Biografia non autorizzata di Marco Travaglio, "il megafono delle Procure"

Tuesday, 1 July 2008
Pubblicato nella categoria TRAVAGLIO'S

di Marco Caruso (*)

Biografia (politica) non autorizzata di Marco Travaglio. Il destrorso che sta con le sinistre. L’antimafioso che appoggia chi attaccò Falcone. L’amante della giustizia che sta dalla parte dei giustizialisti.

Collocare politicamente il bel Marco è operazione ardita. Forse impossibile. Ma di lui si sanno alcune cose che nel tempo lo hanno caratterizzato, mettendo così in luce alcune di quelle che possono apparire come contraddizioni.

E’ il presente, però, il padre di tutti i dubbi.
Cosa fa, con chi sta, cosa dice, a chi lo dice…sono questi i punti da cui partire, perchè solo da essi e con essi è forse possibile capire chi è Marco Travaglio.

Dunque. 44 anni portati benissimo; lavora e collabora con l’Unità, Repubblica, Micromega, l’Espresso; vota l’Italia dei Valori dell’ex magistrato Antonio Di Pietro; sale e scende dai palchi di tutta Italia accompagnando Beppe Grillo, evangelizzando il Paese sui mali del berlusconismo, profeta e idolo delle folle della sinistra conservatrice (cioè comunista) che lo hanno reso benestante acquistando ogni libro da lui scritto e dato alle stampe (praticamente tutti o quasi contro Berlusconi) dal 1993 ad oggi; bandiera dell’antimafia; spina nel fianco di destra (CdL o PdL che sia) e sinistra (epocale lo scontro con d’Alema).

Questo, il quadro odierno.

Eppure…
Eppure guardando il passato di Marco Travaglio, “il megafono delle procure”, ci si stupisce di come sia arrivato dov’è (non si discutono i meriti, intendiamoci subito) e più ancora ci si stupisce di cosa ci faccia lì e con quella gente.

Andiamo un passo alla volta.

Come giornalista deve molto, se non tutto, al suo maestro, quell’Indro Montanelli che come direttore de Il Giornale (il cui editore era proprio Berlusconi) lo volle come collaboratore.
Da lì, sempre con Indro, a La Voce, da cui ha spiccato il definitivo volo in solitaria.
La sua posizione al tempo? Liberal-montanelliana. E’ lui stesso a definirsi così. Un liberale. Montanelliano. Cosa voglia dire è difficile dirlo, già che di Montanelli si sa ch’è stato fascista, poi che nel dopoguerra sognava una destra ideale e che per tutta la sua lunga vita è sempre stato anticomunista e si è sempre speso (culturalmente, mai politicamente) contro la cultura di sinistra e in particolare di quella della sinistra borghese e radical chic: epperò Travaglio ha preso una strada ben diversa.
A sciogliere ogni dubbio, potrebbe essere un’intervista apparsa su La Stampa in cui è Travaglio stesso a dire: “In Francia voterei a occhi chiusi per uno Chirac, un Villepin. In Germania voterei Merkel sicuro. Mi piacevano molto Reagan e la Thatcher”.
E poi: “Se non fosse Berlusconi il capo della destra, io starei lì!”.
Non solo: “Il Travaglio di destra c’è già, sono io.”
Insomma il problema è il Cavaliere Nero. Altrimenti…
Altrimenti cosa, verrebbe da chiedersi?!

Va bene non provare alcuna simpatia per il capo del proprio schieramento di appartenenza; va bene definirsi genericamente “liberali”, ma…come si concilia tutto questo con le scelte fatte in questi anni?
Politicamente distante da Berlusconi, ma anche dalla sinistra (pseudo) “liberal” che si riempie la bocca di Kennedy e scimmiotta il Partito Democratico americano.
Tant’è che sostiene Di Pietro che raccoglie i voti della sinsitra massimalista cacciata dal parlamento e che è appoggiato dal popolo di Beppe Grillo che a sua volta mantiene vertiginosamente alte le vendite degli scritti del Travaglio stesso.
Va bene non credere in certi personaggi, ma chi è fermamente e intimamente convinto delle proprie idee liberali non le rinnega a tal punto da andarsi a cercare il politico meno liberale sulla piazza (dopo quelli comunisti duri e puri).
Non solo: difficile anche conciliare il liberalismo col giustizialismo di cui si è fatto propulsore in questi tempi.
Non è un caso che le sue fortune comincino in coincidenza con la fine di tangentopoli e l’avvio di una “collana” di libri fitti fitti di inchieste sui rapporti tra politica ed economia.
Per non parlare del fatto che scrivere su L’Unità, La Repubblica, L’Espresso, Micromega eccetera sono espressione di quella cultura radical-chic di cui evidentemente Travaglio non ha ereditato l’antipatia montanelliana.
Anzi…

Lampante la contraddizione quindi.

Ma guardiamo e passiamo oltre.
D’altra parte, le persone non vanno giudicate per le loro convinzioni politiche.
Per ora, comunque, sappiamo che Travaglio si dice di destra ma non disprezza nè gli uomini di sinistra nè il popolo della sinistra meno liberale e più conservatrice che ci sia: i comunisti.

La politica, però, ritorna per far luce su un’altra contraddizione su cui proprio non si può glissare.

Marco Travaglio è spesso in groppa al cavallo dell’antimafia.
Si possono trovare migliaia di citazioni e di siti che le riprendono in cui si leggono il massimo disprezzo per la mafia, verso chi la aiuta e pure per chi non la ostacola.
Eppure, è lo stesso Marco Travaglio, quello che vorrebbe un Parlamento pulito, che si preoccupa di far conoscere alla gente inconsapevole quali sono le persone da cui dovrebbero guardarsi prima di concedergli il voto, quello che mette al primo posto l’uomo rispetto alle idee, ebbene, è sempre lui che si batte contro gli amici degli amici, che celebra in ogni occasione Falcone e Borsellino come esempi di uomini e di magistrati che sacrificarono le proprie vite contro la malavita organizzata, è sempre lui, dicevo, a sostenere il solito Di Pietro, la solita Italia dei Valori che candida tra le sue liste e come sindaco di Palermo (e prima ancora Presidente della Regione Sicilia) quel Leoluca Orlando (il quale pure aveva procedimenti giudiziari a carico, anche per vicinanze pericolose ad alcuni mafiosi) che tanto fece contro Giovanni Falcone che lo accusò di connivenze con politici in odore di mafia, di tenere nascosti i documenti che lo provavano, finendo con lo spingere l’intera sinistra sulle barricate contro il pool antimafia (assieme a Violante, non dimentichiamoci nemmeno di lui)…e sappiamo come andò a finire, col pool sciolto e solo successivamente ricomposto grazie ad una fortissima pressione dell’opinione pubblica.

Ha il sapore amaro dell’incoerenza anche questo fatto.
Ma come: per gli altri vale sempre il legittimo sospetto che siano persone sgradevoli e poi, nella foga, ci si dimentica che ve ne sono anche tra quelli che si sostengono con tanto appassionato fervore.

Ma andiamo avanti.

Marco Travaglio nasce come cronista di giudiziaria.
Si appassiona così tanto dell’argomento che praticamente vi si occupa a tempo pieno.
Se lo si sente parlare, anche davanti le telecamere dei programmi di Santoro (o, quando fu, di Luttazzi) sembra di aver a che fare con un magistrato.
E invece no.
Quel campione di legalitarismo ha fatto di nuovo la scelta sbagliata.
Non si può dire di lui che sia un amante della Giustizia, mentre in realtà è correttissimo parlare di lui come di una bandiera del giustizialismo.

Si spiega così, ancora una volta, la sua partigianeria nei confronti di Antonio Di Pietro, il pubblico ministero che si è fatto apprezzare dall’opinione pubblica ai tempi di Mani Pulite, ma che giuridicamente parlando ha perso più volte di quante non se ne sappia, senza che mai abbia chiesto scusa per tutte quelle persone che aveva ingiustamente accusato e messo alla gogna mediatica e che aveva portato al suicidio.

Che pensare allora di Marco Travaglio?!
Che considerazione avere di lui?!

Beh, se volete sapere come la penso…credo che Travaglio sia un ragazzo davvero intelligente. Che ha capito in fretta che in Italia si può far carriera attestandosi solo su certe posizioni. A Sinistra, e puntando tutto sull’emotività del popolo che più di tutti gli altri ha bisogno di un Masaniello che lo aizzi e mobiliti.

In definitiva, però, è un personaggio altamente deludente.
Non foss’altro, appunto, per le contraddizioni che incarna

(*)http://ilpensatore.wordpress.com
segnalato da Virginio Spicacci Minervini

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  1. Alessandro dice:

    Tuesday, 1 July 2008 alle 11:59

    Quindi, se ho capito bene quello che ho letto, il pool antimafia sarebbe stato sciolto per colpa di Leoluca Orlando e Luciano Violante?
    Geniale.

    Probabilmente a questo signore, il nome di Antonino Meli dice poco, e quello di Pietro Giammanco ancora meno.

    C’e’ un bel libro Sig. Caruso, forse in qualche libreria si trova ancora, ” I miei giorni a Palermo ” ed è un intervista di Antonino Caponnetto data a Saverio Lodato.
    Forse, potrebbe esserle utile a chiarirsi le idee, per lo meno sul pool antimafia, cosi poi magari diventa credibile anche quando parla di altri argomenti.

    L’ importante è che si parli male di Travaglio, tutto il resto chissenefrega…..

  2. Paride Moscati dice:

    Tuesday, 1 July 2008 alle 12:28

    Ah ma Marco Caruso è famosissimo da tempo!!!

    auhauha…

    “Ciao a tutti, io sono Marco, un giovane meridionale “adottato” dalla città più bella del mondo (nessuno si offenda, ma è così), Firenze.
    Ci vivo, ci studio (giurisprudenza), ne vado pazzo.
    Tifosissimo Viola, appassionato dello sport più trascurato d’Italia, la pallavolo.
    Provo a interessarmi di politica, anzi…direi che mi piace farlo e parlarne.
    Leggo quanto più posso e sopratutto, quando ne ho il tempo.
    Non solo giornali e riviste, ma libri d’ogni genere.
    Lo ritengo il modo migliore per capire e per poi farsi capire.
    Sono un moderato, che però ha sentito il bisogno di dar voce ai suoi pensieri nella forma più libera che ad oggi si conosca.

    Attraverso il mio blog voglio dare sfogo a tutto ciò che mi passa per la testa, sperando sempre di non essere mai troppo banale.
    La mia idea politica? sicuramente vicina a quelle del centrodestra, ma ho in mente molto di più, qualcosa che è difficile definire in altro modo se non “moderazione”.
    Ma non come poteva essere lo spirito della Balena Bianca, niente a che vedere, per carità…bensì un modo di vedere le cose che faccia suo il punto d’incontro tra le diverse idee che vengono ad affrontarsi.
    L’importante è avere sempre punti di riferimento saldi, e questi per me sono Dio, Patria e Famiglia con i loro inscindibili corallari.

    Insomma, non dico oltre, credo mi potrete conoscere strada facendo leggendomi su queste pagine.

    Un saluto a tutti

    commentate quanto volete…perchè ciò che voglio è stimolare discussioni che portino ad una crescita interiore e intellettuale.
    Bye

    Marco”

    Vai marco: siamo tutti con te!!!!

  3. Paride Moscati dice:

    Tuesday, 1 July 2008 alle 12:30

    NB.
    Ha nel Blog (politicizzatissimo e partigiano) lo stemmino dei circoli della libertà, ma nella sua presentazione si guarda bene dal dare un nome alla sua fede politica.

    Tutto ciò merita un cenno d’attenzione.
    ECCO QUESTA PASSA, BRAVO

  4. Arturo Zulawsk dice:

    Tuesday, 1 July 2008 alle 22:38

    Caruso: fritto-rifritto.
    Nulla di nuovo.
    Biografia de che?
    Caruso ha fatto un’inchiesta minima minima?
    Anche l’occorrenza wikipedia su Travaglio è più completa…caspita.
    Dev’essere una di quelle biografie che va col nostro tempo.
    az

  5. Arya dice:

    Tuesday, 1 July 2008 alle 22:38

    “profeta e idolo delle folle della sinistra conservatrice (cioè comunista)”
    questa cosa è proprio bizzarra!!!Conosco tanta gente di destra(me compresa)che ascolta e legge Travaglio.Mica solo quelli di sinistra non sopportano Berluska?Ragazzi aprite gli occhi,di acqua sotto i ponti ne è passata tanta dai tempi dei girotondi ad oggi…
    Molte cose sono cambiate!
    Saluti.

  6. Sandro73 dice:

    Wednesday, 2 July 2008 alle 08:49

    “Collocare politicamente il bel Marco è operazione ardita. Forse impossibile.”

    Ecco il problema di questo articolo: si deve per forza etichettare. Tipico di una mentalità provinciale e conformista. Ovvero tipicamente, dannatamente italiana.
    L’opzione “persona libera ed indipendente” non esiste.

    Aspetto una biografia vera di travaglio, che tiri fuori le sue vere contradizioni professionali. Per ora io non gliene trovo. E oggi credo che sia il miglior giornalista in Italia, e tra i più lucidi, insieme a Daniele Martinelli, Oliviero Beha e Peter Gomez.

  7. AntonellaP dice:

    Wednesday, 2 July 2008 alle 20:06

    “è un personaggio altamente deludente per le contraddizioni che incarna”: ognuno può farsi un’idea propria su Travaglio, a mio parere ottimo giornalista, leggendo i suoi libri e ascoltandolo in televisione; è molto più deludente Berlusconi, che si “contraddice” sbandierando il tema sicurezza e facendo di tutto per bloccare la giustizia, e questo è grave perchè lui è un politico, mentre Travaglio non incide sulle leggi dello Stato; inoltre non mi pare che Di Pietro abbia spinto qualcuno al suicidio, quella è una scelta personale, se uno è innocente non deve temere il giudizio.

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