LETTERA APERTA AL MINISTRO TREMONTI
Tuesday, 17 March 2009di Gianluigi De Marchi
Caro Ministro,
la decisione della BCE di ridurre il costo del denaro non ha prodotto effetti.
Così come non ne avevano prodotto le precedenti riduzioni; come era facilmente prevedibile…
Non sono nessuno, non ho un Master ad Harvard, non sono amministratore di banca, ma ho solo buon senso, quello che manca ai tanti Soloni che per anni hanno pontificato sulla “finanza creativa” dimenticandosi che solo l’agricoltura è un’attività economica “creativa”, mentre ad esempio l’industria è un’attività economica “trasformativa” e la finanza al massimo è un’attività economica “traslativa” (trasferisce soldi da Rossi a Brambilla trattenendosi una commissione…).
Bisogna intervenire con decisione, e la strada maestra non è quella di abbassare il costo del denaro che tanto nessuno chiede (ha sentito qualche suo vicino di casa dire che con il denaro quasi gratis ha deciso di aprire un’attività di finissaggio di tessuti o uno stabilimento per la produzione di gelati? Io no). La strada maestra non è quella di abbassare il costo del denaro che tanto nessuno offre (tre minuti fa un mio amico, grosso imprenditore edile, mi ha telefonato preoccupato perché 5 banche cui ha chiesto un mutuo per rilevare un immobile gli hanno detto di no, e solo una era disposta a fare un prestito ma al 40% del valore…).
La strada maestra è quella di ridisegnare il sistema finanziario, di riscrivere le regole, di rimettere l’accento sul ruolo anche sociale dell’attività creditizia, che non deve produrre solo profitti (mi fanno sorridere oggi gli obiettivi di ROE al 20% sbandierati da tanti managers anglofoni…) ma anche iniziative nuove per produrre reddito, lavoro, benessere. Basta con le operazioni speculative, i derivati, le options, gli straddle, gli IRS, gli swaps e tutto l’armamentario di questi geni con gli occhialini colorati che hanno distrutto l’economia reale per creare un’illusoria “ricchezza di carta”.
Basta con un mercato azionario composto per il 20% della capitalizzazione da società che producono qualcosa e per l’80% da società che fanno finanza, assicurazione, comunicazione, ecc.; basta con un mercato finanziario in cui per 241 società quotate ci sono 1.580 Certificates quotati e 2.224 covered warrant! Ma qualcuno s è reso conto che 109 società manifatturiere reggono sulle loro spalle qualcosa come 4.205 pezzi di carta, cioè ognuna ne genera almeno 40?
Un effetto leva da brivido.
Rimettiamo al centro del business non solo il profitto, ma l’etica del profitto, che non deve generare cifre smisurate per un pugno di managers capaci solo a gestire cicli favorevoli ed assolutamente incapaci di affrontare le difficoltà e di valutare rischi!
Proibiamo operazioni finanziarie con leverage, proibiamo le acquisizioni di banche con emissione di carta contro carta (vuoi comprare una banca? La paghi in contanti!), proibiamo il cumulo delle cariche ne consigli di amministrazione, proibiamo le polizze fasulle e taroccate che non assicurano nulla (vedi obbligazioni Lehman dentro i contratti assicurativi!), proibiamo tutto ciò che il buon senso ci fa capire che non serve a niente…
E, soprattutto, smettiamola di discutere su come liberarci dai “titoli tossici” e concentriamoci sul problema di fondo: come liberarci dai “dirigenti tossici” che ci hanno rovinato! (magari bloccando le loro liquidazioni, pignorando i loro beni, ricuperando i bonus percepiti in anni facili in cui bastava a essere seduti su una certa poltrona per guadagnare 10/15 milioni di euro all’anno…).
Grazie per quello che vorrà fare, coraggio!
GIANLUIGI DE MARCHI









