ad emulare il “modello-berlusconi”! Il quotidiano di sinistra, il giornale fondato da Antonio Gramsci e comprato da Renato Soru nei mesi scorsi, avrebbe urgente bisogno di una ricapitalizzazione di 4 milioni di euro entro il 23 marzo, ma pare che l’ex governatore della Sardegna ed ex aspirante leader del Pd, non abbia alcuna intenzione di mettere mano al “suo” portafoglio, aprendo quindi le porte a drastici tagli di spesa e perchè no?, anche a licenziamenti.
Il “piano-soru” prevede un taglio degli stipendi del 40%, una raffica di prepensionamenti, la chiusura di tutte le redazioni locali, la riduzione del numero delle pagine e il taglio delle spese di diffusione. Non solo: ci sarà un taglio netto delle collaborazioni e di tutti i contratti a termine. Non è ancora chiaro se c’è già un elenco di collaboratori da mandare a casa: se, ad esempio, tra queste firme ci sono anche quelle prestigiose di Marco Travaglio e Furio Colombo. Ma parrebbe proprio di sì.Non si è fatta attendere la presa di posizione della redazione. In Via Tenaglia, a Roma, si è svolta un’accesa assemblea dei redattori, con il direttore De Gregorio, che di fatto ha negato una situazione catastrofica: le vendite vanno bene, c’è un 10 per cento in più. Ma per il padrone, per Soru, questo non basta per tenere in piedi la struttura. I giornalisti hanno quindi deciso di scioperare subito e non fare uscire il giornale per oggi. Ma il direttore li ha convinti a tornare al lavoro dopo avere strappato a Soru l’impegno di incontrare il Comitato di redazione e verificare insieme quali soluzioni ci siano per evitare tagli draconiani. Torna lo spettro della chiusura, già vissuta nel luglio del 2000. Il quotidiano ripartì poi con Colombo pochi mesi dopo. Delle intenzioni di Soru al Pd non sapevano niente. A Largo del Nazareno, già alle prese con una difficile tenuta politica dopo le dimissioni di Walter Veltroni, dicono che non si aspettavano una mossa del genere da parte dell’editore sardo. Ma è evidente che il partito, oltre che una moral suasion su Soru, altro non può fare! (*) Berlusconi: «Soru? E’ un incantatore di serpenti, è una persona fallita in tutto quello che ha fatto, fallito come imprenditore, come politico, come governatore della Sardegna».

di Nicoletta Salata per dituttounblog.com
La Solfatara di Pozzuoli è uno tra i 40 antichi vulcani che si trovano nella zona dei Campi Flegrei, un comprensorio a nord di Napoli nei cui dintorni vi sono luoghi storici di particolarissimo interesse quali l’ Anfiteatro Flavio, l’Acropoli di Cuma, le Terme di Baia, il Tempio di Serapide.
Con un’estensione di circa 33 ettari, essa è anche un’oasi naturalistica in cui oltre ai noti fenomeni vulcanici, quali le fumarole, i Pisciarelli, la Caldara, la fangaia, il pozzo, le mofete (famosa la Grotta del Cane*, citata anche da Goethe e Dumas) ed i vulcanetti di fango, si possono osservare anche zone boschive e di macchia mediterranea nonchè alcune singolarità naturali, geologiche, botaniche e faunistiche.
* In questa piccola cavità si riscontra un’ emissione di vapore d’acqua e anidride carbonica: essendo quest’ultima più pesante dell’aria tende ad accumularsi in basso fino a 30 – 40 cm dal suolo. Nei secoli scorsi, per mostrare questo fenomeno ai visitatori si usava (povera bestia!) introdurre un cane che dopo pochi attimi dava infatti segni di soffocamento. Se però veniva altrettanto velocemente riportato all’esterno si riprendeva immediatamente e i disturbi respiratori scomparivano. Il “trucco” era che il cane veniva gettato nel lago a pochi metri dalla grotta e lo shock termico lo faceva riprendere all’istante! Si poteva così assistere alla sua “resurrezione”, al punto che in pochi secondi era in grado di correre lungo le rive del lago.
Ieri la Solfatara di Pozzuoli ha fatto notizia per le recenti scoperte di studiosi italiani e americani relative agli effetti positivi sull’erezione di topi e uomini che l’ idrogeno solforato produce nel mantenere l’omeostasi cardiovascolare, controllando dilatazione e costrizione dei vasi.
Per le notizie tecniche si ascolti il servizio del Tg sul video che segue.
E per dettagli scientifici leggere qui.
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=48909&sez=PIACERI
Resterà ora da stabilire come organizzare le…sedute per l’inalazione di idrogeno solforato, vere e proprie sniffate di virilià. Per chi, curioso o bisognoso, volesse provare gli effetti della solfatara e non potesse raggiungerla ecco che i simpatici e fantasiosi partenopei potrebbero duplicare il già noto prodotto souvenir “Aria di Napoli” con il nuovo, rigenerante, senza controindicazioni, effetto assicurato, aerobico Viagra in barattolo, di cui mi sono permessa di modificare il packaging con un artigianale pc-restyling!

di Benny Casalanzio Borsellino – da bennycalasanzio.blogspot.com
Dal 2 marzo Tina Montinaro, moglie di Antonio, caposcorta di Giovanni Falcone morto nella strage di Capaci assieme al suo giudice, è cittadina onoraria di Salemi. Ad investirla è stato il sindaco Vittorio Sgarbi nel corso della conferenza sul tema «Mafia ed antimafia: riflessioni nel 20° anniversario della morte di Leonardo Sciascia». «Per essersi distinta, con incisivo impegno, sempre attuale e costante, nel portare avanti e promuovere la lotta contro la cultura mafiosa, assumendo iniziative volte a sostenere la legalità. La sua tenacia è un baluardo cui guardano con speranza madri, mogli, figli e quanti hanno perso i propri cari nella guerra contro la mafia».
La vedova Montinaro, riferendosi all’opposizione di Rita e Salvatore Borsellino alla cittadinanza per Agnese Borsellino, ha trovato il tempo di fare anche una battuta: “A scanso di equivoci, dico che mia sorella è d’accordo”. “Per me è è molto importante questa cittadinanza di Salemi, soprattutto perché a proporla è una persona straordinaria come Vittorio Sgarbi che in questi anni mi ha sostenuto moralmente”.
Il 7 aprile 1995 Sgarbi legge al TG5 una lettera “anonima” che svela i veri colpevoli dell’assassinio di Don Pino Puglisi: mandante il procuratore Caselli e come killer Leoluca Orlando. Chissà cosa avrebbe detto Antonio Montinaro, che per un giudice sacrificò la sua vita, su un individuo che parla così dell’erede del pool. Per questo scoop il pregiudicato biondo che fa impazzire il mondo si becca una condanna in primo e in secondo grado, poi prescritta.
Lo “straordinario Sgarbi”. Il 14 agosto 1998, dopo la morte di Luigi Lombardini, in un’intervista a Il Giornale ne attribuisce la responsabilità alle «inchieste politiche di Caselli uomo di Violante», in quanto «il suicido di Lombardini ha evidenziato la natura esclusivamente politica dell’azione di Caselli e i suoi e ne chiede «l’immediato arresto» nonché la «sospensione dal servizio e dallo stipendio». Chissà cosa avrebbe detto Antonio Montinaro, che per un giudice sacrificò la sua vita, su un individuo che parla così dell’erede del pool.
Nel 1996, con sentenza definitiva della Pretura di Venezia, è stato condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, per produzione di documenti falsi e assenteismo mentre era dipendente del Ministero dei Beni culturali, con la qualifica di funzionario ai Beni artistici e culturali del Veneto. Chissà cosa avrebbe detto, il due marzo, Antonio Montinaro.
di Sergio Fornasini
Al superblogger italiano (primo in tutte le classifiche del globo terracqueo, almeno in Italia), citato ripetutamente dalla stampa estera, dalla mia bassa ed insignificante posizione molto indegnamente oso consigliare di scegliere collaboratori più reattivi. O almeno di esserlo lui stesso, qualora agisca in prima persona, per decidere cosa pubblicare o no sul suo titolato blog.
Da quelle parti risulta infatti pubblicato solo ieri un articolo che si avvede della nomina di Totò Cuffaro quale membro della commissione di vigilanza Rai, a questo indirizzo. Tra le numerose pubblicità riguardanti acquisti di DVD grillini spunta infatti la notizia, ormai parecchio vecchiotta, dell’avvicendamento in casa UDC. Noi ne avevamo parlato sei giorni prima in questo post , e non eravamo neppure i primi a farlo.
di Sergio Fornasini
Della misteriosa scomparsa del sito marcotravaglio.it avevo parlato qualche giorno fa, questa mattina il mistero si è infittito ed ora la vicenda sembra chiusa, ma andiamo per ordine.
In mattinata stavo visitando il sito www.19luglio1992.com, una veloce lettura agli editoriali e lettere aperte, poi noto la pagina dei link. La consulto, ed alla voce “forum” viene segnalato un solo sito, Marco Travaglio (sito non ufficiale). Mi sono chiesto se puntava al vecchio forum scomparso o al nuovo, ancora meno ufficiale del primo. Clicco e… sorpresa! È ritornato il forum, con tutte le discussioni ancora al loro posto. Qualcuno ha aperto un nuovo thread negli off-topic (dal titolo “Resuscitato il forum!”) e si domanda a cosa sia dovuta la ricomparsa. Altri tre o quattro nel frattempo intervengono, uno si chiede: ma due forum non sono troppi? scrivo di qua o scrivo di la? Non avrà mai la risposta, di lì a poco l’indirizzo non è più raggiungibile. Un forum a singhiozzo! Nel frattempo la situazione è stata notata anche dai transfughi verso il nuovo forum non-non ufficiale, all’indirizzo http://marcotravaglio.mastertopforum.net. Ne discutono, c’è chi ha fatto in tempo a vedere il resuscitato e chi no.
Rifaccio un check intorno alle 14:00 e (forse) si dissolve il mistero: digitando www.marcotravaglio.it si finisce direttamente su http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/. Insomma alla fine Ponzetti aveva le informazioni giuste, l’owner del dominio Ottaviano Bertei da Prato stava cedendo il tutto a MT e Chiarelettere.
Allora vediamo se ho capito, riepilogando: Ottaviano Bertei è il titolare del dominio marcotravaglio.it, risulta aver rinnovato la registrazione ieri alle 17:30:07. Questa mattina il vecchio forum era di nuovo online, ecco qua un allegato in .pdf che lo dimostra. Dopo qualche ora il sito era rediretto ad altro indirizzo, non più un forum ma il blog voglioscendere.it, le vecchie pagine non erano più raggiungibili.
Sembra finita qui, invece digitando http://www.marcotravaglio.it/forum/search.php c’è ancora una via aperta per accedere al vecchio sito, si riceve invece un messaggio di errore puntando l’indirizzo http://www.marcotravaglio.it/forum/index.php (indice del forum).
Intanto sul nuovo forum non sanno più che pesci pigliare, ovviamente. Il moderatore Morelli dichiara: «Senza problemi ragazzi, se da quelle parti non si è capito che un forum non è un blog, e che dialogare come facciamo qui (botta e risposta su svariati thread) non è possibile su voglioscendere.it allora stiamo bene qui dove siamo adesso…easy», l’utente Antonella gli risponde: «Ma infatti, io è vero che leggo spesso e intervengo raramente, ma su quel blog è impossibile anche leggere e in più i signoraggisti fanno da padroni».
Roba da far venire il mal di mare anche ad una acciuga: ora c’è, tra poco è svanito. Fulgido esempio di professionalità, veramente ammirevole.
Il tutto ovviamente condito con zero (dico zero) parole di spiegazione da chi sta conducendo questo balletto web tra utenti disorientati, complimenti.
Un’ultima nota a margine, rivolta all’utente Ainat del nuovo forum, tiene un blog che pubblica pochi post al mese (non al giorno), quasi tutti di MT all’indirizzo http://espressionilibere.wordpress.com/ con lo pseudo Taniaolaf: questo non è il blog di Gmast. Ci manca molto, ma in queste pagine scrivono per il momento solo Sergio Fornasini e Nicoletta Salata. Siamo aperti a proposte di collaborazione, purché prodotta da tipi volenterosi e corretti, che sappiano scrivere da soli e non copincollando.
pubblicato da candidonews.wordpress.com
Dario Franceschini, un co.co.pro alla guida del PD, un “Segretario a progetto” che guiderà il partito per 8 mesi, attraversando le forche caudine delle elezioni amministrative ed europee. I sondaggi di questi giorni danno il Partito Democratico attorno al 23%, ben 10 punti sotto il risultato delle politiche 2008. Come potrà il nuovo segretario risollevare le sorti di una formazione politica cosi malridotta? Nessuno lo sà, possiamo però provare ad analizzare alcuni fattori che giocano in favore dell’ex vice di Veltroni.
Mani Libere. Dario Franceschini, appena nominato, ha azzerato il governo ombra veltroniano ed ha nominato una “sua” segreteria. Franceschini infatti non deve render conto a nessuno, non ha “obblighi” verso questa o quella corrente. Walter Veltroni, eletto dai cittadini nell’ottobre 2007, era sostenuto da tre liste, una di “Sinistra” , una di “Centro” ed una di “CentroSinistra”. In pratica una piccola “coalizione”, da Rutelli a D’Alema passando per Bersani e Binetti, che ha condizionato e “limitato” le sue azioni. Egli infatti, durante il suo mandato, ha dovuto rendere conto a queste liste (o correnti) di partito, non ha quindi potuto fare scelte totalmente indipendenti.
Franceschini invece non è stato eletto con l’appoggio di questa o quella lista, ha avuto il voto del 33% della Assemblea del PD (pari al 92% dei votanti) e sopratutto ad ottobre, a suo dire, concluderà il mandato non ripresentandosi come candidato segretario al Congresso che, come probabile, incoronerà Bersani suo successore. Un segretario a “tempo” con mani libere da correnti e da consensi.
Tale situazione però potrebbe giocare in favore dell’ex esponente della Margherita. Se infatti riuscirà a “contenere” la probabile sconfitta di giugno, potrà giocarsi qualche carta per una eventuale sua candidatura al Congresso.
Motivare gli elettori. L’opera di motivazione è gia iniziata e forse Berlusconi sta sottovalutando il suo nuovo “avversario”. Due esempi possono far capire come Franceschini stia impostando la sua leadership. L’antiberlusconismo di ritorno, usato dal nuovo segretario del PD ha un suo scopo, rimotivare tutti gli elettori delusi dalla “mollezza” della gestione Veltroniana, arrivata anche a non nominare “il leader dello schieramento avverso”, cosa che ha favorito una fuoriuscita di voti verso Di Pietro o “il non voto”. Non penso minimamente che Franceschini sia un antiberlusconiano, lo fa per convenienza naturalmente ma questo potrebbe bastare a recuperare consensi, anche grazie allo sbarramento delle Europee.
Incalzare il governo sui grandi temi usando proposte ad effetto. Franceschini ha iniziato con “l’assegno di disoccupazione per tutti”, una proposta sensata in un periodo di crisi come questo. L’aveva già fatta Veltroni un mese fa (leggi qui) ma passò inosservata, invece questa volta ha avuto maggiore eco e persino Berlusconi ha risposto, negando la possibilità di realizzare tale progetto. Cosi facendo Berlusconi ha “legittimato” il suo avversario,concedendo ciò che non fece con Veltroni. E questo potrebbe essere un segnale di “sottovalutazione” da parte del Cavaliere verso il nuovo leader PD. Continuando su questa strada, il PD potrebbe riprendere ulteriori consensi e se a giugno il partito dovesse superare quota 27% e tenere città importanti come Firenze e Bologna, allora ad ottobre Bersani potrebbe pentirsi amaramente di essersi tirato indietro per l’ennesima volta nel momento del bisogno.

da www.ilblobber.com
L’agenda rossa di Paolo Borsellino scompare per sempre, per una sentenza e nella disattenzione dei media. Palermo, 19 luglio 1992.
Un uomo in abiti civili si allontana, a passo svelto, dall’inferno di fiamme di via D’Amelio. Tiene stretta una borsa di pelle. E’ quella del giudice Paolo Borsellino, appena trucidato insieme agli agenti della scorta. Dentro la borsa c’è l’agenda rossa dalla quale il magistrato non si separava mai. Quelle immagini riprese dalle telecamere dei primi reporter giunti sul posto, hanno rappresentato, in questi lunghi 17 anni, la speranza di giungere a una verità superiore, di capire quali interessi esterni alla mafia abbiano scatenato, due mesi dopo l’eliminazione di Giovanni Falcone, i macellai di Cosa nostra.
Ebbene, quella verità non la conosceremo mai. Con una sentenza passata nel silenzio, praticamente ignorata da giornali e TG, con gli italiani, forse ipnotizzati dal festival di Sanremo o impegnati a sbirciare nel buco della serratura del Grande Fratello, la Corte di Cassazione ha passato il definitivo colpo di spugna sulle stragi che hanno cambiato il volto dell’Italia. L’uomo che sottrasse dall’auto blindata di Borsellino quella borsa era il capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli, oggi colonnello. La suprema corte ha respinto il ricorso della Procura della Repubblica di Caltanissetta contro il proscioglimento dell’ufficiale. Non ci sarà un processo.
Dunque, quelle immagini è come se non fossero mai esistite.
E perciò l’agenda rossa sulla quale Borsellino annotava riflessioni, intuizioni, notizie, è un’invenzione. Arcangioli si è sempre difeso sostenendo di non aver mai preso l’agenda e che la borsa fu consegnata subito dopo. Un fatto è certo però: l’agenda non è mai stata ritrovata.
Carico di rabbia e di amarezza il commento di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, un uomo coraggioso che ha speso questi 17 anni, alla ricerca della verità. “La giustizia è morta – dice – e ogni volta che viene negata si rinnova quel massacro. E ci sono giudici che in questi anni sono stati eliminati senza bisogno di tritolo, quando hanno osato avvicinarsi ai fili scoperti della corruzione”.
Paolo Borsellino era a un passo dall’aprire la porta dei “santuari” della mafia, quel terzo livello su cui si era rotto la testa prima di lui Giovanni Falcone. Con la sentenza della Cassazione è stata messa la pietra tombale sulla stagione delle stragi. E Borsellino è sparito dall’agenda della nostra italietta.
Guarda il video “L’agenda rossa di Borsellino”
di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Il 1 ottobre 2002 una violenta scossa sismica si abbatteva sul Molise, epicentro a San Giuliano di Puglia. La traballante scuola “Francesco Jovine”, finita di ristrutturare da appena un mese e mezzo, crollava causando la morte di 27 bambini ed una maestra. Nell’emozione ed il dolore che seguiva al tragico evento, il 4 novembre 2002 l’allora (ed attuale) Presidente del Consiglio dichiarava: «Ricostruiremo San Giuliano di Puglia con gli architetti di Milano 2: parchi, case moderne e verde pubblico entro due anni». Insomma villette immerse nel verde, piste ciclabili, centri commerciali, benessere e svaghi per tutti.
Di anni ne sono trascorsi più di sei e c’è ancora gente che vive nei prefabbricati del post terremoto. Da allora si sono susseguite ben cinque visite del capo del Governo nella cittadina molisana, l’ultima il 18 settembre 2008 in visita alla ricostruita scuola. Avrà notato che di San Giuliano 2 nemmeno l’ombra?
La giustizia ha fatto il suo corso, ed ha chiamato a rispondere del crollo della scuola “Jovine” sei imputati: il titolare della ditta che costruì l’edificio nel 1958, l’allora sindaco della cittadina, il dipendente comunale responsabile, il progettista e due imprenditori edili che hanno eseguito le opere di ristrutturazione. Nel 2007, in primo grado, erano stati tutti assolti “perchéil fatto non sussiste”, con grande disappunto da parte dei familiari delle vittime. Lo scorso 25 febbraio la Corte d’Appello di Campobasso ha ribaltato la sentenza, assolvendo solo l’imprenditore che aveva edificato la scuola negli anni ’50. Condanne complessive per 25 anni e nove mesi agli altri imputati, riconosciuti colpevoli di concorso in omicidio colposo, con pene che variano da 2 anni e 11 mesi ai 6 anni e 10 mesi. Le pene più pesanti inflitte al progettista ed al tecnico comunale responsabile, per tutti l’interdizione ai pubblici uffici. “Giustizia è fatta”, hanno dichiarato i familiari delle vittime. I condannati hanno preannunciato ricorso in cassazione.
L’associazione «San Giuliano di Puglia Cittadinanzattiva>», costituitasi parte civile nel processo, è stata riconosciuta parte lesa con diritto al risarcimento del danno (primonumero.it). Sempre secondo la stessa fonte, «Non è stato riconosciuto alcun risarcimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministeri dell’istruzione, anch’essi parti civili. Anzi la Corte d’appello ha anche disposto la trasmissione degli atti al Tribunale dei Ministri al fine di valutare eventuali responsabilità dello Stato Italiano per ritardo nei soccorsi».
La giustizia sta facendo il suo corso, la ricostruzione procede decisamente a rilento. Sottilineavo prima come a distanza di ben più dei due anni inizialmente promessi per la ricostruzione esistano ancora famiglie che vivono nei prefabbricati. Fortunatamente non sono stati dimenticati del tutto, per fornirli di tutti i comforts possibili nello scorso giugno è stato stanziato un milione di Euro per dotarli di collegamento Internet a banda larga. Baraccati si, ma digitalizzati!
E non si tratta dell’unico “investimento” bizzarro con i fondi stanziati, vedi l’articolo tratto da Repubblica che propongo.
suggerimento alla discussione di Dean Keaton
Leggete questa agenzia che riporta il comunicato del Sap, il sindacato autonomo di polizia.
Roma, 20:32
RONDE: SAP, AL VIA LOTTIZZAZIONE PARTITI E NOI BADANTI
Assistiamo a Torino al tentativo di lottizzazione delle ronde: ogni partito potrebbe istituire suoi gruppi di volontari anche perche’ il Governo ha intenzione di stanziare dei fondi ad hoc, mentre si continuano a tagliare risorse per polizia e carabinieri, che rischiano di diventare badanti. A formulare questa denuncia e’ il Sap, il sindacato autonomo di polizia. “Le nostre volanti sono ferme in officina perche’ non ci soldi per pagare la manutenzione: a questo punto lancio una provocazione – afferma il segretario provinciale e dirigente nazionale del Sap, Silverio Sabino – chiudiamo le forze dell’ordine e affidiamo tutto a ronde e vigilantes. Forse questo e’ il modello di sicurezza che qualcuno ha in mente”. A Torino, aggiunge, “rischiamo di dover impiegare il personale di Polizia, gia’ sotto organico, per controllare le varie ronde che cominciano a vedersi in giro, da Tossik Park e Porta Palazzo per altro non regolamentate visto che il decreto governativo che le ha istituzionalizzate non sara’ operativo fino alla definitiva conversione in legge. Non dimentichiamo che la nostra e’ una citta’ c’e’ una forte presenza dei centri sociali e questi cittadini in libera uscita, questi dilettanti allo sbaraglio, oltre a mettere a repentaglio la loro incolumita’, rischiano di alimentare un clima di tensione continuo, con evidente aggravio di lavoro per le forze dell’ordine: questo ruolo da badanti non lo accetteremo mai – avverte – e condividiamo le preoccupazioni espresse dal Cocer Carabinieri. Molti cittadini hanno capito che dietro l’operazione ronde si nasconde l’ennesimo bluff visto che le risorse per le forze dell’ordine continuano ad esser tagliate – conclude Sabino – o incrementate in misura insufficiente alle reali esigenze”.
http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/RONDE-SAP-AL-VIA-LOTTIZZAZIONE-PARTITI-E-NOI-BADANTI/news-dettaglio/3577389
Pur capendo le esigenze di ordine pubblico, qualcuno dovrebbe spiegare al sindacato autonomo di polizia che il Governo, oltre a non aver ancora regolamentato la libera circolazione di gruppi di cittadini armati di fascetta al braccio e telefono cellulare, non ha per ora autorizzato nemmeno lo spaccio di droga e gli innumerevoli atti illegali compiuti da giovani e non dei centri sociali.
di osservatoriosullalegalita.org
Dopo le critiche al decreto sicurezza giunte dai penalisti, anche i giovani avvocati fanno sentire il proprio dissenso per un decreto che – denunciano – riduce le garanzie.
La Giunta dell’Associazione Nazionale Giovani Avvocati, riunita in Roma il 28 febbraio, ha infatti osservato che i provvedimenti adottati recentemente dal Governo, in nome della diffusa necessità di incrementare il livello di sicurezza dei cittadini e a garanzia di una giustizia più efficiente, “rischiano di privilegiare esigenze di ‘efficienza repressiva’, incidendo significativamente sui diritti delle persone e sulle garanzie difensive”.
Secondo i giovani avvocati, “il necessario bilanciamento degli interessi non può compromettere i diritti del cittadino ed in particolare il diritto di difesa che, in quanto inviolabile ed insopprimibile, deve resistere inalterato dinanzi all’onda delle emozioni, alle manifestazioni delle ‘piazze’ ed ai principi di una politica dell’emergenza. La durata del processo penale, inoltre, non può essere misurata con il metodo del doppio binario, che prevede regole e tempi diversi in considerazione del maggior allarme sociale del reato contestato e non della complessità dell’accertamento richiesto ai fini della ricostruzione del fatto”.
L’AIGA, pertanto, invita le forze politiche ad analizzare il tema della sicurezza dei cittadini attraverso un approccio diverso ed empirico, che persegua l’efficienza della giustizia nel pieno rispetto dei principi del giusto processo e della durata ragionevole. In quest’ottica, assoluta priorità meritano, a giudizio dei giovani avvocati, “l’attenta utilizzazione dei mezzi e delle risorse disponibili, la applicazione della digitalizzazione dell’amministrazione della giustizia, la rivisitazione del sistema delle notifiche, la revisione della disciplina per l’accesso ad incarichi direttivi degli uffici giudiziari ed infine la meditata revisione della geografia delle circoscrizioni giudiziarie”.
di Alessandro Iacuelli per altrenotizie.org
Berlusconi non ha dubbi e formalizza il ritorno del nucleare in Italia, illustrando l’accordo di cooperazione energetica siglato con il presidente francese Nicolas Sarkozy. E l’inquilino dell’Eliseo immediatamente conferma, offrendo all’Italia “collaborazione piena ed illimitata”. E’ il primo passo di “una politica nucleare comune tra Italia e Francia in una prospettiva paritetica e di lungo periodo”, sottolinea Berlusconi, spiegando che l’Italia collaborerà alla realizzazione di altre centrali nucleari in Francia e in altri Paesi e costruirà centrali nucleari anche sul proprio territorio. Centrali che, come raccontato più volte su queste pagine, l’Italia non è in grado di costruire da sola. Infatti Berlusconi afferma anche che la Francia “ci ha messo a disposizione il suo know-how”, un insieme di conoscenze che l’Italia ha perso dopo il 1987 e che, anche per il nucleare, la rende fatalmente dipendente dall’estero.
Poi, come da 15 anni ci ha abituati il re italiano della pubblicità e della comunicazione televisiva, inizia l’ennesimo spot demagogico, basato su slogan che capovolgono la realtà dei fatti. Tanto per cominciare, Berlusconi ringrazia il presidente francese, perché “ora la Francia con grande generosità si apre a noi”. E’ ovvio che non si tratta di generosità: le aziende francesi di costruzioni nucleari sono in grande crisi economica e finanziaria, crisi originata dal fatto che se si escludono Finlandia e Bulgaria, nessun Paese al mondo intende più costruire centrali per generare elettricità con una tecnologia che è ormai al capolinea e che è stata già ampiamente bocciata dal mercato. I costruttori nucleari francesi sono quindi rimasti imprigionati nel loro stesso mercato interno, ma in Francia non si possono certo costruire centrali nucleari come si costruiscono forbici o scope, così l’Italia diventa l’improvviso spiraglio per ammortizzare la propria crisi. A nostre spese.
Il neocolonialismo francese ottiene nuovi spazi nella nostra penisola. Dopo aver riempito il territorio nazionale di supermercati, aver acquisito catene di distribuzione italiane, dopo aver acquistato a suon di milioni di euro aziende aerospaziali italiane e gruppi assicurativi o bancari, adesso si prepara ad invadere il nostro mercato anche con l’energia nucleare. Qualcuno obietta che già da anni l’Italia importa energia elettrica dalla Francia, ma è un’obiezione da sempre in malafede: l’importazione è iniziata con la privatizzazione del mercato dell’energia in Italia, e l’importazione dalla Francia era vantaggiosa proprio per le tariffe francesi, che essendo statali erano, durante la notte, inferiori a quelle delle centrali (private) italiane. Così gli italiani preferirono spegnere di notte le proprie centrali ed importare energia da Francia e Svizzera. L’assurdità di questa pratica, volta solo al risparmio economico, salì agli onori delle cronache con il black out nazionale del settembre 2003.
Berlusconi non si ferma a questo. La demagogia continua quando dichiara che i francesi con il nucleare “producono l’80% del loro fabbisogno energetico consentendo ai consumatori d’oltralpe di pagare le bollette la metà di quanto pagano gli italiani”. I francesi (ancora per poco) pagano la metà perché l’energia elettrica è ancora un servizio pubblico e non privatizzato come da noi, pertanto le tariffe elettriche francesi non sono quelle di mercato, alle quali siamo soggetti noi italiani, ma tariffe tipiche di un servizio statale. Come era da noi 20 anni fa. La pacchia finirà anche per i francesi, con la privatizzazione di EDF.
Intanto, da noi in Italia la tariffazione è già a valori di mercato e l’energia prodotta per via nucleare costa molto di più di quella che usiamo attualmente. Berlusconi, e con lui sia i francesi, sia la nostra Confindustria, continuano a parlare di un costo di produzione di 3 centesimi di dollaro per chilowattora, dimenticando appositamente di dire che questi 3 centesimi sono calcolati per un impianto che ha già ammortizzato il costo di costruzione e su un costo dell’uranio che è quello dei vecchi contratti, che scadranno nel 2012. Uno studio che ha cercato di fare una stima dei costi reali è stato compiuto dal Keystone Center, ed ha valutato un costo pari a 8-9 centesimi di dollaro per chilowattora, cioè un costo triplo rispetto a quello che la lobby del nucleare vuol far credere ai cittadini.
Secondo i piani del premier saranno quattro le centrali nucleari previste in Italia. La prima dovrebbe essere pronta nel 2020. A questo punto è bene precisare che nel 2020 il costo dell’uranio, molto più raro e prezioso del petrolio, sarà secondo le stime triplicato, e ci si aspetta addirittura un suo esaurimento entro il 2040-2050. Pertanto stiamo per spendere soldi per costruire centrali che nasceranno già obsolete, dopo aver speso qualche miliardo di euro di soldi pubblici.
Gli impianti dovranno essere di tecnologia EPR, una tecnologia che richiede zone poco sismiche o molto stabili, vicino a grandi bacini d’acqua, ma senza pericolo d’inondazioni, possibilmente lontano da luoghi densamente popolati. In pratica, luoghi che in Italia non ci sono. In base a questi criteri, il quotidiano La Stampa ha interpellato alcuni esperti che hanno individuato alcune zone adatte. Così sono rispuntati i siti già individuati negli anni ’70. Sono stati fatti i nomi di Caorso, nel Piacentino, e Trino Vercellese (Vercelli), perché collocati sulla Pianura Padana, caratterizzata da scarsa sismicità e disponibilità di acqua di fiume. Poi, Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, adatto per scarsa sismicità e acqua di mare. Se si considera invece la lontananza da grandi centri abitati e la stabilità del terreno si possono vagliare la Sardegna, la costa rivolta verso l’Africa della Sicilia (che si è candidata), la Basilicata ed alcune aree della Puglia. Il Veneto, prosegue La Stampa, si è fatto avanti proponendo Porto Tolle (Rovigo). A questi, il quotidiano Il Giornale ha aggiunto Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venezia), Ravenna, Termoli (Campobasso), Mola (Bari), Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento) e Oristano. Ma la maggior parte di questi luoghi sono già occupati da impianti energetici tradizionali.
Secondo Greenpeace l’accordo firmato tra Italia e Francia sul nucleare è a tutto vantaggio di Sarkozy, che sta cercando di tenere in piedi l’industria nucleare francese, ma non offre all’Italia nessuna garanzia di maggiore indipendenza energetica ed è anzi contro gli obiettivi europei di breve termine; infatti, il governo italiano, lo stesso governo che firma accordi-regalo con la Francia, ha anche appena firmato accordi europei vincolanti per giungere a una quota del 35% di energia elettrica da fonti rinnovabili al 2020.
Altri Paesi, a cominciare da Stati Uniti e Giappone, hanno già capito che il nucleare non ha risolto nessuno dei suoi stessi problemi, da quello delle scorie (non esiste un deposito di scorie definitivo su tutto il pianeta), alla sicurezza intrinseca (gli incidenti sono decuplicati dagli anni ’60 ad oggi) alla proliferazione nucleare (la filiera produttiva nucleare civile è la stessa di quella militare). Gli USA l’hanno capito, e non costruiscono altre centrali nucleari, attendendo che semplicemente vadano in dismissione quelle esistenti. In tal modo usciranno dal nucleare nell’arco di qualche decennio. L’hanno capito in Gran Bretagna come in Spagna. Ancora una volta, è l’Italia ad essere in controtendenza.
Il nucleare non risolve neanche il problema delle emissioni in atmosfera: anche raddoppiando l’attuale numero di reattori, cosa che accelererebbe l’esaurimento delle risorse accertate di Uranio che, ai livelli attuali, non superano i cinquant’anni, il contributo del nucleare alla riduzione delle emissioni sarebbe marginale, non oltre il cinque per cento. Con gli stessi investimenti in maggiore efficienza energetica negli usi finali l’effetto di riduzione delle emissioni sarebbe fino a sette volte superiore. “La lobby nucleare”, spiega Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace, “cerca di evitare una crisi legata alla marginalizzazione di questa tecnologia che, nei mercati liberalizzati, come in USA, è sostanzialmente ferma da 30 anni. Gli unici investimenti effettuati, infatti hanno riguardato il ripotenziamento e la manutenzione dei vecchi impianti”.
In Italia raggiungiamo poi l’assurdo con l’accordo firmato da Berlusconi e Sarkozy. Per la tecnologia francese EPR, esistono solo due cantieri: uno in Finlandia e uno in Francia, nessun impianto ancora funziona. In Finlandia i costi effettivi a metà della costruzione hanno già superato del 50 per cento il budget. L’autorità di sicurezza nucleare finlandese ha riscontrato 2100 non conformità nel corso della costruzione. Il Presidente Sarkozy, in assenza di nuovi ordinativi, ha annunciato che la Francia, cioè lo Stato, chiederà a AREVA – società quasi interamente pubblica – di costruire un secondo reattore EPR in Francia. Un’implicita dimostrazione che nucleare e mercato non sono compatibili: a ordinare reattori dovrebbe essere un’azienda non lo Stato. Ma si tratta di un settore che il mercato ha già bocciato. E quando qualcosa non funziona, non va bene, è retrograda e non porta miglioramenti, per miracolo diventa una grande opera nell’Italia di Berlusconi.