Cultur@ C'era una volta Padova. E le "ronde" non stanno a guardare.

Sunday, 1 March 2009
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 sturmtruppen 

di Nicoletta Salata  per www.dituttounblog

Padova è la mia città, ci sono nata e vi abito.

Qualche anno fa mi è stato regalato un libro in cui, come uno sguardo nostalgico sul passato, sono state raccolte numerose fotografie di esercizi commerciali o artigiani (in alcuni casi veri e propri “antichi mestieri”) e delle persone che li conducevano. Mi ha fatto una certa impressione osservare volti che vedevo da ragazzina e negozi che in seguito hanno ceduto il posto ad altro genere di occupazioni.  Negozi e botteghe che per svariate ragioni hanno cessato nel tempo la loro attività, prevalentemente distribuite nel centro storico. È lì infatti, tra portici, angoli e viette  che si diramano fitte dalle antiche piazze verso il ghetto, in quella parte della città più nascosta ma più vera, che si possono respirare quei lusinghieri aliti di antichità che ogni città civile ed accorta valorizza ed orgogliosamente tutela.

Nell’ottica del progresso, della modernizzazione, del cambiamento ed in presenza di responsabili  amministrativi che guardano più al lucro che alla tutela di un patrimonio culturale, si ottengono spesso dei vantaggi e degli adeguamenti indispensabili da un lato e soddisfacenti dall’altro. Ma accade talvolta che si sacrifichino, senza rendersene conto al momento, ma scoprendolo molto tempo dopo, quando il volto di una città o di un quartiere si rivela cambiato inesorabilmente, delle preziose ed irrecuperabili realtà che forse dovevano essere salvaguardate. In effetti è difficile comprendere, nel momento in cui si vanno ad autorizzare certi cambiamenti, in quale direzione muoversi anche perché spesso è quando le cose non si possiedono più che se ne comprende il loro valore. E quel che fu ritenuto una innovazione nel segno di un costruttivo  sguardo al futuro può rivelarsi, in quel futuro che prima o poi arriva, un peccato il cui pentimento non può assolvere.

Un secondo aspetto di questo cambiamento al quale più o meno ogni luogo va incontro, è nel caso di Padova quello determinato dall’insediamento di un rilevante numero di persone di altra nazionalità. Tralasciando quel che accade nelle zone residenziali e periferiche, ma considerando ancora solo la parte centrale, va ad esempio riscontrato che la zona circostante alla stazione e la via principale che da lì conduce verso il centro sono ormai costellate di attività cinesi, dell’est, africane ecc…   Senza bisogno di specificare che non si tratta di avversione contro l’uno o l’altra etnia e le loro rispettive, speriamo oneste, attività non posso fingere però che sebbene io passi di rado in quelle zone, mi stupisca negativamente vedere la città trasformarsi in questo suo nuovo ed irriconoscibile aspetto.    La sensazione è che sia in atto una sorta di accerchiamento che lentamente avanza e che procedendo di questo passo finirà per travolgere metro dopo metro la vecchia facciata di una città che in questo travestimento oltretutto non si sta affatto abbellendo, semmai il contrario.

 

Anche oggi Padova è nella cronaca per i disordini che si sono verificati venerdì sera nella zona della stazione tra le cosiddette “ronde” e i soliti “disobbedienti” che fanno riferimento ad alcuni centri sociali.  Per cui, vuole il colmo, le forze dell’ordine sono dovute intervenire per proteggere i “rondisti” provocati da questi ultimi.

Se da un lato non si può non  ritenere assolutamente necessari anzi indispensabili, stando così le cose, i controlli per tutelare l’ordine e la sicurezza dall’altro non sono convinta dell’utilità, della legittimità e ancor meno della scelta di affidare a queste ronde la risoluzione, sebbene parziale, di questa situazione decadente e pericolosa che in alcuni quartieri, qui come in altre città,  ha preso il sopravvento.

Soprattutto per il fatto che non credo sia compito del cittadino tutelare in questo modo i propri spazi esponendosi peraltro anche ad eventuali pericoli. Se questo comporterà sicuramente dei vantaggi, fungendo da deterrente per quei potenziali individui che normalmente delinquono i quali suppongo però che non faranno altro che spostarsi altrove (per cui sarà un inseguimento alla stregua di un classico guardie e ladri)  mi parrebbe che il delegare al cittadino questa attività di supporto alla forza pubblica, dove non sia svolta addirittura autonomamente, sia l’ennesima alzata di spalle della politica. Che con l’emanazione del decreto del ministro Maroni regolamenterà l’attività di questi volontari della sicurezza, il cui ardore è certamente apprezzabile ma per altri aspetti stride.

I quali poi di notte starebbero forse meglio a casa loro, seduti in poltrona, a sfogliare un libro, magari quello che ho citato all’inizio e che s’intitola “Dietro il banco. Padova, luoghi di civiltà quotidiana“.  E a riflettere sul fatto che sono le istituzioni e la politica ad avere il dovere di tutelare i cittadini e non il contrario. E il compito di  impegnarsi per conferire ai “luoghi”, dietro il banco e fuori, la necessaria forse non ancora perduta “civiltà quotidiana”.

Lettera a Paolo Barnard

Friday, 27 February 2009
Pubblicato nella categoria WEBNEWS

Da comedonchisciotte.org una lettera a Paolo Barnard. Molti gli spunti di riflessione e lucide, seppur amare, considerazioni sullo stato attuale della politica e società italiana. L’autore si definisce logorroico di penna,  ed in effetti la lettera è molto lunga. Però non ripetitiva o ridondante, la nostra situazione politica e sociale è complessa, concatenata nelle sue molte componenti che qui vengono analizzate e commentate.  Mi scuso in anticipo con gli eventuali commentatori ma oggi sarò abbastanza impegnato e non assicuro grande prontezza nell’approvazione dei commenti. (sf)

DI HS
Comedonchisciotte.org

Gentile signor Barnard ,

mi concedo di darLe del Lei , perché non ci conosciamo personalmente anche se , devo confessarLe di aver molto apprezzato il sui libro “Perché ci odiano” che , succintamente ma puntualmente , mostrava come il terrorismo peggiore venisse e venga , oggi come in passato , praticato dalle peggiori potenze e superpotenze (USA , Gran Bretagna , Russia e Israele). Ho seguito , poi , con attenzione , che le dispute ingaggiate con Travaglio e Ostellino sull’ultima operazione militare israeliana e la Sua “travagliata” – perdoni il gioco di parole – battaglia con i cosiddetti paladini dell’Antisistema. A questo punto dovrei presentarmi , ma non ho molto da esibirLe : sono vicino alla quarantina , abito a Milano e collaboro liberamente e a puro titolo personale con il sito Come donchisciotte per il quale scrivo articoli su vari argomenti firmandomi con lo pseudonimo HS. Come scrittore dilettante non sono granchè , ma sono affetto da una logorrea di penna che compensa la mia proverbiale laconicità. Sono stato etichettato come complottista , ma di questo non mi lamento : ad ognuno la sua etichetta.
Ho letto su Comedonchisciotte il Suo ultimo ultimo post nel quale ha ribadito ancora una volta come , in realtà , i pretesi paladini dell’Antisistema (Travaglio , Grillo , Stella , ecc…) non facciano un autentico lavoro politico , ma sfruttino l’allergia e il risentimento nei confronti della politica e dei politici italiani a proprio personale profitto. Economico, s’intende…

L’attività politica – giustamente ricorda – richiede sforzo , pazienza , serietà e un pizzico di sacrificio , la lenta , sfiancante ricerca di un consenso difficile come può essere in un paese come il nostro ove nichilismo , qualunquismo e apatia politica sono sempre in agguato. In linea di massima sono d’accordo con Lei e condivido il suo post al 95%. E’indubbio che nell’editoria , in televisione e anche sulla rete con il “fenomeno Grillo” si sia imposta un’industria dell’indignazione e della denuncia a buon mercato che riscuote un certo successo. Questo settore dell’industria culturale , dell’informazione e dello spettacolo ha sempre sfornato i suoi prodotti e avuto un suo pubblico che solo recentemente , però , ha risposto in massa a quelle sollecitazioni polemiche. E’ un’industria che annovera figure disparate : aspiranti politici , giornalisti e altri professionisti dell’informazione , scrittori , uomini di spettacolo , comici… Comici… La diffusa opinione , almeno fino a qualche tempo fa , che i comici dovessero supplire con la satira alle mancanze dei politici la dice molto ma molto lunga sul grado di serietà raggiunto dal nostro paese. Come se non bastasse la nutrita schiera di saltimbanchi che affolla il Parlamento ! Abbiamo pure un’europarlamentare che ha partecipato alla manifestazione canora sanremese… Chissà quanto deve essere impegnata ! A qualcuno , che pure si sarà lasciato sfuggire il giudizio circa una funzione propedeutica alla politica della comicità , sarà pure venuto in mente che , se si assiste ad uno spettacolo comico , al di là del contenuto “politico” , è per farsi soprattutto quattro risate ! Una mestierante della comicità che sembra prendersi molto sul serio pare essere Sabina Guzzanti , spesso eccessivamente ed inutilmente aggressiva… Nella sua compostezza il fratello , Corrado , ha mostrato di essere molto più consapevole del proprio ruolo ammettendo che la satira ha inciso esattamente al grado zero sulle vicende politiche italiane. Quando verrà in mente che , se Berlusconi qualche volta si incazza , non è perché si fanno battute e caricature sulla sua insigne persona , ma , invece , per il fatto di toccare dei nervi scoperti che si tendono al solo accenno del suo misterioso passato ? Permetta , signor Barnard , una piccola nota di colore , poco seria e un pochino stonata , giusto per addolcire un clima che poco giova alla salute complessiva della mente e del corpo. Si ricorda di quel che accadde qualche mese or sono ? L’esibizione boccaccesca di Sabina Guzzanti sulle presunte boccaccesche esibizioni del Ministro Carfagna ? Ricorda come fu difesa dal padre che , pure , politicamente , è distane dalla figlia , il quale tuonò severo contro la “puttanizzazione” della politica ? Paolo Guzzanti , quello della Commissione Mithrokin e di Scaramella , la vittima del polonio , ricorda ? Allora urge una domanda : ma chi è più comico ? Siamo sicuri che in famiglia qualcuno non abbia sbagliato mestiere ? Dopo una sana risata non può che subentrare una dolente tristezza ad ascoltare certi discorsi. Per quanto riguarda la questione della “puttanizzazione” non si capisce lo scandalo : in una società da sempre machista e dominata dall’uomo è sempre una delle non molte frecce all’arco della donna. L’arma della notte dei tempi… La disgrazia si presenta quando in Parlamento vanno le oche giulive e starnazzanti al posto delle donne intelligenti. Ah ! C’è la questione dei meriti , ma con il sesso maschile non è proprio la meritocrazia a dominare…
Mi perdoni , signor Barnard , è la mia logorrea di penna e Le tocca sopportarmi…

Il caso di Grillo , come ho avuto già modo di specificare , è evidentemente diverso : il “grillo sparlante” ha , in parte , trovato la gallina dalle uova d’oro e , in parte , si prende maledettamente sul serio. Gode al contatto con il pubblico , si sente un leader , sia pure virtuale. Personalmente ho apprezzato il comico genovese quando faceva opera di divulgazione sullo sviluppo sostenibile in tempi non sospetti e i suoi bersagli non erano affatto scontati , poi gli è presa la smania di fare il paladino dell’Antipolitica… Ne è scaturito un nuovo Grillo , sempre più scontato e sempre meno comico. Anche la sua coerenza non è delle qualità migliori : dopo che per anni si è esibito sfasciando PC e attaccando la rete , si è convertito e la sua conversione è stata… fruttifera.
Anche le liste civiche “grilline” , con il marchio di garanzia ! , si sono rivelate come un mezzo “virtuale” di atutopromozione e tutt’alpiù un’operazione di fiancheggiamento a Di Pietro. D’altronde molti dei professionisti dell'”Antisistema” , come li chiama Lei , sono parecchio vicini , almeno per quanto attiene le posizioni “politiche” all’insegna del “legalitarismo” , con l’ex giudice di Mani Pulite , il quale ha puntato tutto sull’immagine radicalmente antiberlusconiana. Di sostanza o di pura forma ? Mah !

Se lo guarda bene come sicuramente le è capitato , signor Barnard , è tutto un fottuto spettacolo in cui tutto si confonde e viene confuso , tutto viene sminuito e triturato per perderne la reale dimensione. Si confondono pure e si ribaltano i ruoli : un Travaglio può diventare molto più comico di un Grillo. Sono sicuro che , sempre nei legittimi confini delle sue opinioni politiche , Marco Travaglio fosse un ottimo allievo del maestro Montanelli che si è votato all’informazione – denuncia per affiancare e difendere il suo mentore il quale ha abbandonato il Cavaliere alla sua avventura politica sbattendo la porta. Per il buon Indro , ricordiamolo , Berlusconi avrebbe governato “con la corruzione , con la menzogna e con il manganello”. Disgraziatamente aveva ragione e non deve stupire perché il Cavaliere è stato per anni il suo editore , lo frequentava e conosceva benissimo le sue convinzioni politiche. A parer mio Travaglio costituisce l’emblema lampante di quel successo che finisce per divorare. Un tempo onesto e misconosciuto ai più operatore dell’informazione , Travaglio ha conosciuto il successo con il libro “L’odore dei soldi” , un colpo di fortuna grazie all’apporto della televisione perché già da quasi un decennio gli scaffali dedicati alla saggistica politica e all’attualità presentavano alcuni corrosivi titoli contro il Cavaliere. Da allora Marco Travaglio è stato un ospite assiduo di talk show televisivi , ha sfornato libri in quantità industriale – e dovrebbe rivelarci come fa ! – ed è una presenza fissa nel programma di Santoro , un altro “dipietrista” e “grillino” illustre. Il nostro è “sbarcato” pure a teatro dove ci diletta con i suoi spettacoli civili. Diciamocelo francamente , signor Barnard , come resistere alle lusinghe del successo , costruito sull’edificazione di un personaggio che , volentieri , si finisce per recitare. Siamo nella società dello spettacolo , dove lo spettacolo , come un circo itinerante , non si risparmia tappe. Lo spettacolo non cerca condivisione , approvazione o confronto , ma l’applauso e a Travaglio , comprensibilmente , gli applausi piacciono… Politica , informazione , spettacolo frullate per il gradimento del pubblico , non del cittadino. Signor Barnard , è evidente che non c’è nessuna pretesa di fare politica come Lei la intende , come si dovrebbe intendere… Ci sono gli uomini di spettacolo , i pagliacci , i saltimbanchi che , né più , né meno , si esibiscono per la modica cifra per cui sono stati pagati. A volte sono bravi , altre volte no… Ci sono i professionisti dell’informazione che , magari , godono di prestigio e fama , ma non si sognerebbero mai di misurarsi con la politica : è altro , il loro mestiere e non sono giornalisti militanti. Ci sono figure di confine come Grillo…
Ci sono gli Stella e i Rizzo che confezionano operazioni di successo per sganciare dalla responsabilità dei politici altrui responsabilità (i libri sono targati RCS e qualcosa vorrà pure dire…)…

Capisco , però… A questo punto quello che giustamente La irrita non è tanto il successo di persone che , più che fare politica , speculano sulla politica , ma che la gente che Le scrive , quella che Le rinfaccia di essere troppo malevolo nei confronti dei paladini e dei professionisti dell’Antisistema non ascoltino i suoi argomenti. Che ci vuoLe fare ? Non dedichi troppo tempo a leggere questi post , li cestini… Le faccio una confessione : sa perché ho scelto come pseudonimo HS ? Probabilmente non gliene importa nulla , ma io glielo dico lo stesso. HS sta per HelterSkelter , niente però a che vedere con i delitti sanguinari di Bel Air e con Charles Manson. Il riferimento è il titolo di una canzone “psichedelica” di Manson , ma non nel senso inteso dal delirante Manson. Ritengo che spesso , troppo spesso , le discussioni siano come un giro sull’ottovolante. Evoluzioni , giravolte , voli pindarici e poi… al punto di partenza , ognuno attestato sull’identica posizione da cui si era avviato. Spesso ci attardiamo in inutili giri di parole per scoprire che , alfine , nulla è cambiato e ognuno ha mantenuto la sua opinione sull’argomento. Questo non significa che non ci debba essere confronto. La disputa sulle idee può essere molto utile , ma , innanzitutto , occorre un linguaggio comune perché sia veramente costruttiva. Se non sono risse verbali si tratta molto frequentemente di monologhi che si sovrappongono. E poi chi ha veramente ragione ? Non sempre è chiaro… A volte è meglio deporre la penna o la lingua e… ognuno per la sua strada , con una stretta di mano se possibile. Signor Barnard , a me spiace che Lei si faccia il sangue amaro. La gente o se ne frega , o è intenta ad altro , o non ha coraggio ed energie , o partecipa ad inutili convegni , o si lascia coinvolgere in feste di piazza e altri inutili spettacoli… I motivi dell’amarezza di quello che , per certi versi , ha le caratteristiche di un accorato sfogo sono più che comprensibili , ma non Le sembra di disegnare prospettive troppo , oserei dire , ambiziose ? Se davvero il popolo italiano è fondamentalmente come Lei lo descrive , allora non sarebbe meglio ridimensionare propositi e aspettative ? C’è da stare veramente male se si sferrano tremende capocciate contro i mulini a vento. Ma poi è così sicuro che da centinaia di anni i popoli sono in grado di cambiare e di determinare il corso della Storia – quella con la S maiuscola – ? Le vere rivoluzioni , quelle che hanno influenzato e tracciato il corso degli anni a venire , sono state quella scientifica e quella industriale , in una sola parola : tecnologica. Per certi versi i sommovimenti politici , civili , religiosi , morali , ecc… che hanno sconvolto gli anni a venire sono state un portato , un lascito dell’evoluzione tecnologica. Ma guardiamo solo al secolo scorso per identificare le rivoluzioni politiche che ne hanno scosso la Storia. Non sono molte , anzi… Sono piuttosto pochine…

La rivoluzione sovietica in Russia e quelle comuniste in Cina e a Cuba , la rivoluzione islamista e khomeinista iraniana a cui possiamo tranquillamente aggiungere quella non violenta ghandiana in India e , purtroppo , quella nazista e hitleriana in Germania che mischiava in una miscela distruttiva e delirante elementi reazionari e di modernità. Il fascismo italiano , invece , doveva fare troppo i conti con la monarchia e i preti e con altri poteri (Confindustria e agrari) per poter permettersi il lusso di essere autenticamente rivoluzionario. L’Occidente intero , poi , a partire dagli anni Sessanta è stato investito dal cambiamento che ha condotto dal capitalismo al neocapitalismo , dall’industriale al postindustriale , dal moderno al postmoderno , cambiamento che giunge fino a noi per i suoi effetti. Il boom economico e le sua conseguenze politiche , morali e culturali non hanno coinvolto solo l’Italia , ma USA innanzitutto , Inghilterra , Germania , Francia , ecc… La crescita economica e il cosiddetto “benessere” hanno imposto un modello sociale fondato sull’individualismo , sul consumismo e sull’edonismo. Un mutamento che veniva esportato dal paese a stelle e strisce , il capofila del “mondo libero”. La cosiddetta “società dello spettacolo” che ingloba in sé rappresentazione , evasione , intrattenimento e divertimento con parecchie strizzatine d’occhio ai giovani e al “giovanilismo” , rappresenta un corollario della società neocapitalista , postindustriale e postmoderna. Per qualche verso lo spettacolo si incarica della funzione di “banalizzare” ogni discorso politico e , per altri versi , di insinuare l’indifferenza per la politica. Il trionfo del disimpegno… Nei totalitarismo europei degli anni Trenta – Quaranta (nazismo hitleriano , bolscevismo staliniano e fascismo mussoliniano) l’intento era quasi opposto : politica era l’irregimentazione delle masse e questa a sua volta era , in sé , spettacolo. In ogni caso quel che sembra bandita , oggi come ieri , è la testa pensante e , quindi , autenticamente “politica”.

Nei suoi “Scritti corsari” il grande poeta Pasolini l’aveva intuito ed aveva anticipato i tempi , ma nel periodo in cui intensi erano ancora gli strascichi sessantottini e postsessantottini , non venne compreso. Se per le destre era un “frocio” e un “comunista” , quindi persona sgradita e da eliminare come , di fatto , avvenne e nella maniera più orribile , per le sinistre esprimeva concetti e opinioni antimoderne e , quindi , era “fuori”. Pasolini ebbe , poi , l’intuizione che altri fossero , in Italia e fuori dall’Italia , i poteri che contavano e contano ancor oggi. Poteri fondamentalmente economici e finanziari piuttosto che politici. Nelle descrizioni contenute nei suoi articoli i vecchi democristiani si aggiravano come fantasmi nelle stanze del Potere che conservavano non per volontà propria. Non dovrebbe stupire se si sia ipotizzato che fra le pagine di “Petrolio” , strano romanzo incompiuto in cui , finalmente , quel Potere invisibile prende forma , risiedano le ragioni della morte del poeta – scrittore – regista. Per il cambiamento a cui si stava sottoponendo l’Italia e il popolo italiano aveva coniato l’espressione di “rivoluzione antropologica” , quindi culturale , di destra. Non trovando termini migliori , non poteva far altro che scrivere di “nuovo fascismo” , ben comprendendo in che cosa si differenziasse dal vecchio ormai giunto al capolinea con il declino inarrestabile delle dittature iberiche e di quella greca. Per Pasolini l’edonismo e l’ansia appropriativa non potevano che produrre l’esito di una violenza sempre più incontrollata di cui soprattutto i giovani sarebbero stati autori e vittime al contempo. Tutti sanno poi quel che accadde nel paese… Fu vera rivoluzione ? A mio avviso autentici sommovimenti rivoluzionari , scosse telluriche di massa furono quelle precedentemente enumerate , perché , appunto coinvolgevano le popolazioni, Poco importa , poi , se fossero più o meno buone o sanguinarie e se fossero dirette da leaders politici e partiti. Erano , comunque , autenticamente politiche… Mi permetta di far ricorso ad una metafora : è precisamente come se , ad una corrente molto forte se ne opponesse un’altra che , opposta , si fa più potente ancora e finisce per domare ed imbrigliare l’altra. La corrente opposta rappresenta esattamente il movimento di massa.

Ora , quel che è accaduto dagli anni Sessanta ad oggi è esattamente l’opposto : è il trionfo della corrente “altra” , quella che ci ha trascinato e sommerso. Abbiamo assistito ad un’onda molto ma molto lunga : l’accumulazione , il trionfo del capitale finanziario , il neoliberismo selvaggio con le privatizzazioni e lo smantellamento del welfare , la “zero tolerance” , ecc… Questo rappresenta tutto quello che , poi , avremmo ricondotto alla semantica contenuta nella parola “globalizzazione” , il sistema mondiale interdipendente dominato dal capitalismo selvaggio e nelle mani delle grandi corporations e delle maggiori multinazionali che , sia sa , sono nelle salde mani americane od occidentali prevalentemente. Lo stesso crollo di un colosso di argilla come l’impero sovietico e l’inserimento dell’est europeo nel sistema “globale” non è che parte di quella onda lunga.
Lei cita i grandi cambiamenti di cui sono stati capaci gli altri popoli e che noi , per mancanza di autostima , possiamo forse solo immaginare. Se dò ancora un’occhiata al passato per scorgere gli epocali cambiamenti , ho paura che dovrei andare molto indietro nel tempo. Mi spiace per Lei , ma l’amministrazione Reagan , di cui Bush jr. ha fornito una versione più agguerrita e aggressiva , faceva semplicemente parte della corrente che le descrivevo. Il neoliberismo di Reagan come quello del premier britannico Thatcher costituivano la traduzione pratica di principi che negli anni immediatamente precedenti erano stati enunciati un documento della Trilateral , la quale sotto certi aspetti fu fonte di ispirazione per la P2 , e che si rifacevano a concetti espressi da filosofi come Hayek o “libertari” come Nozick. Idee politico – economiche , dunque , maturate in potenti e precisi circoli finanziari e “massonici”. Una clava calata dall’alto… La corrente… Come ricorderà il premier britannico Thatcher aveva lanciato una sorta di slogan “TINA : there is no alternative”. Ed è tutto detto… In questa corrente di esprimeva una forte allergia per la partecipazione politica delle masse che rappresentava l’aspetto indesiderato dei movimenti degli anni Sessanta. Il reaganismo , come poi il bushismo , condensava neoconservatorismo , il neoliberismo “alla Trilateral” e il tradizionale anticomunismo viscerale dei falchi americani. L’elemento populista era fatto per imbrigliare le masse , per mobilitarle su pochi precisi obiettivi , non per stimolarne la voglia di cambiamento. E bisogna pur ricordare come i mass media , l’informazione e il mondo dello spettacolo entrarono proprio a partire da quegli anni in maniera decisamente massiccia per “addormentare” i cervelli. Non può essere un caso se sia il documento della Trilateral che quello della P2 attribuivano un ruolo di primo piano ai mass media nell’attuazione dei loro progetti e se la Nuova Destra si è dimostrata più accorta nello sfruttamento degli espedienti “spettacolari”.

Siamo belli e pronti a scagliarci contro i propositi di creare un sistema bipartitico in Italia , come , ancora era contemplato nel piano piduista , ma dovremmo pure ricordarci che il progetto non cambia se si guarda agli altri partner occidentali. Abbiamo, così , assistito all’epoca della fine delle ideologie – in realtà il trionfo di una sola – , alla conversione delle destre “stataliste” al verbo neoliberista e alla quasi contemporanea mutazione antropologica dei partiti di sinistra depurati da ogni forma di socialismo , ormai accolto a livello “nominale” e alla transizione dai partiti di massa ai partiti pigliatutto , partiti “mercato” che , come giganteschi comitati elettorali , si contendono un elettorato omologato e “cetimedizzato”. Il progetto della contrapposizione “lib/lab” o “con/dem” di matrice molto americana ed anglosassone. Altra schiuma sull’onda… Per quel che riguarda Obama , il fatto che sia stato eletto un Presidente nero in USA è sicuramente un evento storico , ma aspettiamo di vedere… Intanto è la Crisi che lo costringe ad agire , non potrebbe far altro , ma conviene essere cauti sul carattere “rivoluzionario” di Obama e del suo seguito. Intanto , da dove viene questa gran voglia di cambiamento del popolo americano ? Da una crisi che sta gettando sul lastrico milioni di americani e da una guerra che , oltre ad aver causato molte perdite fra le file dell’esercito americano , il Presidente uscente non ha saputo vincere. Bush jr. ha fatto molti danni… Bush jr. non ha saputo affrontare la Crisi , non ha vinto la guerra e , giustamente , se n’è andato. Dimentichiamo , però , che il Presidente Bush jr. è stato rieletto con un buon margine di vantaggio nel 2004 e più di otto anni non poteva fare. Evidentemente buona parte del popolo americano condivideva la sua politica che , ricordiamolo , era improntata sulla cosiddetta “guerra al terrore” e sulla pesante compressione dei diritti civili , umani e costituzionali e quella parte che non condivideva per la gran parte è stata zitta. Avrebbe meritato l’impeachment , ma si dovrà accontentare dell’oblio , Bush jr. intendo. Non crediamo , allora , che gli altri popoli siano così predisposti al cambiamento rispetto al nostro. Non ricordo grandi e rivoluzionari cambiamenti in Occidente da che io sono nato se non quella lunga e sotterranea onda , quella corrente… Gli americani , poi , non sono così eccezionali. L’opposizione alla guerra vietnamita diventò veramente di massa e non fatto che riguardava minoranze di giovani solo quando era chiaro che quel conflitto era stato irrimediabilmente perduto e che il Presidente Nixon diventava sempre più debole ed impopolare. Con Bush jr. è accaduto qualcosa di simile. Ci sono aspetti che investono vasti territori degli USA che rimangono deleteri e sopravvivono come se fossero immutabili. Si pensi al diritto che viene rivendicato da molti di possedere ed usare armi , diritto che non c’entra più nulla con la pretesa “opporsi alla tirannia”. Proliferano le lobbies delle armi , molto potenti e le associazioni di cittadini armati. Pure la questione razziale , con tutti i cambiamenti importanti a cui si è assistito , non è stata completamente risolta. In aggiunta la tendenza a non votare presente in una vasta fascia della popolazione – anche se , indubbiamente , alle ultime elezioni presidenziali questa tendenza è stata ribaltata – se esprime un malessere diffuso , non è , però , il frutto di uno spirito positivo nei confronti della politica in generale.

Per converso , signor Barnard , lo sa qual è stato l’evento , fra tutti i paesi occidentali , che più si è avvicinato a qualcosa che assomigliasse ad una rivoluzione ? La “rivoluzione” giudiziaria di Mani Pulite fra il 1992 e il 1994 in Italia… Lo so… Già storce la bocca e , a ragione , ribatte che quella non fu una vera rivoluzione , ma , il ricambio generazionale di classe dirigente e politica che non poteva aver luogo in nessun altra forma in un sistema bloccato come quello italiano. Non posso che darLe ragione , da noi il cambiamento prende le grottesche sembianze del Gattopardo. Dopo aver “adorato” il Duce , al momento opportuno molti hanno smesso la camicia nera per indossare quella bianca o quella rossa ; molti fra quelli che a Milano avevano “mangiato” al banchetto dei socialisti craxiani hanno poi lanciato monetine su Craxi e sono transitati nella Lega o nel partito di Berlusconi , ex amico del leader del Garofano e ancor oggi , se si presentasse l’occasione , se la stella finisse di brillare non solo sul cielo dei Berlusconi , dei Fini e dei Bossi , ma anche su quello dei D’Alema , dei Veltroni e dei Rutelli , molti ne approfitterebbero per puro interesse. Alcune cose , poi , non tornano sulla “rivoluzione” giudiziaria : fin da subito godette non solo di ampio consenso , ma di una stampa favorevole quasi unanime. Era , forse , diffusa la premura di sbarazzarsi di una classe politica ormai vecchia , corrotta , screditata , impopolare e inservibile ? E’ seguita , così , la normalizzazione paradossalmente di segno berlusconiano , ma l’Italia non è migliorata… Molti di coloro che si sono formati e sono cresciuti in seno alla Prima Repubblica , si sono trasferiti , armi e bagagli , nella Seconda : ex democristiani ed ex socialisti , postcomunisti e postfascisti , ecc…

Chi ci governa oggi non era solo il grandissimo amico e socio di Craxi , ma anche il finanziatore e propalatore di fondi per tutto l’arco costituzionale e oltre… No , decisamente non è un bell’esempio di rivoluzione , però… però bisognerà pure ammettere , e non è poco , che quegli anni spazzarono via in un amen DC , PSI , PCI e compagnia viaggiante. Anche il Sessantotto – che come ammette qualche suo protagonista , fu innanzitutto contestazione più che vera rivoluzione e , aggiungo io , si lasciò presto trascinare dall’onda alla quale voleva opporsi , ma alla quale anche ambiguamente , si aggrappava – non ha prodotto simili effetti. Nel breve periodo comunque un fatto traumatico , certo non gradito ai professionisti della politica e agli esponenti di partito. Non stupisce , quindi , che la politica , e non solo Berlusconi , si occupi tanto di Giustizia. Ogni tanto affiora il terrore per una Mani Pulite bis , anche se , attualmente l’eventualità è quanto mai lontana.

Ne convengo , signor Barnard , gli italiani ingollano quel che altri , americani , inglesi , tedeschi , francesi , ecc… mai sopporterebbero anche alla sola pronuncia. L’Italia è percorsa da un degrado , un’incuria , una corruzione endemica e una protervia che sono palpabili a chi ha occhi per vedere orecchie per ascoltare. Non c’è bisogno di Stella , Travaglio o Grillo : gli italiani vivono nel loro contesto e non sono ciechi. Non è necessario leggere per informarsi quando la realtà è lontana a meno di un palmo dal naso , tuttavia non mi sentirei neppure di sottovalutare il ruolo e la funzione di un certo tipo di informazione , perché molti italiani hanno la memoria molto corta e non sempre per convenienza. Poi ci sono le giovani generazioni… Ma davvero è convinto che i giovani e i ragazzi conoscano , almeno nell’essenza , la storia della nostra Repubblica. Personalmente ho molti , troppi dubbi… Si ricorda quando , per un sondaggio sulla paternità della strage di piazza della Loggia , un campione di giovanissimi rispose che la responsabilità di quell’atto terroristico e criminale ricadeva sulle Brigate Rosse ? La verità è che oggi i vari revisionismi interessati hanno gioco facile e che , più che leggere libri o giornali , gli italiani guardano la televisione ed è sufficiente dare un’occhiata ai vai telegiornali RAI e Mediaset per avere un’idea di come oggi l’informazione televisiva sia piatta e omologata. Nefandezze da cronaca nera , banalità di politica interna ed internazionale e parecchie futilità… Ecco il panorama desolante della notizia che fa pubblico.

Per addentrarsi nelle ragioni profonde che fanno dell’italiano , nella sua maggioranza , un popolo che “non si ribella” è necessario analizzare i suoi caratteri essenziali. Da buon cinico e disincantato , Montanelli amava ripetere che l’italiano , l’italiano medio , è estremamente attento al “particolare” , guicciardinianamente inteso. Non si può dargli molto torto… L’italiano “tipo” s’ingegna a curare il suo interesse spesso di piccola bottega che mette sopra ogni cosa. L’onorevole Andreotti accennò a suo tempo al “quieto vivere” , un sentimento che accompagna quasi necessariamente al conservatorismo e spiega in parte come mai dalle nostre parti i cambiamenti politici e civili siano molto frequentemente di pura facciata , trasformistici e gattopardeschi. Altro tratto da non trascurare , desumibile dalle scienze sociali , è il “familismo amorale” , il porre la famiglia , che , oltretutto , non è assolutamente detto che sia quella biologica in senso stretto , sopra ogni cosa , quindi anche sopra il rispetto per la legge e per la convivenza civile. Il “familismo amorale” è l’anticamera delle mafie e della mafiosità ed apre la strada a settarismi vari. Apparentemente l’individualismo così teso al particolare ed il settarismo da “familismo amorale” si contraddicono , ma un’altra peculiarità tutta italiana , il gregarismo , le mette d’accordo. L’italiano medio è un inguaribile gregario. Per il proprio interesse e per il proprio tornaconto si lega a questo o a quello. Cerca l’aiuto di questo o quel politico perché pensa e non a torto che una delle pochissime strade per fare carriera e per lavorare sia quella di ricorrere a questo genere di supporto. Così si riempie di tessere e tesserine , riceve e ricambia favori… Quando Lei afferma che gli italiani devono imparare anche a guardarsi allo specchio ha proprio ragione ! L’orgia di qualunquismo che è sempre stata una costante della nostra storia e la ricorrenza di frasi del genere “i politici sono tutti uguali” – sottintendendo “zozzoni” – non devono ingannare… L’italiano medio disprezza il politico italiano ed è benissimo consapevole delle nefandezze e delle illegalità che costui compie riparandosi dietro al proprio ruolo e dietro al proprio privilegio , ma non c’è niente di “ribellistico” in questo atteggiamento. Equivale , pari pari , all’impiegatuccio che si prostra ai piedi del capoufficio , mentre , dietro le sue spalle , gli lancia ogni sorta di maledizione. Paolo Villaggio aveva ragione : “Fantozzi siamo tutti noi”. Massimo disprezzo per il politico il quale , però , torna molto utile perché dà da mangiare… Sotto le ali protettive della politica italiana sono stati e sono ancora molti a mangiare fra parenti , amici , conoscenti , persone che si rivolgono per i favori , ecc… Dovremmo fare un bel calcolo sulla consistenza di costoro e , quindi , del costo che ricade sulla collettività… Beninteso : la collettività che si carica le spalle di un onere causato dalla miriade dei piccoli interessi di coloro che , comunque , ne fanno parte. Se torniamo al bar – un locale qualsiasi -, per rimanere al luogo da Lei scelto , una figura che facilmente si può scorgere ai tavoli o al bancone è il tipo che si lamenta della politica e dei politici in maniera piuttosto pesante. Sarei quasi disposto a scommettere che il tizio in questione ha chiesto personalmente un favore per sé stesso o per un amico o per un parente a un politico o a un amministratore di diverso spessore. Si comprende , allora , perché dopo Mani Pulite nulla è realmente cambiato ed è subentrata la “normalizzazione” che , in peggio , si portata dietro un surplus di arroganza e di ignoranza. Lo sviluppo poteva difficilmente essere diverso , un’autentica rivoluzione , degna di questo nome , avrebbe investito il vissuto civile degli italiani. Così non è stato. Non dovrebbe stupire neanche che , ad ogni elezione , malgrado l’astensionismo crescente , gli italiani si gettino sul rito del voto ad ogni costo , nonostante un giorno prima abbiano fatto sfoggio di tutto il più vieto repertorio del qualunquismo. Intendiamoci : una scintilla di qualunquismo serpeggia in tutti noi. Nessuno è immune , ma , poi , bisognerebbe pure attrezzarsi per gli anticorpi. La verità è che , nonostante vorremo sentirci così radicalmente diversi , i politici ci assomigliano in tutto e per tutto. Solo la posizione è differente… Guicciardiniani , “familisti amorali” , conservatori del “quieto vivere”… Gregari… Anche i politici sono gregari rispetto ai poteri che li sovrastano (americani , Vaticano , Confindustria , grande industria e finanza) e ricercano l’approvazione e il consenso dei più forti che , una volta al governo , dovranno ricambiare. La maggior parte di noi li disprezza pubblicamente e sinceramente perfino , ma , a conti fatti , vorrebbe occupare la loro posizione comportandosi esattamente allo stesso modo.

Se questo è l’italiano medio , se la maggioranza , anche relativa , degli italiani serba questo modo di essere , è tanto più evidente che un reale progresso politico e civile è molto arduo e richiede pazienza e sacrificio. Bisognerebbe cominciare da quegli italiani che si discostano dall'”italiano – tipo”. Si assiste , invece e quotidianamente , a manifestazioni che estrinsecano tutta la carenza di un “esprit de loi” che si trascina dietro la mancanza di un “esprit de libertè”. La libertà come la si intende nel senso civile e civico del termine. Non si può , quindi , neanche pretendere che i politici siano cosi diversi da quel popolo che li esprime.

Che l’Italia non sia un paese che mastica molto la politica e che l’italiano non sia fondamentalmente homo politicus è stato inscritto nella storia della nostra filosofia e scienza politica. Varchiamo per un attimo i confini e usciamo dall’Italia per visitare gli altri paesi europei… Andiamo ancora indietro nel tempo… Hobbes , Locke , Burke , Montesquieu , Rousseau , ecc… Ognuno di questi scienziati e filosofi della politica si è preoccupato e occupato di temi quali le forme di governo e le legittimità , la fonte del sistema di governo. Ritorniamo in Italia… Accanto a Guicciardini e al suo discorso sul “particolare” , l’Italia rinascimentale ha prodotto il machiavelliano “Principe” che si disinteressa totalmente di forme di governo o delle tematiche inerenti la legittimità. “Il Principe” di Machiavelli era essenzialmente un manuale per governare unendo alla forza del “lione” l’astuzia della “golpe”. Forza , violenza , astuzia , tradimento , inganno , ecc… Se il Principe , ispirato alla figura di Cesare Borgia , è una specie di animale mitologico , metà volpe e metà leone , ne consegue inevitabilmente che il popolo che governa è un gregge di pecore belanti o , almeno , in tal modo và trattato. Machiavelli era un idealista , fedele all’ideale repubblicano , ma era anche uomo del suo tempo ed il Rinascimento , se da un lato ha espresso un genio difficilmente eguagliabile nelle belle arti , dall’altro è stato attraversato da intrighi , complotti , stragi e assassinii perpetrati in nome e per il Potere. Vien da domandarsi : quanto è rimasto di tutto ciò nel popolo italico ? In fondo l'”italiano tipo” , gregario per eccellenza , se disprezza il politico , non mette in discussione in sé il Potere e come viene esercitato. Inoltre non dimentichiamoci che l’Italia ha praticamente inventato il fascismo come sistema di governo , quel nazionalismo aggressivo che accoglieva in sé elementi “socialisteggianti”. Il fascismo italiano , che ha mantenuto molto di una pragmatica tutta italiana , faceva molto leva sul gregarismo.

Se l’uomo italiano medio disprezza il politico ma si getta ai suoi piedi leccandoli per pura convenienza , invece , per la gran parte adora il Cavalier Silvio Berlusconi. Non ama tanto lui quanto quello che rappresenta. Nel suo immaginario Berlusconi non è – ed effettivamente non è – un politico , ma “l’uomo che si è fatto da solo”. Anche se con un minimo di granu salis si capisce perfettamente che l’immagine che il Cavaliere offre di sé stesso stona con la realtà dei fatti ed è falsa , mistificante , il suo “fruitore” , il suo “cliente” rimane pressoché aggrappato al ritratto dell’uomo comune che ce l’ha fatta in tutti i campi possibili ed immaginabili. Berlusconi mostra una sua rozza ma efficace scaltrezza nel raccontare barzellette , nel goliardico e nel boccaccesco e poco importa se poi fa discutere il mondo intero , perché lui si rivolge all’anima , al senso comune dell’italiano medio. Conosce maledettamente il suo pubblico perché , prima che politico , è imprenditore delle televisioni , dell’editoria , dell’informazione , in definitiva , dello spettacolo , quindi sa cosa offrirgli e come divertirlo. Ed è con le televisioni , i suoi canali televisivi in costante ascesa che ha imposto il suo senso comune e il suo immaginario alla collettività , facendo emergere il peggio degli italiani , ovverosia il gregarismo , il “familismo amorale” , l’individualismo , il qualunquismo , l’opportunismo e l’eccesso di protervia e di arroganza. Tutto è cominciato quando prestò all’amico Craxi il sostegno dei suoi canali , oltre al supporto di alcuni suoi dipendenti. Si ricorda l’epoca della “Milano da bere” , dei nani e delle ballerine ? Telegiornali , talk show , varietà , finta satira , quiz , film , partite di calcio , ecc… Per la gran parte si tratta di paccottiglia che , pur costituendo subcultura , diventa cultura. Lei obietterà : ma c’è una palese contraddizione in questo discorso , se l’italiano tipo è quello che lei ha descritto , allora il Cavaliere si è limitato a svelargli la sua natura… Vero e falso al tempo stesso , perché pur essendo convinto che i caratteri da me tratteggiati ci appartengano a pieno titolo , altrettanto fortemente non credo nella loro inevitabilità e che , ad essi , si affianchino delle qualità. Come Lei , signor Barnard , ne sono sicuro , altrimenti chiuderemmo baracca e burattini e ci dedicheremmo ad altro. Purtroppo oggi il senso comune sta altrove e la maggioranza “silenziosa” – che poi è sempre più rumorosa” – ha rialzato decisamente la testa. Ha portato in trionfo il Cavalier Silvio Berlusconi che , ai suoi occhi , si poteva accostare allo sconosciuto concorrente del Grande Fratello , dell’immenso reality che , nel nostro caso , è la politica. L’outsider , “l’uomo comune” (?) prestato alla politica diventa così fonte di maggiore preoccupazione rispetto al politico di professione. Ci sono elementi che accomunano Berlusconi e il berlusconismo e i paladini antisistema , fra questi il ricorso alla retorica antipolitica ed antipartitica. Anche se piuttosto raramente , Berlusconi ha espresso toni crudi e duri contro politici e partiti , ancor più duri di quelli dei paladini dell’antisistema. Credo , poi , sia sincero quando estrinseca tale durezza : in fondo , nella Prima Repubblica , Craxi & c. gli sono costati assai. Quindi lui è l'”uomo nuovo” – poco importa se è divenuto ricco e potente con la Prima Repubblica – il “nuovo politico” che si oppone alla vecchia politica dei parassiti , dei corrotti , di coloro che mai hanno lavorato… Il corruttore che rimbrotta i corrotti , insomma… Anche Antonio Di Pietro è un altro celebre outsider. Quel che li distingue è il richiamo alla legalità che Berlusconi volentieri soffocherebbe senza esitazione , ma certi toni aspri ed accesi li accomunano. Non posso che convenire ancora una volta con Lei quando si lamenta che l'”opposizione” ha assunto le vesti di un “berlusconismo edulcorato” , soft come lo apostrofo io. Per molti aspetti il veltronismo è stato e continua ad essere la versione snob , “intellettualoide” più che intellettuale , un po’ meno populista del berlusconismo doc. Ma , allora , dovrebbe essere altrettanto chiaro che il pericolo , perché è proprio di pericolo che io sto discorrendo , non proviene da lì. Nel confronto fra il berlusconismo hard e quello soft , veltroniano , è inevitabile che vinca il primo , che l’italiano medio lo preferisca. Questo sarà sempre l’esito delle elezioni… Nella testa dei Veltroni , dei D’Alema , dei Rutelli , e non senza qualche ragione , Berlusconi e il berlusconismo hanno già vinto , hanno sempre vinto per cui è meglio scenderci a patti piuttosto che intraprendere un faticoso cammino per ribaltare la situazione. Meglio vivere di rendita politica ! A differenza dei suoi “avversari” Berlusconi ha un’idea piuttosto precisa del percorso che deva intraprendere l’Italia anche se questa comporterà degradazione morale e civile , impoverimento , imbarbarimento dei rapporti e della convivenza , restrizione ulteriore di una libertà e di una democrazia già deficitarie in Italia. Chi afferma che dietro Berlusconi c’è il nulla -a meno che non si intenda il vuoto valoriale su cui siamo d’accordo – o sottovaluta la situazione o ha una scarsa conoscenza dei fatti. Ricorda le parole di Montanelli ? “Il manganello , la menzogna e la corruzione” – non importa quale sia il loro ordine – ? Il Cavaliere ha fatto eco al suo maestro politico e spirituale Gelli , evocando , soprattutto per bocca di Dell’Utri , i fasti mussoliniani. Da buon “fascista pragmatico” , americaneggiante , apprezza Mussolini come colui che ha messo in riga i “rossi” con il bastone e l’assenza di carota. Per gli uomini come Berlusconi i “rossi” sono semplicemente quelli che non la pensa no come lui e che impediscono alle “persone perbene” ricche e facoltose di fare i loro affari in santa pace. Ed è proprio per costoro che Mussolini ci vorrebbe… La propensione per l’autoritarismo sfoggiata da berlusconi è palese : oltre ai giudizi positivi su Mussolini e sul fascismo , sarebbero da ricordare le amicizie coltivate con capi di stato come Bush jr. e Putin che non sembrano avere molta dimestichezza con la libertà , con la democrazia e con i diritti. Vorrebbe mettere la briglia al Parlamento e alla Magistratura , imporre il dominio assoluto di un Esecutivo diretto da un capo di stato della sua stazza. Tutto ciò non sembra aver molto a che fare con il liberalismo. Siccome i principi di separazione e di equilibrio fra i poteri sono enunciati dalla carta costituzionale , ecco che la Costituzione subisce l’appellativo di “sovietica” allo scopo di sminuirla e polverizzarla ulteriormente. Più volte il Cavaliere ha attaccato la Costituzione dipingendola come il frutto avvelenato dei “rossi” , ma noi dovremmo sapere che tutto ciò che lui non gradisce , tutto ciò che a lui è contrario necessariamente è “sovietico” o “rosso”. Le parole di disprezzo per gli avversari e di discredito non certo velato e arricchito di eufemismi sono martellanti , serrate e non concedono respiro. Berlusconi come “uomo comune” , ma se l'”uomo comune” è gregario , lui , rispetto a chi è gregario ? Il Cavalier Berlusconi rappresenta , comunque , il punto terminale di una storia oscura , inquietante , poco raccontata. Un complotto continuo , lo stillicidio quotidiano per demolire l’impianto costituzionale e parlamentare. Dai ricatti golpisti del generale De Lorenzo e del principe Borghese alla Rosa dei Venti , dal plebiscitarismo fanfaniano al presidenzialismo dei Sogno e dei Pacciardi , dalla Maggioranza Silenziosa al Piano di Rinascita Democratica della P2 e di Licio Gelli , dal decisionismo craxiano al CAF (Craxi – Andreotti – Forlani) , dalle picconate dell’allora Presidente della Repubblica Cossiga al fenomeno delle leghe mafiose e massoniche degli inizi degli anni Novanta fino a Berlusconi ed al berlusconismo. Si è lavorato in maniera sotterranea per prosciugare la Costituzione e imporre una costituzione sostanziale che è totalmente altra. La paura del golpe condito di eserciti e carri armati è stato un abbaglio , altrove si lavorava nell’ombra
e meglio. La P2 , oltre che crocevia dei poteri forti che hanno regnato in Italia – e tuttora regnano – (americani , Vaticano , Confindustria , grande industria e finanza , mafie varie e altri potentati sotto lo schermo “massonico”) , ha agito come vero e proprio partito occulto , per certi versi , trasversale , pur essendo sostanzialmente riconducibile alla Nuova Destra , al “fascismo pragmatico”. I richiami ad un presidenzialismo forte contrapposto alla debolezza ed alla corruzione del parlamentarismo sono stati e sono continui ed ostentati.
Berlusconi , dunque , come il punto terminale , come l’ultima picconata – per usare un termine che era caro a Cossiga – per eliminare ogni residuo di parlamentarismo. La Crisi dà pure una mano ed è facile creare capri espiatori. L’ossessione securitaria e per le politiche sull’ordine e sulla sicurezza , oltre a mostrare il volto truce dello stato di polizia , risulta utile per distogliere l’attenzione dai problemi più urgenti. A tutto ciò s’accompagnano l’intolleranza , il razzismo , la violenza legittimata , l’aggressività gestuale e verbale senza mezzi termini. Le ronde fanno pensare ad un passato che sarebbe meglio cancellare…

Capisce , signor Barnard , quello che vorrei trasmettere su questa carta ? Non è il caso di evocare i grandi cambiamenti storici , epocali con la S maiuscola. Spetterebbe a noi , che dovremmo essere consapevoli di quel che ci accade intorno , spiegare la natura dei pericoli che ci attendono e corriamo… Battersi per la Costituzione , a mio parere , dovrebbe essere già un fardello di notevoli proporzioni , una responsabilità gravosa. Non si tratta , come affermano in coro molti , di difendere la Costituzione ma di ripristinarla , perché è già stata nei fatti demolita dai colpi di piccone di Berlusconi & c. Ciò significa anche tentare di rovesciare quel senso comune che si è ormai diffuso grazie al Cavaliere ed è patrimonio di quella maggioranza non più silenziosa. In questo senso si deve essere orgogliosi di appartenere alla minoranza e non si deve disperare… Non si affretti a giudicare e a dire la parola definitiva sulle persone che partecipano ai convegni o alle feste in piazza , non si disperi… Certo , occorre calma , pazienza , serietà , ma l’appello a quei valori forti e fondanti la carta costituzionale si presentano come un ottimo collante per quella minoranza che vi si riconosce. Non dimentichiamolo : se questo “golpe” quotidiano e strisciante ha avuto sostanzialmente successo è dovuto all’estrema debolezza delle istituzioni parlamentari e quella debolezza sottendeva le carenza dell’italiano medio come homo politicus. Quando le istituzioni sono deboli , fragili , traballanti può passare di tutto , non solo i ricatti di sapore “golpista” ma anche un terremoto giudiziario come Mani Pulite che , in assenza di un vero sostrato rivoluzionario , ha avuto l’effetto di incancrenire ulteriormente il già debole sistema istituzionale. Le istituzioni non sono scatole vuote , le fanno i cittadini con le loro scelte , le loro inclinazioni…

Quindi , ama non so se sul punto Lei è d’accordo con me , sono fermamente convinto che una politica nuova , forte e complessa , che sappia incidere sulla cultura del nostro paese debba di questi tempi assumersi come elemento precipuo e fondante il ripristino dei valori costituzionali e della carta costituzionale per edificare un saldo e fermo assetto democratico e parlamentare. Le prospettive dei dipietristi e dei grillini , con il loro forsennato richiamo alla legalità , sono ancora troppo ristrette. Perché non è poi così facile porsi e cercare di conseguire simili obiettivi da realizzare sul lungo periodo. La corrente gira in senso contrario attualmente…
Concludo citando un celebre ammonimento del compianto Giorgio Gaber : “Non bisogna tanto temere Berlusconi in sé , quanto il Berlusconi che è in noi“.
La battaglia contro i propositi berlusconiano e corte itinerante è anche la battaglia contro noi stessi.

La ringrazio per la pazienza concessami.

Con stima

HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
27.02.2009

Rumor/ Marco Travaglio candidato con l'Italia dei Valori alle Europee

Thursday, 26 February 2009
Pubblicato nella categoria WEBNEWS

da affaritaliani.itconsiglio di visitare il sito di origine e di leggere il tono dei commenti alla notizia (sf)

Giovedí 26.02.2009 15:22

Grande ottimismo nel quartier generale dell’Italia dei Valori. I sondaggi segreti del partito dell’ex pm di Mani Pulite, infatti, danno l’Idv addirittura al 14%. Una percentuale clamorosa. Ma clamorosa è anche l’indiscrezione che circola nel Palazzo. Con Di Pietro, alle elezioni europee, sarebbe pronto a candidarsi il cronista giudiziario Marco Travaglio (Circoscrizione Nord-Ovest). Un volto molto noto, insieme a quello di Beppe Grillo, per cavalcare ancora di più l’anti-berlusconismo.


Tech4You: Come ti faccio un blog partendo da zero

Wednesday, 25 February 2009
Pubblicato nella categoria TECH4YOU

blogger

di Sergio Fornasini

Come avrete avuto modo di notare, la prematura ed improvvisa scomparsa del blog di Gabriele Mastellarini mi ha lasciato a piedi, in termini di blogger. Dei motivi che ne hanno determinato la chiusura ne parlerò forse in un prossimo post, per quello che è lecito pubblicare.

Oggetto di questo articolo è invece quali passi affrontare qualora si decida di mettere su un proprio blog. Prima di tutto c’è da armarsi di tanta pazienza e di tempo. Pazienza per analizzare quanto giornalmente ci rovesciano addosso i media, cercando di discriminare. Le cose importanti che ci raccontano sono moltissime, ma ben mascherate. Per fare ciò ci vuole il tempo, è un problema che spesso risolvo facendo le ore piccole.

Con queste premesse si può procedere, ma come? Esistono molti modi di far nascere un blog, il più semplice ed economico è costituito dagli spazi gratuiti e preformati ove piazzarlo. Ce ne sono molti e per tutti i gusti, semplicissimi da inizializzare e per cominciare a scrivere qualcosa. Ipotesi che ho scartato in partenza: mi trovo molto a mio agio con la piattaforma WordPress, per mantenerla avrei dovuto registrarmi su www.wordpress.org ed aprire il mio spazio. A favore della scelta: 1) pochi minuti prima di iniziare a scrivere qualcosa. Contro: 1) un dominio del tipo dituttounblog.wordpress.com, lunghissimo da scrivere e da ricordare – 2) dubbi sulla libertà di personalizzazione dell’ambiente grafico, volevo importare quello del vecchio blog – 3) limite nello spazio gratuito dei Mbyte di contenuti e nel traffico massimo, se vuoi qualcosa in più lo devi comunque pagare. Hai visto mai che poi si supera il traffico assegnato e rimani al buio per qualche giorno?

Si parte allora con la valutazione di un hosting a pagamento, non potete immaginare quante offerte ci sono in giro. Il target era comunque ben definito, un ambiente su server Linux con tutte le opzioni necessarie per installare e gestire al meglio WordPress. Quest’ultimo almeno è gratuito, oltre che molto funzionale. In prima battuta ho contattato chi gestiva lo spazio web del vecchio sito per un preventivo chiavi in mano, tanto per risparmiare tempo. Ora immagino che c’è un sacco di gente in giro che usa il PC per fare il solitario, navigare e scrivere una lettera, ma c’è anche chi sa fare business sulla scarsa informatizzazione della popolazione media. Risultato: costo annuale solo per l’hosting e registrazione dominio, per 50 Mbyte di spazio, 1 Gbyte/mese di traffico, 25 caselle email, disponibile POP3 e Webmail (no SMTP che invece avevo messo tra i requisiti), non disponibile accesso FTP e SSH/telnet (invece richiesto), totale 175 Euro + IVA. Per installare poi in questo spazio scarsino Worpress e personalizzarlo, la modica cifra di 1.500 (millecinquecento) Euro. Ah, più IVA naturalmente. Probabilmente è il prezzo praticato sul mercato da chi fornisce un servizio ed agisce da intermediario, offrendo in realtà uno spazio che è gestito da ISP veri e propri (in quel caso era Aruba) e nel quale loro piazzano il contenuto richiesto dal Cliente. Niente da dire, domanda ed offerta. Domanda alla quale ho risposto no, grazie. Anche perché lo spazio me lo potevo prendere da solo su Aruba a partire da Euro 20,66 all’anno e poi metterci dentro WordPress o altro aggratis, sapendolo fare. Tanto per informazione, Aruba offre anche uno spazio blog chiavi in mano, con registrazione del dominio, a partire da Euro 5,66 l’anno. Ha diversi limiti, non è personalizzabile e lo spazio è limitato, ma se per caso qualcuno volesse aprire un blog del tipo pastaefaciolionline.eu lo può fare con prezzi modici, anche se con molti limiti.

E sono passato alla fase tre, quella di acquistare e gestire da solo spazio e software. Le offerte di hosting e registrazione dei domini sono talmente tante che ho dovuto comporre una matrice con le caratteristiche di quelli che mi sono sembrati più interessanti. Alla fine della valutazione sono rimasti in lizza due servizi, e mi è sembrato particolarmente interessante quello offerto da www.hostgator.com. Spazio web e traffico illimitato, infinite email, DB illimitati basati su MySQL, redirect automatico della posta, FTP illimitati, sub domain anche (del tipo quellochetipare.dituttounblog.com), insomma di tutto di più. Condito da un pannello di controllo fantascientifico e completissimo, rispetto a molta della concorrenza. Vedo di informarmi meglio, forum e blog aiutano molto in tal senso, e scopro che questo ISP ha una server farm in Texas, molto ben realizzata ed affidabile. I giudizi dei loro Clienti sono ottimi nella maggior parte dei casi, e allora andiamo.

Faccio la mia bella registrazione online,  scoprendo che un dominio.com costa meno del dominio.it, non ricordo la differenza ma intorno ai 25 $ l’anno. Ed allora vada per il .com è più professionale. Tempo pochi minuti, faccio la mia bella transazione online per il pagamento ed il dominio risulta prenotato, perfetto. Passano pochi minuti e già viene conosciuto sui DB dei maggiori register internazionali, ottimo. Provo ad accedere al mio pannello di controllo, per mezzo della user e password che ho scelto al momento della registrazione, e funziona pure quello. Apro la schermata, click su Fantastico De Luxe (un tool per automatizzare importanti interventi sul server), click su blog, scelgo la piattaforma Worpress, pochi dati da inserire e dopo nemmeno cinque minuti il nuovo sito è creato. Fantastico davvero!

Per cominciare a lavorarci ho dovuto attendere che il dominio dituttounblog.com fosse reso noto dal provider ai server DNS che fanno di mestiere la risoluzione dei nomi su Internet (lo dico per i non addetti). Mi dicono siano necessarie dalle 24 alle 76 ore. Che passano senza che accada quanto auspicato, allora vado sullo spazio del supporto di Hostgator e scopro che hanno vari modi di gestione del ticket in caso di problemi, c’è anche una chat. Beh proviamo: click, si apre una finestrina dove inserisco chi sono e descrivo brevemente il problema, invio. Vengo messo in attesa, la finestra si aggiorna continuamente con il numero delle chat attive ed il numero degli operatori e delle persone che ci sono prima di me. La coda si smaltisce in fretta, un paio di minuti e vengo accolto da un operatore, con tanto di nome per poterlo eventualmente contattare di nuovo in seguito. Il tutto utilizzando la lingua inglese, ovviamente. Il mio interlocutore appare subito molto efficiente, controlla quanto gli sto dicendo e mi tiene costantemente aggiornato su cosa sta facendo. Accerta il problema e si mette in contatto con un sysadmin: nella generazione del dominio è stato commesso un errore, associandolo al loro server DNS interno sbagliato. Tempo altri due-tre minuti e mi dice che il problema è stato risolto, ma dovrò attendere forse qualche ora affinché il dominio venga correttamente propagato. Saluto, ringrazio, e quando si chiude la conversazione accadono due cose: mi viene chiesto se voglio salvare il contenuto della nostra conversazione, e lo faccio non si sa mai, e mi viene chiesto di esprimere un giudizio sull’efficienza dell’operatore con il quale ho interagito. Perfetto, questo si che è attenzione al Cliente. Poi dato che sono curioso di vedere come è andata l’operazione, non aspetto e di lì a dieci minuti provo a collegarmi a http://dituttounblog.com. E funziona, finalmente.

Worpress è correttamente installato, personalizzo qua e là, inserisco i plugin fondamentali ed il tema grafico: perfetto. Seguiranno gli altri aggiustamenti delle pagine, importazione dei dati del vecchio blog, eccetera. Consigliatissimo questo metodo e questo fornitore di servizi.

Insomma se volete un consiglio e non vi spaventa smanettare moderatamente, se ne avete voglia il blog fatevelo da soli e con un servizio di hosting professionale. Potrete avere il vostro dominio ed un efficienza a cinque stelle.

L’ultimo non insignificante particolare: a parte il tempo impiegato, sapete quanto è costato avere spazio illimitato e molti altri illimitati eccetera eccetera? Al cambio attuale, un totale 62,03 euri (tasse comprese) per un anno, tutto incluso.

E adesso che sapete che non ho speso un accidente, non provateci a non cliccare sui Google Ads quando li metterò, mi raccomando eh?

"Amici" di Paolo Bonolis

Wednesday, 25 February 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

paolo-bonolis_sanremo

di Sergio Fornasini

Sono decisamente inesperto e volutamente ignorante sul recentemente concluso festival di Sanremo, lo ho evitato accuratamente negli ultimi anni. Sabato ho voluto proprio vedere almeno qualche flash di questo evento che, a leggere le news, stava tornando agli antichi spendori grazie alla conduzione di Bonolis. Non so quanto possa essere stato fortunato nell’azionare il telecomando proprio in quei momenti, direi parecchio visti i commenti del dopo festival.

Ho infatti assistito all’ingresso di Maria De Filippi, con finto timore nello scendere i sedici gradini della scala dell’Ariston. Ho visto l’esibizione di due cantanti, Arisa con “Sincerità” e Marco Carta con “La forza mia”. Della prima colpiva l’aria un po’ imbarazzata da studentessa timida, la bella voce ed il brano orecchiabile. Del secondo, come ho scritto anche su Facebook, la banalità del brano e dell’autore. Non sospettavo minimamente che Carta fosse il vincitore della precedente edizione di “Amici”, guarda caso condotto dalla De Filippi, non guardo nemmeno quella trasmissione. A me sembrava uno sfigato qualsiasi. Poi fortunatamente ho fatto zapping mentre veniva annunciato l’ingresso di Annie Lennox, gran signora della musica. Molto bella e toccante l’esecuzione di “Why” in versione acustica, ne propongo il video alla fine di questo articolo. Poi prima di andare a dormire, un pizzico di curiosità per conoscere il nome del vincitore. Come è andata a finire lo sappiamo. Non posso esprimermi sugli altri cantanti in gara non avendoli ascoltati, visti però i precedenti al festival di Lucio Dalla e Vasco Rossi posso solo immaginare che la storia ama ripetersi.

Sul risultato finale sono stati scritti fiumi di parole e commenti, alimentati da sospette coincidenze. Lo stato attuale della TV, pubblica e privata, fa apparire esageratamente posticcio il mondo dello spettacolo che ruota attorno ad esse. Secondo me meglio prenderla a ridere, vi propongo un post satirico tratto da “Lo starnuto” del blogger Silvio Di Giorgio. Divertente anche la parodia del telegiornale proposta nel sito collegato, TgNT

da http://silviodigiorgio.blogspot.com/

Marco Carta vince per il secondo anno consecutivo “Amici”. La presenza di Maria De Filippi in finale è stata casuale, ma se al posto suo ci fosse stata la Marcuzzi il festival lo avrebbe vinto Taricone. Non faccio polemica, dico solo che il festival di quest’anno era credibile come Juve-Inter arbitrata da Linus. Molti hanno segnalato problemi al televoto: ad esempio dopo aver digitato il 5 (voto per Dolcenera) una voce registrata ringraziava per aver votato Al Bano (numero 8). Disguidi tecnici che possono capitare. Come le teste di cavallo ritrovate nel letto di chi non voleva votare Sal Da Vinci. Le canzoni, esclusa Sincerità di Arisa, sono orecchiabili come l’inno del Bayern Monaco e resteranno nella storia della musica come gli album di Sabrina Salerno. Che almeno ha un bel paio di tettone. Povia è arrivato in finale con una canzone furba e da vero esperto di marketing è riuscito a suscitare un polverone di polemiche che gli rimpingueranno il portafoglio; i cartelli usati al termine delle sue esibizioni saranno venduti online ed il ricavato servirà ad acquistare altri cartelli. Cartelli etero. Il festival ha lanciato nel mondo della tv una nuova stella: la moglie di Paolo Bonolis. La signora Bonolis ha ricevuto una decina di inquadrature a puntata; Del Noce è pazzo di gelosia: ha buttato dalla finestra tutti i suoi rossetti e gli smalti per unghie. Gli ospiti? Come sempre Bonolis invita personaggi fuori luogo che con la musica hanno poco a che fare: Hefner, Cassel, Spacey, Povia. Fortunatamente c’è la voce di Annie Lennox e il monologo (la seconda parte) di Benigni a dare un senso al festival. Mina? L’abbiamo pagata noi per farla apparire in un video che è servito solo a promuovere il suo nuovo album. Questo significa essere furbi. Comunque non è vero che ormai è nata Raiset. Anche se al termine della finale Raiuno ha trasmesso la replica di “Striscia La Notizia”.

Clamorosa sconfitta per Unicredit

Wednesday, 25 February 2009
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euri

newsletter da www.orsiniemidio.it – il portale contro l’usura bancaria

CLAMOROSA SCONFITTA PER UNICREDIT

AUTO LELLI, difesa dall’Avv. ARGENTO(clicca qui), HA OTTENUTO L’ANNULLAMENTO del DECRETO INGIUNTIVO

Leggi la Sentenza(clicca qui)

Denunciare le banche civilmente e penalmente conviene.

DENUNCIATE ANCHE VOI

Il Tribunale di Ancona con sentenza n. 208/09,  ha accolto l’opposizione al Decreto Ingiuntivo emesso in favore della UNICREDIT Banca d’Impresa S.p.A. per l’importo di € 1.299.072,00, oltre ad accessori ed interessi.

In pratica sono state interamente accolte le tesi di Auto Lelli S.r.l. che sosteneva di non essere debitore dell’Unicredit ed è stata dichiarata la nullità di tutti i contratti Swap intercorsi tra le parti, per una serie di eccezioni sollevate dall’Avv. Argento. Con detta sentenza il Sig. Mario Lelli non dovrà dare nulla alla Unicredit Banca, ma quando e come gli saranno liquidati gli ingenti danni subiti??? A babbo morto, soleva dire Alberto Sordi.

In forza di un credito inesistente, a Lelli sono stati revocati i fidi, è stato segnalato in tutte le Centrali Rischi come un cattivo pagatore ed estromesso dal sistema bancario sia personalmente che come Azienda, gli sono state iscritte annotazioni pregiudizievoli presso la conservatoria immobiliare, su immobili personali ed aziendali del valore di milioni di Euro, è stato costretto a svendere automobili ed immobili per sopravvivere. Ha subito l’onta dell’istanza di fallimento proposta da alcuni dipendenti licenziati in conseguenza della ridotta attività, causata dalle illegittime vessazioni delle Banche usuraie. Fallimento congelato grazie al beneficio della sospensione dei termini ex-art. 20 L. 44/99 riservato alle vittime di usura e di estorsione.

Nel frattempo, infatti, l’Auto Lelli ed i soci e fideiussori furono riconosciuti nel 2005 (subito dopo la presentazione della denuncia) vittime di usura e di estorsione bancaria . Mario Lelli, in proprio e n.q. di amministratore della Auto Lelli S.r.l., è stato recentemente riconosciuto dal Prefetto e dal Presidente del Tribunale anche vittima di estorsione criminale, per fatti connessi al mancato accesso al Fondo di Solidarietà istituito presso il Ministero dell’Interno.

Non pensiamo assolutamente che i criminali sospettati di aver chiesto compensi a Lelli per garantirgli l’accesso a Fondo siano d’accordo con i responsabili del Ministero dell’Interno .

Un fatto però è certo ed inquietante : il Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative Antiracket ed Antiusura nominato dal Presidente del Consiglio,  non ha mai risposto alla richiesta di accesso al Fondo di solidarietà presentata da Mario Lelli il 20 settembre 2005 . Ciò, nonostante i reiterati solleciti di quest’ultimo .

Conosciamo le ripetute discriminazioni del Commissario Straordinario del Governo in danno delle vittime delle Banche .

Ricordiamo la sentenza del TAR di Reggio Calabria che ha recentemente Commissariato il Commissario(clicca qui) per inadempienza, oppure il parere del  Consiglio di Stato, divenuto  Decreto del Presidente della Repubblica, che ha censurato pesantemente le gravissime discriminazioni(clicca qui) poste in essere dal Commissario del Governo nei confronti di Orsini .

La revoca del Decreto Ingiuntivo nei confronti dell’Auto Lelli è l’ennesima dimostrazione dell’abuso dell’art. 50 del Testo Unico Bancario(clicca qui) che consente alle Banche il privilegio di chiedere il Decreto d’Ingiunzione in base alla certificazione di un Dirigente della Banca il quale deve dichiarare che il credito è vero e liquido . Ormai sappiamo che il 90% delle dichiarazioni di detti Dirigenti, che per fare ciò ottengono lauti “bonus” (compensi economici), sono false. Ma tanto basta per ottenere da Giudici “distratti” le provvisorie esecuzioni e la distruzione economica, fisica e sociale dei clienti che non hanno accettato di pagare l’indebito . False dichiarazioni che contribuiscono ad inquinare i bilanci delle Banche, le quali fanno apparire tra i propri utili somme non esigibili .

Altro ingiustificato vantaggio concesso alle Banche, ulteriore discrezionale mezzo di supremazia e di abuso Loro concesso è rappresentato dalla segnalazione in sofferenza alla Centrale Rischi della Banca d’Italia, che adoperano come formidabile “ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA”.

Dette segnalzioni ed anche la mera minaccia di esse, costituiscono un efficace mezzo di pressione/estorsione, mediante il quale le Banche ed i Banchieri assoggettano i propri clienti ai loro dictat soverchianti. Codesto istituto della segnalazione, unilaterale e discrezionale, che non trae origine da norme di legge, viene utilizzato in maniera strumentale, e provoca l’esclusione dal mondo del credito legale del soggetto o dell’Impresa segnalata .

Privilegi che riteniamo incostituzionali e di cui chiediamo l’abolizione .

Questa settimana segnaliamo i seguenti articoli :

Da “Milano Finanza”“18 mila miliardi è la cifra bomba sulla quale è seduta l’Europa…(clicca qui)” ;

Una serie di articoli sul rapporto USURA-BANCHE (clicca qui) ;

Da Libero Mercato del 20.02.09 : “Un mondo di banche Pubbliche??(clicca qui)” ;

Da Libero del 20.02.09 : “Silvio pronto a tutto – MARCIA SULLE BANCHE(clicca qui) ;

Da Libero del 19.02.2009 : “ECCO GLI STIPENDI DEI BANCHIERI(clicca qui) ;

Da “Libero Reporter” :  UNA DOPPIA INCHIESTA SULLE ATTIVITA’ VESSATORIE E VERGOGNOSE DELLE BANCHE(clicca qui) ;

–    Comunicato Stampa della SOS UTENTI sul caso Auto Lelli/Unicredit(clicca qui) .

Niente sesso per i detenuti pericolosi

Wednesday, 25 February 2009
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stop-sex

CARCERI: CASSAZIONE, NIENTE SESSO CON LA MOGLIE PER I DETENUTI PERICOLOSI =
IL CASO A PADOVA, NEGATA L’ INTIMITA’ A CARCERATO PERICOLOSO

Roma, 25 feb. (Adnkronos) – Niente sesso con la moglie per i detenuti pericolosi. Parola di Cassazione per la quale “la restrizione della liberta’ e’ ritenuta l’unico rimedio alla pericolosita’ persistente”. In questi casi, dunque, chi e’ recluso in carcere non ha diritto a momenti di intimita’ con la propria consorte. In particolare, la Prima sezione penale ha bocciato il ricorso di un detenuto 44enne, Antonio Fausto P., che chiedeva di usufruire di un permesso per fare sesso con la moglie. Ma la Suprema Corte, come gia’ aveva stabilito il Tribunale di Sorveglianza di Padova, gli ha detto
no.

Il detenuto, per ritagliarsi un po’ di spazio con la moglie, aveva gia’ individuato l”alcova’, presso una casa di accoglienza di Padova. Li’ Antonio Fausto aveva chiesto di potere avere “un colloquio affettivo ed intimo con la propria moglie”. Ma la sorveglianza di Venezia, il 21 maggio scorso, aveva negato il permesso data la pericolosita’ del detenuto. Antonio ha insistito in Cassazione, sollevando anche la questione di legittimita’ costituzionale sul rifiuto al sesso, in base ai diritti inviolabili dell’uomo, previsti dalla Costituzione, che appartengono al detenuto anche al di fuori del regime dei permessi premio.
Piazza Cavour ha dichiarato inammissibile il ricorso e ha ricordato che “lo stesso ricorrente non poteva godere dei permessi premio” visto che essi sono riservati solo ai “detenuti non pericolosi”. Inoltre, aggiunge la Cassazione, “la tutela dei rapporti familiari e dei diritti della persona, nell’ambito dell’esecuzione dellla pena, non puo’ essere la stessa di quella prevista in regime di liberta’, specie per i detenuti ritenuti pericolosi per cui la restrizione della liberta’ e’ ritenuta l’unico rimedio alla pericolosita’ persistente”.

(Dav/Col/Adnkronos)
25-FEB-09 15:34

ELEZIONI – ABRUZZO: SCHIAFFI TRA PARLAMENTARI FI SU CANDIDATURE

Wednesday, 25 February 2009
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Clamorosa “discussione” a Pescara

(ANSA) – PESCARA, 25 FEB – I parlamentari di Forza Italia Maurizio Scelli – ex commissario Croce Rossa – e Filippo Piccone – coordinatore Pdl Abruzzo – si sono insultati e schiaffeggiati in una riunione sulle candidature alle prossime amministrative. Alla base del litigio, le critiche di Scelli alla collega di partito e sua concittadina sulmonese, Paola Pelino. I due “contendenti” sono stati divisi dall’altro coordinatore del Pdl abruzzese, Fabrizio Di Stefano (An).
“Non e’ stato un momento edificante – ha detto Di Stefano – Se a livello nazionale con Berlusconi il problema della
leadership non si pone, nelle regioni e’ diverso. Una struttura politica deve avere autorita’ e autorevolezza, ma con metodi democratici, con scelte legittimate dal consenso congressuale”.
Scelli e Piccone non recedono, ma minimizzano: “Sono sempre stato dalla parte della gente – ha detto Scelli – Sto con chi ha i voti, non con chi e’ stato paracadutato da Roma. E lo dico io che soffro l’imbarazzo di essere stato nominato da Roma”.
“Non e’ successo niente – stempera Piccone – notizie riportare in modo esagerato. Ben diverso sarebbe stato se avessi
litigato con Di Stefano, che e’ di An”.(ANSA).

Aridatece Villari

Wednesday, 25 February 2009
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cuffaro-cannoli

Alcune considerazioni su nomine ed avvicendamenti recenti nella travagliata Commissione di Vigilanza sulla Rai. Naturalmente non c’è traccia della notizia su Repubblica e Corriere online, hai visto mai. Ma nemmeno su Unità, Giornale, insomma la notizia non esiste. Ne ha parlato invece il nostro amico Wil nel suo blog (sf)

Cuffaro succede a D’Alia alla Vigilanza Rai di Fabio Capacchione per agoravox.it

Walter Veltroni come ultimo atto della sua eclissi, ha nominato il suo carissimo amico Giorgio Van Straten alla Vigilanza Rai. Per una strategia, che si traduce in: tagliamoci le palle per fare dispetto alla moglie; il secondo nome, pur di non concederlo all’Italia dei Valori, che lo aveva contestato più volte, ha deciso di lasciarlo alla UDC.

I senatori dell’Udc sono: Gianpiero D’Alia e i due Totò: Cuffaro e Cintola.

Poco dopo la nomina il senatore D’Alia viene sostituito da Salvatore Cuffaro, detto Vasa-Vasa, condannato in primo grado per per favoreggiamento semplice in seguito al processo denominato Talpe alla DDA. Le pene accessorie, sebbene in primo grado, sono la perpetua esclusione dai pubblici uffici. In quel processo si erano provate delle collusioni con noti personaggi continui se non organici alla mafia.

Tra questi il ras delle Cliniche Private siciliane, Ing. Michele Aiello, di cui si ha traccia fin dal giorno dell’arresto di Totò Riina (15/01/1993), trovandone un appunto nelle tasche che indicava il dottor Aiello, per questioni legate all’attività precedenti ovvero la costruzione di strade interpoderali.

Nello stesso processo si è provato che Cuffaro aveva rapporti con il boss Guttadauro, ex primario, e altri personaggi nell ambito medico mafioso di elevata caratura mafiosa e di indiscussa notorietà delle condanne.

Comprendo, che nel Parlamento Italiano sia difficile trovare politici con la fedina penale immacolata, mi chiedo invece se fosse il caso invece, oltre a far senatore un personaggio come Cuffaro, portarlo alla Vigilanza della TV pubblica. Uno sberleffo al popolo italiano.

Pasolini diceva: “Io so, ma non ho le prove” Io dico “Io so, e ho le prove eppure non servono a niente lo stesso.

Comunque stupri

Wednesday, 25 February 2009
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ffacci

di Filippo Facci per ilgiornale.it

Ho cominciato a fare il giornalista occupandomi di storie di malagiustizia, e ho visto e scritto di tutto. Riecheggiava il caso Tortora e quindi se ne parlava, ma poi ci fu Mani pulite e le mie storie non trovarono più spazio: non se riguardavano colletti bianchi (ovvio) e non se riguardavano anche gente comune. Mi dicevano, ogni volta, che quelle storie non giovavano all’azione benefica della magistratura. Col tempo le mie storie tornarono politicamente utili e ne raccolsi e scrissi non so quante: addirittura divennero un libro, un programma tv, una rubrica su questo giornale; colletti bianchi e poveracci condividevano gli stessi terrificanti errori. Ora forse l’aria sta cambiando ancora, e voglio dire solo questo: attenzione. Perché uno stupratore non è chi è accusato di stupro: è chi è condannato per stupro.

Uno stupratore, certo, è anche chi è arrestato in flagranza di stupro, chi è reo confesso di stupro, chi sia gravato da incontestabili prove di colpevolezza per stupro: ma non è chi, solamente, è accusato di stupro. Sembra ovvio, ma nella tragedia della giustizia c’è anche questo: che gli errori giudiziari non sono calati. I racconti delle violentate sono terribili, vanno amplificati, ma anche quelli degli accusati di stupro rivelatisi innocenti, spesso strappati alle loro esistenze e ai loro affetti per sempre. Oggi parliamo delle prime. Cambierà l’aria e riverrà il turno dei secondi. Noi idioti, nel mezzo.

Giornalismo/ Come lo cambiano blog e social network

Wednesday, 25 February 2009
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webnews

da notizie.virgilio.it

Tavola rotonda domani alla Fnsi

Roma, 24 feb. (Apcom) – Come cambia il giornalismo nel proliferare dei media digitali? Il citizen journalism, la crisi della carta stampata, i blog, il successo pervasivo dei social network, sono spunti di riflessione per cercare di capire quale saranno i possibili scenari dell’informazione di domani. Se ne parla a Roma nella tavola rotonda “Informazione 2.0. Come cambia il giornalismo tra media tradizionali, blog e social network“, che si terrà in occasione della presentazione del libro “Penne Digitali 2.0” (Centro di Documentazione Giornalistica) mercoledì 25 febbraio alle 11 nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana.

Con gli autori del volume, Carlo Baldi e Roberto Zarriello, ne discutono Franco Siddi e Roberto Natale rispettivamente, segretario e presidente della Fnsi, Luca Conti, autore del blog Pandemia.info, Cesare Protettì, capo redattore centrale dell’Agenzia Apcom e docente di Editoria multimediale alla Lumsa e Giuseppe Smorto, responsabile di Repubblica.it. Propio Smorto, nella prefazione al libro, sostiene che “il web è una opportunità e non una minaccia per l’informazione“. Ci porta a “un giornalismo più moderno, che sfrutta la tecnologia per abbattere i muri e non per creare cortili virtuali per iniziati”. Il volume, oltre ad essere un manuale puntuale di teoria e tecniche di web journalism, contiene indicazioni preziose di stile e di scrittura giornalistica. Analizza i vari generi di informazione, spaziando da quella politica a quella sportiva. Indica le possibili insidie della rete date dal moltiplicarsi di fonti da cui attingere le notizie. Studia le tendenze figlie di internet, come il diretto rapporto tra giornalisti e lettori, “l’informazione alternativa“, la rinascita della terza pagina sul web e l’ampia diffusione in rete del giornalismo “sociale”.

Cultur@. Parigi: coniglio e topo cinesi all'asta. Hugo già ammoniva!

Tuesday, 24 February 2009
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FRANCE-LIFESTYLE-ART-FASHION-CHINA-BRONZES

di Nicoletta Salata per www.dituttounblog

Al Grand Palais di Parigi si sta svolgendo da ieri la tre giorni di un’asta considerata tra i più grandi eventi mai organizzati da Christie’s. La collezione appartenente allo  stilista Yves Saint Laurent, scomparso nel giugno scorso, e al suo compagno Pierre Bergé viene ceduta da quest’ultimo e il ricavato andrà tutto a favore della ricerca medica in particolare quella contro l’Aids e alla Fondazione Bergé-Saint Laurent.

Stimata circa 300 milioni di euro e composta da 733 pezzi che secondo Bergé hanno nostalgicamente perso “gran parte del loro significato”, già ieri ha registrato cifre da record: 32 milioni di euro (contro una stima pre-vendita di 18 milioni) per “Le coucous, tapis bleu et rose'” di Henri Matisse, 29 milioni di euro per una scultura lignea del rumeno Brancusi “Madame L.R. (stimata tra i 15 e i 20). Un quadro di Picasso, “Instruments de musique sur un gueridon”, è stato invece ritirato per non aver raggiunto, fermandosi a 21 milioni, il prezzo stimato di 25-30.

Tra notizie e curiosità che ruotano attorno a questo evento segnalo quella riguardante due pezzi d’asta che sono stati, e sono tutt’ora, al centro di una querelle tra Francia e Cina, aggiungendo poi e soprattutto una nota “storica”.

Fanno parte della collezione infatti anche due sculture in bronzo del XVIII secolo, raffiguranti la testa di un topo e di un coniglio, considerate reperti archeologici e valutate tra gli 8 e i 10 milioni di euro ciascuna. Queste due pezzi facevano parte delle “teste dei 12 animali dello zodiaco” che abbellivano  una fontana del parco Yuanmingyuan del Palazzo d’Estate dell’Imperatore a Pechino. Con la guerra dell’oppio del 1860, durante l’invasione anglo-francese, il giardino venne distrutto, dato alle fiamme e molti beni tra cui le due teste furono trafugati.

Dopo la notizia diffusasi già l’anno scorso circa l’intenzione di vendere all’asta questi due oggetti, un gruppo di avvocati cinesi costituiti in una delegazione ha affidato all’Associazione per la protezione dell’arte cinese in Europa (APACE) la richiesta al Tribunale di grande istanza di Parigi di sospendere la vendita all’asta. Tuttavia la Corte ha affermato che l’APACE può rappresentare l’Associazione stessa ma non la Cina e gli interessi pubblici e il 23 febbraio ha emesso una sentenza con la quale ha respinto la richiesta. Tentando la via diplomatica e interpellando direttamente Pierre Bergé, questi avrebbe dichiarato di essere favorevole a restituire i due bronzi se la Cina sarà disposta ad aprirsi ai diritti umani, a concedere la libertà al Tibet e ad accogliere il Dalai Lama costretto alla fuga nel 1959. Pechino ha risposto parlando di “ricatto politico” e giudicando “ridicola” l’offerta di Bergé.

Domani topo e coniglio verranno dunque… battuti, all’asta!

Il dettaglio storico a cui mi riferivo è il seguente: mentre si trovava in esilio nell’isola normanna di  Guernsey e risiedeva presso la  Hauteville House, il 25 novembre 1861 Victor Hugo scrisse questa lettera rivolgendosi ad un certo capitano Butler.

“Lei mi chiede, signore, un parere sulla spedizione cinese. Giudica tale spedizione onorevole e bella, ed è tanto buono da attribuire un qualche valore alla mia opinione; secondo lei, la spedizione cinese, compiuta sotto la duplice bandiera della Regina Vittoria e dell’imperatore Napoleone, è una gloria da ripartire tra Francia ed Inghilterra, e desidera sapere in che misura io approvi questa vittoria inglese e francese.

Dal momento che vuole conoscere il mio parere, eccolo: c’era, in un angolo del mondo, una meraviglia del mondo; questa meraviglia si chiamava Palazzo d’Estate. L’arte ha due principi, l’Idea che genera l’arte europea e la Chimera che genera l’arte orientale. Il Palazzo d’Estate era per l’arte chimerica quello che il Partenone è per l’arte ideale. Tutto ciò che l’immaginazione di un popolo quasi sovrumano può creare era lì. Non era, come il Partenone, un’opera rara ed unica; era una sorta di enorme modello della chimera, se un modello la chimera può avere.

Immagini una qualunque ineffabile costruzione, qualcosa di simile ad un edificio lunare, e le comparirà dinanzi il Palazzo d’Estate.

Costruisca un sogno con marmo, giada, bronzo, porcellana, lo intagli in legno di cedro, lo copra di pietre preziose, lo foderi di seta, lo renda da una parte santuario, dall’altra harem, dall’altra ancora roccaforte, vi ponga all’interno degli dei, vi ponga all’interno dei mostri, lo faccia verniciare, smaltare, dorare, truccare, da architetti che siano poeti, faccia imbastire i mille e un sogno delle mille e una notte, aggiunga giardini, bacini, getti d’acqua e schiuma, cigni, ibis, pavoni, in una parola s’immagini una sorta di sfolgorante antro della fantasia umana avente la sagoma di tempio e di palazzo, quel monumento era tutto questo. Era stato necessario, per erigerlo, il paziente lavoro di due generazioni. Quell’edificio, che aveva la vastità di una città, era stato costruito lungo i secoli, per chi? Per i popoli. Infatti ciò che il tempo realizza appartiene all’uomo.
Gli artisti, i poeti, i filosofi, conoscevano il Palazzo d’Estate; Voltaire ne parla. Si era soliti dire: il Partenone in Grecia, le Piramidi in Egitto, il Colosseo a Roma, Nôtre-Dame a Parigi, il Palazzo d’Estate in Oriente. Chi non lo vedeva, lo sognava. Era una sorta di enorme, ignoto capolavoro intravisto da lontano in qualche crepuscolo, come profilo della civiltà asiatica all’orizzonte della civiltà europea. Questa meraviglia è scomparsa.

Un giorno, due banditi sono entrati nel Palazzo d’Estate. Uno ha saccheggiato, l’altro ha incendiato. La vittoria può essere ladra, a quanto pare. Una devastazione in grande del Palazzo d’Estate ha fruttato utili spartiti fra i due vincitori. Vediamo implicato in tutto ciò il nome di Elgin, che ha la fatale prerogativa di ricordare il Partenone. Quanto era stato fatto al Partenone è stato fatto al Palazzo d’Estate, con più completezza e meglio, in modo da non tralasciare nulla. Tutti i tesori di tutte le nostre cattedrali messe insieme non eguaglierebbero questo splendido e formidabile museo d’oriente.
Lì non si trovavano soltanto capolavori d’arte, c’era una infinità di preziosi. Grande impresa, inaspettato colpo di fortuna. Uno dei vincitori ha riempito le proprie tasche, a quanto vediamo, l’altro ha riempito le proprie casseforti; e sono ritornati in Europa, a braccetto, ridendo. Questa è la storia dei due banditi. Noi, europei, siamo i civilizzati, e per noi, i cinesi sono i barbari.
Ecco che cosa ha fatto la civiltà alla barbarie. Agli occhi della storia, un bandito si chiamerà Francia, l’altro si chiamerà Inghilterra. Ma io protesto, e la ringrazio di darmene l’opportunità; i crimini di coloro che governano non sono colpa di coloro che sono governati; talvolta i governi sono banditi, i popoli mai. L’impero francese ha intascato questa vittoria per metà ed oggi espone con quella certa naturalezza da padrone le splendide anticaglie del Palazzo d’Estate.
Spero che verrà un giorno in cui la Francia, libera e pulita, restituirà questo bottino alla Cina defraudata. Per il momento, lo constato, ci sono un furto e due ladri.

Tale, signore, è l’abbondanza di approvazioni che attribuisco alla spedizione cinese”.

Anche in provincia i giornalisti nel loro piccolo s’incazzano

Tuesday, 24 February 2009
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Articolo tratto da www.tusciaweb.it , pubblicato il 21 febbraio nella rubrica online del caporedattore del Messaggero di Viterbo, Arnaldo Sassi. Contiene la traduzione di un interessante articolo tratto da BBC News sulla recente condanna all’avvocato David Mills (nella foto) ed i suoi rapporti con Berlusconi. Buona lettura (sf)

Tra le decine di notizie che ci hanno bombardato in questi giorni sia sui tg che sulla carta stampata (dal caso Englaro allo stupro della Caffarella, dalle dimissioni di Veltroni alle nuove norme sulla sicurezza e sulla giustizia, e via dicendo) ce n’è stata una di cui i mass media non hanno praticamente parlato.

Oppure, se lo hanno fatto, si sono limitati a poche righe o a pochi secondi, quasi si trattasse di una notizia di terz’ordine.

Sto parlando della condanna per corruzione inflitta dal Tribunale di Milano all’avvocato inglese David Mills, accusato di aver accettato una tangente in cambio di falsa testimonianza in due processi giudiziari.

La curiosità mi ha spinto ad andare a vedere, visto che il legale è di nazionalità inglese, come la stessa notizia fosse stata trattata in Inghilterra. Così mi sono imbattuto nel sito della Bbc (chi vuole può collegarsi al link ) e ho letto ciò che ha scritto sull’argomento il giornalista Duncan Kennedy, corrispondente da Roma per l’emittente britannica.

Poi, per fornire a tutti una versione che fosse attinente al testo inglese, ho chiesto la traduzione alla mia amica Maria Federici, interprete provetta che ha lavorato per anni per il ministero degli Esteri. Ecco dunque il testo in italiano:

L’avvocato inglese David Mills condannato per aver accettato una tangente in cambio di falsa testimonianza in due processi giudiziari

Mills avrebbe accettato una tangente di 600.000$ (350.000£ circa) dal presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi. Il tribunale di Milano lo ha condannato a 4 anni e 6 mesi, ma Mills si dichiara innocente e ricorrerà in appello. Il caso giudiziario è legato a due procedimenti avviati nel 1997 e nel 1998 a carico di Berlusconi.

In sostanza, Mills è accusato di aver taciuto informazioni su alcune società off-shore di proprietà del Cavaliere, permettendo a Berlusconi di evadere il fisco. Mills era un testimone esperto di diritto tributario e la sua testimonianza avrebbe chiaramente favorito Berlusconi. Il denaro ricevuto sarebbe stato impiegato da Mills per pagare il mutuo della casa di Londra che divideva con sua moglie Tessa Jowell, ministro inglese per le Olimpiadi. Un’inchiesta parlamentare ha appurato l’estraneità della Jowell. La coppia è ora separata.

In quest’ultimo processo, l’accusa ha descritto l’intero caso come una faccenda di soldi e potere. Potere per Berlusconi. Soldi per David Mills.

Il punto è se Mills andrà davvero in prigione e quali saranno le conseguenze di questo caso per il presidente del Consiglio italiano. La risposta alla prima domanda è probabilmente “no”.

Mills ha già dichiarato alla Bbc che intende fare ricorso in appello e che ha solide ragioni per farlo. E’ infuriato per come la vicenda si è conclusa e ritiene di essere vittima di manovre politiche. In base al rigido sistema legale italiano qualsiasi ricorso in appello potrebbe richiedere uno, due, tre o più anni. Quindi, l’intera procedura potrebbe cadere in prescrizione, una misura prevista dopo un lasso di tempo di sette anni e mezzo.

La legge sull’immunità

Mills potrebbe dunque vincere il ricorso. Ma se così non fosse, l’accusa potrebbe semplicemente non avere il tempo necessario a condannarlo. Comunque vada, rimarrà a piede libero.

Per un personaggio come David Mills, una vittoria in appello costituirebbe un vantaggio in quanto, non solo gli consentirebbe di dimostrare la propria innocenza, ma anche di rifarsi una reputazione.

Per ciò che concerne Berlusconi, almeno per ora il Cavaliere sembra avere incorporato una sorta di lasciapassare che gli consente di evitare il carcere.

Il suo stesso governo lo scorso anno ha approvato, seppure in modo controverso, una legge sull’immunità dai processi che favorisce lui e una manciata di altri ministri. Finché è al potere, gli è garantita l’immunità, sebbene le accuse siano sospese e non annullate.

Esperto in materia

Ad ogni modo, seppure i procedimenti a suo carico dovessero riprendere alla fine del suo mandato, Berlusconi ha mostrato in passato di essere abile nel terminare ogni procedura di ricorso in appello, secondo quanto previsto dalla legge italiana. Berlusconi si ribadisce innocente e nega di avere pagato tangenti a Mills.

Il Cavaliere non è certamente inesperto del sistema legale italiano: secondo stime, è stato coinvolto in circa 2.500 udienze nel corso della sua lunga carriera e, in alcuni procedimenti, è stato anche dichiarato colpevole. Le accuse passate a suo carico sono di corruzione, falso in bilancio e tangenti. Tuttavia, Berlusconi ha sempre evitato il carcere perché vittorioso in appello, assolto o per decorrenza dei termini.

Per farvi capire l’opinione degli italiani sul loro presidente del Consiglio e le sue vicende giudiziarie, basta dire che nel giorno in cui il Tribunale di Milano si è espresso sul caso Mills, nell’aula era presente soltanto una manciata di telecamere di redazioni di telegiornali per seguire il fatto. Semplicemente, la faccenda non era considerata particolarmente interessante.

Il perdono degli elettori

Immaginate la stessa situazione in altri paesi, con il capo di un Governo coinvolto in un grave episodio di corruzione. Sarebbe impossibile muoversi all’esterno del tribunale per la presenza di microfoni e obiettivi. Ma non in Italia. Qui la maggioranza degli italiani è tacitamente rassegnata a vedere il proprio presidente del consiglio muoversi ai confini della legalità e le tempeste che lo colpiscono mostrano soltanto che è umano. Anzi, vanno ad arricchire il suo debordante fascino.

Fintanto che Berlusconi riesce a tenere la grande nave Italia lontana dagli scogli, gli italiani sono pronti a perdonarlo. Tutto ciò insomma non li trattiene dal votarlo comunque, come è stato provato dallo schiacciante successo elettorale delle elezioni politiche dello scorso anno.

Eppure, Berlusconi potrebbe trovare qualche inciampo sul suo cammino. Esiste un importante movimento per abrogare la sua nuova legge sull’immunità. Se coloro che lo appoggiano riescono a convincere il tribunale di avere un numero sufficiente e legittimo di firme, potrebbero convocare un referendum. Ciò renderebbe Berlusconi più vulnerabile.

Fin qui il britannico Duncan Kennedy. Mentre in Italia il festival di Sanremo fa il record di ascolti, il Grande fratello anima i dibattiti della gente nelle strade, il Pd si sfascia solo ed esclusivamente per proprie responsabilità, costringendo chi aveva creduto nell’ennesima illusione (tra cui è da annoverare anche il sottoscritto) ad affiggere il cartello “AAA CERCASI PARTITO COMPOSTO DA PERSONE RESPONSABILI, POSSIBILMENTE ANCHE ONESTE”.

Eravamo uno Stato di diritto, ora siamo la Repubblica delle banane. E, dal momento che all’estero certe cose non le capiscono (negli Usa si sono registrate dimissioni a  catena di quattro candidati a poltrone di ministro nell’amministrazione Obama non in seguito a condanne penali, né ad incriminazioni, ma per semplici sospetti di improprietà commesse in passato, come evasione fiscale, mancato versamento dei contributi alla domestica, conflitto di interessi), ci trattano da peracottari. Come dar loro torto?

Un’ultima considerazione: vista la drammatica situazione odierna della politica, possibile che per avere una speranza ci si debba rifugiare in Di Pietro o in Beppe Grillo? Se qualcuno ha proposte alternative me le faccia sapere. Avrà tutta la mia gratitudine.

Arnaldo Sassi

Che fine ha fatto il sito marcotravaglio.it?

Monday, 23 February 2009
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di Sergio Fornasini – update 3 marzo: ricomparso il forum, anzi no (link)

La risposta al quesito è semplice: è svanito. Il dominio marcotravaglio.it risulta intestato fino al 2 febbraio scorso al signor Ottaviano Bertei di Prato, ometto la pubblicazione dell’indirizzo ma chiunque può rintracciarlo senza sforzi con una semplice interrogazione in rete. Sembrerebbe, molto semplicemente, che il proprietario del dominio Internet non ha rinnovato il pagamento dei pochi euro necessari a mantenere l’indirizzamento. Un vero peccato, vista la popolarità ed i numerosi accessi che riscuoteva il defunto luogo di discussione.

I fans del sito hanno manifestato sorpresa ed apprensione, arrivando addirittura ad ipotizzare un attacco di hackers. Qualcuno più realisticamente ha ipotizzato che la registrazione non era stata rinnovata, ma c’è anche chi arriva a dire:  “spero non c’entri nulla la legge che hanno fatto proprio in questi giorni per togliere i siti scomodi..
vedere il blog di grillo”. Complimenti al disinformatissimo autore del commento su Facebook, non è stata fatta alcuna legge sui siti Internet e sui blog in questi giorni, mancava solamente di consigliare a MT di comprarsi una casa a Lugano per trasferirci il sito. Nella stessa discussione c’è stato anche chi sull’argomento ha auspicato un intervento televisivo in diretta ad Annozero da parte di MT. Beata ingenuità!

Insomma il forum marcotravaglio.it è chiuso, svanito, vaporizzato. Anzi quasi, visto che alcuni ex seguaci hanno aperto un nuovo forum, nuovo regolamento e nuovi noiosissimi e sgradevoli avvisi pubblicitari. Per chi non lo avesse ancora individuato, ecco il nuovo indirizzo: http://marcotravaglio.mastertopforum.net. Da quanto ho letto in quel nuovo sito, stanno inviando messaggi email agli ex partecipanti registrati per avvisarli dell’improvviso cambiamento di scanario. Insomma nulla di programmato, un fulmine a ciel sereno che ha colto di sorpresa anche i promotori del nuovo forum, costretto a nascere all’improvviso.

Qualcosa di simile è accaduto ad un altro blog, dal quale è poi nato dituttounblog.com. Per noi le cose sono andate decisamente in maniera diversa, e del nostro caso non si è occupato nessuno, che a me risulti. Lettori, commentatori ed amici mi hanno contattato per sapere cosa stava accadendo, la blogsfera invece ha digerito al volo la scomparsa del vecchio blog sul quale scrivevo, www.gabrielemastellarini.com. Per il forum non ufficiale di MT molti i commenti sul web: ma che fine ha fatto, è un attacco di hackers, ecc. Pazienza, si vede che i lettori del nostro vecchio sito sono decisamente più maturi e ponderati, oltre che maggiormente inforrmati.

Scrive l’admin nel nuovo forum, tale Ponzetti:

Benvenuti nella nostra nuova oasi.
Due paroline che ho già scritto su google gruppi ma che ci terrei a replicare anche qui. Lo spazio Web Marcotravaglio.it non è mio. E di Ottaviano che però e qualche tempo che se ne disinteressa e cederà abreve il tutto a Marco e Chiarelettere (quest’ultima si occupa delle “cose web” di Marco). Non so come sarà la nuova gestione, credo ci sarà il forum e tornerà il vecchio webmaster che è in gamba e liberal Smile.
Io personalmente ho dato le “dimissioni” mesi fa, ma le ho revocate in quanto nessuno voleva o poteva prendere il mio posto. Rimarrò come amministratore finché non traghetterò questa bella community in qualche posto stabile e duraturo. Non mi faccio vedere tanto sul forum ma vi assicuro che dietro le quinte ci sono sempre.
Buone discussioni P.”

Insomma sembrerebbe che il precedente intestatario, Ottaviano Bertei, secondo quanto pubblicato nel nuovo forum stia cedendo la proprietà del dominio marcotravaglio.it a Marco Travaglio e Chiarelettere, non si capisce bene dal post di Ponzetti a chi dei due. Il tutto in barba ai numerosi ed attivissimi frequentatori del forum, che senza preavviso è scomparso, chiuso, vaporizzato.Sembra invece evidente la proposta di acquisto da parte di MT o dell’editore Chiaralettere, o di vendita da parte di Bertei, del dominio. Insomma una questione di business, il tutto senza preavviso e trasparenza nei confronti dei numerosi frequentatori del forum.

In questa sede voglio manifestare tutta la mia preoccupazione per un evento che si prospetta di natura esclusivamente commerciale. È stata decretata la chiusura di un forum frequentatissimo, con ampia visibilità sui motori di ricerca. Le discussioni che venivano sviluppate sul vecchio sito marcotravaglio.it contavano centinaia, migliaia di interventi. La repentina e non annunciata chiusura del forum costituisce secondo me una grave lesione alla libertà di espressione di quanti lo frequentavano, ed erano moltissimi. Aveva un solo difetto: era registrato su un dominio dal nome molto appetibile, quello di un personaggio famoso, autore di numerosi libri ed importante personaggio pubblico e televisivo. Comunque vada a finire, la transizione sta avvenendo in modo assolutamente non professionale, con il black out totale del sito. Un minimo di programmazione, ma proprio minima, ed il passaggio a qualcosa di diverso sarebbe stato senza interruzioni. Ora se provate a digitare www.marcotravaglio.it nel vostro browser compare una sfilza di inserzioni pubblicitarie, situazione tipica dei domini parcheggiati in attesa di un acquirente.

In passato sono stato molto critico su alcuni dei contenuti del sito ora scomparso, in particolare sulla gestione di uno dei suoi moderatori. Questo però non significa che io sia compiaciuto della chiusura di marcotravaglio.it, anzi sono doppiamente incazzato per i motivi che hanno determinato questa situazione, almeno a quanto esposto dal suo amministratore Ponzetti.

A chiunque vada in futuro la proprietà del dominio marcotravaglio.it, sappia che ha agito in maniera molto discutibile per la sua acquisizione. Spero se lo ricordino gli ex ed i futuri frequentatori di quegli spazi.

Sergio Fornasini

Nessuno Stato può disporre della mia vita se non lo voglio

Saturday, 21 February 2009
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filippo-facci

lettera di Filippo Facci al Presidente del Consiglio – da ilgiornale.it – assolutamente condivisibile – vedi anche l’articolo sul corriere.it

Spettabile Presidente Berlusconi,
mi rivolgo a Lei per scongiurarla di non avallare quella pazzia scientifica e civile che è la legge sul Testamento biologico così come preannunciata. Penso che Lei stia facendo un errore gravissimo e soprattutto sottovalutato nelle sue conseguenze, e temo che la sua indole notoriamente libertaria sia stata mal consigliata da un gruppo di pasionari come possono esserlo soltanto degli ex radicali passati sulla sponda opposta, o comunque sia delle persone protese a orientare l’opinione pubblica sulla base di tardive convinzioni personali (etiche e ideologiche) e non sul recepimento di ciò che la stessa opinione pubblica pensa davvero su questo tema, qualcosa che più personale non può essere: la responsabilità della nostra stessa vita e delle persone che amiamo.
Parto dal principio, Presidente, di rivolgermi a un laico che a sua volta consideri la propria vita come una propria sostanziale responsabilità: non sono infatti più disposto, per come si stanno mettendo le cose, a confrontarmi con cattolici militanti o coi cittadini di una monarchia assoluta situata sulla riva destra del Tevere, coloro cioè che anche in questi giorni hanno ripetuto che la nostra vita apparterrebbe alla collettività o a un dio come in Unione Sovietica o come in Iran o come in Vaticano, ma come sicuramente in nessuna democrazia. Mi confronto con democratici, solamente, giacché l’ho scritto e lo ripeto: nessuno Stato etico e nessuna religione potrà disporre della mia vita se io non lo desidero, piuttosto la galera.
Quindi gliela faccio breve, essendo alcune informazioni ormai note. Per esempio che la nutrizione e l’idratazione obbligatorie non sono previste in nessun Paese del mondo; che la comunità scientifica le considera dei trattamenti medici che non possono esserci imposti, come del resto la nostra Costituzione ordina; che in Europa lei non troverebbe una sola forza politica di destra o di sinistra (Ppe compreso) disposta ad avallare un principio del genere, oltretutto impraticabile: la bozza di legge infatti non prevede soltanto che la facoltà di rifiutare delle cure non ci appartenga più nel momento in cui perderemo conoscenza, e in barba a quanto possiamo aver scritto in qualsivoglia testamento: prevede, la legge, che la facoltà di rifiutare delle cure non ci appartenga più neanche da vigili; non potremo cioè più lucidamente rifiutare un intervento chirurgico, una dialisi, una trasfusione, una chemio o un’amputazione. È follia pura: avremo i carabinieri negli ospedali? Per non parlare della possibilità che decine di milioni di italiani ogni tre anni si rechino dal medico e dal notaio per redigere un testamento biologico che in questo modo è studiato solo per essere disatteso. Ma tralascio gli aspetti tecnici.
Le dico, scrivendole pubblicamente per la prima volta da quando la conosco, solo questo: guardi, Presidente, che questa non è la legge 40, non è quel genere di tema civile o di politica estera che non sposta voti, non è il Tibet o il Dalai Lama, le Olimpiadi o la Cecenia: è la vita di tutti, perché non c’è italiano che il caso di Eluana Englaro non abbia discusso e a suo modo sofferto. Si faccia dire dai suoi sondaggisti che cosa ne pensano; legga il rapporto Ispo secondo il quale l’epilogo del caso Englaro ha fatto perdere a Chiesa, Magistratura, Parlamento, Rai e Mediaset una media di sette punti di fiducia; legga anche solo i commenti dei lettori sulGiornale online; chieda ai suoi parlamentari che cosa ne pensano davvero, visto che un sondaggio interno parla di un dissenso pressoché totale a parte i già detti pasionari; imponga lo scrutinio segreto essendo questo uno straclassico voto di coscienza, se crede; si chieda perché il disegno di legge sul testamento biologico varato dal centrodestra nel 2005 era completamente diverso da questo, si chieda che cosa sia cambiato da allora.

E si ricordi infine che Giuseppe Englaro, Presidente, ha perlomeno un punto in comune con Lei: ora lo possono demonizzare, appiccicargli ogni etichetta e casacca, ma gli italiani infine hanno capito chi è. Hanno capito la verità. È uno di loro. È uno di noi.