AMARCORD. Berlusconi: "Gelli voleva i migliori d'Italia per un club…e io diedi la mia adesione"

Tuesday, 1 July 2008
Pubblicato nella categoria AMARCORD

26 ottobre 1981, Silvio Berlusconi dichiara al giudice istruttore del Tribunale di Milano: “Fu Gervaso a presentarmi a Gelli, dicendomi che questi aveva vivo desiderio di conoscermi, perché era stato ben impressionato dalla mia intervista apparsa nel libro di Gervaso Il dito nell’occhio…”.

E il 3 novembre 1993, ai giudici della Corte d’Assise di Roma: “Gervaso mi parlò di Gelli in termini molto positivi […]. Incontrai Gelli due volte, penso all’Excelsior, anche se non mi ricordo se una volta fuori dall’Excelsior, e una volta al Grand Hotel, dove io scendevo quando venivo a Roma per le mie cose […]. Io resistetti molto a dare la mia adesione. Lui mi riempì di complimenti, dicendomi che mi considerava tra i nuovi imprenditori quello più bravo, e insistette molto sul fatto che io avevo un futuro importante davanti. Poi attraverso Gervaso mi fece sapere se avrebbe tenuto molto a una mia adesione a questa sua associazione, che per la verità allora appariva come una normalissima associazione, come se fosse un Rotary, un Lions, e non c’erano motivi, per quello che se ne sapeva, per pensare che la cosa fosse uversa. Io resistetti molto a dare la mia adesione, e poi lo feci perché Gervaso insistette particolarmente dicendomi di rendere ma cortesia personale a lui.

Ci fu anche un motivo, diciamo così, pratico. Gervaso mi andava dicendo che Gelli era molto introdotto presso le autorità politiche argentine, e che in Argentina si doveva sviluppare una grande serie di lavori pubblici. Io allora ero presiiente di un Consorzio per l’edilizia industrializzata che raccoglieva tutte le principali aziende italiane del settore – non la mia azienda; era proprio una carica che avevo a titolo onorifico e, uciamo così, anche perché ero giovane. Il fatto che mi avessero chiamato a questa carica aveva solleticato il mio orgoglio, la mia ambizione personale, e intravidi in quello una possibile utilità…

Però di quello non ne parlammo mai, perché voglio sottolineare che tutto il mio rapporto si risolse nel fatto della mia adesione.

Ho sentito che nella relazione parlamentare, al riguardo, mi venne attribuito anche un versamento di lire centomila. Per quello che ricordo, ma sono sicuro di questo, a me non fu mai chiesto nulla e non feci nessun versamento mai […].

Gelli voleva avere intorno  le persone migliori dell’italia per un club, su cui probabilmente ci sarebbero dovute essere delle riunioni, delle conversazioni, a cui peraltro non fui mai invitato, e di cui nessuno mai mi parlò […].

Il motivo principale è stato proprio questo, l’insistenza di Gervaso che è un mio carissimo amico. Lui mi disse: “Fammi fare bella figura”, lui aveva bisogno di scrivere sul “Corriere della Sera”, voleva scrivere sul “Corriere della Sera”… “Ma cosa ti costa, dammi questa possibilità, fammi fare bella figura”, e io aderii […]. Gervaso mi raccontava che Gelli era introdotto presso tutti i più alti gradi istituzionali del Paese e che quindi era persona assolutamente rispettabile… Oltre al fatto di Gervaso, anche il fatto dei complimenti che ricevetti e il tipo di insistenza motivata col fatto che si vedeva in me una persona di sicuro avvenire, il meglio che l’imprenditoria italiana in quel momento esprimesse tra i giovani imprenditori. Probabilmente fu anche la mia vanità che mi portò […].

Gervaso voleva rendersi utile, apparire anche, credo, importante agli occhi di questi signori…”.

Tratto dal blog del giornalista Rai, Sandro Ruotolo (AnnoZero)

Puoi lasciare un commento, oppure pubblicare un link sul tuo sito.

Inserisci un commento

(attendi che sia approvato dal moderatore per vederlo online)