Mastellarini-Travaglio: un film già visto con Paolo Barnard di Report

Thursday, 17 July 2008
Pubblicato nella categoria TRAVAGLIO'S

di Gabriele Mastellarini

Conoscevo Paolo Barnard solo per le belle cose fatte in tv (splendida l’inchiesta sul comparaggio andata in onda su Report) e per i suoi libri, pubblicati da editori di primissimo piano. Ho saputo della sua “epurazione” da Report, avrei voluto scriverne ma non mi è stato consentito. Quindi ne parlo sul blog. Non sapevo di questa polemica a distanza con il signor Travaglio Marco da Torino. Non entro nel merito della questione (chi vuole può farsi un’idea sui post precedenti), ma voglio riportare lo scambio di email intervenute tra un lettore che chiedeva spiegazioni e il signor Travaglio.

1) Sent: Thursday, May 01, 2008 2:18 PM
Subject: Re:Lettera aperta a Marco Travaglio. Di Paolo Barnard

SONO TUTTE BALLE.
SALVE
MT
__________

2) From: Sent: Thursday, May 01, 2008 3:31 PM
Subject: Re: Re:Lettera aperta a Marco Travaglio. Di Paolo Barnard

è che non ho tempo da perdere dietro ai delirii di uno squinternato che mi diffama su internet senza avermi mai visto nè conosciuto con processi alle intenzioni. ciao m,t

Cioè, ma avete letto? Definisce le riflessioni di Barnard i “deliri di uno squinternato”! Pazzesco.

Ma di  “scambi epistolari” del genere il nostro signor Travaglio Marco non è nuovo, basta ricordare gli sms inviati a me. Eppure, grazie a questo blog, qualcuno sta aprendo gli occhi e questo è un successo per il sottoscritto.

Penso, ad esempio, al commento di Francesco, uno di quelli che mi aveva criticato ma che oggi scrive: “Mastellarini, io non la conosco bene. Ma ho appena visto la sua data di nascita. E mi fa così incazzare la sensazione che Travaglio se la sia fatta con lei in quanto giovane e magari non acora potente! Non credo avrebbe mai scritto sms di insulti a Vespa (dico Vespa perché bersaglio di Travaglio. Ma anche uomo potente). Avrà pensato: insulto il giovanotto che tanto si caga sotto e si zittisce…. Bel sistema”

Grazie Francesco, grazie davvero. Questo messaggio per me vale più di cento, mille articoli su L’espresso.

Dimenticavo, riporto le parole di Barnard (che sottoscrivo in pieno) qui sotto a replica delle email del sig. Travaglio Marco:”Marco Travaglio, attento esaminatore di documenti, non ha letto nulla e non si è documentato su nulla in questo caso e spara sentenze esattamente come faceva Berlusconi quando gli contestavano i suoi misfatti prove alla mano: “Tutte balle”. Questa è ignoranza e tracotanza, Travaglio come Berlusconi, come Ferrara o Feltri. Vedete quanto poco ci vuole a replicare il Sistema?

“I delirii di uno squinternato“. Sono giornalista da quando Travaglio era al liceo. Ho co-fondato Report e ho lavorato in RAI per 14 anni partendo da Samarcanda, poi Report per arrivare a RAI Educational; sono scrittore e saggista pubblicato da alcune delle maggiori testate italiane; sono ideatore e membro di una Consulta presso il Ministero della Salute.
Giovanni Minoli ha detto pubblicamente di me: “Su un giornale e anche su un blog, leggevo di una polemica di un socio fondatore di Report, Paolo Barnard, che è stato sicuramente uno che a Report ha dato tantissimo, che ha fatto la maggior parte delle inchieste di grande successo dei primi anni di Report e anche successivamente. E lui era severo, severo con Milena . Però mi colpiva che un uomo etico come Barnard, una persona che dedica molto del suo tempo, della sua vita, ad assistere i malati terminali, quindi un uomo e una persona che ha un impegno sociale e civile di primissimo ordine, chiedeva conto a Milena del perché è stato abbandonato”.

Io ho posto a Marco Travaglio una questione che va al cuore dell’etica del nostro mestiere: il rapporto fra fama/potere e libertà di espressione. Lui non mi risponde e mi insulta volgarmente per interposta persona con, di nuovo, una tracotanza impressionante. L’impasto di ignoranza del tema trattato e di arroganza volgare sono in Marco Travaglio, qui, la replica esatta di come hanno sempre reagito i peggiori personaggi del Sistema Potere a chi li criticava o a chi ne esponeva le ipocrisie.

Paolo Barnard
Dimenticavo: inviterò Barnard per un intervento al “No Travaglio day”, speriamo aderisca. gmast

More info: www.reset-italia.net/2008/05/04/marco-travaglio-replica-a-paolo-barnard/

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  1. Daniele dice:

    Thursday, 17 July 2008 alle 23:43

    Visto che ci siamo affrontiamo il caso di Paolo Barnard. Questo è quello che dice la Gabanelli:

    “Risposta a Paolo Barnard
    di Milena Gabanelli – 11/02/2008

    Fonte: forum.rai.it

    Ogni azienda, giornale o tv fornisce l’assistenza legale (ovvero paga l’avvocato) ai propri dipendenti, non ai collaboratori. Quando abbiamo iniziato (1997)nessuno di noi si era posto il problema, che invece abbiamo affrontato quando sono arrivate le prime cause (2000). Si trattava di querele per diffamazione. La sottoscritta e il direttore di allora chiedemmo assistenza legale e ci fu concessa. Fatto che si verificò in tutti i successivi procedimenti penali. Le prime cause civili arrivarono nel 2004, e lì scoprimmo che invece non ci sarebbe stata copertura legale. La tutela veniva fornita a me in virtù del contratto di collaborazione con la rai, ma “a discrezione”, ovvero dovevo presentare una memoria difensiva con la quale dimostravo, punto per punto, di aver agito bene.

    Non avendo l’autore del servizio nessun contratto di collaborazione con la rai (pochè vende il pezzo), si assume i rischi in caso di richiesta di risarcimento danni. La realtà era questa: o prendere, o lasciare. Gli autori furono messi a conoscenza della questione e tutti decisero di continuare “l’avventura” con Report. Con tutte le angoscie del caso, ma a dominare è stata la convinzione di tutti noi che lavorando bene alla fine le cause si vincono e il soccombente dovrà pure pagare le spese. Da parte mia ho iniziato una lunga battaglia per poter avere ciò che nessuna azienda normalmente fornisce ai non dipendenti: l’assistenza di un avvocato in caso di causa civile (nel penale, come ho già detto, ci è stata fornita fin dall’inizio). Dal 2004 in poi la tendenza è stata quella di farci prevalentemente cause civili, con tutto quel che ne consegue in termini di stress, tempo che perdi, e paure che ti assalgono.

    E’ bene sapere che quando si va in giudizio ognuno risponde per la parte che gli compete: gli autori rispondono del loro pezzo, la sottoscritta per tutti i pezzi (in qualità di responsabile del programma), la rai in quanto network che diffonde la messa in onda. Qualora il giudice dovesse stabilire che c’è stato dolo da parte dell’autore, a pagare saranno tutti i soggetti coinvolti (la rai, la sottoscritta, l’autore). E questo vale per tutti, anche i dipendenti. La differenza è che prima di arrivare alla sentenza nessuno ti paga l’avvocato. Nel 2007 le cause arrivano ad un numero talmente elevato che passo più tempo a difendere me e i miei colleghi che non a lavorare. Ma a luglio 2007 il direttore generale Cappon chiede all’ufficio legale della rai di garantire la piena assistenza legale a tutti gli autori di Report. Questo non ci toglie le ansie (finchè non c’è una sentenza non sai di che morte muori), però almeno sai che alle tue spalle c’è un’azienda che ha riconosciuto il valore del tuo lavoro e ti paga l’avvocato. E’ stato difficile ottenere questo risultato, ma c’è stato e questo è oggi quello che conta.

    Certo, se su ogni puntata vieni trascinato in tribunale, alla fine può darsi che lasci la partita perchè non riesci più a reggere fisicamente. Ma questo non è colpa della rai di turno, bensì di un sistema giudiziario che permette a chiunque di fare cause pretestuose, senza che ci sia a monte un filtro (come avviene invece nelle cause penali) che valuti l’eventuale inconsistenza della causa stessa.

    Paolo Barnard. E’ un professionista che stimo molto, ma purtroppo l’incompatibilità ad un certo punto era diventata ingestibile, e così a fine 2003 le strade si sono separate. Per quel che riguarda la questione legale che lo coinvolge, sono convinta della bontà della sua inchiesta e penso che alla fine ci sarà una sentenza favorevole. Ci credo al punto tale da aver firmato a suo tempo un atto (che lui possiede e pure il suo avvocato) nel quale mi impegno a pagare di tasca mia anche la parte sua in caso di soccombenza. Non saprei che altro fare.

    Non ho il potere di cambiare le regole di un’azienda come la Rai, credo di aver fatto tutto quello che è nelle mie modeste capacità. Il lavoro che io e gli altri colleghi di report abbiamo deciso fin qui di fare non ce lo ha imposto nessuno. E’ un mestiere complesso che comporta molti rischi, anche sul piano personale. Si può decidere di correrli oppure no, dipende dalla capcità di tenuta, dal carattere e dagli obiettivi che ognuno di noi si da nella vita. Il resto sono polemiche che non portano da nessuna parte e sottragono inutilmente energie.

    Un caro saluto a tutti. “

  2. Daniele dice:

    Thursday, 17 July 2008 alle 23:48

    Questo è quello che risponde Barnard:

    “Risposta a Milena Gabanelli
    di Paolo Barnard – 11/02/2008

    Fonte: comedonchisciotte [scheda fonte]

    Informazione
    Sono Paolo Barnard. Rispondo innanzi tutto agli spettatori di Report, che assieme a tanti altri italiani meritano verità, onestà, e finalmente pulizia in questo Paese. Poi anche alle righe della signora Gabanelli postate ieri alle ore 21,16.

    Mi spiace che alcuni di voi si siano ritenuti soddisfatti dalle parole dell’autrice di Report, che non ha risposto a nessuno dei punti cruciali, a nessuno dei gravissimi fatti.

    Milena Gabanelli scrive:

    “Per quel che riguarda la questione legale che lo coinvolge, sono convinta della bontà della sua inchiesta e penso che alla fine ci sarà una sentenza favorevole. Ci credo al punto tale da aver firmato a suo tempo un atto (che lui possiede e pure il suo avvocato) nel quale mi impegno a pagare di tasca mia anche la parte sua (di Barnard, nda) in caso di soccombenza. Non saprei che altro fare”.

    Quell’atto esiste solo nella fantasia della signora Gabanelli. Né io, né il mio legale Avv. Pier Luigi Costa di Bologna, ne abbiamo mai ricevuto una copia. Inoltre l’affermazione della sua esistenza da parte dell’autrice di Report è pienamente contraddetta dagli atti processuali da me resi pubblici, ove si legge: “Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo- R.G.N. 83757/2004, Roma 30/6/2005: “Per tutto quanto argomentato la RAi-Radiotelevisione Italiana S.p.a. e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l’Illustrissimo Tribunale adìto voglia:…porre a carico del dott. Paolo Barnard ogni conseguenza risarcitoria…”.

    Confermato di recente da: Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876 Cronologico, 18/5/2007: “la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anche nelle richieste di cui alle note del 30/6/2005…”.

    La generosa offerta della Gabanelli non esiste, e sarebbe comunque stata una vergogna, un tentativo di tacitare me mentre lei poteva di fronte ai suoi datori di lavoro mostrarsi pienamente in accordo con la loro sciagurata politica nei mie confronti. Che è quello che ha fatto e controfirmato in ogni atto processuale.

    Milena Gabanelli scrive:
    “Gli autori furono messi a conoscenza della questione e tutti decisero di continuare “l’avventura” con Report.”

    Non è vero. Esistono redattori pronti a testimoniare di non aver mai sentito Milena Gabanelli pronunciare quell’avvertimento, soprattutto quando sollecitata a chiarire questioni in merito. Di sicuro non lo fece mai in mia presenza. Io non fui mai posto di fronte a una simile bivio, al contrario, mi fu sempre detto di stare tranquillo.

    Milena Gabanelli scrive:

    “E’ bene sapere che quando si va in giudizio ognuno risponde per la parte che gli compete: gli autori rispondono del loro pezzo, la sottoscritta per tutti i pezzi (in qualità di responsabile del programma), la rai in quanto network che diffonde la messa in onda. Qualora il giudice dovesse stabilire che c’è stato dolo da parte dell’autore, a pagare saranno tutti i soggetti coinvolti (la rai, la sottoscritta, l’autore).”

    Che a pagare possano eventualmente essere tutti non è in discussione, signora Gabanelli. Che lei e la RAI tentiate di mandare al macello uno solo, cioè Paolo Barnard, l’anello più debole della catena, e che vi siate lungamente accaniti in ciò come dimostrano i documenti processuali sopraccitati, e che la RAI abbia addirittura tentato di rivalersi su di me anche fuori dal processo, è ben altra cosa. Lascio ogni giudizio sulla sua condotta ai suoi spettatori. E taccio qui sul dolore personale che ho subito. Non è questo il contesto.

    Milena Gabanelli scrive:

    “Certo, se su ogni puntata vieni trascinato in tribunale, alla fine può darsi che lasci la partita perchè non riesci più a reggere fisicamente. Ma questo non è colpa della rai di turno, bensì di un sistema giudiziario”

    No, la RAI ha responsabilità pesanti, nell’abbandono dei giornalisti collaboratori che tanto hanno fatto per i suoi palinsesti, come nel caso in oggetto. Noi ‘esterni’ siamo quelli col coraggio, quelli che lavorano dieci volte gli altri, quelli senza stipendio, quelli che non confezionano le narrative false dei TG1, TG2, TG3, che non sono pagati mensilmente per “rendere plausibile l’inimmaginabile” presso gli italiani. Noi siamo quelli usati e cestinati al primo problema. Io sono giornalista e prima di ogni altra cosa punto il dito verso il mio editore e i miei capi, e ne pagherò i prezzi. Lei Milena Gabanelli dovrebbe fare la stessa cosa e pubblicamente, per il bene del giornalismo italiano, se lei ne avesse il coraggio.

    Milena Gabanelli scrive:

    “Paolo Barnard. E’ un professionista che stimo molto, ma purtroppo l’incompatibilità ad un certo punto era diventata ingestibile, e così a fine 2003 le strade si sono separate.”

    Non è vero. La mia separazione dalla gente di Report fu a causa di una sordida storia di inumanità e di viltà che con questa mia denuncia non ha nulla a che fare. Mi addolora ancora di più che Milena Gabanelli la citi qui, del tutto fuori contesto.

    Milena Gabanelli scrive:

    “Il lavoro che io e gli altri colleghi di report abbiamo deciso fin qui di fare non ce lo ha imposto nessuno. E’ un mestiere complesso che comporta molti rischi, anche sul piano personale. Si può decidere di correrli oppure no, dipende dalla capcità di tenuta, dal carattere e dagli obiettivi che ognuno di noi si da nella vita. Il resto sono polemiche che non portano da nessuna parte e sottragono inutilmente energie.”

    Come dire ‘Se Paolo Barnard non ha i cosiddetti, cambi mestiere e non ci faccia perdere del tempo’. Non mi risulta che Bernardo Jovene, Sabrina Giannini, Stefania Rimini o altri a Report siano stati abbandonati come me, che la RAI e Milena Gabanelli si stiano accanendo in un’aula di tribunale per scaricargli colpe non loro, che la RAI li stia minacciando con ulteriori accanimenti legali, e che Milena Gabanelli sia rimasta zitta per 4 anni di fronte a una vergogna simile perpetrata nei loro confronti.

    Milena Gabanelli, con le sue righe, tipicamente sguscia da una situazione indecente senza prendere una posizione morale, senza quel ‘coraggio’ che l’ha resa famosa, avallando di nuovo ciò che lei stessa e la RAI mi stanno facendo. Avallando oltre tutto il peggior precariato nel giornalismo (sic).

    In questo modo prolifera la censura da me denunciata, che così tanti colleghi finiscono per subire, una censura che sottrae a voi spettatori, a voi, il diritto di sapere quello che gli avvocati da una parte o dall’altra non vogliono che voi sappiate.

    Ci sono cose, signora Gabanelli, su cui si deve prendere posizione, costi quel che costi. Io lo faccio qui e ora e le dico: Lei e la RAI siete responsabili di una condotta ignobile, troppo diffusa fra gli editori di questo povero Paese. Lei più della RAI, perché lei dovrebbe essere il volto del ‘coraggio televisivo’ per definizione.

    Verrò travolto dalle vostre querele, a tutela del vostro ‘buon nome’, ma ho deciso di mettermele alle spalle. Io prendo posizione di fronte a questa censura con cui lei Gabanelli è in palese collusione, e il mio coraggio è comunque una piccola cosa, perché c’è chi ha preso posizione di fronte a una camera di tortura in Cile o di fronte a un Merkava in Palestina. Il vero coraggio è loro, non mio.

    Né lei né la RAI mi zittirete mai.

  3. Mauri DP dice:

    Thursday, 17 July 2008 alle 23:51

    Caro Gabriele, ti fornisco qualche ulteriore elemento per comprendere meglio la situazione. Dunque: Barnard è contro la Gabanelli. La Gabanelli è amica di Grillo (tant’è che quando il comico genovese è a Bologna, come ci racconta lo stesso Barnard, Grillo va a dormire in casa della Gabanelli). Travaglio è amico di Grillo. E così, da amico ad amica, ci si para il culo (perdona l’espressione).
    Ti è più chiaro il quadretto?…
    Ah…non sottovalutare poi il fatto che sia la Gabanelli che Travaglio lavorano per la stessa Azienda, quella che campa coi nostri soldini…
    Entrambi in prima serata…..

  4. billy dice:

    Friday, 18 July 2008 alle 00:02

    Secondo me voi non state capendo un cazzo di ciò che sta succedendo in Italia…

  5. Mauri DP dice:

    Friday, 18 July 2008 alle 00:11

    Scusami Daniele…mentre veniva pubblicato il tuo commento (risposta di Barnard alla Gabanelli), io facevo (inconsapevolmente) la stessa segnalazione.
    Ciao!
    Mauri DP

  6. Orlando dice:

    Friday, 18 July 2008 alle 09:46

    Posso chiedere una cosa? Ma Travaglio ha mai autorizzato alla pubblicazione di quelle email intervenute col lettore? Mi pare sia ancora illegale pubblicare lettere senza l’esplicito consenso di entrambi gli scriventi…

    Per il resto… se uno non si tutela contro le ingiustizie vuol dire che c’è anche qualcos’altro sotto che non vuol dire.

  7. pippo io dice:

    Friday, 18 July 2008 alle 14:49

    mi aggrego al commento di Orlando, secondo me pubblicare mail ed sms privati è una caduta di stile impressionante a prescindere.
    Che Travaglio sia privatamente uno stronzo va benissimo, che si usino sms privati o mail private per demolirlo agli occhi dell’opinione pubblica su un settimanale a tiratura nazionale lo trovo meschino.
    Lei Mastellarini mi pare sia un ottimo giornalista, non capisco perchè sia dovuto ricorrere a questi mezzucci per opporsi a Travaglio ed al suo stile, quando secondo me poteva farlo benissimo con la sua ottima penna

    mezzucci? era l’unico modo per dimostare ai lettori chi è veramente m.t.
    ciao
    gm

    Cordilai Saluti

  8. pippo io dice:

    Friday, 18 July 2008 alle 14:59

    no sono convinto di no.
    La lingua italiana con il suo vocabolario e la sua sintassi è fortunatamente così varia da poter permettere di essere affilati taglienti e molto molto efficaci! Ma questa è solo una mia convinzione.
    Buona giornata

  9. Marco dice:

    Friday, 18 July 2008 alle 16:48

    Non capisco questa crociata contro Travaglio (sicuramente non è l’intento di Paolo Barnard).
    Il tutto per dimostrare “chi è veramente m.t.” e che non è un giornalista libero e indipendente. Sarebbe bello che ce ne fossero ma per questo, come denuncia Barnard, bisognerebbe intervenire nel sistema dell’editoria tutelando maggiormente i giornalisti che fanno vera informazione.
    Ma chi se ne frega se Travaglio nel privato è un maleducato che dice qualche parolaccia. Quello che importa è quello che dice e scrive pubblicamente, che va considerato in un contesto generale in base al quale ognuno di noi può farsi un’opinione.

    Se Mastellarini non continua la sua collaborazione con l’Espresso per colpa di Travaglio (il che è tutto da dimostrare) fa bene a prendersela con lui, ma dovrebbe prendersela di più con l’Espresso e relativo editore.
    E’ come chi viene tradito e si scaglia contro l’amante invece di prendersela con la moglie/marito.

    L’effetto collaterale di questa crociata è evidentemente quello di diventare a sua volta più conosciuto (che io sia qui a scrivere ne è la prova).
    “No Travaglio Day”! Ma qualcosa di più interessante, no? Ad esempio “No censura legale day”.

    Ciao Marco

  10. Francesco B. dice:

    Friday, 18 July 2008 alle 19:34

    Certo che potevi entrare sulla questione, anzi dovevi farlo, che giornalista è un giornalista che preferisice parlare delle beghe personali piuttosto che dei problemi del giornalismo stesso?
    Che giornalista è un giornalista che antepone le questioni e gli asti personali alle denunce e al all’informazione, ma usa una denuncia per strumentalizzarla contro una persona?

  11. Francesco B. dice:

    Saturday, 19 July 2008 alle 11:13

    Per chi ne volesse sapere di più:
    http://polinux.altervista.org/polinux-post.php?tit=politica02-04-08
    Che non sia mai che qualcuno dica che faccio anch’io la stessa cosa…

    To redazione, sappiate che mi sto salvando le pagine in cui io vedo che il mio messaggio è stato inviato e quelle in cui si vede che non è stato pubblicato, mi vien spontaneo pensare di mandare la cosa al vostro amico Travaglio….

  12. Carlo Gambino dice:

    Saturday, 19 July 2008 alle 19:53

    La vicenda Barnard è nota a tutti. Ed è cosa tra lui, la Gabanelli e la RAI. Fin qui siamo tutti d’accordo.

    Ora, qualcuno mi spiega cosa c’entra Travaglio? Perché io ancora non l’ho capito.

  13. Francesco B. dice:

    Saturday, 19 July 2008 alle 23:25

    Travaglio c’entra perchè quando Paolo gli ha mandato una mail sull’argomento lui ha risposto come nel post, anzi a Paolo non ha manco risposto, questa è la risposta che ha inviato ad un’altra persona che aveva girato la stessa mail scritta da barnard:

    SONO TUTTE BALLE.
    SALVE

  14. maury dice:

    Sunday, 27 July 2008 alle 22:49

    Guai a chi tocca Travaglio!
    Cose da pazzi!
    Maury

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